Il prorettore dell’Università di Cagliari commenta la decisione del Consiglio di Stato di bloccare un progetto finanziato da Comunità europea e approvato da ministero Salute, Consiglio superiore di sanità e Organismo tutela animali
21 January 2021
La ricerca biomedica, scenario insostituibile anche per garantire una buona qualità della vita alle collettività

Ripartizione dei poteri in un sistema democratico. Ma anche neutrale e imparziale valutazione e applicazione delle leggi

Mario Frongia

Contrappesi, equilibrio e separazione dei poteri. Sul tema La Stampa ha sentito Micaela Morelli, prorettore per la Ricerca scientifica dell’Università di Cagliari. Il quotidiano di Torino diretto da Massimo Giannini ha dato ampio risalto alle problematiche evidenziate dalla professoressa e connesse alla decisione presa dal Consiglio di Stato presieduto da Franco Frattini. “Uno dei capisaldi della democrazia è la rigida separazione tra i tre poteri, legislativo, esecutivo e giudiziario, come garanzia di libertà decisionale e di neutralità del giudizio” rimarca la docente. Che rilancia: “Al di là di ogni altra considerazione di inappropriatezza, è evidente che chi abbia svolto un ruolo politico, per sua stessa natura ‘di parte’, o che abbia legittimamente esternato opinioni che travalicano la neutralità, perda agli occhi dei cittadini, e tanto più di chi è giudicato o ricorra al giudizio, la credibilità di giudice imparziale. Una caduta di credibilità particolarmente marcata è il caso della giustizia amministrativa, frequentemente chiamata a esprimersi su materie fortemente adiacenti alle opinioni e alle visioni politiche e nei confronti delle quali materie dovrebbe porsi con la massima neutralità e rispetto testuale. Il fatto che chi abbia espresso in varie occasioni prese di posizione forti e parziali, sia chiamato a giudicare in un caso direttamente correlato a quelle prese di posizione, genera una inopportuna commistione di ruoli e un sospetto di pregiudizio che non rassicura il cittadino. È difficile non sollevare questo sospetto nel caso del presidente Frattini - III sezione Consiglio di Stato - che ha bloccato la sperimentazione del progetto LightUp su ricorso della Lega antivivisezione (Lav).

Micaela Morelli è ordinario di Farmacologia al dipartimento di Scienze biomediche dell'Università di Cagliari
Micaela Morelli è ordinario di Farmacologia al dipartimento di Scienze biomediche dell'Università di Cagliari

Progetto di pregio, affermazioni avventate sui ricercatori, decisioni quanto meno discutibili

Nell'articolo si sottolinea lo stop amministrativo a “Un progetto Erc di grande prestigio, finanziato dalla Comunità Europea e approvato in Italia da ministero Salute, Consiglio superiore di sanità e organismo preposto al benessere degli animali (Opba) che si propone di studiare un deficit della visione conseguente all’Ictus. Decisione discutibile perché entra nel merito scientifico di ricerche valutate e approvate dagli organismi di controllo (...) Si legge in più testate giornalistiche (Il Fatto Quotidiano, Il Foglio, Open) che il presidente Franco Frattini si è espresso su siti social contro la sperimentazione che utilizza gli animali definendo perfino “scienziati torturatori” i due colleghi Marco Tamietto e Luca Bonini delle Università di Torino e Parma, responsabili del progetto LightUp. Queste definizioni inappropriate, e il blocco dello svolgimento del progetto, negano - rimarca la professoressa Morelli - la libertà della ricerca e la possibilità di cura di alcune patologie associate all’ictus. Gli studi creano nei macachi un piccolo deficit nella visione che solo in questi animali può essere studiato, come certificato dalle autorizzazioni degli organismi preposti. Da quanto testimoniato dalle immagini pubblicate nelle varie testate il presidente Frattini intrattiene un legame con la Lav testimoniato dalla sua presenza come “testimonial” nel bilancio sociale del 2018 dell’associazione”.  

La ricerca scientifica ai tempi del Coronavirus
La ricerca scientifica ai tempi del Coronavirus

Dalle argomentazioni anti-scienza all'obbligo di trasparenza fino al ruolo della ricerca in tempi di pandemia

“È difficile comprendere, ancora di più in questo periodo in cui la ricerca svolge un ruolo importantissimo nell’uscita dalla crisi causata da Covid-19, l’appoggio a posizioni animaliste antiscientifiche da parte di Istituzioni che dovrebbero valutare quello che è il bene per il Paese lasciando da parte ideologie e pregiudizi. La comunità scientifica biomedica, e non solo, si chiede come possa essere stato chiamato a giudicare in secondo grado in materia di sperimentazione animale, un giudice che ha preso esplicitamente e ripetutamente posizione attraverso i social media, in un procedimento promosso da una associazione, la Lav, di cui è testimonial. (…) È questo un grave caso in cui il magistrato non garantisce la terzietà, con un evidente e pubblico rapporto di contiguità con la Lav, associazione promotrice del ricorso sul quale lo stesso magistrato è chiamato a giudicare. Va sottolineato quanto le istanze portate avanti dalla Lav, si dimostrino retrograde e antiscientifiche nelle argomentazioni a supporto della propria ideologia, come dimostrato tra l’altro dall’uso inappropriato e strumentale, nella propria stessa denominazione, di termini quali vivisezione, attività vietata ormai da decenni ma il cui riferimento è efficacissimo per indurre una ingiustificata reazione di condanna da parte dell’opinione pubblica. La ricerca è, ed è sempre stata, centrale nelle società democratiche e questo diritto - aggiunge Micaela Morelli - è sancito dall’articolo 33 della Costituzione. I ricercatori sono le persone che si fanno portavoce di una cultura moderna e democratica. Mettere a tacere la ricerca è il modo peggiore per attaccare l’economia e i diritti sociali oltre ai diritti fondanti della democrazia”.

 

L'articolo di Micaela Morelli pubblicato su Tuttestorie
L'articolo di Micaela Morelli pubblicato su Tuttestorie

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