UniCa anche all'interno di Leonardo, il TG nazionale della Scienza della RAI. Nei giorni scorsi anche "ItaliaOggi", il quotidiano economico nazionale, ha dato spazio alle parole del Rettore. Il Sardinia Radio Telescope entra ufficialmente nel Deep Space Network: alla presentazione anche 50 studenti dei corsi di laurea in Fisica, Ingegneria elettrica ed elettronica e Ingegneria meccanica. La soddisfazione del Rettore: "La nostra ricerca di eccellenza completa il team che lavora in questa realtà". Resoconto, VIDEO, GALLERIA FOTOGRAFICA e RASSEGNA STAMPA
15 May 2018
Vedi il servizio di Leonardo

di Sergio Nuvoli

Cagliari, 15 maggio 2018 - Anche Leonardo, il TG della scienza in onda ogni giorno su RAI3, ha dato spazio oggi all'ingresso del Sardinia Radio Telescope nel Deep Space Network. Nel servizio di Silvia Rosa-Brusin e Mauro Scanu (del TgR della Sardegna) si dà conto della firma della convenzione tra Università di Cagliari e Agenzia Spaziale Italiana, che rafforza il ruolo dell'Ateneo del capoluogo sardo nel panorama mondiale della ricerca nell'aerospazio.

Mauro Scanu ha intervistato - con gli altri protagonisti - il professor Nicolò D'Amico, docente di Astrofisica del nostro Ateneo e presidente dell'INAF.

 

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di Sergio Nuvoli

Cagliari, 14 maggio 2018 (aggiornamento) - Le parole del Rettore Maria Del Zompo - ancora una volta - arrivano sulle colonne dei quotidiani nazionali: stavolta è ItaliaOggi, il quotidiano economico, a dare spazio al ruolo dell'Ateneo di Cagliari in questo nuovo importantissimo passo avanti della ricerca scientifica. Lo fa riportando le parole del Magnifico, accanto al Direttore generale di ASI, anche lei donna, esaltando il ruolo del genio femminile in questa nuova importante avventura per tutta l'Italia.

Trovate l'articolo completo anche più in basso, nella ricchissima rassegna stampa sull'evento.

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di Sergio Nuvoli

Cagliari, 9 maggio 2018 - “L’Università di Cagliari è la linfa vitale che sostiene una realtà come questa, di questo sono molto orgogliosa”. Lo ha detto il Rettore, Maria Del Zompo, intervenendo questa mattina a San Basilio all’ufficializzazione dell’ingresso del Sardinia Radio Telescope nel Deep Space Network con il nome di Sardinia Deep Space Antenna.  “Qui lavorano numeri nostri ricercatori di fisica e di astrofisica. Oggi ci sono anche i nostri studenti: il fatto che ci siano colleghi di questi settori che fanno ricerca di eccellenza a Cagliari permette anche che i nostri ragazzi, i nostri dottori di ricerca, i nostri ricercatori possano completare il gruppo che lavora qui”. All’iniziativa hanno preso parte 50 studenti dei corsi di laurea di Fisica, Ingegneria elettrica ed elettronica, Ingegneria meccanica dell’Ateneo cagliaritano con Micaela Morelli, Prorettore alla Ricerca scientifica, Massimo Vanzi, delegato dell’Ateneo per l’aerospazio, Alberto Devoto, docente di Fisica e Maria Giovanna Mura, ricercatrice di Elettronica.

Gli studenti di UniCa con i rappresentanti di ASI, ESA e INAF
Gli studenti di UniCa con i rappresentanti di ASI, ESA e INAF
GUARDA L'INTERVENTO DEL RETTORE

“Ricerca, cultura e conoscenza sono la base dello sviluppo – ha proseguito il Magnifico – Si può scommettere da questo luogo anche sulla divulgazione scientifica e sulla ricaduta che i nostri studi possono avere sul territorio, per essere più vicini ai comuni che vivono qui intorno. Non solo per fare turismo scientifico, ma per realizzare un museo della scienza interattivo a cui l’Ateneo e l’ASI possono dare il proprio contributo”.

Micaela Morelli, Alberto Devoto e Marta Burgay (ricercatrice INAF). Sullo sfondo Nicolò D'Amico, presidente INAF e docente di Astrofisica del nostro Ateneo
Micaela Morelli, Alberto Devoto e Marta Burgay (ricercatrice INAF). Sullo sfondo Nicolò D'Amico, presidente INAF e docente di Astrofisica del nostro Ateneo

L’incontro di questa mattina segue di 24 ore la firma dell’accordo di UniCa con l’Agenzia Spaziale Italiana (LEGGI LA NOTIZIA): “La Sardegna è da oggi ufficialmente al centro del sistema aerospaziale mondiale – ha detto il Presidente Roberto Battiston -  la vostra Isola ha una vocazione di ricerca scientifica di altissimo livello: il SRT fa parte di un network planetario, grazie all’INAF e grazie all’Università. Servono strumenti come questi, perché sono delle gigantesche orecchie che aggiungono capacità di comunicazione e ricezione alla rete di cui con la Sardegna fa parte l’Italia”.

All’Ateneo è giunto anche il plauso del Prefetto, Tiziana Giovanna Costantino: “Ringrazio ancora una volta l’università di Cagliari – ha detto - per quello che fa su questi temi e perchè ancora una volta è in prima fila in un progetto che proietta l’Italia in un panorama mondiale con le sue migliori tecnologie”. Anche l’assessore regionale alla Programmazione e vicepresidente della Regione, Raffaele Paci, ha sottolineato il grande ruolo recitato dalle due Università sarde per lo sviluppo della nostra Isola.

