La società rossoblù ha scelto il concept firmato dal consorzio Sportium. In prima fila gli ingegneri del Dicaar diretto da Antonello Sanna. Ma l’opera, in fase di costruzione e a regime, sarà un’ottima opzione per studiosi di altre discipline universitarie
19 April 2018
Una struttura avveniristica, legata alle caratteristiche isolane, al passo coi tempi

Lo stadio del terzo millennio, tra attenzioni progettuali innovative ed eco-sostenibilità


Mario Frongia

Incastonato in un’area di pregio naturalistico, con forti attenzioni progettuali legate all’eco-sostenibilità e all’impatto ambientale. Un’opera da sessanta milioni di euro di budget in cui sono dentro - con straordinarie opzioni anche per il futuro - a pieno titolo diverse professionalità dell’Università del capoluogo. Il concept del consorzio Sportium è stato individuato dal Cagliari calcio per la realizzazione dello stadio che ospiterà i rossoblù. Il gruppo, comprendente lo studio dell’archistar statunitense David Manica (autore anche del Camp Nou a Barcellona), Progetto Cmr, iDeas e B&L Real Estate. Allo studio, sviluppo e compimento dell'opera - standard Uefa 4, da 25mila spettatori al coperto più hotel da 72 stanze con piscina vista mare - collaborano anche gli specialisti Ginevra Balletto, Alessandro Gosti e Mario Marongiu. L’ingegner Balletto (dipartimento Ingegneria civile, ambientale e architettura, Università di Cagliari), seguirà anche l’aspetto urbanistico e il riutilizzo nella nuova arena dei materiali provenienti dalla demolizione del Sant’Elia. Peraltro, un’opera di questa portata necessiterà di un avviamento e un supporto nel tempo. Da qui, le preziose ricadute per il tessuto imprenditoriale locale, per la ricerca e gli specialisti di varie branche dell’ateneo.

 

Sportium si è aggiudicata la realizzazione dell'impianto su 25 proposte. La foto di parte del team alla presentazione dei concept tenutasi al Lazzaretto di Sant'Elia
Sportium si è aggiudicata la realizzazione dell'impianto su 25 proposte. La foto di parte del team alla presentazione dei concept tenutasi al Lazzaretto di Sant'Elia

Terza missione, tra ricerca e tessuto produttivo: "Un ottimo esempio di collaborazione" rimarca Antonello Sanna

“La realizzazione di un’opera di questa portata richiede competenze specifiche. La nostra università e in particolare il Dipartimento di ingegneria civile, ambientale e architettura, possiede specialisti e filiere di ricerca di primo piano. Siamo particolarmente interessati alle collaborazioni multidisciplinari” dice Antonello Sanna. Il direttore del Dicaar coglie anche un altro aspetto di rilievo: “Le nostre ricerche e gli apporti che forniamo per la realizzazione del nuovo stadio di Cagliari, si innesca perfettamente nella terza missione dell’Università: una relazione forte con enti e istituzioni pubbliche e territorio, ma anche un sempre maggiore confronto operativo con il mondo imprenditoriale privato, le dimensioni industriali e le società di servizi”.

 

Antonello Sanna, dirige il dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e architettura dell'Università di Cagliari
Antonello Sanna, dirige il dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e architettura dell'Università di Cagliari

Un case history di pregio, ricerca applicata che si trasferisce nella quotidianità di un'opera da sessanta milioni di euro

Con il corollario di benefit occupazionali, economici, culturali. “Un’esperienza professionale molto stimolante che ha avuto avvio con il progetto Meisar, finanziato da Sardegna Ricerche e coordinato dalla collega Luisa Pani" spiega Ginevra Balletto. Sui materiali da recuperare dalla demolizione del Sant’Elia, i progettisti puntano ad applicare studi e ricerche svolte in passato. Ad esempio, si prevede che l’80 per cento del vecchio impianto di via Vespucci (tra calcestruzzi e cemento), possa essere impiegato nella costruzione del nuovo stadio e la quota rimanente sia utilizzata per altri fini dall’impresa che lo costruisce. In sostanza, non solo ingegneri e architetti ma anche altri specialisti e dipartimenti dell’ateneo. Dalle questioni normative a quelle paesaggistiche e di sostenibilità ecoambientale. Ambiti disciplinari variegati con un possibile coinvolgimemto di altre figure accademiche nella realizzazione di un impianto imponente, elegante, rivestito da un materiale che ricorda la pietra calcarea con cui sono stati costruiti nei secoli gli edifici di Cagliari. Ed è prevista anche un’area commerciale, bar e museo del club. Il team che lavora al progetto Cluster top down Meisar ha coinvolto, oltre agli ingegneri Balletto e Pani anche gli specialisti Davide Zoppi (presidente facoltà Ingegneria), Mauro Sassu, Fausto Mistretta, Stefano Naitza, Monica Valdes, Roberto Fanutza e Antonio Cazzani.

