L'Università degli studi di Cagliari, d'intesa con la CRUI, sostiene il download dell'applicazione Immuni. Il nostro Ateneo partecipa alla campagna di sensibilizzazione ideata dal Ministero della Salute e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per la diffusione dell'app che aiuta a spezzare la catena del contagio del Covid-19, informando gli utenti entrati in contatto con una persona positiva al virus. RASSEGNA STAMPA
03 November 2020
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Il consiglio del Rettore in vista della ripartenza delle attività. Aderendo al sollecito della Conferenza dei Rettori, l'Ateneo chiede a studentesse, studenti e personale di scaricare l'app

In vista della ripresa delle attività accademiche, l'Università degli Studi di Cagliari con la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) invita tutti gli studenti e le studentesse, il corpo docente e il personale tecnico-amministrativo a scaricare l'app IMMUNI. L'applicazione, nel rispetto della privacy, segnalerà agli utenti il contatto con una persona positiva al Coronavirus. 

"Considerata l'importanza della prevenzione del contagio - spiega Maria Del Zompo, Rettore dell'Università di Cagliari - e del rispetto delle misure suggerite per evitarlo, abbiamo aderito con determinazione al sollecito della CRUI e quindi invitiamo le studentesse, gli studenti e tutto il personale a prendere seriamente in considerazione la possibilità di scaricare l'app IMMUNI".

Si tratta di uno strumento indispensabile per il contrasto al Covid-19, in quanto permette la tempestiva informazione degli utenti e l'attivazione immediata delle misure di sorveglianza sanitaria, tracciando in tempo reale i contatti avuti con le persone contagiate.

Scarica anche tu l'app Immuni per spezzare la catena del contagio!

Il manifesto della campagna con preziose informazioni
Il manifesto della campagna con preziose informazioni

RASSEGNA STAMPA

L'UNIONE SARDA del 11 settembre 2020

Primo Piano - pagina 6

Il ministero: più utenti ha più aiuta a spegnere i focolai. Ma nell'Isola ci sono criticità

Il flop di Immuni, scaricata da 154mila sardi

I sindaci non si stancano di ripeterlo nei messaggi sui social alla popolazione: «Installate l'app Immuni, è importante per il monitoraggio e la prevenzione contro il coronavirus nelle nostre comunità». Il presidente dell'Anci Emiliano Deiana lo ha ribadito ieri: «Abbiamo uno strumento semplice e innovativo per proteggerci, la app Immuni, che utilizza la tecnologia per avvertire gli utenti che hanno avuto un contatto con una persona positiva, anche se sono asintomatici. Scaricatela sul vostro smartphone, più siamo meglio è».
 

I numeri
Il problema è che siamo in pochi, pochissimi. In Sardegna hanno fatto il download appena 154.100 persone, il 9,4% dei residenti, perfino meno della già bassa media nazionale (9,9%). Dopo le infinite (sterili) polemiche sulla privacy, le teorie complottiste e negazioniste, le prese di posizione di chi è sempre convinto di saperne più degli altri ( tanto non serve a nulla ), il risultato è che mentre il virus ha ripreso a galoppare, Immuni non può fare il suo lavoro, cioè contribuire a ridurre il numero dei contagi, in particolare quelli causati da chi non ha sintomi, assicurando che gli utenti possano ricevere attenzioni mediche prima possibile, minimizzando il rischio di complicanze.
 

La storia
Certo, ci sono anche criticità, come racconta il cagliaritano Ivan Caddeo, sulla sua pagina Facebook. «Il 30 agosto Immuni mi notifica che ho avuto, alcuni giorni prima, un contatto diretto con un Covid-19 positivo. Chiamo il mio medico, che mi ripete le indicazioni per l'isolamento domiciliare: stare in una stanza separata da moglie e figlia, usare un bagno diverso, eccetera. Poi mi dice di chiamare l'Unità di crisi. Prima telefonata, sintesi: se non ho il nome del Covid-19 positivo (che ovviamente la app non mi ha mandato, come si sa) mi dicono che non possono fare nulla.
Seconda telefonata: stesso disco della prima. Allora la telefonata la fa direttamente il medico, a cui dicono che li devo chiamare subito. La terza volta finalmente registrano i miei dati e mi dicono che sarò contattato». Caddeo spiega poi che il tampone glielo hanno finalmente fatto avant'ieri, dieci giorni dopo la segnalazione, ma soltanto perché sia a lui che a sua figlia è venuta la febbre e hanno avvisato guardia medica e pediatra. «Insomma, mi sono trovato risucchiato in un gorgo burocratico, rimpallato qua e là da chi non sapeva come muoversi. Io sono rimasto a casa e ho avuto tanta pazienza, ma non credo che tutti si comportino allo stesso modo. Non dico che Immuni non serva, anzi, credo che bisogna assolutamente scaricarla, ma evidentemente in Sardegna nella catena c'è un anello debole, la responsabilità civile imporrebbe a tutti noi l'installazione della app, ma la scarsa capacità di reazione delle strutture sanitarie del territorio rischia di annullarne ogni effetto».
 

Le avvertenze
Più italiani avranno Immuni sul proprio telefono, più elevata sarà la sua efficacia. «Se tutti la scaricassero avremmo un servizio nazionale molto più efficiente, perché se si riceve il segnale si può andare subito a fare il tampone e non serve chiudere aree vaste», ha spiegato il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri. «Consente infatti un contact tracing impeccabile. A luglio ad esempio, su un Frecciarossa è stato spento un focolaio grazie a Immuni. Purtroppo è stata un flop tra i giovani».
 

L'Università
Ieri Maria Del Zompo, rettore dell'Università di Cagliari, in vista della ripresa delle attività accademiche ha invitato a studenti, docenti e personale a scaricarla. «Considerata l'importanza della prevenzione del contagio e del rispetto delle misure suggerite per evitarlo, abbiamo aderito con determinazione al sollecito della Conferenza dei rettori», spiega, «chiedo a tutti di prendere seriamente in considerazione la possibilità di installare Immuni». La raccomandazione è sulla homepage del sito dell'Università e su tutti i canali social.
Cristina Cossu

L'articolo di Cristina Cossu su L'Unione Sarda del 11 settembre 2020 a pagina 6
L'articolo di Cristina Cossu su L'Unione Sarda del 11 settembre 2020 a pagina 6

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