Massimo Vanzi spiega agli studenti il funzionamento del Sardinia Radio Telescope
Massimo Vanzi spiega agli studenti il funzionamento del Sardinia Radio Telescope

RASSEGNA STAMPA

ITALIAOGGI.IT
UNA DONNA ITALIANA PROTAGONISTA NELL’AVVENTURA SPAZIALE
Inaugurata in Sardegna l'avveniristica struttura che aiuterà la Nasa ad arrivare su Marte. Grazie anche a una ricercatrice, Anna Sirica, che è riuscita ad arrivare alla direzione dell’Asi, l’agenzia spaziale italiana

di Carlo Valentini 

Sardegna chiama Marte. Grazie anche a una ricercatrice, Anna Sirica, che non è emigrata all'estero (aveva ricevuto mirabolanti offerte) ed è riuscita ad arrivare alla direzione dell'Asi, l'agenzia spaziale italiana. Ha inaugurato la Sdsa, ovvero Sardinia Deep Space Antenna, la nuova struttura, tutta italiana, che avrà un ruolo da protagonista nella missione annunciata dalla Nasa: «La visione del presidente Donald Trump», ha detto il capo della Nasa, Jim Bridenstine, «è puntare sull'Exploration Campaign, che stabilirà la leadership americana nell'esplorazione umana di Marte. Con la missione Mars 2020 porteremo su Marte un rover e recupereremo campioni marziani».
La complessa apparecchiatura è situata in provincia di Cagliari, nella regione del Gerrei presso il sito di Pranu Sanguni (Comune di San Basilio), un luogo scelto perché lontano da aree abitate e attività umane che andrebbero ad interferire con i segnali captati dall'infrastruttura.
Per collegarla è stato necessario collocare 100 chilometri di fibra, una lunga autostrada digitale. Adesso da qui sarà possibile fornire servizi di comunicazione e navigazione alle missioni interplanetarie. Spiega Anna Sirica, 49 anni, campana: «Se è vero che l'Italia è stato il terzo Paese a mandare un satellite in orbita vuol dire che siamo abituati a lavorare con precisione e tempestività, raggiungendo con grande professionalità gli obiettivi che ci diamo».
Una digressione: lei ritiene che le donne siano sufficientemente valorizzate nei ruoli apicali? Risposta: «Se parliamo di conseguimento dei dottorati siamo quasi alla metà però quando consideriamo i livelli apicali la cifra scende al 20%. Sicuramente la differenza di genere in questo ambiente non è molto sentita, però tanti passi in avanti bisogna ancora farli. Eppure le donne al vertice danno qualcosa in più, perché riescono a fare più cose contemporaneamente, con più equilibrio e con un maggiore attenzione alle persone».
Ma protagonista di questa vicenda spaziale è anche un'altra donna, Maria Del Zompo, farmacologa, rettore dell'università di Cagliari, che è riuscita a portare il suo ateneo al terzo posto (dopo la Bocconi e il Politecnico di Torino) nella classifica compilata dall'Anvur, l'agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca. Commenta: «Chi ha valutato ha evidentemente apprezzato il modello adottato dall'ateneo per realizzare un miglioramento continuo, con tutte le componenti coinvolte nel definire le strategie per la didattica, la ricerca e le connessioni col territorio e col sistema produttivo».
Lei ha firmato un accordo con l'Asi e i docenti stanno partecipando alle attività della nuova struttura spaziale che ha già riversato sulle aziende del territorio lavori per 12 milioni di euro. «L'aerospazio», dice il rettore, «per noi è una grande sfida. Siamo pronti a fare la nostra parte proseguendo sulla strada che abbiamo intrapreso grazie ai nostri docenti e ricercatori che da anni fanno ricerca in questo campo».

Il compito della Sdsa sarà quindi quello di inseguire le sonde interplanetarie che vagano nel sistema solare per ricevere da esse preziose informazioni e immagini di mondi lontani e di inviare informazioni e comandi a queste sonde per consentire loro di fare scienza ed ottimizzare le risorse nei lunghissimi viaggi senza ritorno.
Ne vanno orgogliose le due donne al top, Anna Sirica e Maria Del Zompo, ma anche chi tiene in piedi l'orgoglio maschile, Roberto Battiston, presidente dell'Asi, non nasconde la sua soddisfazione «Entriamo con forza nelle reti di telecomunicazioni in spazio profondo in cui si possono raccogliere dati emessi dalle grandi missioni ma anche telecomandare i satelliti che stanno esplorando il sistema solare. Possiamo così far parte del ristretto cerchio dei centri in grado di comunicare e recuperare i dati di tali missioni. In questo modo il nostro Paese sarà sempre più coinvolto negli eventi interplanetari in corso e futuri».
A conferma di ciò il 9 maggio è stato firmato un accordo tra l'Asi e l'amministratore associato della Nasa, William H. Gerstenmaier, che sancisce «il supporto alle missioni Nasa, compresa l'acquisizione dei dati di tracciamento e telemetria delle sonde interplanetarie, nonché la validazione del sistema e le operazioni di missione».
Nuraghi che guardano verso l'universo. Le esplorazioni su Luna, Marte, Giove e Saturno passeranno anche da qui. Già i primi approcci allo spazio profondo sono stati positivi: dalla collaborazione con la missione Cassini su Saturno agli studi sulle onde gravitazionali e al monitoraggio dei rottami spaziali. Se Cassini è stato un successo lo si deve anche al monitoraggio effettuato dalle apparecchiature sarde.
Aggiunge Battiston: «Cassini ci ha inviato spettacolari immagini di un pianeta poco conosciuto. Ma la bellezza di queste immagini ravvicinate degli anelli che circondano Saturno o delle loro ombre proiettate sul pianeta è solo una parte degli eccezionali risultati della missione che ci ha svelato la superficie di un mondo prima ignoto: Titano, con i suoi mari di idrocarburi o Encelado, che si credeva fosse un piccolo satellite ghiacciato e poco importante e che si è invece rivelato, con i suoi geiser di acqua che sono l'evidenza di un mare sotterraneo, un mondo dove potrebbero esserci le condizioni per lo sviluppo di forme di vita».
Ora la fantascientifica apparecchiatura incomincia il suo lavoro più complesso: fungerà come una sorta di Gps per razzi e navicelle fino al confine estremo della nostra galassia. Infatti l'antenna è come un grande orecchio che con i suoi 64 metri quadrati è in grado di captare i segnali fino a 300-400 milioni di chilometri di distanza e inviare comandi per cambiare, ad esempio, la programmazione della missione.
L'appuntamento più vicino è quello di Argomoon, un nano satellite (ha una dimensione di una scatola da scarpe) che volerà nel 2019 a bordo del nuovo lanciatore americano Space Launch System. Ma l'attesa è tutta per il 2020 quando la perforazione del suolo di Marte dovrebbe svelare se, come alcuni scienziati sostengono, tremila anni fa su quel pianeta vi furono forme di vita.

ITALIAOGGI
ITALIAOGGI

L'UNIONE SARDA del 10 maggio 2018
Per il radiotelescopio una missione targata Nasa
San Basilio Raccoglierà i dati delle sonde, Marte osservato speciale

Sezione "Provincia di Cagliari" pag. 24

San Basilio e gli Stati Uniti a braccetto per esplorare l'universo e riuscire a portare, magari nel 2030 (anche se nessuno ha azzardato una data precisa), il primo uomo su Marte. Una missione che non sembra più impossibile e alla quale potrebbe dare un contributo fondamentale il Sardinia radio telescope (Srt) di San Basilio, grazie all'accordo siglato ieri tra l'agenzia spaziale italiana e la Nasa (con la collaborazione della Regione, dell'Università di Cagliari e dell'Ina).
CINQUE CENTRI NEL MONDO Per il momento l'Srt sarà al servizio della Nasa in tutte le attività di comunicazione e raccolta dati delle sonde interplanetarie, con un occhio particolare al pianeta rosso: «Nel 2020 - ha spiegato Roberto Battiston, presidente dell'agenzia spaziale italiana - ci sarà il cosiddetto imbottigliamento marziano: sono cioè previsti diversi lanci alla ricerca, ad esempio, di tracce di vita passata. Un traffico che ha bisogno di arbitraggio e, in questo, l'Srt rivestirà un ruolo fondamentale». Più nel dettaglio: «La Sardegna - ha aggiunto Battiston - da oggi entra in una rete formata da cinque centri in tutto il mondo che si passano le capacità di raccolta e trasmissione dati». Nel complesso l'agenzia spaziale, grazie all'Srt, dedicherà il 20 per cento del tempo di esplorazione per comunicare con i satelliti in orbita.
PIATTFORMA INNOVATIVA «La nostra isola - ha commentato il vicepresidente del consiglio regionale Raffaele Paci - è una piattaforma di innovazione tecnologica. Abbiamo investito oltre 20 milioni di euro in varie fasi sul radio telescopio e investiremo ulteriori risorse nell'aerospazio». All'accordo, siglato ai piedi del grande telescopio, era presente il responsabile della Nasa per l'esplorazione umana, William Gerstenmaier. Ha ringraziato tutti e, rigorosamente in inglese, ha ribadito «l'importanza della comunicazione, di una rete mondiale di cui fa parte la Sardegna, della space community . Sono orgoglioso di vedere anche gli studenti qui, the next generation ». La rettrice Maria Del Zompo, tra gli applausi degli amministratori locali, ha suggerito di lavorare anche sulle ricadute economiche per un territorio povero come il Gerrei: «Si può andare oltre il turismo scientifico - ha detto - cercando di stare vicini alla realtà dei Comuni che ci sono intorno. Potrebbe sorgere ad esempio un museo della scienza interattivo. Si sostenga un progetto del genere, in modo che San Basilio e i Comuni vicini possano essere sempre più orgogliosi di ospitare il radiotelescopio».
Gianni Agus

L'UNIONE SARDA
L'UNIONE SARDA

LA NUOVA SARDEGNA del 10 maggio 2018
L'antenna tutta sarda non vuole solo la luna
Il radiotelescopio seguirà i voli verso Marte per Nasa e Asi

di Stefano Ambu

SAN BASILIO Un nuraghe che guarda verso l'universo. Un logo che non è stato scelto a caso: vuole ricordare l'ipotesi delle torri usate come osservatorio delle stelle. Ma vuole sottolineare anche che da ieri in poi per le esplorazioni su Luna, Marte, Giove e Saturno bisognerà tenere conto anche della Sardegna. O meglio della Sdsa (Sardinia deep space antenna) che, attraverso Agenzia spaziale italiana e Nasa, dalle campagne di San Basilio proverà a dare segnali e coordinate per missioni di esplorazione su Marte o di avvicinamento al sole. Non è fantascienza. In realtà quello che dal 2013 era chiamato Srt, Sardinia radio telescope, ha già fatto qualcosa. Ad esempio, nei primi test in "spazio profondo", ha collaborato alla missione Cassini su Saturno. E ha già messo la sua firma sugli ultimi studi delle onde gravitazionali e sul monitoraggio dei rottami spaziali. Ma ora c'è il salto di qualità con il Sardinia radio telescope che entra nel Deep Space Network con il nome di Sardinia Deep Space Antenna. Primi appuntamenti: le missioni Argomoon (sulla Luna) ed Exomars, sul pianeta rosso, per rispondere alla domanda che si poneva anche David Bowie: "C'è (stata) vita su Marte?"La targa della cerimonia di inaugurazione è stata scoperta ieri mattina anche da William Gerstenmaier, amministratore associato dell'ente spaziale internazionale. «Le comunicazioni sono fondamentali - ha spiegato il rappresentante della Nasa - per nuove scoperte. Questo è un fantastico punto di partenza. Congratulazioni». Presenti al vernissage anche Inaf, istituto nazionale astrofisica, Regione e Università di Cagliari. «Con Sdsa - ha detto Roberto Battiston, direttore generale dell'Asi - Sardegna, Italia e Europa entrano con forza nelle reti di telecomunicazioni in spazio profondo in cui si possono raccogliere dati emessi dalle grandi missioni interplanetarie, ma anche telecomandare i satelliti che stanno esplorando il sistema solare. L'Asi, insieme alla Nasa, può entrare così nel ristretto cerchio di centri in grado di comunicare e recuperare i dati di queste missioni».Un'impresa supportata anche dai finanziamenti della Regione: 20 milioni di euro per il radiotelescopio compresa l'antenna, più altri dieci milioni per bandi destinati alle aziende dell'aerospazio. «Questi grandi spazi si trasformano in opportunità - ha detto il vicepresidente della Regione, Raffaele Paci - per la scienza e per il territorio: la Sardegna può diventare luogo di ricerca europeo anche grande a due eccellenza come le Università di Cagliari e Sassari. L'isolamento si supera con il network».E si aprono nuove porte. «Si può scommettere da questo luogo - ha detto il rettore dell'Università di Cagliari, Maria Del Zompo - anche sulla divulgazione scientifica e sulla ricaduta che i nostri studi possono avere sul territorio, per essere più vicini ai Comuni di quest'area. Non solo per fare turismo scientifico, ma per realizzare un museo della scienza interattivo a cui l'ateneo e l'Asi possono dare il proprio contributo».

