Sergio Nuvoli
Cagliari, 18 maggio 2019 - “Ci sono differenze tra cervello maschile e femminile: sono dimostrate da recenti studi. Si tratta di differenze che vi farebbero rendere conto che i due cervelli devono lavorare insieme, perché sono diversi, ma fatti in modo tale da far capire che da soli non si reggono tanto, ma insieme fanno cose fantastiche”. Lo ha detto Maria Del Zompo, Rettore dell’Università di Cagliari intervenendo al convegno organizzato ieri pomeriggio nell’Aula Capitini della Facoltà di Studi umanistici da Ordine dei Giornalisti della Sardegna e da Giulia Giornaliste Sardegna sul linguaggio di genere: tra i relatori anche Nicoletta Maraschio, Presidente emerita dell’Accademia della Crusca.
Il Magnifico ha rotto così il ghiaccio in apertura dell’incontro moderato da Roberta Celot, responsabile della sede della Sardegna dell’ANSA, dettagliando la politica dell’Ateneo: “Costruire una realtà in cui tutti abbiano le stesse opportunità fa crescere di più la società: e questo è quello che vogliamo fare – ha aggiunto - Occorre lavorare insieme per realizzare un ateneo che sia davvero inclusivo: e insieme possiamo far crescere una realtà bellissima. E’ il nostro concetto di inclusione: significa capire come funziona tutta la realtà, non soltanto una parte, riconoscere qualcosa che non deve essere criminalizzata ma al contrario può far crescere tutti. Insieme”.
“Vorrei farvi riflettere sulla necessità di accettare la diversità – ha proseguito - Dobbiamo essere inclusivi nei comportamenti e anche nel linguaggio. Sono ragionamenti che fanno parte di una società che vuol crescere in modo armonico: che linguaggio di genere usiamo? LGBT, transessuali, asessuali, altri orientamenti ancora: bisogna essere inclusivi con tutti per non escludere nessuno, magari anche inconsapevolmente”.
Riferendosi poi all’utilizzo della parola “rettore” ha chiarito, una volta per tutte: “Vi spiego perché ho deciso di farmi chiamare Rettore – ha detto, spiazzando la platea - A noi interessa un Ateneo inclusivo: siamo sicuri che i generi sono solo due? C’è un modo più inclusivo di considerare questo tema. Io, personalmente, non ho nulla contro le parole: c’è l’istituzione, c’è il ruolo di rettore, poi il nome e cognome. La battaglia per essere accettate come esseri femminili ha una grande vittoria nel momento in cui non fa differenze sui termini che utilizziamo per essere definite. La mia libertà non è più tale se chi accanto a me non è libero, come ha detto proprio intervenendo all’Università di Cagliari il Presidente della Repubblica”.
Il convegno è proseguito con gli altri interventi previsti nel programma.