Concluso da Pietro Ciarlo il webinar "Libera circolazione: regioni, colori, provvedimenti" organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Cagliari. Al centro del dibattito tra gli esperti di diritto costituzionale e regionale, le implicazioni giuridiche delle recenti ordinanze regionali che limitano la circolazione degli individui, con uno sguardo particolare a quelle emesse dalla Regione Autonoma della Sardegna. GUARDA LA REGISTRAZIONE DELL'INCONTRO. RASSEGNA STAMPA
25 March 2021
Un momento del webinar

La tutela della salute e il rispetto delle libertà costituzionali, ma anche il rapporto tra lo Stato e le Regioni e il futuro ordinamento statale al centro del webinar organizzato dal dipartimento diretto da Cristiano Cicero

Roberto Ibba

Cagliari, 25 marzo 2021 - "Certi atti non sembrano scritti per disciplinare una materia, ma per rivolgersi all'elettorato. Questi testi vanno costruiti con molta attenzione e non in maniera affrettata, perché molte volte si finisce per sbagliare": così Pietro Ciarlo, docente di Diritto costituzionale di UniCa e Prorettore per la semplificazione e l’innovazione amministrativa, ha commentato le recenti ordinanze della Regione Autonoma della Sardegna in materia di contenimento della pandemia e di limitazione agli ingressi.

"Le prossime ordinanze vanno indirizzate verso il rispetto dei comportamenti virtuosi e la sanzione per chi non rispetta le regole. Sarà poi fondamentale concentrare gli sforzi sulle vaccinazioni", ha concluso il prof. Ciarlo al termine di un lungo e intenso seminario coordinato da Sergio Nuvoli, Responsabile della Comunicazione istituzionale e Ufficio stampa di UniCa, e aperto dai saluti del direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Cristiano Cicero: "L'ordinanza del Presidente della Regione Sardegna pone delle questioni di enorme interesse - ha detto il prof. Cicero - Limitare i pericoli del contagio è un obiettivo condivisibile, ma occorre valutare tutti gli aspetti di legittimità".

Un momento del webinar
Un momento del webinar

Sul tema del rapporto tra lo Stato centrale e le Regioni si è espresso anche Tommaso Edoardo Frosini, docente di Diritto pubblico comparato all'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli

Giovanni Coinu, docente di Diritto regionale, ha introdotto in modo analitico i temi della discussione, definendo il quadro delle diverse ordinanze regionali e dei loro obiettivi, evidenziando alcuni limiti di applicabilità: "L'ordinanza della Regione Sardegna prevede degli obblighi da parte dei vettori che si dovrebbero ottemperare fuori dal territorio regionale, scavalcando il principio di territorialità delle ordinanze regionali. Si pongono quindi una serie di problemi sulla tutela della salute, sulla libertà personale e sui rapporti tra Stato e Regioni".

Sul tema del rapporto tra lo Stato centrale e le Regioni si è espresso anche Tommaso Edoardo Frosini, docente di Diritto pubblico comparato all'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli: 'L'idea della colorazione delle regioni ha creato una complicazione: ha fatto sì che le regioni fossero differenti una dall'altra. Una creazione dello Stato per la quale dobbiamo chiederci se avrà degli effetti anche in futuro". Ha poi proseguito il prof. Frosini: "Questo gioco cromatico ha creato una contrapposizione tra regioni, desiderose di raggiungere una colorazione che permettesse il ripristino di alcune libertà. L'unico strumento, per mettere in campo misure volte ad acquisire una situazione di maggiore libertà, sono state le ordinanze".

Gianmario Demuro, docente di Diritto costituzionale all'Università di Cagliari, ha approfondito ulteriormente il tema osservando che "in questa situazione è entrato in crisi il principio di sussidiarietà:  non ha funzionato né a livello europeo né al livello nazionale. Le regioni sono state differenziate ma molto spesso lo Stato con i suoi interventi è arrivato dopo".