LA NUOVA SARDEGNA
LA NUOVA SARDEGNA

ANSA
Accesa antenna per guida missioni Marte
Inaugurazione a San Basilio: primi obiettivi Luna e Marte

Da oggi si parte. L'antenna che dall'Italia punta verso il cielo per le esplorazioni del futuro su Luna, Marte, Giove si è ufficialmente accesa - anche se in realtà è stata già sperimentata nei mesi scorsi - con l'inaugurazione della Sdsa, Sardinia deep space antenna, a San Basilio, quaranta chilometri da Cagliari.
Si entra ufficialmente in un piccolo club esclusivo coordinato dalla Nasa per le missioni verso le nuove frontiere dello spazio. Ma anche per la tutela e la sicurezza del traffico dei satelliti. La targa per la cerimonia di inaugurazione è stata scoperta questa mattina da Roberto Battiston, direttore generale dell'Agenzia spaziale italiana, e da William Gerstenmaier, amministratore associato della Nasa. Presenti anche Inaf, Istituto nazionale astrofisica, Regione Sardegna e Università di Cagliari.
"Con Sdsa - ha spiegato Battiston - Sardegna, Italia e Europa entrano con forza nelle reti di telecomunicazioni in spazio profondo in cui si possono raccogliere dati emessi dalle grandi missioni interplanetarie, ma anche telecomandare i satelliti che stanno esplorando il sistema solare. La Sardegna si mette al centro di una rete mondiale che ha basi dappertutto, dall'America all'Australia". L'appuntamento più vicino è quello di Argomoon, un nano satellite che volerà nel 2019 a bordo del nuovo lanciatore americano Space launch system.
Ma il programma più ambizioso è quello con potenzialità storico scientifiche di portata epocale: la missione Exomars, che partirà nel 2020, prevede le perforazioni del suolo di Marte per scoprire se prima di tremila anni fa ci fossero forme di vita sul Pianeta rosso. E l'antenna sarda darà il suo contributo con la precisione dei suoi strumenti e con il suo "orecchio" da 64 metri quadrati in grado di cogliere i più piccoli sussurri dello spazio.
Un'impresa supportata anche dai finanziamenti della Regione: 20 mln per il Radiotelescopio compresa l'antenna, più altri 10 per bandi destinati alle aziende dell'aerospazio. Durante la mattinata l'antenna ha ospitato le visite di studenti e ricercatori: tutti in fila con il caschetto giallo a scoprire i segreti della Sdsa.

ANSA
ANSA

CASTEDDUONLINE.IT
San Basilio, nasce una nuova antenna per le missioni interplanetarie e lunari
La grande svolta "spaziale" in Sardegna presentata oggi, soddisfazione di Regione e Università: ecco in cosa consiste

L’esplorazione interplanetaria da oggi passa attraverso la Sardegna. Al  Radiotelescopio di San Basilio è stato inaugurato il Sardinia Deep Space Antenna (SDSA) dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) che offrirà supporto alle missioni nello spazio, dialogando con i satelliti, in un sistema che coinvolge soltanto 5 infrastrutture del genere al mondo: quella di San Basilio è una delle più all’avanguardia.
GIORNATA STORICA PER LA SARDEGNA – “È una giornata molto importante per la Sardegna”, dice il vicepresidente della Regione Raffaele Paci. “Crediamo molto nel settore dell’aerospazio, l’abbiamo sostenuto dal primo momento, abbiamo investito tanto e continuiamo a farlo, e la presenza qui di Asi, Nasa, Esa, Inaf, JPL (Jet Propulsion Laboratory), delle altre Agenzie spaziali, che credono in questa strutturar e nelle sue potenzialità, dimostra che la strada è quella giusta. La Sardegna oggi entra in un network mondiale che, sono sicuro, porterà importanti ricadute economiche, occupazionali e di sviluppo in tutto il territorio”. Un “club esclusivo”, come l’ha definito il presidente dell’ASI Roberto Battiston, che ha spiegato come da oggi in poi il ruolo del Radiotelescopio non sarà più solo quello di osservare e ascoltare l’universo ma anche di interagire con i satelliti lanciati nello spazio per riportare dati anche in funzione di nuove missioni interplanetarie e lunari.
COME FUNZIONA L’SDSA – Il Sardinia Deep Space Antenna condivide con SRT una parte delle dotazioni ma ha un suo equipaggiamento e un centro di controllo specifico per comunicare con i veicoli spaziali. È diventato oggi ufficialmente operativo nell’ambito del Deep Space Network della Nasa, ma fornirà servizi di comunicazione e navigazione anche per le sonde interplanetarie europee. È nato grazie ad accordi tra Asi e Inaf e a uno specifico accordo Asi-Nasa che ne assicura l’utilizzo in una molteplicità di missioni interplanetarie in collaborazione con JPL. Il suo debutto è stato legato alla fase finale della missione della sonda Cassini nel sistema di Saturno, il cui tuffo finale è stato seguito in diretta mondiale proprio attraverso il Radiotelescopio di San Basilio.
LA POLITICA DELLA REGIONE PER IL SETTORE AEROSPAZIO – Per il Radiotelescopio di San Basilio, realizzato dall’Inaf in collaborazione con ASI, Regione, Miur e Università, la Regione ha investito oltre 20 milioni di euro. Ma non solo: per sostenere e far crescere le imprese che operano nell’aerospazio, sono stati investiti oltre 12 milioni di euro. “Bandi che hanno avuto un successo enorme, con domande di finanziamento che hanno superato di molto la dotazione disponibile tanto che abbiamo aggiunto altri soldi per garantire il finanziamento di tutti i progetti idonei. Questo dimostra che è un settore che sta crescendo molto e che, come si vede dai progetti presentati ai bandi, sta riuscendo a passare dalla fase di ricerca pura a quella di ricaduta sul territorio, e questo è un passaggio fondamentale perché è quello che può portare sviluppo e posti di lavoro”, spiega Paci. “Continueremo a lavorare per sostenere l’aerospazio, insieme  all’Universita e all’Inaf, perché la sinergia è fondamentale e ci ha permesso di arrivare all’importante risultato di oggi”.
NELL’ALTA TECNOLOGIA IL FUTURO DELLA SARDEGNA – Il vicepresidente della Regione ricorda poi quanto l’alta tecnologia sia fondamentale, soprattutto in una regione come la Sardegna, per costruire un futuro solido. “Con l’alta tecnologia possiamo superare il gap geografico, che spesso è un limite, trasformandolo in una risorsa. Le caratteristiche della nostra isola e le competenze digitali che possiamo garantire sono ideali per ospitare importanti progetti internazionali: pensiamo ad Aria nella miniera di Seruci o a SarGrav a Lula, pezzi di storia del nostro passato che rivivono grazie all’alta tecnologia. Questa è la strada, e oggi qui a San Basilio riceviamo un riconoscimento mondiale che ci rende molto orgogliosi”,  conclude Paci.

“L’Università di Cagliari è la linfa vitale che sostiene una realtà come questa, di questo sono molto orgogliosa”. Lo ha detto il Rettore, Maria Del Zompo, intervenendo questa mattina a San Basilio all’ufficializzazione dell’ingresso del Sardinia Radio Telescope nel Deep Space Network con il nome di Sardinia Deep Space Antenna, alla presenza dei rappresentanti dell’Agenzia Spaziale Italiana, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e dell’Agenzia europea per l’Aerospazio: “Qui lavorano numeri nostri ricercatori di fisica e di astrofisica – ha continuato la prof.ssa – Oggi ci sono anche i nostri studenti: il fatto che ci siano colleghi di questi settori che fanno ricerca di eccellenza a Cagliari permette ai nostri ragazzi, ai nostri dottori di ricerca, ai nostri ricercatori di completare il gruppo che lavora qui”. All’iniziativa hanno preso parte 50 studenti dei corsi di laurea di Fisica, Ingegneria elettrica ed elettronica, Ingegneria meccanica dell’Ateneo cagliaritano, con Micaela Morelli, Prorettore alla Ricerca scientifica, Massimo Vanzi, delegato dell’Ateneo per l’aerospazio, e Maria Giovanna Mura, ricercatrice di Elettronica.
“Ricerca, cultura e conoscenza sono la base dello sviluppo – ha proseguito il Magnifico – Si può scommettere da questo luogo anche sulla divulgazione scientifica e sulla ricaduta che i nostri studi possono avere sul territorio, per essere più vicini ai comuni che vivono qui intorno. Non solo per fare turismo scientifico, ma per realizzare un museo della scienza interattivo a cui l’Ateneo e l’ASI possono dare il proprio contributo”.

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A San Basilio una nuova antenna per le missioni interplanetarie e lunari

L’esplorazione interplanetaria da oggi passa attraverso la Sardegna. Al Radiotelescopio di San Basilio è stato inaugurato il Sardinia Deep Space Antenna (SDSA) dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) che offrirà supporto alle missioni nello spazio, dialogando con i satelliti, in un sistema che coinvolge soltanto 5 infrastrutture del genere al mondo: quella di San Basilio è una delle più all’avanguardia.
GIORNATA STORICA PER LA SARDEGNA – “È una giornata molto importante per la Sardegna”, dice il vicepresidente della Regione Raffaele Paci. “Crediamo molto nel settore dell’aerospazio, l’abbiamo sostenuto dal primo momento, abbiamo investito tanto e continuiamo a farlo, e la presenza qui di Asi, Nasa, Esa, Inaf, JPL (Jet Propulsion Laboratory), delle altre Agenzie spaziali, che credono in questa strutturar e nelle sue potenzialità, dimostra che la strada è quella giusta. La Sardegna oggi entra in un network mondiale che, sono sicuro, porterà importanti ricadute economiche, occupazionali e di sviluppo in tutto il territorio”. Un “club esclusivo”, come l’ha definito il presidente dell’ASI Roberto Battiston, che ha spiegato come da oggi in poi il ruolo del Radiotelescopio non sarà più solo quello di osservare e ascoltare l’universo ma anche di interagire con i satelliti lanciati nello spazio per riportare dati anche in funzione di nuove missioni interplanetarie e lunari.
COME FUNZIONA L’SDSA – Il Sardinia Deep Space Antenna condivide con SRT una parte delle dotazioni ma ha un suo equipaggiamento e un centro di controllo specifico per comunicare con i veicoli spaziali. È diventato oggi ufficialmente operativo nell’ambito del Deep Space Network della Nasa, ma fornirà servizi di comunicazione e navigazione anche per le sonde interplanetarie europee. È nato grazie ad accordi tra Asi e Inaf e a uno specifico accordo Asi-Nasa che ne assicura l’utilizzo in una molteplicità di missioni interplanetarie in collaborazione con JPL. Il suo debutto è stato legato alla fase finale della missione della sonda Cassini nel sistema di Saturno, il cui tuffo finale è stato seguito in diretta mondiale proprio attraverso il Radiotelescopio di San Basilio.
LA POLITICA DELLA REGIONE PER IL SETTORE AEROSPAZIO – Per il Radiotelescopio di San Basilio, realizzato dall’Inaf in collaborazione con ASI, Regione, Miur e Università, la Regione ha investito oltre 20 milioni di euro. Ma non solo: per sostenere e far crescere le imprese che operano nell’aerospazio, sono stati investiti oltre 12 milioni di euro. “Bandi che hanno avuto un successo enorme, con domande di finanziamento che hanno superato di molto la dotazione disponibile tanto che abbiamo aggiunto altri soldi per garantire il finanziamento di tutti i progetti idonei. Questo dimostra che è un settore che sta crescendo molto e che, come si vede dai progetti presentati ai bandi, sta riuscendo a passare dalla fase di ricerca pura a quella di ricaduta sul territorio, e questo è un passaggio fondamentale perché è quello che può portare sviluppo e posti di lavoro”, spiega Paci. “Continueremo a lavorare per sostenere l’aerospazio, insieme all’Universita e all’Inaf, perché la sinergia è fondamentale e ci ha permesso di arrivare all’importante risultato di oggi”.
NELL’ALTA TECNOLOGIA IL FUTURO DELLA SARDEGNA – Il vicepresidente della Regione ricorda poi quanto l’alta tecnologia sia fondamentale, soprattutto in una regione come la Sardegna, per costruire un futuro solido. “Con l’alta tecnologia possiamo superare il gap geografico, che spesso è un limite, trasformandolo in una risorsa. Le caratteristiche della nostra isola e le competenze digitali che possiamo garantire sono ideali per ospitare importanti progetti internazionali: pensiamo ad Aria nella miniera di Seruci o a SarGrav a Lula, pezzi di storia del nostro passato che rivivono grazie all’alta tecnologia. Questa è la strada, e oggi qui a San Basilio riceviamo un riconoscimento mondiale che ci rende molto orgogliosi”, conclude Paci.

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A San Basilio una nuova antenna per le missioni interplanetarie
Paci: "Un grande traguardo per la Sardegna"

L’esplorazione interplanetaria da oggi passerà anche attraverso la Sardegna. Al Radiotelescopio di San Basilio è stato inaugurato il Sardinia Deep Space Antenna (SDSA) dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) che offrirà supporto alle missioni nello spazio, dialogando con i satelliti, in un sistema che coinvolge soltanto 5 infrastrutture del genere al mondo: quella di San Basilio è una delle più all’avanguardia.
“È una giornata molto importante per la Sardegna – dichiara il vicepresidente della Regione Raffaele Paci –. Crediamo molto nel settore dell’aerospazio, l’abbiamo sostenuto dal primo momento, abbiamo investito tanto e continuiamo a farlo, e la presenza qui di Asi, Nasa, Esa, Inaf, JPL (Jet Propulsion Laboratory), delle altre Agenzie spaziali, che credono in questa strutturar e nelle sue potenzialità, dimostra che la strada è quella giusta. La Sardegna oggi entra in un network mondiale che, sono sicuro, porterà importanti ricadute economiche, occupazionali e di sviluppo in tutto il territorio”. Un “club esclusivo”, come l’ha definito il presidente dell’ASI Roberto Battiston, che ha spiegato come da oggi in poi il ruolo del Radiotelescopio non sarà più solo quello di osservare e ascoltare l’universo ma anche di interagire con i satelliti lanciati nello spazio per riportare dati anche in funzione di nuove missioni interplanetarie e lunari.
L’SDSA, oltre a condividere con SRT una parte delle dotazioni, ha un suo equipaggiamento e un centro di controllo specifico per comunicare con i veicoli spaziali. A partire da oggi sarà ufficialmente operativo nell’ambito del Deep Space Network della Nasa, fornendo servizi di comunicazione e navigazione anche alle sonde interplanetarie europee.
Il sistema è nato grazie ad accordi tra Asi e Inaf e a uno specifico accordo Asi-Nasa che lo utilizzerà in numerose missioni interplanetarie in collaborazione con JPL. Il suo debutto avviene nella fase finale della missione della sonda Cassini nel sistema di Saturno, il cui tuffo finale è stato seguito in diretta mondiale proprio attraverso il Radiotelescopio di San Basilio.
Il Radiotelescopio di San Basilio è stato realizzato dall’Inaf in collaborazione con ASI, Regione, Miur e Università. Per questa straordinaria opera la Regione ha investito oltre 20 milioni di euro. In più, per sostenere e far crescere le imprese che operano nell’aerospazio, sono stati investiti oltre 12 milioni di euro. “Bandi che hanno avuto un successo enorme – spiega Paci –, con domande di finanziamento che hanno superato di molto la dotazione disponibile tanto che abbiamo aggiunto altri soldi per garantire il finanziamento di tutti i progetti idonei. Questo dimostra che è un settore che sta crescendo molto e che, come si vede dai progetti presentati ai bandi, sta riuscendo a passare dalla fase di ricerca pura a quella di ricaduta sul territorio, e questo è un passaggio fondamentale perché è quello che può portare sviluppo e posti di lavoro. Continueremo a lavorare per sostenere l’aerospazio, insieme all’Universita e all’Inaf, perché la sinergia è fondamentale e ci ha permesso di arrivare all’importante risultato di oggi”.
Il vicepresidente della Regione ricorda poi ancora: “Con l’alta tecnologia possiamo superare il gap geografico, che spesso è un limite, trasformandolo in una risorsa. Le caratteristiche della nostra isola e le competenze digitali che possiamo garantire sono ideali per ospitare importanti progetti internazionali: pensiamo ad Aria nella miniera di Seruci o a SarGrav a Lula, pezzi di storia del nostro passato che rivivono grazie all’alta tecnologia. Questa è la strada, e oggi qui a San Basilio riceviamo un riconoscimento mondiale che ci rende molto orgogliosi”.

