Su una prestigiosa rivista internazionale i risultati delle ricerche svolte dal team guidato da Marco Schintu (Dipartimento di Scienze mediche e Sanità pubblica) durante le operazioni di recupero della nave all’Isola del Giglio
17 September 2018
Il team che ha pubblicato i primi approfondimenti della ricerca effettuata intorno alla Costa Concordia

Si tratta del più vasto e importante monitoraggio con campionamento passivo finora condotto in ambito internazionale e testimonia ancora una volta l'altissima qualità della ricerca dell'Università di Cagliari

Sergio Nuvoli

Cagliari, 17 settembre 2018 - Sono stati pubblicati nei giorni scorsi sulla prestigiosa rivista internazionale “Marine Pollution Bulletin” i risultati della prima parte del monitoraggio dei contaminanti chimici emergenti e prioritari in forma biodisponibile rilasciati nell’area dell’incidente della Costa Concordia all’Isola del Giglio, effettuato dal gruppo coordinato da Marco Schintu, docente del Dipartimento di Scienze Mediche e Sanità Pubblica dell’Università di Cagliari.

L’articolo, dal titolo “Passive sampling monitoring of PAHs and trace metals in seawater during the salvaging of the Costa Concordia wreck (Parbuckling Project)”, porta la firma di Marco Schintu, Alessandra Marrucci, Barbara Marras, Marco Atzori, David Pellegrini.

Concordia, una fase del monitoraggio
Concordia, una fase del monitoraggio

L’indagine si è affiancata a quella condotta dagli enti istituzionali con i metodi ufficiali ed è proseguita fino al termine delle operazioni, compreso il viaggio di trasferimento del relitto a Genova

Si tratta del compito affidato dall’ISPRA (l’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale) - subito dopo il naufragio della nave all’isola del Giglio (gennaio 2012) - al team guidato dal docente cagliaritano, che da anni si distingue nel settore.

L’indagine, eseguita con tecniche di campionamento passivo, si è affiancata a quella condotta dagli enti istituzionali con i metodi ufficiali. Il monitoraggio è durato fino al termine delle operazioni ed è stato esteso anche al viaggio di trasferimento della nave a Genova, finendo per fornire  indicazioni importanti sui livelli di inquinamento e sulle sorgenti di contaminazione nell’area, in particolare sull’influenza dell’imponente cantiere allestito per il recupero della nave.

 

Marco Schintu, docente di Igiene generale e applicata al Dipartimento di Scienze mediche e Sanità pubblica
Marco Schintu, docente di Igiene generale e applicata al Dipartimento di Scienze mediche e Sanità pubblica

Trovate sostanze entro i limiti di concentrazione previsti dalla legislazione vigente, attribuibili più all'attività del cantiere che al relitto. Non sono stati rilevati macroscopici fenomeni di inquinamento

“Non ci sono stati macroscopici fenomeni di inquinamento – spiega il prof. Schintu - ma tuttavia Il lavoro ha permesso di dimostrare che le sostanze trovate, pur sempre sotto i limiti di concentrazione fissati dalla legislazione, più che al relitto erano da attribuirsi all’attività del cantiere”.

A tutt’oggi il monitoraggio effettuato al Giglio dall’Università di Cagliari con il campionamento passivo è il più vasto e importante finora condotto in ambito internazionale e testimonia dell’importanza dei risultati raggiunti dal gruppo del prof. Schintu in questo campo.

Graphical abstract della pubblicazione scientifica del team di UniCa
Graphical abstract della pubblicazione scientifica del team di UniCa

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