Lo scienziato, fisico e imprenditore italiano naturalizzato statunitense, ha incontrato studenti, dottorandi e docenti in aula magna di Ingegneria e architettura. Una lectio superlativa. "Per noi è un grande onore ospitare l'inventore del microchip e del touchscreen" ha detto il pro rettore Maria Chiara Di Guardo
03 October 2019
da sinistra: Maria Chiara Di Guardo, Federico Faggin e Mauro Aprile Zanetti

Occasione di straordinario pregio scientifico in aula magna di Ingegneria e architettura: "Ragazzi, svegliatevi!"

Mario Frongia


Ieri, mercoledì 2 ottobre, alle 10.30, nell’aula magna di Ingegneria e architettura - piazza D’Armi - si è tenuta la conversazione dello scienziato Federico Faggin con studenti, dottorandi e docenti dell’Università di Cagliari. I lavori - moderati da Mauro Aprile Zanetti, chief evangelist di Cloud4Wi - sono stati aperti da Maria Chiara Di Guardo, pro rettore Innovazione e direttore del Crea di Unica. "Con il ContaminationLab l'Università di Cagliari sta andano oltre le frontiere e i luoghi comuni. Proprio come emerge da quel che ci dice Federico Faggin. La creatività dell'uomo è quel che di più grande abbiamo e ci fa prendere coscienza di noi stessi. Il motore del cambiamento e delle opportunità" ha rimarcato la professoressa Di Guardo. All’evento, dal titolo “Silicio. La storia e il futuro della tecnologia tra robot ed esseri viventi”, hanno preso parte anche Gianni Fenu e Corrado Zoppi (presidenti di Scienze e Ingegneria e architettura) e numerosi docenti della facoltà con i rispettivi team. In platea il pro rettore per la Ricerca scientifica Micaela Morelli. L’appuntamento è stato curato dal Crea Unica (Centro servizi di ateneo per l’innovazione e l’imprenditorialità) col supporto di Fondazione di Sardegna, rappresentata dal direttore generale, Carlo Mannoni.

Mauro Aprile Zanetti ha moderato l'evento e introdotto le "quattro vite" raccontate da Federico Faggin nella sua autobiografia dal titolo Silicio. Dall'invenzione del microprocessore alla nuova scienza della consapevolezza
Mauro Aprile Zanetti ha moderato l'evento e introdotto le "quattro vite" raccontate da Federico Faggin nella sua autobiografia dal titolo Silicio. Dall'invenzione del microprocessore alla nuova scienza della consapevolezza

Platea in estasi per le esperienze vincenti del mago dell'informatica e non solo

Classe '41, sfollato in campagna, tra stalle e arature. Federico Faggin parte da un mondo rurale e contribuisce ad affrescare un nuovo modello di sviluppo. "A dodici anni ho visto un aeromodello e non potendomelo permettere ho imparato a costruirlo da solo. Avevo già chiaro come costruire un prodotto partendo da un’idea e contro il parere di mio padre, professore di filosofia, ho voluto studiare all’istituto tecnico industriale. Non essendo disponibile l’indirizzo aeronautico ho scelto quello in Radiotecnica, perché così avrei potuto costruirmi un aeromodello radiocomandato!" ha raccontato lo scienziato che ha lasciato il vicentino e dal 1968 si è stabilito a Palo Alto, in California. Prima, la laurea in Fisica e l'assunzione alla Olivetti ("Ho progettato componenti elettronici. Ma erano i tempi in cui in ufficio gli altri giocavano a carte!"). Ha poi fondato la Mos Silicon Gate, per realizzare circuiti integrati più veloci, affidabili e meno ingombranti, basati sulle proprietà del silicio. Su questa sua fondamentale invenzione si basano ancora oggi, ad esempio, le memorie ram dinamiche, le memorie non volatili (come le attuali chiavette usb) e i microprocessori. "La prima società che la adottò è stata la Intel, dove ho lavorato dal 1970 e ho costruito il primo microprocessore di successo, il ‘4004’, Cpu in un unico chip, inizialmente utilizzato per una calcolatrice elettronica”. Tre anni dopo Faggin ha proposto, disegnato e realizzato l’Intel 8080, rivoluzionario microprocessore che poteva rivaleggiare con i più potenti minicomputer di allora e che ha fatto nascere il personal computer. Se la storia corre, lo scienziato vola. Studia anche biologia e neuroscienze ("Volevo capire come funzionasse il nostro cervello"). La sala applaude. 

In oltre quattrocento sono accorsi alla conversazione tenuta da Federico Faggin
In oltre quattrocento sono accorsi alla conversazione tenuta da Federico Faggin

Start up, tra coraggio e talento. Faggin e le splendide opzioni traducibili nel percorso dell'ateneo di Cagliari

"Avevo molte idee e scarsa attenzione dai vertici Intel,. MI sono messo in proprio e ho creato ZiLog, specializzata in microprocessori di terza generazione. Nel 1976 è entrato in produzione il Z80, costruito e utilizzato in molti sistemi ancora oggi. La società nasce come startup in un periodo di preoccupante crisi e recessione economica ma in soli tre anni il suo successo la porta da un team di 11 persone a diventare un’azienda con 1.100 tecnici. Per la nascita di una ditta servono capitali, in sei mesi raccolsi mezzo milione di dollari, quando il budget annuale Usa per il venture capital era di 10 milioni di dollari in tutto. Successivamente raccolsi altri tre milioni con una sola telefonata". Per Maria Chiara Di Guardo un assist mica male: "Sulle startup Federico Faggin spiega che in proporzione una buona idea vale un dollaro, mentre ce ne vogliono dieci per ottenere un buon prodotto e almeno 30/40 per fare in modo che quel prodotto venga conosciuto e comprato dalla gente. Diversificando i tipi di produzione Faggin ha poi costituito anche altre società. Con Synaptics il fisico ha introdotto ulteriori novità nel mondo informatico e in quello della telefonia intelligente. "Dopo la nostra realizzazione del trackpad, del touchpad e del touchscreeen, il primo ad intuire le fantastiche possibilità dei dispositivi con display capacitivo è stato Steve Jobs. Questa si è rivelata una fortuna proprio per Synaptics, che fornisce Apple, Samsung, Asus, Toshiba, HP, LG, Logitech, Nokia, Sony e altre. Da 300/400 milioni di fatturato siamo arrivati a quasi 2 miliardi di dollari. A dispetto delle resistenze di quelli che in precedenza erano i più grossi player, come ad esempio Nokia, Motorola e BlackBerry, incapaci a recepire tempestivamente le nuove tecnologie".

Da sinistra, Mauro Aprile Zanetti, Maria Chiara Di Guardo, Elvia e Federico Faggin, Gianni Fenu e Mauro Mannoni
Da sinistra, Mauro Aprile Zanetti, Maria Chiara Di Guardo, Elvia e Federico Faggin, Gianni Fenu e Mauro Mannoni

Silicon valley, Bill Gates e dintorni per il genio partito da Vicenza per Palo Alto nel 1968

"Mi sono chiesto perché tutti i libri parlassero sempre di segnali elettrici e chimici senza mai citare le sensazioni, i sentimenti, la coscienza. La consapevolezza non è fatta di segnali elettrici e biochimici, perché non se ne parla mai?". Federico Faggin si è interrogato a lungo. Ieri, in aula magna, lo scienziato ha rimarcato alcuni aspetti chiave delle sue esperienze: "L'intelligenza artificiale, è impossibile da realizzarsi veramente in quanto per natura i computer, le macchine, i robot, non possono avere la consapevolezza umana e il senso della spiritualità, della realtà interiore e della vita". Mauro Aprile Zanetti  ha sottolineato che "Federico Faggin non un filosofo ma un tecnico e imprenditore, che ora difende gli esseri viventi e senzienti dal pericolo di una società alla ricerca di nuovi idoli e di sostituire gli uomini con macchine più perfette. Come un Geppetto che riveli al mondo che Pinocchio sarà sempre una marionetta e non diventerà mai un bambino in carne e ossa: cose da Fata Turchina, che però non esiste. Dunque facciamo attenzione alle Fate Turchine che promettono di poter creare macchine migliori dell’uomo". Lo scienziato  ha annuito. E rilanciato: "La nostra caratteristica è quella di capire e connettere. Le macchine invece non capiscono  e non sanno nulla, agiscono solo in base alle istruzioni ricevute da chi le progetta". È questa la base della sua nuova teoria, volta alla  conciliazione dei principi della Meccanica quantistica con la Relatività generale. Infine, un appello: "Ragazzi, svegliatevi! Altrimenti sarete per sempre schiavi e vi farete propinare ciò che vogliono le grandi aziende planetarie mosse solo dalle logiche del profitto. Come dei ‘cani di Pavlov’, incanalati e dominati da una realtà priva di sentimenti, senza cuore e senza pancia. Mi raccomando: non perdete il vostro cuore e agite con coscienza".

Federico Faggin è un fisico, inventore e imprenditore italiano naturalizzato statunitense. Dal 1968 risiede negli Stati Uniti e ha anche la cittadinanza americana. È stato capo progetto dell'Intel 4004 e responsabile dello sviluppo dei microprocessori 8008, 4040 e 8080 e delle relative architetture. Innovatore e scienziato insigne ha avuto un ruolo chiave nella rivoluzione tecnologica. Con la centralità del silicio nella rivoluzione tecnologica - esplosa con la creazione dei primi microprocessori, tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70 - prese piede il concentrarsi di aziende, dedicate a progettare, produrre e commercializzare semiconduttori in tutto il globo, nell’area della penisola a Sud della Baia di San Francisco. Da qui, il nome di “Silicon valley”. E Faggin? Il legame della valle e del silicio con Faggin è stato confermato da Bill Gates una dozzina di anni fa. Il guru americano, ha accolto una delegazione ministeriale italiana per l’innovazione e la tecnologia, e le cronache narrano che ha evidenziato e riconosciuto che “prima di Faggin, la Silicon Valley era semplicemente una valle. Una valle per frutta e orchidee”. Fondatore della Zilog e co fondatore della Synaptic, il genio classe ’41 originario di Vicenza, ha dalla sua i principali riconoscimenti del settore. Dalla Medaglia nazionale per la tecnologia e l'innovazione datagli dal presidente Barack Obama ai premi Ky?to,  Marconi e W. Wallace McDowell Award. Ha fondato la Fondazione Federico e Elvia Faggin, dedita allo studio delle relazione tra esseri umani e intelligenza artificiale.

Ha collaborato (raccolta testi e foto) Ivo Cabiddu

Un'altra fase dell'appassionata e intensa Lectio dello specialista italo-americano
Un'altra fase dell'appassionata e intensa Lectio dello specialista italo-americano

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