Luisa Salaris, docente nella Facoltà di Scienze Economiche, Giuridiche e Politiche di UniCa, commenta i dati ISTAT sulla popolazione in Sardegna nelle interviste de L’Unione Sarda e del TGR RAI Sardegna. Mancano politiche mirate per il sostegno alle famiglie e preoccupa l'emigrazione giovanile
15 July 2020
L'intervista di Elisabetta Atzeni a Luisa Salaris per l'edizione serale del TGR RAI Sardegna

L’Isola perde oltre diecimila abitanti in un anno tra 2018 e 2019: bassa fecondità e emigrazione sono le cause più rilevanti

Roberto Ibba

Cagliari, 15 luglio 2020 - “La politica dell’una tantum e dei bonus non basta”: è chiara la posizione della demografa Luisa Salaris, docente del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali di UniCa, intervistata ieri da Elisabetta Atzeni per il TGR RAI Sardegna sulle cause del drastico calo demografico nella nostra regione. 

“Sono del tutto assenti le politiche di sostegno alla famiglia, che nel resto d’Europa sono presenti ed efficaci” ribadisce Salaris nell’intervista di Vito Fiori per L’Unione Sarda. Il modello da seguire dovrebbe essere quello nordeuropeo con progetti e misure rivolti in modo universalistico a tutte le famiglie.  

Preoccupa anche il saldo migratorio negativo, non solo da un punto di vista meramente ‘contabile’ ma soprattutto per il fatto che a emigrare siano i giovani. Una situazione che abbassa ulteriormente il potenziale riproduttivo della Sardegna. 

Le interviste sono state realizzate con il supporto dell'addetto stampa di UniCa Sergio Nuvoli.

La demografa Luisa Salaris
La demografa Luisa Salaris
La riflessione di Luisa Salaris intervistata da Elisabetta Atzeni per l'edizione di ieri mattina del TGR RAI Sardegna

RASSEGNA STAMPA

L’UNIONE SARDA di martedì 14 luglio 2020  

ITALIA - Pagina 10

Demografia. In controtendenza la provincia di Bolzano. Stranieri in calo

ISTAT: NASCITE AL MINIMO STORICO
L’isola conferma il trend col dato peggiore d’Italia: 5,1 per mille

Meno nascite e più decessi ovunque con l'eccezione di Bolzano. È il bilancio demografico nazionale dell'Istat per il 2019. Prosegue il trend negativo, che ancora una volta fa registrare un deficit significativo tra nati e morti, in linea con la tendenza in atto da diversi anni. Nel corso dello scorso anno la differenza tra nati e morti (saldo naturale) è di -214 mila unità.

Il primato di Bolzano

Il saldo naturale della popolazione residente, nel complesso, è negativo in tutte le regioni: unica eccezione la provincia di Bolzano, che continua il suo trend positivo. Il tasso di crescita naturale, che si attesta a -3,6 per mille a livello nazionale, varia dal +1,5 per mille di Bolzano al -8,1 per mille della Liguria. Il deficit di nascite rispetto ai decessi è dovuto alla popolazione di cittadinanza italiana (-270 mila), mentre per la popolazione straniera il saldo naturale resta ampiamente positivo (+55.510). Il tasso di crescita naturale degli stranieri è pari in media nazionale a 10,5 per mille. Anche per gli stranieri il valore più elevato si registra nella provincia di Bolzano (13,3 per mille), quello più basso in Sardegna (5,1 per mille).

Il caso Sardegna

«Nel dopoguerra i sardi avevano l'indice di fecondità più alto d'Italia - dice Laura Salaris, demografa dell'università di Cagliari - oggi quello più basso, evidentemente ci piace primeggiare. Battute a parte, quelli della Sardegna sono dati contrastanti. È una regione del Sud con caratteri del Nord, per esempio, nell'uso dei contraccettivi orali, un aspetto che la avvicina ai Paesi scandinavi».

Politiche per le famiglie

«Si parla di condizioni economiche e culturali come impedimento alla procreazione. La verità - spiega la sociologa - è che i figli sono diventati un impegno e, contestualmente, sono del tutto assenti le politiche di sostegno alla famiglia, che invece nel resto d'Europa sono presenti ed efficaci. Una su tutte: nei Paesi del nord Europa non si fanno differenze di reddito, gli aiuti alle famiglie sono gli stessi». Dicono che la popolazione sia invecchiata, in realtà i giovani vanno via dall'Isola e creano la loro famiglia altrove. Il problema reale, tuttavia, resta sempre lo stesso, cioè la mancanza di fiducia nel futuro. Un Paese senza prospettive è difficile che possa far crescere la sua popolazione».

Calo generalizzato

Tornando ai numeri nazionali, gli iscritti all'anagrafe per nascita sono stati appena 420.170, con una diminuzione di oltre 19 mila unità sul 2018 (-4,5%). Il calo si registra in tutte le regioni. I fattori strutturali che negli ultimi anni hanno contribuito al calo delle nascite sono noti e si identificano nella progressiva riduzione della popolazione italiana in età feconda, costituita da generazioni sempre meno numerose alla nascita - a partire dalla seconda metà degli anni Settanta - non più incrementate dall'ingresso di consistenti contingenti di giovani immigrati.

Gli stranieri

Nel 2019 il numero di stranieri nati in Italia è pari a 62.944 (il 15% del totale dei nati), con un calo di 2.500 unità rispetto al 2018 (-3,8%).Il peso percentuale delle nascite di bambini stranieri sul totale dei nati è maggiore nelle regioni dove la presenza straniera èpiù diffusa e radicata: nel Nord-ovest (21,1%) e nel Nord-est (21,2%). Un quarto dei nati in Emilia-Romagna è straniero (25,0%), in Sardegna solo il 4,3%. Il tasso di natalità del complesso della popolazione residente è pari al 7,0 per mille. Il primato è di Bolzano (9,9 per mille) mentre il valore più basso si rileva in Sardegna (5,4 per mille). ( v. f. )

L'articolo su L'Unione Sarda del 14 luglio 2020 a pagina 10
L'articolo su L'Unione Sarda del 14 luglio 2020 a pagina 10

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