Priorità, cure e prevenzione: necessario un cambio di passo nella gestione clinica del disturbo bipolare
Mario Frongia
Un recente studio pubblicato sulla prestigiosa rivista European Neuropsychopharmacology, organo dell’European College of Neuropsychopharmacology (Ecnp) delinea le priorità di ricerca che possono portare a un cambio di passo nella gestione clinica del disturbo bipolare. Il lavoro, che ha come primo autore Mirko Manchia (ricercatore, Unità di Psichiatria diretta da Bernardo Carpiniello; dipartimento Scienze mediche e sanità pubblica) e parte dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, e ha per coautori i maggiori esperti sul disturbo bipolare a livello europeo, propone la creazione di una Fondazione mondiale per il disturbo bipolare. L’ente dovrebbe coordinare a livello internazionale gli approcci di utilizzo dei big-data molecolari e integrarli con i dati clinici, al fine di promuovere un migliore standard di cura e di prevenzione. Questa iniziativa vede il coinvolgimento del Milken Institute, organizzazione no-profit che si occupa di convogliare e indirizzare le intenzioni filantropiche di grandi fondazioni principalmente statunitensi come per esempio quella del fondatore di Google, Sergey Brin.
Clinica, ricerca e collaborazione. Gli specialisti dell'ateneo da anni all'opera con pregiati feedback internazionali
Il lavoro degli specialisti dell’ateneo cagliaritano si colloca su scala internazionale. D'altronde, la scuola di Neuroscienze dell'Università del capoluogo regionale, fondata dal professor Gian Luigi Gessa, non necessita di presentazioni. “Le attività si situano in un fruttuoso contesto clinico e di ricerca, da anni ci occupiamo dei disturbi dell’umore. I protagonisti - spiega Mirko Manchia - sono il professor Carpiniello e la professoressa Federica Pinna (unità Psichiatria) e le realtà fondate dalla professoressa Maria Del Zompo: la Farmacologia clinica dell’Azienda ospedaliera universitaria guidata dalla dottoressa Caterina Chillotti, e il laboratorio di Farmacogenomica della sezione di Neuroscienze e Farmacologia clinica del dipartimento di Neuroscienze, coordinato dal dottor Alessio Squassina”.
Basi biologiche e impatto sociale. In Europa i costi associati alla patologia ammontano a 120 miliardi di euro
Il disturbo bipolare esercita un enorme impatto sulla vita delle persone che ne soffrono. “Oltre alla problematica clinica, che si declina in un impegno significativo dei sistemi di salute mentale e in generale della sanità pubblica, vi è un enorme impatto economico e sociale determinato dal disturbo bipolare. In Europa si stima che i costi associati al disturbo, sia diretti che indiretti, ammontino a 120 miliardi di euro all’anno. Questo - rimarca il professor Manchia - è determinato principalmente dalla storia naturale del disturbo che esordisce nella tarda adolescenza/giovane età adulta e che continua a manifestarsi nella maggior parte dei casi per tutta la vita con episodi ricorrenti di malattia sia di tipo depressivo sia ipomaniacale/maniacale. Nonostante il disturbo bipolare rappresenti quindi una problematica importante sia in termini clinici che socioeconomici, la ricerca ancora fatica nel fare progressi sulla conoscenza delle basi biologiche della malattia, così come sull’identificazione di nuovi trattamenti e strategie di prevenzione efficaci”.
Informazioni:
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0924977X20301802?via%3Dihub