Il passato come mezzo e il passato come fine nella società dello spettacolo. Quale ‘diritto pubblico all’archeologia’ per le ‘comunità d’eredità’ del futuro?

SANNA MONTANELLI M
2019-01-01

Abstract

L'avvento delle nuove tecnologie digitali, determinanti nel far emergere inespresso fabbisogno di passato, nel favorire l'accessibilità ai dati e la valorizzazione delle testimonianze del passato, ha messo allo scoperto la vulnerabilità della ricerca storico-archeologica di fronte a fenomeni di polarizzazione dei pubblici, di personalizzazione, spettacolarizzazione e di estrema semplificazione del dibattito. A ciò, anche off-line, si aggiungono i rischi di manipolazione non controllata delle opinioni e nuove forme di esclusione sociale, derivanti dalle differenti possibilità di accesso alle tecnologie. In un ambiente di apprendimento profondamente mutato, la formazione diventa strategica per lo stato di salute della democrazia, favorendo la diffusione di un pensiero libero e critico, anche attraverso la disseminazione delle componenti cognitive proprie del metodo scientifico. Prendendo in esame il problema dell'utilizzo del passato nellÕetˆ della disintermediazione, il contributo presenta alcuni percorsi di ricerca attualmente in corso che, orientando l'operatore storico-archeologico alla definizione di procedure riguardanti la qualità delle informazioni acquisite attraverso metodi partecipativi (crowdsourcing), sono tesi a garantire un futuro equo e sostenibile mediante un più facile e protetto accessodemocratico alla costruzione del discorso storico-archeologico e delle c.d. comunità d'eredità (Convenzione di Faro, 2005)
2019
9788891783806
Croudsowcing
Heritage Communities
Faro Convention
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