In senso orario, Giovanni Coinu, Carla Bassu, Gianmario Demuro, Tommaso Edoardo Frosini, Marco Betzu
In senso orario, Giovanni Coinu, Carla Bassu, Gianmario Demuro, Tommaso Edoardo Frosini, Marco Betzu

Carla Bassu, docente di Diritto pubblico comparato all'Università di Sassari, ha sottolineato come "la pandemia ha sconquassato la nostra quotidianità, ma anche messo in discussione il rapporto con le nostre libertà e il rapporto tra Stato e Regioni"

Carla Bassu, docente di Diritto pubblico comparato all'Università di Sassari, ha sottolineato come "la pandemia ha sconquassato la nostra quotidianità, ma anche messo in discussione il rapporto con le nostre libertà e il rapporto tra Stato e Regioni, quindi la forma stessa di Stato. Una delle vittime del Covid è stato il principio di leale collaborazione - ha proseguito la docente sassarese - Spesso ci sono stati provvedimenti dal carattere quasi provocatorio e dagli obiettivi più di carattere politico che amminstrativo".

Marco Betzu, docente di Diritto costituzionale dell'Università di Cagliari, si è espresso in maniera molto netta: "Tutto quello che è avvenuto da marzo dello scorso anno è stato un grande tradimento della Costituzione. Per alcuni costituzionalisti il diritto alla salute era l'unico vero diritto da tutelare, ma la Costituzione non fornisce una gerarchia dei diritti fondamentali. L'ordinanza numero 9 della Regione Autonoma della Sardegna - ha proseguito il prof. Betzu - pur perseguendo un obiettivo ragionevole, è secondo me illegittima. Le regole costituzionali si applicano anche nell'emergenza".

Carla Bassu, docente di Diritto pubblico comparato all'Università di Sassari
Carla Bassu, docente di Diritto pubblico comparato all'Università di Sassari
Il video del webinar

RASSEGNA STAMPA

L'UNIONE SARDA del 26 marzo 2021

Primo piano - pagina 7

I giuristi e la pandemia

«Limiti alla circolazione, costituzionalità dubbia»

«Certi atti non sembrano scritti per disciplinare una materia, ma per rivolgersi all'elettorato. Devono essere costruiti con molta attenzione e non in maniera affrettata, perché molte volte si finisce per sbagliare». Così Pietro Ciarlo, docente di Diritto costituzionale all'Università e prorettore per la semplificazione e l'innovazione amministrativa, ha commentato le recenti ordinanze della Regione sul contenimento della pandemia e sulla limitazione agli ingressi in porti e aeroporti. «Le prossime ordinanze devono essere indirizzate verso il rispetto dei comportamenti virtuosi e la sanzione per chi non rispetta le regole», ha concluso Ciarlo al termine di un seminario coordinato da Sergio Nuvoli, responsabile della Comunicazione istituzionale e ufficio stampa dell'Ateneo
L'ordinanza di Solinas
Ad aprire i lavori è stato il direttore del dipartimento di Giurisprudenza, Cristiano Cicero: «L'ordinanza del presidente Solinas pone questioni di enorme interesse. Limitare i pericoli del contagio è un obiettivo condivisibile, ma occorre valutare tutti gli aspetti di legittimità».
Provvedimenti discutibili
Per Giovanni Coinu, docente di Diritto regionale, «l'ordinanza di Solinas prevede obblighi da parte dei vettori che si dovrebbero ottemperare fuori dal territorio regionale, scavalcando il principio di territorialità delle ordinanze regionali. Si pongono quindi una serie di problemi sulla tutela della salute, sulla libertà personale e sui rapporti tra Stato e Regioni». Secondo Tommaso Edoardo Frosini (Università Suor Orsola Benincasa di Napoli), «le fasce colorate hanno fatto sì che le regioni fossero contrapposte tra loro». Gianmario Demuro, (Diritto costituzionale a Cagliari), ha detto che «è entrato in crisi il principio di sussidiarietà a livello europeo e nazionale». Carla Bassu (Diritto pubblico comparato a Sassari), «è messo in discussione il rapporto con le nostre libertà e il rapporto tra Stato e Regioni, quindi la forma stessa di Stato». Marco Betzu (Diritto costituzionale a Cagliari) è stato netto: «Tutto quello che è avvenuto da marzo 2020 è stato un grande tradimento della Costituzione. L'ordinanza numero 9 della Regione, pur perseguendo un obiettivo ragionevole, è secondo me illegittima».

