Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni Culturali

CURRICULUM VITAE

Patrizia Maria Serra
Professore associato SSD L-FIL-LET/09 (Filologia e Linguistica romanza)
Dipartimento di Filologia, Letteratura, Linguistica
Università degli Studi di Cagliari
Italia

Patrizia M. Serra ha conseguito nel 1991 la laurea in Lettere (votazione 110/110 e lode) presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Cagliari, discutendo una tesi in Filologia romanza dal titolo “Il Libro di Sidrac”. Firenze, Biblioteca Mediceo-Laurenziana, Ashburnam 649 (relatore Prof. Paolo Merci).
Ha conseguito nel 1997 il titolo di Dottore di ricerca in Letteratura comparata presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Cagliari con una tesi dal titolo “L’immagine della follia nella letteratura medioevale” (relatori Proff. Maurizio Virdis e Giovanni Pirodda), elaborata durante l’attività triennale di ricerca condotta presso la Bibliothèque nationale de France e l’Université Paris-Sorbonne.
Nel 1997, a seguito di concorso superato in data 20/12/1997, ha ottenuto una borsa di studio di durata biennale per lo svolgimento di attività di ricerca post-dottorato (Legge 30/11/1989, n° 398) presso il Dipartimento di Filologie e Letterature moderne dell’Università degli Studi di Cagliari, per gli anni accademici 1997-1998 e 1998-1999.
Vincitrice della selezione pubblica per il conferimento di Assegni di ricerca (D.R. 11.03.1999 n. 1036) per il S.S.D. L-FIL-LETT/09, Filologia e linguistica romanza, ha prestato servizio in qualità di assegnista di ricerca, in relazione al progetto “Rielaborazione della materia cortese nel romanzo medioevale francese tardo”, presso il Dipartimento di Filologie e Letterature Moderne della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Cagliari, a decorrere dal 21.11.1999, per il primo biennio. Ha ottenuto nel 2001 il rinnovo del contratto per il biennio 2001-2002, 2002-2003, in seguito al giudizio positivo sull’attività svolta, espresso dal Consiglio del Dipartimento di Filologie e Letterature moderne e dal Senato Accademico. Ha tenuto seminari sulla poesia occitanica, sul romanzo cortese e sulla rielaborazione della materia arturiana in Italia.

Negli a.a. 2004-2014 Ricercatore Universitario per il S.S.D. L-FIL-LETT/09, Filologia e Linguistica Romanza, presso la Facoltà di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Cagliari (Dipartimento di Filologia, Letteratura, Linguistica).

Ha conseguito nel 2012 l’abilitazione scientifica nazionale alle funzioni di professore di seconda fascia (settore concorsuale 10/E1 – Filologie e letterature medio-latina e romanze).
Dall’a.a. 2014-2015 Professore Associato presso la Facoltà di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Cagliari.

Ha ricoperto i seguenti incarichi di docenza presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Cagliari:
• a.a. 2004-2005 ? corso di Filologia romanza 3 (Laurea specialistica in Letterature moderne);
• a.a. 2005-2006, 2006-2007, 2007-2008 ? corsi di Filologia romanza 1, Filologia italiana 1 (Laurea triennale in Lettere); Filologia romanza 3, Filologia italiana 3 (Laurea specialistica in Letterature moderne);
• a.a. 2008-2009 ? corsi di Filologia romanza 1 (12 CFU) (Laurea triennale in Lettere); Filologia italiana 1, Filologia italiana 2 (Laurea triennale in Lettere e Laurea specialistica in Letterature moderne);
• a.a. 2009-2010, 2010-2011 ? corso di Filologia romanza 1 (12 CFU) (Laurea triennale in Lettere);
• dall’a.a. 2011-2012 ? corso di Filologia romanza 1 (12 CFU) (Laurea triennale in Lettere; Laurea triennale in Lingue e culture per la Mediazione linguistica);

