La tavola rotonda di alto profilo in Rettorato, organizzata con la Guardia di Finanza, ha approfondito tutti gli aspetti del problema. L’invito del PM Marco Cocco a spezzare la “consegna del silenzio”. L’impegno corale delle istituzioni: la formazione e la sensibilizzazione culturale non sono più rinviabili. Resoconto, VIDEO, GALLERIA FOTOGRAFICA e RASSEGNA STAMPA con i servizi andati in onda nei TG
04 May 2018
L'Aula magna del Rettorato durante il convegno

L'Ateneo ha chiamato a raccolta le istituzioni: "L'attività dell'Università di Cagliari su questo tema è uno strumento potente e indispensabile nella lotta ai fenomeni corruttivi". Così Antonietta Bussi (Corte dei Conti)

di Sergio Nuvoli – evento seguito in diretta facebook

Cagliari, 3 maggio 2018 – “Un'attività di formazione e di sensibilizzazione culturale, come quella condotta dall'Università di Cagliari, è uno strumento potente e indispensabile nella lotta ai fenomeni corruttivi”: lo ha detto Antonietta Bussi, Procuratore regionale per la Sardegna della Corte dei Conti, nel suo intervento al convegno "Corruzione. Antitesi della società civile", oggi nell'Aula Magna del Rettorato. Concetti espressi poco prima anche dal Generale Bruno Bartoloni, Comandante Regionale Sardegna della Guardia di Finanza, che con l’Ateneo ha organizzato l’iniziativa. Ringraziando l’Università di Cagliari, il Generale ha aggiunto che “oggi abbiamo l'opportunità di parlare di anticorruzione attraverso un approccio scientifico e accademico".

Antonietta Bussi, Procuratore regionale per la Sardegna della Corte dei Conti
Antonietta Bussi, Procuratore regionale per la Sardegna della Corte dei Conti
Guarda l'intervento del Rettore Maria Del Zompo

Aldo Accardo: "Un argomento troppo spesso trattato in modo strumentale e superficiale. Servono approfondimenti scientifici accurati e profondi"

Premesse mantenute anche nei successivi interventi, come quello di Aldo Accardo, docente di Storia contemporanea, che ha sottolineato che “l'obiettivo dell’incontro è approfondire e affrontare in modo degno un tema che, nonostante sia tanto sentito, è spesso trattato in modo superficiale e strumentale”.

“L'Università di Cagliari ha dato e sta dando grande importanza ai temi dell'etica e del contrasto alla corruzione – ha rimarcato il Rettore Maria Del Zompo introducendo la mattinata -  Grazie al percorso-concorso UniCa per l’Etica sono stati coinvolti ben 142 studenti appartenenti a ben 46 corsi di laurea, che hanno seguito quattro seminari tematici e ora sono impegnati nella realizzazione di video”.

“In un contesto caratterizzato da una profonda crisi economica – ha aggiunto la dottoressa Bussi - anche la lotta al malaffare entra nel novero delle misure indispensabili per assicurare il benessere dei cittadini”.

L'intervento del Rettore al convegno
L'intervento del Rettore al convegno
GUARDA IL SERVIZIO DI CHIARA ZAMMITTI ANDATO IN ONDA NELL'EDIZIONE DELLE 14 DEL 3 MAGGIO 2018

Marco Cocco (Procura della Repubblica): "C’è un problema di contagio del tessuto sociale generato dalla corruzione, che si estende di norma ad interi uffici e ad interi apparati"

Oltre al Procuratore della Corte dei Conti, nel concreto è entrato Marco Cocco, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari: “Il problema è l’emersione della notizia di reato – ha spiegato - C’è un problema di contagio del tessuto sociale generato dalla corruzione, che si estende di norma ad interi uffici e ad interi apparati. È un sistema che ha le sue regole immutabili e anche tendenzialmente rispettate. Le regole legali sono usate come schermo e per far lievitare i prezzi. C’è poi la norma più importante del controsistema: la consegna del silenzio”.

Contestando un recente editoriale di Angelo Panebianco sul “Corriere della Sera”, il magistrato si è rivolto alla platea ponendo alcune domande: “È vero che corruzione percepita e corruzione accertata non coincidono. Ma come mai questi casi approdano così raramente nelle aule di Tribunale? C’è una quota nascosta che non ci arriverà mai? Quella scoperta è una minima parte di quella reale. Il contrasto alla corruzione è essenziale. Il bisogno di reagire deriva da ragioni etiche ed economiche: l’attività di contrasto non può essere affidata solo ad attività penali, anche se la funzione repressiva è irrinunciabile, per ragioni di equità, nel pieno rispetto dell’art. 3 della nostra Costituzione”.

