Riccardo De Lisa, docente di Economia degli intermediari finanziari: "Un filone di ricerca molto importante, perchè coniuga alla perfezione i compiti primari della nostra Università con la Terza missione"
Sergio Nuvoli
Cagliari, 28 giugno 2019 - Si è svolto ieri sera alla Facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche un convegno nazionale sulla finanza d’impatto che ha riunito a Cagliari alcuni tra i più importanti studiosi di un tema che il gruppo di Banking e Finance del Dipartimento di Scienze economiche e aziendali sta sviluppando: “La nostra attenzione è massima su questo filone di ricerca – ha detto Riccardo De Lisa, docente di Economia degli intermediari finanziari, che con i colleghi Rosella Carè e Luca Piras ha organizzato l’iniziativa - perché avrà fortissime ricadute in termini di terza missione della nostra Università”.
Per Mario La Torre, docente all’Università La Sapienza di Roma, è fondamentale il ruolo delle Università sulla finanza d'impatto: garanzia per il sistema e soggetti promotori di progetti con forte ricaduta sociale misurabile secondo parametri oggettivi
Il motivo lo ha spiegato bene Mario La Torre, docente all’Università La Sapienza di Roma e coordinatore nazionale del progetto di ricerca che ha messo insieme numerosi atenei, tra cui Cagliari: “Discutere di questo tema è fondamentale dopo gli ultimi anni di crisi, che ha messo a dura prova la coesione sociale nel nostro Paese – dice – Oggi si avverte fortissima l’esigenza di porre rimedio a questo stato di cose. La finanza di impatto sociale è uno strumento utilissimo, perché unisce i meccanismi tradizionali della finanza con le ricadute sociali dei progetti finanziati. Da questo punto di vista le università hanno un ruolo fondamentale, perché devono aiutare a declinare la finanza tradizionale in questa nuova veste. Possono inoltre essere soggetti promotori di progetti di finanza di impatto sociale e al tempo stesso soggetti che misurano l’impatto che dai progetti deriva”.
Rosaria Giannella, dirigente del Dipartimento Funzione Pubblica, aggiunge: “Esiste un fondo nazionale di innovazione sociale che finanzierà progetti presentati da comuni capoluogo e città metropolitane su tutto il territorio nazionale"
Rosaria Giannella, del Dipartimento Funzione Pubblica, aggiunge: “Esiste un fondo nazionale di innovazione sociale che finanzierà progetti presentati da comuni capoluogo e città metropolitane su tutto il territorio nazionale per l’implementazione e la messa a regime di questo tipo di idee di investimento. Si tratta di sviluppare nuovi modelli di risposta ai bisogni sociali utilizzando partenariati pubblici-privati e strumenti di impatto sociale. Al momento il funzionamento è all’inizio, l’avviso è di pochi mesi fa e si tratta di una possibilità a sportello: si possono presentare le candidature per partecipare, individuando i bisogni a cui rispondere e gli strumenti più opportuni”. “Le università possono essere di supporto ai progetti – sottolinea Giannella – Con i centri di ricerca. gli atenei sono possibili e auspicabili partner dei comuni per la gestione di numerosi aspetti tecnici”.
Due confronti a più voci hanno approfondito gli aspetti più importanti del nuovo strumento. Rosella Carè (Dipartimento di Scienze economiche e aziendali): "Tipologia dei soggetti coinvolti, schemi contrattuali e contesto i motivi del possibile successo"
Il motivo del possibile appeal della finanza d’impatto è stato illustrato nei dettagli da Rosella Carè durante la tavola rotonda: “La tipologia di soggetti coinvolti, gli schemi contrattuali e il contesto economico – ha dettagliato - sono gli ingredienti fondamentali per il successo di questo strumento”. Aspetti approfonditi durante un primo confronto a più voci, coordinato da Annarita Trotta (Università Magna Grecia di Catanzaro) tra Raffaella De Felice, segretario generale Social Impact Agenda per l’Italia, Andrea Marcello, dell’European Investment Fund (collegato via skype) e Rosaria Giannella.
Massimo Temussi (ASPAL): "Noi in Regione stiamo ragionando sulla nuova programmazione: è necessario scegliere le opportunità giuste in una logica di coesione e di collaborazione"
Ricco anche il parterre degli ospiti chiamati successivamente a confrontarsi con i docenti del Dipartimento. Tra questi Massimo Temussi, dirigente dell’ASPAL, Agenzia Sarda per le Politiche Attive del Lavoro: “Occorre ragionare sugli strumenti di welfare sociale che si vogliono adottare – ha suggerito – Noi in Regione stiamo ragionando sulla nuova programmazione: è necessario scegliere le opportunità giuste in una logica di coesione e di collaborazione. Prima della finanza, viene questo aspetto”. Ancora più nello specifico sono scesi Riccardo Barbieri, consigliere di amministrazione SFIRS e delegato ANFIR, Francesco Sanna, Presidente FIDICOOP Sardegna, e Matteo Muntoni, Bando Innovazione Sociale.
Aldo Pavan, direttore del Dipartimento di Scienze economiche e aziendali: "Occorre puntare su meccanismi semplici immediatamente applicabili dagli operatori genuini del sistema bancario: è una regola anche per la finanza d'impatto"
“C’è il tema della fiducia reciproca tra i soggetti coinvolti nei progetti – ha sintetizzato Luca Piras – Ma anche un tema culturale decisamente più ampio, che sta nel comprendere l’essenza dei meccanismi alla base della finanza d'impatto. I progetti dovrebbero essere concepiti in modo tale che le scelte di ognuno possano indirizzarsi nel modo più semplice e naturale possibile verso i comportamenti virtuosi. In campo previdenziale ci sono già esempi positivi”.
Netto il consiglio di Aldo Pavan, direttore del Dipartimento di Scienze economiche e aziendali, al termine dei lavori: “Come per tutto il settore bancario, è assolutamente necessario puntare su meccanismi semplici che siano immediatamente comprensibili dagli operatori genuini: è una regola a cui nemmeno la finanza d’impatto non può sfuggire”.