RICERCA SCIENTIFICA. Complimenti da tutto il mondo per il laboratorio sede della banca dati del DNA delle spiagge del Golfo degli Angeli che custodisce i campioni prelevati dal team di ricerca guidato da Sandro Demuro. La sperimentazione di un sistema di preavviso del rischio di inondazione costiera contribuirà a prevenire le mareggiate più pericolose: la struttura dispone di sofisticate tecnologie all'avanguardia e grazie ad una rete di telecamere e sensori vigila sulle nostre coste. Il plauso del Prorettore vicario: "Non forniamo ricette preconfezionate, ma favoriamo le giuste sinergie con gli enti che decidono". Resoconto, GALLERIA FOTOGRAFICA e VIDEO con la RASSEGNA STAMPA e i servizi dei TG
01 July 2019
Rosa Cidu (direttrice del Dipartimento di Scienze chimiche e geologiche), Francesco Mola (Prorettore vicario) e Sandro Demuro (responsabile del Laboratorio) tagliano il nastro del MEDCOASTLAB

L’attività realizzata dai ricercatori in questi anni ha infatti consentito di cartografare l’area costiera compresa tra Villa D’Orri e Margine Rosso e avere oggi in custodia la memoria geologica e storica dei sedimenti

Sergio Nuvoli

Cagliari, 1 luglio 2019 - E’ stato inaugurato questa mattina il MEDCOASTLAB, un innovativo laboratorio specializzato che mette insieme il gruppo di ricerca guidato dal professor Sandro Demuro – il Coastal and Marine Geomorphology Group - del Dipartimento di Scienze chimiche e geologiche dell’Università di Cagliari con i Battellieri Cagliari e “Sardegna Progetta”.

Il MEDCOASTLAB svolge principalmente attività di studio e di predizione dei processi di erosione, trasporto e sedimentazione, e previsione di temporanee sommersioni ed è la sede della Banca dati del sedimento delle spiagge della Sardegna. L’attività realizzata dai ricercatori in questi anni ha infatti consentito di cartografare l’area costiera compresa tra Villa D’Orri e Margine Rosso e avere oggi in custodia la memoria geologica e storica dei sedimenti. Sono stati studiati, catalogati e archiviati 1200 campioni, custoditi oggi nella Banca del sedimento in via Riva di Ponente, che oggi rappresenta il DNA geologico delle spiagge del Golfo di Cagliari, indispensabile per qualsiasi azione di ripristino futuro.

La squadra di ricercatori di O.C.E.A.N.S., il team di ricerca di Sandro Demuro: "E' grazie a questi giovani - ha detto il professore - se la nostra ricerca è arrivata così in alto"
La squadra di ricercatori di O.C.E.A.N.S., il team di ricerca di Sandro Demuro: "E' grazie a questi giovani - ha detto il professore - se la nostra ricerca è arrivata così in alto"
IL SERVIZIO DI MAURO SCANU ANDATO IN ONDA NEL TGR DELLA RAI DELLE 19.35 DEL 1 LUGLIO 2019

Il nuovo laboratorio è uno dei risultati del Progetto NEPTUNE (Natural Erosion Prevision Through Use of Numerical Environment), e svolge attività di studio e predizione dei processi di erosione, trasporto e sedimentazione

“Il nostro compito non è fornire delle ricette preconfezionate – ha detto Francesco Mola, Prorettore vicario intervenuto all’inaugurazione al posto del Rettore Maria Del Zompo, assente per motivi istituzionali – ma sedersi con chi è costretto a prendere delle decisioni e rappresentare degli scenari, resi credibili dai dati forniti e dal metodo scientifico che seguiamo. Da anni interagiamo con tutto il sistema regionale: trovare la giusta sinergia e il giusto clima aiuta a fare molto”.

Il nuovo laboratorio è uno dei risultati del Progetto NEPTUNE (Natural Erosion Prevision Through Use of Numerical Environment), e svolge attività di studio e predizione dei processi di erosione, trasporto e sedimentazione e previsione di temporanee sommersioni: tutte attività orientate alla corretta gestione delle spiagge attraverso l’acquisizione ordinata, strutturata e integrata dei dati e delle misure derivanti da centraline di video-monitoraggio costiero controllate costantemente dai ricercatori.

Sandro Demuro e Stefano Delunas, sindaco di Quartu Sant'Elena, durante i lavori
Sandro Demuro e Stefano Delunas, sindaco di Quartu Sant'Elena, durante i lavori
L'intervento del Prorettore vicario Francesco Mola

Sandro Demuro: "Le spiagge sono tutte diverse e andrebbero tutte trattate in modo specifico: 160 km di spiaggia in Sardegna sono in forte modificazione"

“Siamo partiti dalla constatazione di pesanti fenomeni di erosione non sufficientemente monitorati nella nostra Isola – ha spiegato Sandro Demuro, docente di Geomorfologia e conservazione dei litorali dell’Università di Cagliari e direttore di MEDCOASTLAB - Le spiagge sono tutte diverse e andrebbero tutte trattate in modo specifico: 160 km di spiaggia in Sardegna sono in forte modificazione. Per ora non abbiamo segnali di innalzamento del livello del mare in Sardegna, ma occorre essere prudenti”.