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LA PROVINCIA DEL SULCIS INGLESIENTE
A San Basilio una nuova antenna per le missioni interplanetarie e lunari.

L’esplorazione interplanetaria da oggi passa attraverso la Sardegna. Al Radiotelescopio di San Basilio è stato inaugurato il Sardinia Deep Space Antenna (SDSA) dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) che offrirà supporto alle missioni nello spazio, dialogando con i satelliti, in un sistema che coinvolge soltanto 5 infrastrutture del genere al mondo: quella di San Basilio è una delle più all’avanguardia.
«È una giornata molto importante per la Sardegna – dice il vicepresidente della Regione Raffaele Paci -. Crediamo molto nel settore dell’aerospazio, l’abbiamo sostenuto dal primo momento, abbiamo investito tanto e continuiamo a farlo, e la presenza qui di Asi, Nasa, Esa, Inaf, JPL (Jet Propulsion Laboratory), delle altre Agenzie spaziali, che credono in questa strutturar e nelle sue potenzialità, dimostra che la strada è quella giusta. La Sardegna oggi entra in un network mondiale che, sono sicuro, porterà importanti ricadute economiche, occupazionali e di sviluppo in tutto il territorio.»
Un “club esclusivo”, come l’ha definito il presidente dell’ASI Roberto Battiston, che ha spiegato come da oggi in poi il ruolo del Radiotelescopio non sarà più solo quello di osservare e ascoltare l’universo ma anche di interagire con i satelliti lanciati nello spazio per riportare dati anche in funzione di nuove missioni interplanetarie e lunari.
Il Sardinia Deep Space Antenna condivide con SRT una parte delle dotazioni ma ha un suo equipaggiamento e un centro di controllo specifico per comunicare con i veicoli spaziali. È diventato oggi ufficialmente operativo nell’ambito del Deep Space Network della Nasa, ma fornirà servizi di comunicazione e navigazione anche per le sonde interplanetarie europee. È nato grazie ad accordi tra Asi e Inaf e a uno specifico accordo Asi-Nasa che ne assicura l’utilizzo in una molteplicità di missioni interplanetarie in collaborazione con JPL. Il suo debutto è stato legato alla fase finale della missione della sonda Cassini nel sistema di Saturno, il cui tuffo finale è stato seguito in diretta mondiale proprio attraverso il Radiotelescopio di San Basilio.
Per il Radiotelescopio di San Basilio, realizzato dall’Inaf in collaborazione con ASI, Regione, Miur e Università, la Regione ha investito oltre 20 milioni di euro. Ma non solo: per sostenere e far crescere le imprese che operano nell’aerospazio, sono stati investiti oltre 12 milioni di euro. «Bandi che hanno avuto un successo enorme, con domande di finanziamento che hanno superato di molto la dotazione disponibile tanto che abbiamo aggiunto altri soldi per garantire il finanziamento di tutti i progetti idonei. Questo dimostra che è un settore che sta crescendo molto e che, come si vede dai progetti presentati ai bandi, sta riuscendo a passare dalla fase di ricerca pura a quella di ricaduta sul territorio, e questo è un passaggio fondamentale perché è quello che può portare sviluppo e posti di lavoro – spiega Raffaele Paci –. Continueremo a lavorare per sostenere l’aerospazio, insieme all’Universita e all’Inaf, perché la sinergia è fondamentale e ci ha permesso di arrivare all’importante risultato di oggi».
Il vicepresidente della Regione ricorda poi quanto l’alta tecnologia sia fondamentale, soprattutto in una regione come la Sardegna, per costruire un futuro solido. «Con l’alta tecnologia possiamo superare il gap geografico, che spesso è un limite, trasformandolo in una risorsa. Le caratteristiche della nostra isola e le competenze digitali che possiamo garantire sono ideali per ospitare importanti progetti internazionali: pensiamo ad Aria nella miniera di Seruci o a SarGrav a Lula, pezzi di storia del nostro passato che rivivono grazie all’alta tecnologia. Questa è la strada, e oggi qui a San Basilio riceviamo un riconoscimento mondiale che ci rende molto orgogliosi», conclude Raffaele Paci.

LA PROVINCIA DEL SULCIS INGLESIENTE
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ROMA DAILY NEWS
Sdsa dalla Sardegna verso lo spazio profondo

