Il cambiamento del peso di un singolo settore della struttura produttiva di un Paese può incidere sulla crescita economica? Il prestigioso American Economic Journal: Macroeconomics pubblica un lavoro scientifico di Alessio Moro, docente al Dipartimento di Scienze economiche e aziendali, e Miguel Leon-Ledesma (Università of Kent e visiting scientist di UniCa) che studia come mai scoperte tecnologiche rivoluzionarie non corrispondono sempre a una crescita del sistema economico. L'articolo inserito tra gli highlights di ricerca della rivista. RASSEGNA STAMPA
23 October 2020
Alessio Moro, docente al DSEA: suo l'articolo scientifico firmato con Miguel Leon-Ledesma, visiting scientist di UniCa

La seconda metà del XX secolo ha registrato scoperte tecnologiche rivoluzionarie, come il pc e internet, che però a partire dagli anni '70 sono state accompagnate da un rallentamento della crescita. Un apparente paradosso indagato dai ricercatori

Sergio Nuvoli

Cagliari, 23 ottobre 2020 - Può il cambiamento del peso relativo dei singoli settori nella struttura produttiva dell’intera economia incidere sul processo di crescita del sistema economico di un Paese? Se lo chiedono Alessio Moro, docente di economia all’Università di Cagliari, e Miguel Leon-Ledesma, professore all’University of Kent, in un articolo pubblicato nel numero di ottobre del prestigioso American Economic Journal: Macroeconomics. L’articolo è inserito tra gli highlights di ricerca dell'associazione di ricercatori che pubblica la rivista scientifica.

La seconda metà del XX secolo ha registrato scoperte tecnologiche rivoluzionarie, come il personal computer e Internet. Tuttavia, stranamente, quel progresso, a partire dai primi anni '70, è stato accompagnato da un rallentamento della crescita. Un apparente paradosso che lascia perplessi economisti e legislatori, ma che può essere facilmente spiegato dal modello di Moro e Leon-Ledesma. «Il tasso di crescita del PIL è importante per l'economia, ma è un indicatore che da solo non dice molto», spiega il professor Moro.

"Il tasso di crescita del PIL è importante per l'economia, ma è un indicatore che da solo non dice molto", spiega Alessio Moro
"Il tasso di crescita del PIL è importante per l'economia, ma è un indicatore che da solo non dice molto", spiega Alessio Moro

Rifacendosi alle teorie dell’economista William Baumol, i due autori osservano che la crescita della produttività è molto più alta nel settore manifatturiero rispetto a quello dei servizi

I cambiamenti strutturali, infatti, determinano uno spostamento dei lavoratori da un settore all’altro dell’economia, in particolare da quelli che producono beni a quelli che forniscono servizi: storicamente, ad esempio, anche i più abili artigiani sono stati sostituiti da addetti all’assemblaggio delle parti prodotte da un macchinario o, più recentemente, un robot.

Rifacendosi alle teorie dell’economista William Baumol, i due autori osservano che la crescita della produttività è molto più alta nel settore manifatturiero rispetto a quello dei servizi. L’esempio di Baumol è quello di un’orchestra sinfonica, che ha oggi la stessa produttività di una che suonava 50 anni fa, dove per produttività si intende la quantità di prodotto ottenuta (un concerto) divisa per gli input produttivi utilizzati per ottenerla (circa due ore di lavoro di un’orchestra sinfonica professionista). Dato invece il rapido progresso tecnologico nella produzione di automobili, televisori e altri prodotti, i servizi diventano nel tempo sempre più costosi rispetto ai beni.

Durante il processo di crescita, inoltre, i consumatori desiderano spendere una frazione sempre maggiore del reddito in servizi. Il risultato è che, man mano che le economie crescono e diventano più ricche, mostrano anche un cambiamento strutturale dove si produce meno manifattura e più servizi, che finisce per rallentare il tasso di crescita complessivo dell’economia.

L'orchestra sinfonica della RAI
L'orchestra sinfonica della RAI

Secondo Moro e Leon-Ledesma, la transizione da un'economia manifatturiera ad una più orientata sui servizi induce un calo del tasso di interesse reale dell'intera economia e un aumento dei tassi di investimento reali

Il principale contributo di Leon-Ledesma e Moro è quello di mostrare che oltre a questo rallentamento, il cambiamento strutturale ha altre implicazioni macroeconomiche. In particolare, la transizione da un'economia manifatturiera ad una più orientata sui servizi induce un calo del tasso di interesse reale dell'intera economia e un aumento dei tassi di investimento reali. Intuitivamente, quando la crescita rallenta per i motivi descritti sopra, il sistema economico ha una minore capacità di pagare alti tassi di interesse sul capitale investito. Allo stesso tempo, più bassi tassi di interesse stimolano gli investimenti, in maniera tale che Paesi con un settore dei servizi più grande mostrano tassi di investimento reale più elevati.

L'articolo scientifico è stato scritto (in parte) durante il periodo che Miguel Leon-Ledesma, scientist professor di prima fascia, ha trascorso a Cagliari nell'ambito del programma Visiting Scientist dell’Ateneo del capoluogo sardo.

Miguel Leon-Ledesma, professore all’University of Kent, è stato scientist professor all'Università di Cagliari
Miguel Leon-Ledesma, professore all’University of Kent, è stato scientist professor all'Università di Cagliari

Links

Last news

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie