Il satellite che verrà realizzato e lanciato nello spazio entro il 2022 ospiterà un prototipo avanzato di rivelatore a raggi X sviluppato all’interno dei progetti HERMES Technological Pathfinder (progetto finanziato dall'Agenzia spaziale italiana per 5,5 milioni di euro) ed HERMES Scientific Pathfinder (progetto finanziato dalla Comunità Europea nell'ambito del programma Horizon 2020 per 3,3 milioni di euro) che vedono l’Università di Cagliari e l’Istituto Nazionale di AstroFisica tra i fondatori: in prima fila il gruppo di ricerca guidato da Luciano Burderi, docente al Dipartimento di Fisica. RASSEGNA STAMPA
21 July 2020
Satellite spaziale di fabbricazione australiana che ospiterà un rilevatore di raggi X fornito dall’Agenzia spaziale italiana (Crediti: University of Melbourne)

Il gruppo guidato dal prof. Burderi ha contributo attivamente a definire i requisiti scientifici della missione e coordina la progettazione e lo sviluppo dell’infrastruttura scientifica cruciale per l’analisi e l’utilizzazione dei dati scientifici

Sergio Nuvoli

Cagliari, 17 luglio 2020 - L’Università di Melbourne, nella persona del professore Michele Trenti, ha di recente vinto un finanziamento di circa 4 milioni di dollari australiani per la realizzazione di un sofisticato prototipo di nano-satellite rinominato Space Industry Responsive Intelligent Thermal (SpIRIT). Il finanziamento è stato assegnato dall’Agenzia Spaziale Australiana (ASA) nell’ambito dell’International Space Investment Expand Capability Program con lo scopo di promuovere opportunità spaziali internazionali per il settore spaziale australiano.

Il coinvolgimento dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) nel progetto coordinato dalle Scuole di Fisica e Ingegneria dell’Università di Melbourne e supportato dall’ASA ha permesso di estendere l'iniziale focus tecnologico della call internazionale ad uno più scientifico di sicuro impatto nell’astrofisica delle alte energie.

Il satellite SpIRIT, che verrà realizzato e lanciato nello spazio entro il 2022, ospiterà un prototipo avanzato di rivelatore a raggi X sviluppato all’interno dei progetti HERMES Technological Pathfinder (progetto finanziato dall'Agenzia spaziale italiana per 5,5 Milioni di Euro) ed HERMES Scientific Pathfinder (progetto finanziato dalla Comunità Europea nell'ambito del programma Horizon 2020 per 3,3 Milioni di Euro) che vedono l’Università di Cagliari e l’Istituto Nazionale di AstroFisica tra i fondatori.

Luciano Burderi
Luciano Burderi

Il progetto HERMES prevede infatti la realizzazione ed il lancio in tempi rapidissimi (entro il 2022) di una flottiglia di 6 nano-satelliti (poco più grandi di una bottiglia di Champagne) in un'orbita equatoriale bassa

Per questo il gruppo di Astrofisica del Dipartimento di Cagliari ricopre un ruolo di primo piano all’interno della missione. Nello specifico, il gruppo ha contributo attivamente alla definizione dei requisiti scientifici della missione e coordina la progettazione e lo sviluppo dell’infrastruttura scientifica cruciale per l’analisi e l’utilizzazione dei dati scientifici che verranno prodotti dai rivelatori una volta in orbita.

Il progetto HERMES prevede infatti la realizzazione ed il lancio in tempi rapidissimi (entro il 2022) di una flottiglia di 6 nano-satelliti (poco più grandi di una bottiglia di Champagne) in un'orbita equatoriale bassa, per osservazioni scientifiche coordinate nella banda dei raggi X e gamma, soprattutto di transienti cosmici, esplosioni repentine di energia nella banda dei raggi gamma che arrivano anche dai più remoti confini dell'Universo.

SpIRIT, che verrà posizionato in un orbita elio-sincrona a bassa quota, integrerà la costellazione di HERMES. "Misurazioni da orbite diverse incrementeranno le capacità di determinare con precisione le posizioni dei transienti nella sfera celeste e dunque di individuare il tipo di sorgenti da cui provengono e le galassie che li ospitano, che è l'obiettivo principale del progetto HERMES”, spiega Luciano Burderi, docente di Astronomia ed Astrofisica al Dipartimento di Fisica dell'Università di Cagliari e Principal Investigator del progetto.

L'immagine usata dai ricercatori per sintetizzare il progetto
L'immagine usata dai ricercatori per sintetizzare il progetto

"La capacità di raffreddare attivamente il nostro rivelatore apre l'opportunità di usarlo in ambienti più ostili rispetto all'orbita equatoriale bassa", spiega Andrea Sanna, ricercatore al Dipartimento di Fisica e scientific manager del progetto

Inoltre, per funzionare in orbita eliocentrica, il rivelatore HERMES dovrà essere raffreddato per ridurre il danno da radiazioni. Questo è precisamente uno degli obiettivi tecnologici di SpIRIT: far funzionare un controllo attivo della temperatura su un nano-satellite. "La capacità di raffreddare attivamente il nostro rivelatore apre l'opportunità di usarlo in ambienti più ostili rispetto all'orbita equatoriale bassa, come nelle orbite basse inclinate (20-50 gradi), nelle orbite circum-terrestri a grandi distanze e nello spazio profondo. Ciò aprirà nuove opportunità per l'uso di rivelatori utili per le misurazioni di raggi X e gamma, rendendoli eccezionalmente versatili in vista di una loro futura utilizzazione magari sulla superficie della Luna, approfittando delle nuove opportunità offerte dai progetti di esplorazione del nostro satellite, oggi in discussione nelle principali agenzie spaziali quali NASA ed ESA”, spiega Andrea Sanna, Ricercatore a Tempo Determinato di Tipologia A presso il Dipartimento di Fisica dell'Università di Cagliari e Scientific Manager del progetto.

Andrea Sanna, scientific manager del progetto
Andrea Sanna, scientific manager del progetto

Nei prossimi anni, il ruolo dell’Università di Cagliari nel progetto HERMES potrebbe diventare ancora più rilevante. Infatti il gruppo di Astrofisica è alla guida, insieme alla Federico II di Napoli, e con il supporto dall’ASI, della proposta GRAAL

Nei prossimi anni, il ruolo dell’Università di Cagliari nel progetto HERMES potrebbe diventare ancora più rilevante. Infatti il gruppo di Astrofisica è alla guida, insieme all’Università Federico II di Napoli, e con il supporto dall’ASI, della proposta progettuale rinominata “GRAAL Una catena di montaggio in Astronomia Gamma: un prototipo per una flotta di nano-satelliti per lo studio di fenomeni astrofisici nella banda delle alte energie" sottomessa nell’ambito della call del Fondo Integrativo Speciale per la Ricerca bandito dal Miur lo scorso ottobre.

La proposta progettuale che richiede un finanziamento di 5 milioni di euro e ha come scopo la progettazione e sviluppo di prototipi di seconda generazione da immettere all’interno della costellazione HERMES è al momento in fase di valutazione.

Un'altra immagine simbolo utilizzata dai ricercatori coinvolti nel progetto
Un'altra immagine simbolo utilizzata dai ricercatori coinvolti nel progetto

RASSEGNA STAMPA

L'UNIONE SARDA - Domenica 19 luglio 2020

Economia - pagina 25

Cagliari, l'università conquista lo spazio

Il programma prevede di lanciare in orbita un satellite entro il 2022 per studiare l'energia

I ricercatori dell'Università di Cagliari lavorano al progetto spaziale australiano Spirit. L'obiettivo è realizzare e lanciare nello spazio, entro il 2022, un satellite con un prototipo avanzato di rivelatore a raggi X sviluppato all'interno di due progetti realizzati dall'ateneo cagliaritano con l'Istituto nazionale di astrofisica. In prima fila, il gruppo di ricerca coordinato da Luciano Burderi, docente al Dipartimento di Fisica.
 

La genesi del progetto
L'Università di Melbourne ha di recente ottenuto un finanziamento di 4 milioni di dollari australiani per la realizzazione di un sofisticato prototipo di nano-satellite chiamato Space Industry Responsive Intelligent Thermal (SpIRIT).
Le risorse finanziarie sono state assegnate dall'Agenzia Spaziale Australiana (ASA) nell'ambito dell'International Space Investment Expand Capability Program con lo scopo di promuovere opportunità internazionali per il settore spaziale australiano.
 

Prototipo avanzato
Il coinvolgimento dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) nel progetto coordinato dalle Scuole di Fisica e Ingegneria dell'Università di Melbourne ha consentito di allargare l'iniziale focus tecnologico internazionale a uno più scientifico di sicuro impatto nell'astrofisica delle alte energie. Il satellite "SpIRIT" ospiterà un prototipo avanzato di rivelatore a raggi X sviluppato all'interno dei progetti Hermes Technological Pathfinder (progetto finanziato dall'Agenzia spaziale italiana per 5,5 milioni di euro) ed Hermes Scientific Pathfinder (progetto finanziato dalla Comunità Europea all'interno del programma Horizon 2020 per 3,3 milioni di euro) che vedono l'Università di Cagliari e l'Istituto Nazionale di AstroFisica tra i fondatori. È grazie a questo ruolo che il gruppo di Astrofisica di Cagliari ricopre un ruolo di primo piano nella missione.
 

Il contributo
In particolare, il gruppo ha contribuito attivamente alla definizione dei requisiti scientifici della missione e coordina la progettazione e lo sviluppo dell'infrastruttura scientifica per l'analisi e l'utilizzazione dei dati scientifici prodotti dai rivelatori una volta in orbita.

Il particolare

Mini flotta super tecnologica

Il progetto prevede la realizzazione e il lancio in tempi rapidissimi di una piccola flotta di 6 nano-satelliti (poco più grandi di una bottiglia di champagne) in un'orbita equatoriale. «Misurazioni da orbite diverse incrementeranno le capacità di determinare con precisione le posizioni dei transienti nella sfera celeste e dunque di individuare il tipo di sorgenti da cui provengono e le galassie che li ospitano, cioè l'obiettivo principale del progetto Hermes, spiega Luciano Burderi, docente di Astronomia e Astrofisica dell'Università di Cagliari e "Principal Investigator" del progetto.

L'articolo su L'Unione Sarda del 19 luglio 2020 a pagina 25
L'articolo su L'Unione Sarda del 19 luglio 2020 a pagina 25

LA NUOVA SARDEGNA - Domenica 19 luglio 2020

Sardegna - pagina 9

Il lavoro degli astrofisici sardi nei satelliti del progetto Spirit

CAGLIARI. Ci sarà anche un po' di studio condotto in Sardegna nei nano satelliti che verranno messi in orbita dal 2022 nell'ambito del progetto Spirit. I ricercatori dell'Università di Cagliari collaborano al progetto spaziale australiano che entro il 2022 realizzerà e lancerà nello spazio un primo satellite con un prototipo avanzato di rivelatore a raggi X. Lo studio è stato condotto all'interno di due progetti realizzati dall'ateneo cagliaritano con l'istituto nazionale di astrofisica. In prima fila il gruppo di ricerca guidato da Luciano Burderi, docente al Dipartimento di Fisica. L'Università di Melbourne ha di recente vinto un finanziamento di 4 milioni di dollari australiani per la realizzazione di un sofisticato prototipo di nano-satellite rinominato Space industry responsive intelligent thermal (Spirit). Il satellite, che verrà realizzato e lanciato nello spazio entro il 2022, ospiterà un prototipo avanzato di rivelatore a raggi X sviluppato all'interno di due progetti che vedono tra i fondatori l'Università di Cagliari e l'Istituto nazionale di Astrofisica. Il gruppo cagliaritano ha contributo alla definizione dei requisiti scientifici della missione e coordina la progettazione e lo sviluppo dell'infrastruttura scientifica.Il progetto Hermes prevede la realizzazione ed il lancio in tempi rapidissimi (entro il 2022) di una flottiglia di 6 nano-satelliti (poco più grandi di una bottiglia di champagne) in un'orbita equatoriale bassa.

L'articolo su La Nuova Sardegna del 19 luglio 2020 a pagina 9
L'articolo su La Nuova Sardegna del 19 luglio 2020 a pagina 9

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