L'intervento del Sostituto Procuratore della Repubblica Marco Cocco
L'intervento del Sostituto Procuratore della Repubblica Marco Cocco
GUARDA IL SERVIZIO DI CHIARA ZAMMITTI ANDATO IN ONDA NELL'EDIZIONE DELLE 19.35 DEL 3 MAGGIO 2018

Anche per questo “la selezione della classe dirigente è uno dei problemi più gravi del Paese”, come ha rimarcato poco prima il professor Accardo nel suo intervento: “La lotta alla corruzione riguarda la scuola, ma non soltanto – ha spiegato indicando un programma impegnativo per il futuro - Abbiamo bisogno di comprendere bene che il nostro obiettivo deve essere sensato e realistico: non può essere quello di estirpare la corruzione, ma di contrastarla nei modi più efficaci e utili. È certamente un terreno di ricerca, non la possiamo contrastare solo con i buoni propositi del politico inetto”.

in Aula magna questa mattina ad ascoltare le relazioni anche gli studenti di una classe dell'Istituto Tecnico Buccari-Marconi, accompagnati dal Preside Giancarlo Della Corte e dal vicepreside Giampiero Farru.

L'intervento del prof. Aldo Accardo
L'intervento del prof. Aldo Accardo

Il Rettore Del Zompo: "Ognuno di noi nasce in un certo modo, ma l'ambiente in cui viviamo può fortemente condizionare il nostro comportamento"

E della ricerca sul tema hanno parlato Francesca Maria Crasta, docente di Storia della Filosofia, e la stessa professoressa Del Zompo, che ha rimesso i panni della neuroscienziata: “In filosofia il concetto di corruzione è spesso legato a quello di perdita irreparabile”, ha evidenziato la prof.ssa Crasta, mentre il Rettore ha fatto notare che “ognuno di noi nasce in un certo modo, che ci condiziona in quello che facciamo. Ma tutto quello che accade intorno a noi fin dalla nascita può modificare la reazione dei nostri geni: l’ambiente può fortemente condizionare il nostro comportamento”.

La prof.ssa Crasta durante il suo intervento
La prof.ssa Crasta durante il suo intervento

Il Generale Bruno Bartoloni: "La corruzione non è un problema esclusivo della Pubblica amministrazione o del mondo politico, ma della società che li esprime"

“La coscienza morale autentica è ciò che ci permette di distinguere il bene morale dal male morale": ha dettagliato Francesco Maceri, Preside della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, nel suo intervento. Restano - su tutti - gli avvertimenti del Generale Bartoloni, che dopo aver richiamato il rischio che la lotta alla corruzione sia soltanto un adempimento burocratico, ha aggiunto che “il reato di corruzione è una relazione patologica tra individui, un comportamento socialmente disdicevole, che coinvolge ogni ambito della nostra società", per poi chiudere dicendo che “la corruzione non è un problema esclusivo della Pubblica amministrazione o del mondo politico, ma della società che li esprime”.

Il Preside della Facoltà Teologica della Sardegna, Francesco Maceri, è intervenuto al convegno
Il Preside della Facoltà Teologica della Sardegna, Francesco Maceri, è intervenuto al convegno
Guarda l'intervento conclusivo del Rettore Maria Del Zompo

RASSEGNA STAMPA

L'UNIONE SARDA  del 4 maggio 2018
«Il malaffare? Colpa dei pm»
Il dibattito sulla legalità. Il Procuratore della Corte di Conti: così la mafia ne approfitta
Il magistrato Marco Cocco e la provocazione sulla corruzione