MEDCOASTLAB potrà fornire alle istituzioni e agli enti coinvolti nella gestione del litorale le indicazioni più preziose per assumere le decisioni più opportune: di particolare rilievo, infatti, nell’ambito delle azioni di prosecuzione del Progetto NEPTUNE, la sperimentazione di un sistema di preavviso del rischio inondazione costiera connesso ad eventi meteomarini significativi, in modo da salvaguardare le spiagge del Golfo di Cagliari.

Un momento dell'inaugurazione
Un momento dell'inaugurazione
IL SERVIZIO DI ANTONELLO LAI ANDATO IN ONDA NEL TG DI TCS DEL 1 LUGLIO 2019

Il gruppo di ricerca dispone di strumenti all’avanguardia e ha mappato numerose spiagge in tutta la Sardegna, predisponendo una rete di misure a disposizione delle amministrazioni. Dai rilievi ai campionamenti in mare fino all’analisi dei sedimenti

“Livellare la spiaggia rimuovendo la Posidonia è sempre un errore molto grave – ha aggiunto Demuro - perché il livello di calpestio viene portato in questo modoall’altezza del mare e le inondazioni non troveranno ostacoli. L’effetto delle ruspe cambia la morfologia: abbiamo dimenticato che le foglie di Posidonia sono utili”. Il gruppo di ricerca dispone di strumenti all’avanguardia e ha mappato numerose spiagge in tutta la Sardegna, predisponendo una rete di misure a disposizione delle amministrazioni. Dai rilievi ai campionamenti in mare, fino all’analisi dei sedimenti e della qualità ambientale: è stata anche ncrementata la rete di videomonitoraggio in grado di comprendere l’effetto dei fenomeni sui diversi tipi di spiaggia.

Carla Buosi osserva al microscopio elettronico un campione di sedimento
Carla Buosi osserva al microscopio elettronico un campione di sedimento
IL SERVIZIO DI VALERIO VARGIU ANDATO IN ONDA NEL TG DI SARDEGNA 1 DEL 2 LUGLIO 2019

Prima e dopo il taglio del nastro, si è svolto un convegno moderato dal giornalista Giovanni Runchina, durante il quale è stato illustrato il progetto realizzato. Dal Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna Massimo Deiana al sindaco di Quartu Stefano Delunas, dalla direttrice del Dipartimento di Scienze chimiche e geologiche Rosa Cidu al coordinatore del Gruppo di lavoro Politiche per la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica della Regione Sardegna Fabio Tore, a Giovanni Coco, della School of Environment dell’Università di Auckland: tutti si sono confrontati sull’avvio ufficiale dei lavori del nuovo laboratorio ad altissima specializzazione. A seguire, e fino alla conclusione del convegno, altri interventi di altissimo livello hanno completato il quadro di una ricerca davvero all'avanguardia in tutto il mondo.

Francesco Mola, Prorettore vicario, firma il registro degli ospiti
Francesco Mola, Prorettore vicario, firma il registro degli ospiti

RASSEGNA STAMPA

L’UNIONE SARDA di martedì 2 luglio 2019
Prima Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
Mareggiate ed erosione: allerta massima
Laboratorio universitario per prevedere l'avanzamento del mare con quattro giorni d'anticipo 
LO STUDIO. Livellare l'arenile con le ruspe è una pratica deleteria nell'ottica della conservazione della spiaggia

Studiare livelli di profondità a ridosso della costa, movimento e tipo di sabbia sopra e sotto il mare, conformazione del fondale. Analisi che ha l'obiettivo di creare un sistema di allerta utile a prevenire mareggiate che causino inondazioni. L'allarme scatterebbe con un anticipo di almeno quattro giorni: così, per esempio, si potrebbero evitare danni alle infrastrutture e attrezzature che insistono sul Poetto. L'acqua, del resto, in futuro potrebbe arrivare ben più all'interno: con l'eliminazione della posidonia, l'uso di strumenti moderni per la pulizia dell'arenile e l'edificazione costante «si abbassa il profilo della spiaggia e basterà un'onda di un metro» perché il mare prenda il sopravvento», spiega Sandro Demuro, docente di Geografia fisica e Geomorfologia, morfodinamica e conservazione dei litorali all'Università cagliaritana.
La banca dati delle spiagge
Le conseguenze delle «buone e cattive pratiche» dell'uomo sulle coste della Sardegna, e del capoluogo in particolare, sono state illustrate ieri all'inaugurazione del “Medcoastlab”, il nuovo laboratorio in via Riva di Ponente nel quale confluiranno i dati raccolti negli ultimi tre anni (e nei prossimi tre) da un gruppo di lavoro composto da docenti dell'Università di Cagliari, Pisa, Ferrara e Auckland in Nuova Zelanda all'interno del progetto “Neptune 2”, che studia i processi di erosione, trasporto e sedimentazione assieme ai Battellieri cagliaritani e alla coop Sardegna progetta. Il Medcoastlab, inaugurato alla presenza di Massimo Deiana (presidente dell'Autorità portuale), del pro rettore Francesco Mola e del sindaco di Quartu (Stefano Delunas), è la banca dati col Dna geologico-morfologico delle spiagge.
Giorgino e il Poetto
È stata cartografata l'area tra Villa D'Orri e Margine Rosso e sono stati studiati e catalogati 1.200 campioni di sabbia. In Sardegna sono «in forte modificazione 160 chilometri di spiaggia», ha detto Demuro, e pur non essendoci «segnali di innalzamento del livello del mare» nell'Isola «occorre essere prudenti». I problemi principali sono «l'uomo» e i suoi «interventi spesso scoordinati». Un esempio illuminante: sino agli anni Quaranta la sabbia di Giorgino grazie al mare finiva su una spiaggia all'altezza dello stadio Sant'Elia e da lì, coi venti, arrivava al Poetto, che riceveva nuova linfa anche dai cedimenti del costone della Sella del Diavolo. La prima strada ora è bloccata una una barriera artificiale, l'altra dall'impianto sportivo. Dunque, il male «non sono i fenomeni naturali». L'odiata posidonia protegge l'arenile: livellarlo, magari con le ruspe, «è una pessima pratica e crea l'erosione ben prima dell'inondazione». Di questo passo «tra dieci anni non ci sarà più una spiaggia così, altro che inondazione».
Le correnti
Ecco la necessità di uno studio con l'uso anche di «telecamere e boe oceanografiche» per «capire come si muovono le correnti». Sfruttando anche il ripascimento del 2002, che tanti danni ha creato («oggi è tornato l'equilibrio»): è una sabbia diversa da quella preesistente ed è stato possibile tracciarne gli spostamenti. È arrivata al Margine Rosso. Tornerà?
Andrea Manunza

L'UNIONE SARDA
L'UNIONE SARDA

L’UNIONE SARDA di martedì 2 luglio 2019
Prima Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
La fuga
Posidonia: i bagnanti si spostano

A dimostrare quanto non ci si renda conto dell'utilità della posidonia, basterebbe leggere le cronache di questi giorni estivi (e di tanti altri, tutti uguali, in ogni stagione calda). Sindaci e rappresentanti comunali di cittadine costiere a ritmo regolare chiedono alla Regione di autorizzare l'eliminazione dalle spiagge di quelle che comunemente (e impropriamente) vengono chiamate alghe. Fastidiose al tatto e alla vista, rovinano la vacanza e fanno fuggire i turisti.
Se gli amministratori, i quali dovrebbero sapere che la posidonia protegge e ricostruisce la spiaggia, ragionano col portafogli piuttosto che con cognizione di causa, figurarsi i normali bagnanti. Infatti capita che in questi giorni gli abituali frequentatori della parte più a est del Poetto, dove venti e maree hanno portato a riva quei vegetali fastidiosi, si siano riversati in massa a ovest, dove l'acqua e la sabbia sono “puliti”.
Eppure le pulizie («pessima pratica», come da definizione di Demuro) portano via detriti costituiti al 90 per cento da sabbia. Quindi? (an. m.)

L'UNIONE SARDA
L'UNIONE SARDA

L’UNIONE SARDA di martedì 2 luglio 2019
Prima Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
L'esperienza della Nuova Zelanda, dove le onde fanno paura
IL CLIMA. L'aumento di temperature e le tempeste faranno sparire parte della terraferma

Già da decenni ci si è accorti che in Sardegna le spiagge erano in pericolo. «La presenza dell'uomo era eccessiva», ha spiegato Sandro Demuro, che ha indicato la spiaggia Rosa di Budelli nell'arcipelago della Maddalena come esempio più evidente di una «pressione» insostenibile. «Non si capiva la fragilità del sistema».
Ma se in Sardegna ancora non si hanno «segnali di innalzamento del livello del mare», in altre parti del mondo il fenomeno è più evidente e comincia a creare timori nelle popolazioni. «In Nuova Zelanda fa paura», conferma Giovanni Coco, docente della “School of environment” dell'Università di Auckland, componente del progetto Neptune nel quale si occupa dell'impatto delle onde e della creazione di un sistema di previsione di inondazione costiera.
Spiegando quali possano essere i rischi dell'aumento della temperatura globale e del comportamento scriteriato dell'uomo, il docente ha mostrato alcune immagini di come potrebbe diventare la capitale neozelandese prima e dopo l'innalzamento del mare: intere zone di territorio, alcune edificate anche dove non si poteva, finirebbero sommerse nell'arco di pochi decenni. «L'acqua scende e sale di livello e provoca l'erosione», ha spiegato Coco, ma «saranno tempeste e maree a creare molti danni». Già ora gli «allagamenti» si ripetono, e «accadrà sempre più frequentemente».
In Sardegna ancora non accade, ma è meglio prevedere e prevenire. «Al Poetto ci sono dinamiche quasi uniche al mondo, il moto ondoso è importante come in Nuova Zelanda». Per questo «stiamo lavorando al sistema di allerta». (an. m.)

L'UNIONE SARDA
L'UNIONE SARDA

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