Venerdì 7 maggio alle 15 un seminario on line organizzato dalla Conferenza Nazionale Universitaria dei Poli Penitenziari. L’Università di Cagliari è tra gli atenei più direttamente impegnati nell’iniziativa
07 May 2021
L'Aula magna del Rettorato

Il nostro Ateneo aderisce alla Conferenza per l’impegno che persegue dal 2018 presso gli Istituti Penitenziari di Uta e di Massama: la realtà dei PUP italiani, iniziata più di 20 anni fa a Torino e replicata, pur con differenze locali, in numerose sedi


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La Conferenza Nazionale Universitaria dei Poli Penitenziari (CNUPP) istituita dalla CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane), raggiunge quest’anno i 3 anni di vita e la conclusione del mandato del primo consiglio nazionale, presieduto dal Prof. Franco Prina, delegato per il Polo Universitario Penitenziario (PUP) del Rettore dell’Università di Torino.

Il nostro Ateneo aderisce alla Conferenza per l’impegno che persegue dal 2018 presso gli Istituti Penitenziari di Uta e di Massama.

La realtà dei PUP italiani, iniziata più di 20 anni fa a Torino e replicata, pur con differenze locali, in numerose altre sedi universitarie, coinvolge attualmente quasi 40 atenei che operano in oltre 80 istituti penitenziari.

Nell’anno accademico in corso sono 1.034 gli studenti detenuti iscritti, dei quali 109 (10,5%) si trovano in regime di esecuzione penale esterna, 549 (53,1%) scontano una pena in carcere in circuiti di media sicurezza, 355 (34,3%) in alta sicurezza, e 21 (2,1%) in regime 41bis. Le studentesse sono 64, quindi il 6,2% del totale degli studenti.

Nel primo triennio di vita della CNUPP gli atenei aderenti con studenti attivi sono passati da 27 nel 2018-19 a 32 nel 2020-21 (incremento del +18,5%); gli Istituti Penitenziari in cui operano i PUP da 70 a 82 (incremento +17,1%); il numero di studenti iscritti da 796 a 1034 (incremento +29,9%). Tra questi dati spicca il notevole incremento della componente femminile, che passa da appena 28 studentesse nel 2018-19 a 64 nel 2020-21, quindi un incremento del +128,6%.

Sono impegnati oggi 196 dipartimenti universitari, che corrispondono al 37% dei dipartimenti presenti nei 32 atenei coinvolti.

La prof. Cristina Cabras, Delegata del Rettore per il Polo universitario penitenziario
La prof. Cristina Cabras, Delegata del Rettore per il Polo universitario penitenziario

L’Università di Cagliari è impegnata a garantire il diritto allo studio alle persone condannate tramite tutoraggio, supporto, counseling, colloqui, esercitazioni, materiali ed esami negli istituti di pena

896 sono gli studenti iscritti a corsi di laurea triennale (87%), mentre137 frequentano corsi di laurea magistrale (13%). Le aree disciplinari più frequentate dagli studenti in regime di detenzione sono quella politico-sociale (25,4%) seguita dall’area artistico-letteraria (18,6%), area giuridica (15,1%), area agronomico-ambientale (13,7%), area psico-pedagogica (7,4%), area storico-filosofica (7,3%), area economica (6,5%) e altre aree (6%).

L’Università di Cagliari è impegnata a garantire il diritto allo studio alle persone condannate tramite tutoraggio settimanale, supporto amministravo alle iscrizioni, counselling, colloqui tra studenti in stato di privazione della libertà e docenti, esercitazioni, invio dei materiali per la preparazione agli esami, espletamento di esami presso gli Istituti di pena. Inoltre, attraverso cicli di seminari condotti da docenti di tutti i Dipartimenti dell’Ateneo presso gli Istituti di pena, si offrono ai detenuti e detenute con livelli di istruzione di ogni ordine e grado, stimoli utili a sviluppare interesse per lo studio e la scienza. Massima collaborazione è garantita dal Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, dai Direttori di Uta e Massama e da tutto il personale dell’area trattamentale e dell’area sicurezza.

La costituzione della CNUPP ha permesso agli Atenei impegnati a garantire il diritto agli studi universitari per le persone private della libertà personale di agire in maniera coordinata e interloquire ad una voce sia con il sistema universitario sia con quello penitenziario.

La CNUPP è quindi un esempio di rete istituzionale (universitaria) e interistituzionale (nell’interazione con l’Amministrazione Penitenziaria) promossa da Università pubbliche che ritengono doveroso onorare il proprio ruolo

Le interazioni avviate con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, in particolare con la Direzione Generale dei Detenuti e del Trattamento del DAP, competente per le attività formative, ha permesso di siglare nel settembre del 2019 un protocollo d’intesa che definisce le modalità per il confronto permanente tra CNUPP e DAP. A breve saranno emanate delle linee guida condivise per regolamentare le attività di studio universitario all’interno degli istituti penitenziari italiani.

La costituzione della CNUPP permette inoltre ai referenti delle singole università di confrontarsi continuamente su varie problematiche, scambiarsi buone pratiche, rivolgere istanze al DAP su singole situazioni, e affrontare problematiche complesse come, ad esempio, i disagi dovuti ai trasferimenti dei detenuti studenti universitari da un istituto penitenziario ad un altro. In questi casi la CNUPP funge da network interconnesso, in cui docenti e uffici amministrativi collaborano tra loro e con l’Amministrazione Penitenziaria per facilitare il trasferimento degli studenti da un ateneo ad un altro.

La CNUPP è quindi un esempio di rete istituzionale (universitaria) e interistituzionale (nell’interazione con l’Amministrazione Penitenziaria) promossa da Università pubbliche che ritengono doveroso onorare il proprio ruolo garantendo l’accesso e lo svolgimento degli studi universitari anche a persone private della libertà, che in questo modo esercitano un loro diritto costituzionale. Non solo gli atenei, ma anche singoli docenti, amministrativi e tutor svolgono la loro attività nell’ambito dei rispettivi ruoli istituzionali e della missione inclusiva che è propria delle Università.

Obiettivi della CNUPP nel prossimo futuro sono quelli di migliorare la qualità della formazione delle persone detenute impegnate in percorsi di studio universitario anche attraverso modelli didattici innovativi (è in corso una prima sperimentazione per adottare strumenti per la didattica a distanza anche oltre la pandemia), di migliorare le performances degli studenti (diminuzione degli abbandoni, incremento degli esami sostenuti e dei laureati), di lavorare al raccordo tra istruzione secondaria superiore all’interno degli Istituti e Università.

La presenza delle Università nei luoghi di detenzione ha, in questo senso, una profonda valenza culturale per il Paese e per la più ampia discussione sul significato che possono avere la pena e l’esecuzione penale

Impegni sono inoltre previsti sul fronte della formazione del personale dell’Amministrazione Penitenziaria (polizia penitenziaria e operatori dell’area trattamentale), nonché sullo sviluppo di attività di ricerca sulle problematiche carcerarie.

Percorsi sinergici con l’Amministrazione Penitenziaria possono consentire di trasformare la detenzione da un tempo “sospeso” ad un periodo fecondo, in cui il cittadino condannato possa intraprendere, se lo desidera, percorsi formativi anche di alto livello che gli consentano di investire sul proprio capitale umano, strumento indispensabile per ridurre i rischi di recidiva, con benefici non solo per il singolo ma per tutta la società italiana.

La presenza delle Università nei luoghi di detenzione ha, in questo senso, una profonda valenza culturale per il Paese e per la più ampia discussione sul significato che possono avere la pena e l’esecuzione penale.

In occasione della conclusione del primo triennio di vita dalla CNUPP venerdì 7 maggio alle ore 15 si terrà un seminario dal titolo IL DIRITTO AGLI STUDI UNIVERSITARI IN CARCERE: TRE ANNI DI ESPERIENZA DELLA CNUPP E PROSPETTIVE, in cui i temi oggetto del lavoro degli Atenei aderenti alla Conferenza saranno affrontati sotto diversi punti di vista e con le voci più autorevoli del panorama nazionale.

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