"Cronaca di Cagliari" pag. 19

«A leggere certi autorevoli commentatori il problema della corruzione percepita in Italia, cioè non accertata con sentenze passate in giudicato, è una grande bugia creata dal circo mediatico-giudiziario nato nel periodo di tangentopoli. Allora la soluzione è semplice: per risolvere il falso problema basta sopprimere i pm o impedire loro di occuparsene. Poi però vai a vedere qual è il paese dove questa percezione è più diffusa e scopri che è la Somalia, dove evidentemente il circo in questione è particolarmente attivo». La provocazione del sostituto procuratore di Cagliari Marco Cocco, che cita un recente e controverso editoriale di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera, strappa qualche amaro sorriso tra la platea del convegno organizzato dall'Università di Cagliari su un tema attualissimo e perennemente al centro del dibattito politico.
IL DIBATTITO “Corruzione, antitesi della coscienza civile”, questo il titolo del seminario coordinato dalla rettrice Maria Del Zompo che ieri mattina ha visto confrontarsi nell'Aula magna dell'Ateneo cagliaritano esperti di varie discipline. Un approccio storico, culturale, tecnico e persino religioso (tra gli ospiti c'era anche il preside dell'Università pontificia della Sardegna Francesco Maceri) che ha acceso i riflettori su un fenomeno noto sin dall'antichità presente in ogni comunità umana e in ogni epoca storica. Con una differenza: in società complesse come la nostra, dove la burocrazia e le leggi forniscono schermi formali, secondo la docente di storia e filosofia Francesca Crasta, «la corruzione ha assunto un carattere camaleontico e profondamente ambiguo, è diventata liquida ed espansa tanto che si può parlare di banalità della corruzione». Per l'esperta esiste cioè «una vera e propria cultura della corruzione che si oppone a quella della legalità minando il patto sociale», cultura che si può «cercare di contenere soltanto con la formazione e l'educazione civica».
LA REPRESSIONE Il che naturalmente non significa che la repressione debba passare in secondo piano. «Il contrasto penale alla corruzione è essenziale per ragioni etiche ed economiche - sono state le parole di Cocco -, la repressione non è tutta la risposta ma ne è una parte fondamentale. La gestione illegale del bene pubblico ha ormai carattere di sistema e si regge sulla consegna del silenzio. Tacciono anche le vittime, come l'imprenditore escluso che teme di essere tagliato fuori da futuri appalti». Un sistema che rispetto al periodo di tangentopoli si è decisamente evoluto perché oggi «la mazzetta non viene consegnata a mano, ma pagata con transazioni estero su estero, mascherata attraverso incarichi di consulenza o sostituita da favori sessuali o posti di lavoro». Che fare dunque? Per il pm cagliaritano sarebbe utile «favorire la dissociazione rendendola conveniente, tutelare il denunciante dalle ritorsioni, magari garantendogli l'impunità. Ma anche prestare attenzione a reati spia come i falsi o gli abusi d'ufficio del pubblici funzionari».
CANCRO DIFFUSO Dal canto suo il generale Bruno Bartoloni, comandante regionale della Guardia di Finanza, ha sottolineato come la corruzione sia «un fenomeno sommerso difficile da stimare che non riguarda solo la politica e la pubblica amministrazione ma tutta la società». Senza considerare che «il malaffare e in generale la cattiva amministrazione della cosa pubblica» - così la procuratrice regionale della Corte dei Conti Antonietta Bussi - rappresentano un terreno fertile per criminalità organizzata e mafia». Per Aldo Accardo, docente di storia moderna, la medicina è soprattutto politica, anche se c'è il rischio che «la lotta alla corruzione diventi strumentale ed essa stessa corrotta» e «non può essere affidata a politici inetti che si dicono onesti». Ogni riferimento all'attuale situazione politica italiana è puramente voluto.
Massimo Ledda

L'UNIONE SARDA
L'UNIONE SARDA

VIDEOLINA Servizio TG
Lotta alla corruzione, alleanza tra Università di Cagliari e fiamme gialle
Edizione del 03-05-2018 ore 14:00

La lotta alla corruzione attraverso la prevenzione e con gli strumenti del diritto. Se ne è parlato al convegno dal titolo “Corruzione, antitesi della coscienza civile”, promosso in Rettorato a Cagliari da Università e Comando Regionale della Guardia di Finanza. Il servizio è di Stefania De Michele. Gli intervistati sono: BRUNO BARTOLONI COMANDANTE REGIONALE SARDEGNA – GUARDIA DI FINANZA; MARIA DEL ZOMPO RETTORE UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

Servizio del TG di Videolina, andato in onda ieri alle 14
Servizio del TG di Videolina, andato in onda ieri alle 14

ANSA
Lotta corruzione, serve scossa coscienze
Misure contrastato passano anche da formazione giovani studenti

Bustarelle, tangenti e mazzette: di corruzione, non con questi termini, ne parlava anche Aristotele, ma dalla filosofia antica a 'Mani pulite' le cose non sono cambiate molto. Un tema trattato dal punto di vista storico culturale e religioso. Ma anche da prospettive più "pratiche", quelle della Procura, della Guardia di finanza e della Corte dei conti. Sono stati gli argomenti sviscerati nel corso di un convegno organizzato dall'Università di Cagliari dal titolo "Corruzione, antitesi della coscienza civile".
Marco Cocco, sostituto procuratore di Cagliari, ha aperto il suo intervento con due domande: "Perché i casi di corruzione approdano raramente in tribunale? C'è una cifra oscura che non arriva mai in tribunale? Il contrasto alla corruzione è essenziale: lo dicono ragioni etiche ed economiche - ha chiarito il magistrato - Con l'accordo corruttivo, i protagonisti stringono un patto di acciaio. La gestione illegale del bene pubblico ha carattere di sistema: interi apparati vengono coinvolti. È un sistema che ha delle regole che vengono rispettate con la consegna del silenzio: riguarda i protagonisti ma anche le vittime, ad esempio l'imprenditore, scoraggiato alla denuncia per la paura di essere magari tagliato fuori da futuri appalti". La tangente? "Inafferrabile - ha ammesso Cocco - la mazzetta ora non viene consegnata a mano, le strade sono difficilmente reperibili, mascherate anche da incarichi di consulenza. Altre utilità che sostituiscono la vecchia mazzetta? Favori sessuali o posti di lavoro".
Da qui i suggerimenti del magistrato per i possibili rimedi. "Favorire la dissociazione e tutelare il denunciante dalle possibile ritorsioni, quindi promuovere le indagini sui reati spia", ha spiegato. La Corte dei conti ha evidenziato i riflessi economici. "Imprese sane e nuove attività rischiano di essere tagliate fuori - ha detto Antonietta Bussi, procuratrice regionale per la Sardegna - Ma pensiamo anche al mobbing subito da chi non ci sta". La Guardia di Finanza è in prima linea nella battaglia. "La corruzione non è un profilo esclusivo della pubblica amministrazione o della politica, ma della società", ha sottolineato Bruno Bartoloni, comandante regionale della Fiamme gialle.
Un approccio "scientifico" che non va molto lontano da quello indicato dalla rettrice Maria Del Zompo. "Ognuno di noi - ha detto introducendo i lavori - nasce in un certo modo, che ci condiziona. Ma tutto quello che accade intorno a noi fin dalla nascita può modificare la reazione dei nostri geni: l'ambiente può fortemente condizionare il nostro comportamento". L'ateneo del capoluogo ha messo al centro il tema etico dell'anticorruzione grazie a un ciclo di seminari che ha coinvolto 143 studenti appartenenti a diversi corsi di laurea.
Il preside della Facoltà pontificia della Sardegna Francesco Maceri ha ammonito: "Attenzione al buonismo, corruzione della bontà sottrae il male alla vista non lo corregge e non lo ferma". Una possibile strada da percorrere? "Contro la corruzione sono importanti i processi di formazione permanente anche con il contributo dell'Università", ha argomentato Francesco Carta, ordinario di storia della filosofia.

ANSA
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ANSA
Da Guccini a Ferretti, testi in Teologia
Sdoganati dalla Chiesa per descrivere la società in movimento

Dai testi dei Cccp su punk, islam e piani quinquennali a un pensiero che fa testo anche per chi insegna teologia. È successo a Cagliari: quando durante un convegno organizzato dall'Università si è trattato di dare una definizione di corruzione, le parole prese in prestito dal preside della facoltà teologica della Sardegna Francesco Maceri sono state proprio quelle di Giovanni Lindo Ferretti, storico leader della band che sfoderava - ma c'era anche molta provocazione - inni d'amore per l'Unione sovietica. Maceri ha citato le parole Ferretti per descrivere che cosa può essere una coscienza morale corrotta.
"Un caotico cumulo di informazioni risapute e non verificate, definito coscienza, si struttura in sistema emotivo giudicante, definito impegno; buone motivazioni e cattivi esempi non mancano all'indignato di turno", questa la definizione letta al convegno con la firma di Lindo Ferretti. E poi il commento di Maceri.
"L'indignazione si manifesta temporaneamente e sembra corrispondere non tanto alla costante avversione al male quanto a un disgusto etico intermittente teso più che altro a mettere in risalto l'operato criminale di alcuni", ha spiegato. Qualcuno ha fatto i complimenti a Maceri per la citazione. Non esistono ancora libri di testo di Ferretti adottati dalla facoltà teologica.
"Ma - dice all'ANSA il preside - cito spesso Ferretti nei corsi istituzionali". In realtà, dopo album come "Affinità divergenze fra il compagno Togliatti e noi del conseguimento della maggiore età" - sinteticamente "Affinità e divergenze" - è passata tanta acqua sotto i ponti. Già con i Cccp Ferretti aveva manifestato una forte inclinazione religiosa, maturata poi con i Csi e con i Pgr.
Diventata infine fortissimo avvicinamento al cattolicesimo con tanto di partecipazione al dibattito su questioni morali e teologiche. Un mondo che cambia: la citazione di Ferretti arriva a pochi giorni dalla storica stretta di mano tra Francesco Guccini, autore di quella "Dio è morto" che scandalizzò l'Italia nel 1967 - ma il sottotitolo era "se Dio muore è per tre giorni e poi risorge" - e Papa Francesco.

ANSA
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CAGLIARIPAD.IT
Lotta alla corruzione: “Serve una scossa alle coscienze”

Bustarelle, tangenti e mazzette: di corruzione, non con questi termini, ne parlava anche Aristotele, ma dalla filosofia antica a 'Mani pulite' le cose non sono cambiate molto. Un tema trattato dal punto di vista storico culturale e religioso. Ma anche da prospettive più "pratiche", quelle della Procura, della Guardia di finanza e della Corte dei conti. Sono stati gli argomenti sviscerati nel corso di un convegno organizzato dall'Università di Cagliari dal titolo "Corruzione, antitesi della coscienza civile".
Marco Cocco, sostituto procuratore di Cagliari, ha aperto il suo intervento con due domande: "Perché i casi di corruzione approdano raramente in tribunale? C'è una cifra oscura che non arriva mai in tribunale? Il contrasto alla corruzione è essenziale: lo dicono ragioni etiche ed economiche - ha chiarito il magistrato - Con l'accordo corruttivo, i protagonisti stringono un patto di acciaio. La gestione illegale del bene pubblico ha carattere di sistema: interi apparati vengono coinvolti. È un sistema che ha delle regole che vengono rispettate con la consegna del silenzio: riguarda i protagonisti ma anche le vittime, ad esempio l'imprenditore, scoraggiato alla denuncia per la paura di essere magari tagliato fuori da futuri appalti". La tangente? "Inafferrabile - ha ammesso Cocco - la mazzetta ora non viene consegnata a mano, le strade sono difficilmente reperibili, mascherate anche da incarichi di consulenza. Altre utilità che sostituiscono la vecchia mazzetta? Favori sessuali o posti di lavoro".
Da qui i suggerimenti del magistrato per i possibili rimedi. "Favorire la dissociazione e tutelare il denunciante dalle possibile ritorsioni, quindi promuovere le indagini sui reati spia", ha spiegato. La Corte dei conti ha evidenziato i riflessi economici. "Imprese sane e nuove attività rischiano di essere tagliate fuori - ha detto Antonietta Bussi, procuratrice regionale per la Sardegna - Ma pensiamo anche al mobbing subito da chi non ci sta". La Guardia di Finanza è in prima linea nella battaglia. "La corruzione non è un profilo esclusivo della pubblica amministrazione o della politica, ma della società", ha sottolineato Bruno Bartoloni, comandante regionale della Fiamme gialle.
Un approccio "scientifico" che non va molto lontano da quello indicato dalla rettrice Maria Del Zompo. "Ognuno di noi - ha detto introducendo i lavori - nasce in un certo modo, che ci condiziona. Ma tutto quello che accade intorno a noi fin dalla nascita può modificare la reazione dei nostri geni: l'ambiente può fortemente condizionare il nostro comportamento". L'ateneo del capoluogo ha messo al centro il tema etico dell'anticorruzione grazie a un ciclo di seminari che ha coinvolto 143 studenti appartenenti a diversi corsi di laurea.
Il preside della Facoltà pontificia della Sardegna Francesco Maceri ha ammonito: "Attenzione al buonismo, corruzione della bontà sottrae il male alla vista non lo corregge e non lo ferma". Una possibile strada da percorrere? "Contro la corruzione sono importanti i processi di formazione permanente anche con il contributo dell'Università", ha argomentato Francesco Carta, ordinario di storia della filosofia.

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