  • dall’a.a. 2015-2016 – corso di Filologia sarda (6 CFU) (Laurea Magistrale in Filologie e Letterature Classiche e Moderne).
  • Fa parte delle commissioni per gli esami di profitto relative alle discipline: Filologia romanza, Filologia italiana e Linguistica sarda;
    • svolge regolarmente attività di tutoraggio e assistenza a dottorandi, laureandi e studenti;
    • fa parte delle commissioni di laurea, sia come componente, sia come primo o secondo relatore di tesi di laurea triennali, magistrali e specialistiche;
    • ha assegnato, curato e discusso tesi di laurea relative alle letterature medioevali francese, occitanica, italiana e sarda, e all’elaborazione di edizioni critiche di testi del medioevo romanzo;
    • ha fatto parte (dall’a.a. 2005-2006 al 2010-2011) della commissione per l’elaborazione e la valutazione dei Test d’ingresso per gli studenti dei Corsi di Laurea in Lettere e Storia;
    • è stata membro eletto, rappresentante dei ricercatori, nella Giunta del Dipartimento di Filologie e Letterature moderne negli a.a. 2009-2010, 2010-2011;
    •ha fatto parte dal 2004 al 2016 del Collegio dei Docenti della Scuola di Dottorato in Studi Filologici e Letterari dell’Università degli Studi di Cagliari;
    • è componente dal 2012 della commissione GAV (Gruppo di Autovalutazione) per la Classe delle Lauree in Lettere, nella Facoltà di Lettere e Filosofia, Università degli Studi di Cagliari;
  • fa parte della Commissione per l’approvazione dei Piani di Studio (Laurea triennale in Lettere).

ALTRE ATTIVITÀ

  • Fa parte del direttivo del Centro di Studi Filologici Sardi (CFS);
    • è socio della Società Italiana di Filologia romanza (SIFR);
    • fa parte del comitato scientifico delle Collane Scrittori sardi e Testi e documenti edite da CUEC/Centro di Studi Filologici Sardi;
    • fa parte del comitato di redazione della rivista Rhesis. International Journal of Linguistics, Philology and Literature;
    • fa parte del comitato di lettura per la collana Recherches Littéraires Médiévales, Classiques Garnier, Paris.
  • Ha partecipato, in qualità di relatore, a Convegni e seminari nazionali e internazionali;
    • ha fatto parte del comitato di organizzazione di Convegni e seminari nazionali e internazionali:

Filologia e comparatistica. Teoria, metodi, pratica (Cagliari, 19-20 ottobre 2002). Giornate di studio. Dipartimento di Filologie e letterature moderne (Università di Cagliari), Società Italiana di Filologia romanza (SIFR);

Idee di letteratura (Cagliari, 27-28 ottobre 2008). Convegno internazionale. Dipartimento di Filologie e letterature moderne (Università di Cagliari).

Seminario di Italianistica: cultura italiana, cultura europea, cultura mediterranea (Cagliari, 11-12 novembre 2009). Dipartimento di Filologie e letterature moderne (Università di Cagliari), Associazione Internazionale Professori di Italiano (AIPI);

Insularità e cultura mediterranea nella lingua e nella letteratura italiane (Cagliari, 25-28 agosto 2010). XIX Convegno Internazionale dell’AIPI;

Récrire Chrétien de Troyes : principes, indices (Cagliari, 6-8 ottobre 2011). Colloque International.

