La delega per la riforma è contenuta nella Finanziaria, che ha affidato al ministero il compito di riorganizzare il sistema di reclutamento secondo criteri «celeri,trasparenti e allineati agli standard europei».
Il provvedimento elaborato da Mussi abolisce le prove scritte e orali e punta alla valutazione della produzione scientifica del candidato, che potrà inoltrare la domanda di partecipazione al concorso direttamente dai siti web del ministero e dell’ateneo. Questa semplificazione aumenterà — dice il ministero — le possibilità di partecipazione alle sessioni anche di candidati esterni alla sede di concorso, sia italiani che stranieri.
Gli aspiranti ricercatori dovranno essere in possesso del titolo di dottore di ricerca — anche se conseguito all’estero — ma saranno ammessi anche gli studiosi che vantano attività di ricerca con contratti o assegni di durata almeno quadriennale. Le sessioni di concorso avranno cadenza semestrale e i bandi dovranno essere emanati dal rettore entro il 31 maggio e il 30 novembre di ogni anno e pubblicati sul sito web dell’ateneo e sulla Gazzetta Ufficiale entro il 10 giugno e il 10 dicembre.Iltermine per la presentazione delle domande di partecipazione non potrà avere una scadenza inferiore ai 60 giorni dalla pubblicazione. Le selezioni saranno organizzate per "macro settori" disciplinari, aggregati in base all’affinità: il ministero sta lavorando per ridurre i settori dagli attuali 370 a 100.
Se l’utilizzo di internet snellirà le procedure ed eviterà le lungaggini burocratiche fatte di documenti e carte bollate, non meno innovativa risulta la valutazione degli aspiranti ricercatori, che sarà articolata su due livelli, uno esterno e uno interno all’ateneo. Il primo passo è il giudizio di 7 referee, cioè revisori esterni (5 italiani e due stranieri), sorteggiati da liste tenute e aggiornate dall’Anvur. Ma fino all’effettiva operatività dell’Agenzia, tale compito sarà affidato al Civr, il Comitato per la valutazione della ricerca. Ogni referee esprime un proprio giudizio anonimo sul candidato e redige una prima graduatoria, che viene successivamente sottoposta all’esame della commissione interna, formata da 7 docenti di ruolo dell’ateneo che bandisce il concorso, 3 titolari della disciplina interessata e 4 di altre discipline. A questo punto, i commissari redigono — anche in base ai voti dei revisori esterni — una graduatoria dei candidati, che saranno chiamati a tenere un seminario pubblico. Solo allora si potrà stilare laclassifica finale per la scelta del vincitore. Sarà l’Anvur, poi, con cadenza annuale o triennale, a verificare la qualità del reclutamento e, in caso di esito negativo, l’ammontare dello stipendio del ricercatore potrà essere sottratto dal finanziamento dell’ateneo.
Dopo ipareridi Cun e Crui,ilregolamento passerà all’esame della Corte dei Conti, per giungere in Gazzetta Ufficiale — prevede il ministero — entro la fine di giugno. «Nessuna legge può far diventare onesti i concorsi — dice il sottosegretario all’Università,Luciano Modica — ma questo provvedimento offre agli atenei strumenti per migliorare la qualità del reclutamento».
Alessia Tripodi