Sogni a occhi aperti e desiderio utopico. Echi intertestuali tra "The Child in Time" e "Saturday" di Ian McEwan

Claudia Cao
First
2019-01-01

Abstract

Il presente contributo propone un’analisi di The Child in Time (1987) e Saturday (2005) di Ian McEwan a partire dal motivo dell’utopia. Presente in chiave allegorica nel primo, menzionata esplicitamente nel secondo per essere negata, il saggio illustra in che modo la pulsione utopica (Jameson 2005) operi nei due testi in termini di ritorno del rimosso. In entrambi i casi il desiderio utopico è la forza pulsionale che spinge in avanti il testo, tramite sogni a occhi aperti che svolgono una duplice funzione: regressiva, verso un’età dell’oro perduta e, seguendo il pensiero di Bloch, anticipatoria, verso l’incontro con sé e l’affermazione del desiderio utopico. A fare da sfondo è la dialettica tra le “due culture”. Seppur a partire dai punti di vista di due protagonisti antitetici – portavoce della prospettiva umanistica il primo, di quella scientifica il secondo – i romanzi di McEwan convergono sulla medesima concezione utopica: tensione verso il futuro, verso un ideale di perfezione, che coinvolge il piano della storia, il piano collettivo a partire dall’io e dall'utopia concreta della relazione familiare e intergenerazionale.
2019
Utopia; Desiderio utopico; Ian McEwan; The Child in Time; Saturday
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