I ricercatori del Disva guidati da Maria Cristina Follesa alla ribalta mondiale per gli studi sul pesce senza pelle catturato al largo di Capo Carbonara. La pubblicazione sulla rivista Journal of fish biology e la ripresa sulle principali testate scientifiche mondiali
15 September 2020
Il gruppo di ricerca del Disva. Da sinistra, Antonello Mulas, Cristina Porcu, Maria Cristina Follesa, Martina Francesca Marongiu, Andrea Bellodi. Fa parte del team anche Paola Pesci

Malformato, senza pelle né denti. Eppure, in buona salute: il gattuccio delle sorprese

Mario Frongia

 Il gattuccio boccanera di circa 30 centimetri catturato nel luglio 2019 da un peschereccio a 500 metri di profondità al largo di Capo Carbonara è al centro delle ricerche del tema di biologi guidato da Maria Cristina Follesa al dipartimento di Scienze della vita e dell’ambiente dell’Università di Cagliari. Ma il rinvenimento del Galeus melastomus nelle acque di Villasimius è stato il primo al mondo. Da qui, una notizia poco usuale. Anzi. Proprio per la sua eccezionalità ha scosso la comunità scientifica ed è stata ripresa da prestigiose riviste scientifiche e testate giornalistiche internazionali, da Science Forbes, a Ifl Science, OceanX, Daily Mail e Zdf. In breve, è diventata virale, conta oltre centocinquanta articoli su scala mondiale. Le indagini proseguono. Con un quesito chiave: la mutazione del gattuccio è naturale o è indotta dalle variazioni delle condizioni ambientali??

 

Un'immagine laterale del gattuccio pescato a Capo Carbonara
Un'immagine laterale del gattuccio pescato a Capo Carbonara

Grande scalpore tra specialisti e centri di ricerca per il primo caso del genere mai segnalato

“Il rinvenimento di un elasmobranco privo di strutture legate alla pelle, quali epidermide, parte del derma, denticoli dermici e denti, è il primo al mondo”. Antonello Mulas, biologo marino del gruppo della professoressa Follesa, spiega: L’esemplare di gattuccio boccanera presenta malformazioni che avrebbero dovuto portare l’animale alla morte in breve tempo dopo la nascita. Ma, dalle nostre analisi, è emerso come fosse ben sviluppato e, tutto sommato, in buona salute, un aspetto sorprendente”. Titolato “Living naked: first case of lack of skin-related structures in an elasmobranch, the blackmouth catshark” lo studio dei ricercatori cagliaritani è stato pubblicato sulla rivista Journal of fish biology.  “Ha destato molto scalpore e curiosità nella comunità scientifica e tra il grande pubblico il primo rinvenimento al mondo di un pesce cartilagineo privo di pelle” rimarca il dottor Mulas.

 

 

 

La testa del gattuccio studiato al Disva
La testa del gattuccio studiato al Disva

Una squadra che va a mille, concentrata sulle ipotesi innescate dal rinvenimento del gattuccio sena pelle

Il lavoro è firmato da Antonello Mulas, Andrea Bellodi, Cristina Porcu, Alessandro Cau, Elisabetta Coluccia, Riccardo Demurtas, Martina Francesca Marongiu, Paola Pesci e Maria Cristina Follesa.  “L’eccezionalità della scoperta sta nel fatto che le strutture mancanti generalmente svolgono una serie di funzioni vitali, per cui la loro assenza avrebbe dovuto causare la morte di questo individuo in breve tempo. Le analisi hanno invece rivelato come, nonostante la loro assenza, l’esemplare appariva, al momento della sua cattura, ben sviluppato. queste strutture - rimarcano i ricercatori dell’ateneo del capoluogo - svolgono funzioni importanti: il muco prodotto dalle cellule secretorie presenti nell' epidermide che, normalmente, rappresenta la prima parte del sistema immunitario di questi animali e protegge l’organismo dai patogeni, non sembra, con la sua assenza, aver creato alcun problema”. E ancora. “Anche la mancanza delle scaglie che, in condizioni normali, proteggono dalle abrasioni meccaniche, dai predatori e dagli ectoparassiti e che, grazie alla loro forma, favoriscono il nuoto riducendo l’attrito con l’acqua, non sembra aver ridotto la sua mobilità”. Il team del Disva si interroga su più fronti. Ma sono due i principali quesiti posti dal rinvenimento. “Il primo riguarda le cause della malformazione. Il secondo, altrettanto affascinante, si focalizza su come questo esemplare abbia potuto sopravvivere. Le risposte al primo quesito potrebbero essere molteplici e spaziano da una mutazione naturale all’effetto teratogeno di inquinanti. La seconda ipotesi presuppone che l’unico strato di derma rimanente abbia subito delle modificazioni tali che, in qualche modo, abbia sostituito le strutture assenti contribuendo a proteggere l’animale dall’ambiente esterno”.

Le foto del servizio sono state realizzate da Antonello Mulas

Informazioni e riferimenti

https://www.forbes.com/sites/melissacristinamarquez/2020/09/02/living-naked-the-first-known-case-of-a-skin-less-shark/#4d94ece9d99a

https://www.iflscience.com/plants-and-animals/marine-scientists-make-shock-discovery-as-they-capture-a-skinless-shark/

https://www.facebook.com/OceanXOrg/posts/2730193460594339?__tn__=-R

https://www.dailymail.co.uk/sciencetech/article-8667669/Shark-without-skin-teeth-pulled-Sardinia-sea-fell-victim-contaminated-waters-say-experts.html

https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=10158349262492931&id=312193427930

https://www.forbes.com/sites/melissacristinamarquez/2020/09/02/living-naked-the-first-known-case-of-a-skin-less-shark/

https://www.dailymail.co.uk/sciencetech/article-8667669/Shark-without-skin-teeth-pulled-Sardinia-sea-fell-victim-contaminated-waters-say-experts.html

https://www.iflscience.com/plants-and-animals/marine-scientists-make-shock-discovery-as-they-capture-a-skinless-shark/

https://www.facebook.com/ZDFterraX/posts/10158349262492931

 

Cagliari. Il dipartimento di Scienze della vita e dell'ambiente
Cagliari. Il dipartimento di Scienze della vita e dell'ambiente

Last news

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie