Chiose critiche sul rapporto giuridico nella crisi di emergenza sanitaria

Cicero, Cristiano
2020-01-01

Abstract

La pandemia da coronavirus che si è abbattuta nel mondo nei primi mesi del 2020, certificata dalla delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020 di dichiarazione dello stato di emergenza ha imposto ai cittadini una rivoluzione degli stili di vita e più in genere dei comportamenti, successivamente provocando una enorme crisi economica dai confini ancora del tutto incerti. L’Italia è stato il primo paese in Europa ad affrontare l’epidemia di COVID-19. Gli Stati (quasi tutti) hanno reagito alla pandemia imponendo il distanziamento sociale. L’Italia ha attuato il c.d. lockdown per la preservazione della salute della comunità tramite una vera e propria “legislazione di guerra”, certamente spesso contraddittoria e criticabile sotto più profili, che ha interessato sia la sfera del pubblico sia quella del privato. Il distanziamento sociale si è riverberato anche nel diritto processuale, con la sospensione dei processi e le polemiche attinenti al processo civile telematico e (cosa delicatissima) all’udienza penale da remoto. Il diritto notarile dal canto suo è stato investito dalle riflessioni sull’opportunità e legittimità del c.d. atto a distanza nonché sull’esigenza di una rivisitazione della legge notarile.
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