E’ operativa da oggi la Sardinia deep space antenna (Sdsa), collegata al più grande radiotelescopio di Europa, il Sardinia Radio Telescope, costruito nel 2006 a San Basilio (Cagliari). Si prepara a seguire la missioni Exomars 2020 della Agenzia Spaziale Europea e dalla agenzia russa Roscosmos, diretta verso Marte, la cui data del lancio è stata  spostata al luglio 2020.
E’ pronta a seguire le future missioni interplanetarie, anche quelle sulla Luna e a monitorare i movimenti dei detriti spaziali, nonché la sicurezza del traffico dei satelliti.
E, da  oggi,  entra a far  di un ristretto sistema, il “ Deep Space Network “ coordinato dalla Nasa, del quale fanno parte altre cinque infrastrutture (grandi antenne), di  cui Sdsa è tra le più innovative, per le missioni verso le nuove frontiere dello spazio.
“Un lavoro importante – ha commentato Roberto Battiston presidente dell’ASI, che proprio oggi è stato riconfermato per altri quattro anni come  presidente dell’ente.
“Con Sdsa, Sardegna, Italia e Europa – ha detto  –  entrano con forza nelle reti di telecomunicazioni in spazio profondo in cui si possono raccogliere dati emessi dalle grandi missioni interplanetarie, ma anche telecomandare i satelliti che stanno esplorando il sistema solare. La Sardegna si mette al centro di una rete mondiale che ha basi dappertutto, dall’America all’Australia”.
L’antenna è come un grande orecchio che, con i suoi 64 metri quadrati, è  in grado di captare i segnali a 300-400 milioni di chilometri di distanza, ma non solo, in prospettiva, renderà possibile l’invio, da Terra, di comandi per cambiare, ad esempio, la programmazione della missione. E, tra le più ambiziose, Sdsa è destinata a seguire la missione ExoMars 2020 che prevede  perforazioni del suolo marziano e la ricerca di qualche forma di vita.
Il Radiotelescopio di San Basilio, è realizzato dall’Inaf in collaborazione con ASI, Regione, Miur e Università.
La Regione Sardegna  ha investito oltre 20 milioni di euro, ed altri 12 per sostenere e far crescere le imprese che operano nell’aerospazio.
Il Sardinia Deep Space Antenna, condivide con Sardinia Radio Telescope una parte delle dotazioni, ma ha un suo equipaggiamento e un centro di controllo specifico per comunicare con i veicoli spaziali.
Rita Lena

ROMA DAILY NEWS
ROMA DAILY NEWS

ALGHERONEWS.IT
Nuova antenna interplanetaria

SAN BASILIO – L’esplorazione interplanetaria da oggi passa attraverso la Sardegna. Al Radiotelescopio di San Basilio è stato inaugurato il Sardinia Deep Space Antenna (Sdsa) dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) che offrirà supporto alle missioni nello spazio, dialogando con i satelliti, in un sistema che coinvolge soltanto 5 infrastrutture del genere al mondo: quella di San Basilio è una delle più all’avanguardia.
“È una giornata molto importante per la Sardegna”, dice il vicepresidente della Regione Raffaele Paci. “Crediamo molto nel settore dell’aerospazio, l’abbiamo sostenuto dal primo momento, abbiamo investito tanto e continuiamo a farlo, e la presenza qui di Asi, Nasa, Esa, Inaf, JPL (Jet Propulsion Laboratory), delle altre Agenzie spaziali, che credono in questa strutturar e nelle sue potenzialità, dimostra che lSana strada è quella giusta. La Sardegna oggi entra in un network mondiale che, sono sicuro, porterà importanti ricadute economiche, occupazionali e di sviluppo in tutto il territorio”. Un “club esclusivo”, come l’ha definito il presidente dell’ASI Roberto Battiston, che ha spiegato come da oggi in poi il ruolo del Radiotelescopio non sarà più solo quello di osservare e ascoltare l’universo ma anche di interagire con i satelliti lanciati nello spazio per riportare dati anche in funzione di nuove missioni interplanetarie e lunari.
Il Sardinia Deep Space Antenna condivide con SRT una parte delle dotazioni ma ha un suo equipaggiamento e un centro di controllo specifico per comunicare con i veicoli spaziali. È diventato oggi ufficialmente operativo nell’ambito del Deep Space Network della Nasa, ma fornirà servizi di comunicazione e navigazione anche per le sonde interplanetarie europee. È nato grazie ad accordi tra Asi e Inaf e a uno specifico accordo Asi-Nasa che ne assicura l’utilizzo in una molteplicità di missioni interplanetarie in collaborazione con JPL. Il suo debutto è stato legato alla fase finale della missione della sonda Cassini nel sistema di Saturno, il cui tuffo finale è stato seguito in diretta mondiale proprio attraverso il Radiotelescopio di San Basilio.
Per il Radiotelescopio di San Basilio, realizzato dall’Inaf in collaborazione con ASI, Regione, Miur e Università, la Regione ha investito oltre 20 milioni di euro. Ma non solo: per sostenere e far crescere le imprese che operano nell’aerospazio, sono stati investiti oltre 12 milioni di euro. “Bandi che hanno avuto un successo enorme, con domande di finanziamento che hanno superato di molto la dotazione disponibile tanto che abbiamo aggiunto altri soldi per garantire il finanziamento di tutti i progetti idonei. Questo dimostra che è un settore che sta crescendo molto e che, come si vede dai progetti presentati ai bandi, sta riuscendo a passare dalla fase di ricerca pura a quella di ricaduta sul territorio, e questo è un passaggio fondamentale perché è quello che può portare sviluppo e posti di lavoro”, spiega Paci. “Continueremo a lavorare per sostenere l’aerospazio, insieme all’Universita e all’Inaf, perché la sinergia è fondamentale e ci ha permesso di arrivare all’importante risultato di oggi”.
Il vicepresidente della Regione ricorda poi quanto l’alta tecnologia sia fondamentale, soprattutto in una regione come la Sardegna, per costruire un futuro solido. “Con l’alta tecnologia possiamo superare il gap geografico, che spesso è un limite, trasformandolo in una risorsa. Le caratteristiche della nostra isola e le competenze digitali che possiamo garantire sono ideali per ospitare importanti progetti internazionali: pensiamo ad Aria nella miniera di Seruci o a SarGrav a Lula, pezzi di storia del nostro passato che rivivono grazie all’alta tecnologia. Questa è la strada, e oggi qui a San Basilio riceviamo un riconoscimento mondiale che ci rende molto orgogliosi”, conclude Paci.
Nella foto l’inaugurazione dell’antenna

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