 

La nuova tana dei rossoblù dovrebbe essere disponibile per il campionato 2021/22
La nuova tana dei rossoblù dovrebbe essere disponibile per il campionato 2021/22

Tecnologia, territori, innovazione. L'impianto si colloca tra i primi realizzati in Italia secondo le indicazioni Uefa

La tabella di marcia prevede che entro quest’anno siano approfonditi tra il club e gli ingegneri gli aspetti connessi a norme, vincoli, connessione col territorio, budget. Ed entro il 2021, se tutto fila liscio anche nelle relazioni con gli enti e le istituzioni, l’Arena del Cagliari dovrebbe essere inaugurata. Il consorzio Sportium, individuato dalla società di Tommaso Giulini per la progettazione esecutiva del nuovo stadio rossoblù, ha battuto gli altri due progetti finalisti presentati da Tractebel Engie con Gau Arena e J+S con One Works. Ma, prima della assegnazione formale, si apre  tra gruppo e club l’approfondimento per definire aspetti contrattuali e operativi. I tre progetti, selezionati su 25 proposte, sono stati prima illustrati in conferenza stampa e trasmessi in diretta sui social, e poi esposti alla Sardegna Arena. Oltre cinquemila tifosi hanno visitato la mostra e indicato su un format ad hoc lo stadio preferito. Il concept firmato dalle matite dei progettisti di Sportium, oltre ai maggiori consensi del pubblico, ha superato l'analisi rispetto a decine di parametri tecnici e di valutazione di impatto ambientale.

 

L'esaltazione di in un'area di elevato pregio ambientale del capoluogo regionale qual è quella di Sant'Elia-Su siccu-Marina Piccola
L'esaltazione di in un'area di elevato pregio ambientale del capoluogo regionale qual è quella di Sant'Elia-Su siccu-Marina Piccola

Verso la storia, pronti per i campionati Europei di calcio del 2028

Dopo la realizzazione della Sardegna Arena in 127 giorni, il Cagliari marcia verso uno stadio capace di ospitare fino a semifinali di Champions e campionati internazionali (con possibile ampliamento da 25mila a 30mila seggiolini) studiato sulla falsariga degli impianti inglesi con gli spettatori a sette metri dal campo, soluzioni innovative volte alla sicurezza del pubblico e dei giocatori. Il progetto è studiato tenendo conto anche del vento, di un’apertura 365 giorni l’anno e prevede anche un sistema di amplificazione interno. “Abbiamo tenuto conto delle indicazioni dei tifosi e valutato anche l’impatto sociale e ambientale. Il consorzio è stato abile nel concept rispettare le indicazioni tecniche e nel cogliere maggiormente l’idea societaria di stadio” dice Mario Passetti, direttore generale del Cagliari. Tra qualche mese - aggiunge il d.g. rossoblù - scopriremo il progetto definitivo di Sportium, che potrebbe avere delle novità rispetto al preliminare”. Il bersaglio? Come annunciato a Cagliari da Michele Uva, vice presidente Uefa e direttore generale della Federcalcio, “l’Italia punta a ospitare gli Europei del 2028 e la nuova Arena del Cagliari potrà essere una delle sedi”.

Il calcio, tra passione e industria. L'impianto progettato da Sportium sorgerà sulle ceneri dello stadio Sant'Elia, inaugurato nel 1970 per lo scudetto del Cagliari e riattato per i Mondiali del '90
Il calcio, tra passione e industria. L'impianto progettato da Sportium sorgerà sulle ceneri dello stadio Sant'Elia, inaugurato nel 1970 per lo scudetto del Cagliari e riattato per i Mondiali del '90

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