RICERCA E TERZA MISSIONE. Al DICAAR entra nel vivo il progetto che riguarda le carceri storiche di Cagliari, Sassari, Alghero e Tempio Pausania. Focus sul San Sebastiano, al via un questionario per coinvolgere i cittadini
12 March 2019
Un'immagine del carcere di San Sebastiano

Sergio Nuvoli

Cagliari, 12 marzo 2019 – Entra nel vivo il progetto “ARCHITETTURE LIBERATE. Sperimentazioni audio-visive per il patrimonio carcerario storico dismesso”, che con il coordinamento di Giovanni Battista Cocco, ricercatore e docente di Progettazione Architettonica e urbana al DICAAR, riguarda le carceri storiche di Cagliari, Sassari, Alghero e Tempio Pausania.

Il gruppo di ricerca coordinato dal dott. Cocco è così costituito: Caterina Giannattasio, professore associato di Restauro al DICAAR, Maurizio Memoli, professore ordinario di Geografia urbana al DICAAR, Remi A. Papillault, professore ordinario in “Teorie e Pratiche della Concezione Architettonica e Urbana” (Ecole Nationale Supérieure d’Architecture di Toulouse), Didier Bequillars. Video-Artista, Amburgo, Valentina Pintus, dottore di ricerca in Tecnologie per la conservazione dei Beni architettonici e ambientali al DICAAR Cagliari, Andrea Manca, dottorando in Ingegneria Civile e Architettura, Marco Tanca, libero professionista e ricercatore in progettazione video.

Giovanni Battista Cocco è il coordinatore scientifico del progetto "Architetture liberate"
Giovanni Battista Cocco è il coordinatore scientifico del progetto "Architetture liberate"

In particolare, per quello di San Sebastiano (Sassari) si investiga il rapporto che gli abitanti (della città soprattutto, ma non solo) mantengono con il luogo per la sua valenza monumentale e architettonica, per il ruolo che può svolgere nello spazio urbano e, soprattutto, per il carico di patrimonio culturale popolare che rappresenta e può evocare.

Questa ultima condizione interessa particolarmente i ricercatori coinvolti, perché si intende indagare le qualità emozionali che si producono nella relazione con gli spazi a forte connotazione simbolica. Le carceri racchiudono un patrimonio ricco di storie, memorie, sofferenze, solidarietà, amicizie, inimicizie per le persone che vi hanno avuto a che fare (nel bene e nel male) ma, in realtà, per tutti i cittadini che in qualche modo ne hanno una memoria, se non altro legata ai fatti, ai racconti, alle leggende che vi aleggiano.

Inquadrando il QRcode qui accanto o cliccando sul link è possibile compilare un questionario in cui inserire le proprie impressioni, i racconti, le storie inerenti il Carcere di San Sebastiano e riuscire a raccogliere le idee che i cittadini hanno circa le sue potenziali destinazioni d’uso.

Inquadra il QR Code per rispondere al questionario
Inquadra il QR Code per rispondere al questionario

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