L'articolo su L'Unione Sarda del 26 marzo 2021 a pagina 7
L'articolo su L'Unione Sarda del 26 marzo 2021 a pagina 7

LA NUOVA SARDEGNA del 26 marzo 2021

Primo piano - pagina 4

Costituzionalisti a confronto sulle norme emanate da governo e Regione

La vita stravolta da Dpcm e ordinanze
 

CAGLIARI. I Dpcm da una parte, le ordinanze delle Regioni dall'altra, e in mezzo, fino a essere schiacciate nella morsa, un po' di tutto: diritti costituzionali e libertà personali, come quello di non spostarsi da una Regione all'altra. La pandemia ha stravolto la vita quotidiana, ma anche le giornate dei giuristi. Di questo, la legittimità o meno delle diverse restrizioni, hanno discusso costituzionalisti ed esperti di diritto regionale, nel seminario dell'Università di Cagliari coordinato dal giornalista Sergio Nuvoli.Il caso ordinanze. «Alcune delle ultime firmate da Solinas hanno limitato i pericoli del contagio e questo obiettivo di sicurezza sanitaria è condivisibile, ma occorre valutare, con molta attenzione, tutti gli aspetti di legittimità», ha detto Giuseppe Cicero, direttore del dipartimento di giurisprudenza, nell'aprire i lavori. Giovanni Coinu, docente di diritto regionale: «Le ordinanze, ad esempio, prevedono degli obblighi anche da parte delle compagnie aeree e di navigazione, si tratta del cosiddetto controllo preliminare anti-Covid dei passeggeri in partenza, ma scavalcano di fatto un primo principio: la territorialità delle stesse ordinanze visto che quei porti e aeroporti sono extraregionali». Pietro Ciarlo, docente di costituzionale, è stato ancora più netto: «Certe ordinanze non sembrano scritte per disciplinare una materia, ma rivolte solo a rassicurare l'elettorato di riferimento e quindi spesso sono pasticciate. Testi di questa portata andrebbero costruiti con molta più attenzione e non in maniera affrettata, perché molte volte si finisce per sbagliare». Più volte, nel dibattito, è stata sottolineata la differenza fra un'ordinanza che dispone controlli preventivi e un'altra in cui, invece, sono imposti divieti, come quella che ha bloccato l'arrivo dei non residenti proprietari di seconde case. «La prima è legittima, l'altra non lo è», ha ribadito Marco Betzu, docente di costituzionale.Effetto a cascata. «La scelta di voler colorare le Regioni, a seconda della pericolosità del contagio, ha provocato una contrapposizione tra gli stessi governatori, che si sono preoccupati soprattutto di tutelare i loro territori e lo hanno fatto proprio tirando su il muro delle ordinanze», ha detto Tommaso Edoardo Frosini, docente di diritto pubblico comparato all'Università Benincasa di Napoli. Secondo Carla Bassu, docente di diritto pubblico comparato a Sassari, «una delle prime vittime del Covid, oltre ad aver sconquassato la quotidianità, è stato il principio di leale collaborazione fra lo Stato e le Regioni. Troppo spesso ci sono stati provvedimenti dal carattere quasi provocatorio e dagli obiettivi più di carattere politico che amministrativo». Soprattutto a essere andato in crisi, secondo Gianmario Demuro, docente di costituzionale, è stato il principio di sussidiarietà: «Non ha funzionato né a livello europeo né nazionale. Lo Stato, con i suoi interventi, non ha fatto quello che doveva fare e le Regioni hanno riempito, più o meno a ragione, questi enormi vuoti». Ciarlo ha concluso: «Però le prossime ordinanze andranno indirizzate verso il rispetto dei comportamenti virtuosi e la sanzione severa per chi non rispetta le regole». Di per sé già questo sarebbe un primo ritorno alla quasi normalità personale e costituzionale, ma tutto dipenderà dalla velocità nelle vaccinazioni. (ua)

L'articolo su La Nuova Sardegna del 26 marzo 2021 a pagina 4
L'articolo su La Nuova Sardegna del 26 marzo 2021 a pagina 4

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