Bitti ospita il dibattito sugli studi condotti dalle docenti dell'UNiversità di Cagliari, Carla Meloni e Rachele Fanari con gli esperti degli atenei di Sassari e Detroit, del Cnr, di Chintula e dell’Associazione sociu po su jocu de sa murra. Ospite d’onore il robot Gavina  
22 July 2021
Una fase della morra (foto Vistanet)

Un itinerario che sposa tradizioni e saperi arcaici con un presente in continua evoluzione

Mario Frongia

Domani, venerdì 23 luglio, dalle 18.30 si tiene a Bitti l’incontro tra ricercatori e associazioni del territorio sardo con al centro lo studio del gioco de Sa murra. L'evento nasce dall'idea di sviluppare ulteriormente il progetto di ricerca multidisciplinare nato circa due anni fa tra il Michigan, la Barbagia e Cagliari. Il progetto, fermatosi per il periodo di pandemia, riparte ampliando i partecipanti. È prevista la realizzazione di un protocollo di collaborazione internazionale tra i vari atenei e le associazioni sarde coinvolte.

Cagliari. La facoltà di Studi umanistici
Cagliari. La facoltà di Studi umanistici

Psicobiologia, un intreccio storico, identitario e socioculturale

“La Morra è un gioco mai esplorato fino ad ora da un punto di vista scientifico. L’approfondimento può costituire - spiegano Carla Meloni e Rachele Fanari, docenti al dipartimento di Pedagogia, psicologia e filosofia dell’Università di Cagliari - un setting naturalistico che integra diverse prospettive di studio da quella della psicologia cognitiva a quella psicobiologica, dall’intelligenza artificiale alle prospettive storiche e socioculturali”. Le specialiste affrontano i potenziali collegamenti tra la pratica della morra e lo sviluppo della cognizione numerica nei bambini. “Esploriamo la possibilità di implementare dei training con Sa Murra in ambito scolastico, specie nella scuola primaria, al fine di studiarne gli effetti sulle abilità matematiche dei bambini”.

Rachele Fanari, si occupa di Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche
Rachele Fanari, si occupa di Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche

Il dibattito, multidisciplinare ad ampio respiro, esplora anche le abilità mnemoniche e strategiche

Ai lavori di Bitti prendono parte anche gli specialisti Franco Delogu (docente al Multisensory laboratory, Lawrence technological università-Detroit), Paolo Enrico, Sergio Solinas e Beniamina Mercante (dipartimento Scienze biomediche - Università di Sassari), Luigi Serra (Isem, Istituto storia Europa mediterranea, Consiglio nazionale ricerche), Fabrizio Vella (società Chìntula) e  Antonello Zizi (Associazione sociu po su jocu de sa murra). Il professor Delogu illustra lo studio sopracitato che ha portato ad osservare come i morratori esperti abbiano scarsa consapevolezza delle proprie strategie di gioco, aprendo così il campo all'ipotesi che la morra possa includere abilità che agiscono fuori dal controllo della coscienza. I professori Enrico, Mercante e Solinas presentano l’approccio di laboratorio alla Morra sarda, un gioco che si rivela uno strumento ideale per studiare i processi computazionali ad alta velocità che fondono le strategie e le scelte messe in gioco dai campioni. Il professor Serra, ingegnere informatico, presenta una proposta progettuale per la valorizzazione del gioco della morra sarda, parte del patrimonio intangibile della Sardegna e del Mediterraneo, in versione digitale. La proposta progettuale è stata presentata e apprezzata alla conferenza internazionale Imsci 2020 tenutasi a Orlando (Florida). Il progetto si aggiunge alle iniziative di promozione e diffusione del gioco sardo dal mare nostrum a oltre oceano, passando per la realtà virtuale. Il dottor Vella (presidente dell’Associazione sociu po su jocu de sa murra e amministratore di Chìntula) presenta il progetto del Morramundo. Tra i temi, la scoperta al “Campionau Sardu de Sa Murra, 1998” tenutosi a Urzulei che la morra era praticata da altri popoli del Mediterraneo. “Nel 2003 è sorto Morramundo, un campionato internazionale che riunisce venti compagini tra i popoli del Mediterraneo. Ogni popolo esprime la sua morra, quella sarda è musicale, senza pause, ha un ritmo. Sono proprio le sue peculiarità ad averla portata al centro di questo progetto di studio internazionale” aggiunge la professoressa Meloni.

 

Il programma dell'incontro di Bitti
Il programma dell'incontro di Bitti

Gavina, tra apprendimento e competizione. Il robot non gioca mai due partite allo stesso modo

Durante l’incontro, Antonello Zizi, ideatore e sviluppatore di un’applicazione informatica che permette a un robot di giocare a Sa Murra, descrive le differenze tra l’applicazione Gavin 1.0, da lui ideata nel 2010, e l’applicazione Gavina 2121. Le innovazioni principali riguardano le modalità di apprendimento dei cervelli bayesiani non lineari, che conferiscono al robot un comportamento altamente competitivo e totalmente non-deterministico. La curiosità? Gavina non gioca mai due partite allo stesso modo. Nell’ambito del percorso,  l’anno scorso è stato pubblicato uno studio condotto dalla Lawrence technological university con l’ateneo di Cagliari. Pubblicato sulla rivista Frontiers of Psychology e titolato “The Morra Game as a Naturalistic Test Bed for Investigating Automaticand Voluntary Processes in Random Sequence Generation”. Il lavoro è stato firmato dai ricercatori Delogu, Barnewold, Meloni, Toffalini, Zizi e Fanari.

Il robot Gavina con la professoressa Meloni
Il robot Gavina con la professoressa Meloni

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