PROGETTI DI RICERCA

  • Ha ottenuto finanziamenti dall’Università degli Studi di Cagliari per Progetti di Ricerca Scientifica locale (ex 60%) in relazione ai progetti: “Flamenca” tra narrativa e lirica occitanica: risignificazione del modello ideologico e stilistico della lirica cortese (2004); Romanzo occitanico e tradizione cortese (2005); Il filone romanzesco su Galvano nella letteratura del Medioevo francese (2006 e 2007); Visione, sogno, pellegrinaggio. La letteratura edificante e didattica nel Medioevo francese (2009 e 2010);
  • Ha svolto il ruolo di coordinatore nell’ambito del progetto Viaggio allegorico e psicomachia tra Francia e Italia: tradizioni formali e modelli culturali (partecipanti Proff. D. Caocci e R. Fresu), finanziato con il Fondo per il sostegno della Ricerca di base e per lo start-up dei giovani ricercatori dall’Università degli Studi di Cagliari (esercizio finanziario 2007) e conclusosi nel 2012 con la pubblicazione del volume D. Caocci, R. Fresu, P. Serra, L. Tanzini, La parola utile. Saggi sul discorso morale nel Medioevo, Roma, Carocci, 2012.
  • Ha partecipato al progettoInterazioni culturali e linguistico-letterarie tra Sardegna, Europa e Mediterraneo, finanziato nel Primo Bando di Ricerca di Base dalla Regione Autonoma della Sardegna (LR 7/2007), presso il Dipartimento di Filologie e Letterature moderne dell’Università degli Studi di Cagliari, conclusosi nel 2012 con la pubblicazione del volume: Patrizia Serra (a cura di),Questioni di letteratura sarda. Un paradigma da definire, Milano, Franco Angeli, 2012.
  • Ha partecipato  al progettoForme di conoscenza, strategie e procedimenti allegorici nei testi letterari(coord. Prof. M. Virdis), finanziato dalla Fondazione Banco di Sardegna, conclusosi con la pubblicazione del volume: Patrizia Serra (a cura di),  In altre parole. Forme dell’allegoria nei testi medioevali, Milano, Franco Angeli, 2015.
  • Ha partecipato al progettoRappresentazioni linguistiche dell’identità. Modelli sociolinguistici e linguistica storica, finanziato nel bando PRIN 2010/2011. Coordinatore nazionale: Prof.ssa Piera Molinelli (Università di Bergamo). UR coordinata dal Prof. Ignazio E. Putzu (Università di Cagliari).
  • Ha presentato in qualità di Principal Investigator il progetto Il romanzo, percorso di conoscenza e trasformazione: dalle origini medioevali alla contemporaneità, idoneo (non finanziato) nel Bando di Ricerca di Base della Regione Autonoma della Sardegna (LR 7/2007), annualità 2013.

 

 

ATTIVITA SCIENTIFICA E LINEE DI RICERCA

L’attività scientifica di Patrizia M. Serra, condotta mediante l’assidua frequentazione di Biblioteche e Centri di ricerca nazionali e internazionali, ha avuto inizio, nell’ambito del Dottorato di ricerca in Letterature comparate, presso il Dipartimento di Filologie e Letterature moderne dell’Università degli Studi di Cagliari, con uno studio tematologico di taglio comparatistico sulla rappresentazione della follia nella letteratura medioevale: dalla Vita Merlini del gallese Geoffrey di Monmouth e dall’irlandese Buile Suibhne, attraverso un percorso che comprende l’Yvain di Chrétien de Troyes, le Folies Tristan, e i romanzi Amadas et Ydoine e Robert le Diable, meno frequentati dalla critica, si è seguito il processo di tematizzazione della follia lungo un asse in cui vanno a convergere e ad intersecarsi irrisolte questioni di diversa provenienza e interrogativi scaturiti da quella stessa attività letteraria che frequentemente, nella rappresentazione della follia, riesce a riflettere su se stessa e sulle proprie modalità costitutive.
Per quanto riguarda il settore ecdotico, nell’ambito della letteratura in lingua d’oïl, l’indagine si è incentrata prevalentemente sui problemi di edizione posti dalla tradizione manoscritta del Guillaume d’Angleterre – oggetto di una serie di contributi – quale studio preliminare alla realizzazione di una nuova edizione critica del romanzo, attualmente in fase di elaborazione.

Prosegue inoltre l’attività di ricerca incentrata sull’ampia tradizione manoscritta (25 testimoni) di area italiana del Libro di Sidrac,compilazione enciclopedica medioevale in forma dialogica, composta in lingua d’oïl nell’ultimo decennio del XIII secolo e ampiamente diffusa in tutta Europa.

Altro versante di indagine è stato quello relativo al tardo romanzo cortese ? mediante l’analisi di testi quasi completamente trascurati dalla critica, come l’Amadas et Ydoine ? e ai romanzi in versi su Gauvain, dove l’attenzione si focalizza sul ripensamento e sulla risignificazione di modelli ideologici e strutture narrative proprie della tradizione narrativa cortese. Le ricerche avviate, mirate inizialmente su Le Chevalier à l’épée e sui problemi interpretativi posti da alcune sezioni del romanzo, hanno rivelato l’esistenza di una serie di metafore e procedimenti allusivi che vanno a costruire ulteriori livelli semantici, sottesi al più ovvio significato letterale, in grado di fornire nuove e inattese chiavi di lettura del testo. Lo studio prosegue attualmente con un’indagine filologica e letteraria sugli altri testi del cosiddetto “ciclo di Galvano”: La mule sans frein, L’Atre périlleux, Meraugis de Portlesguez, La vengeance de Raguidel, Hunbaut, Les merveilles de Rigomer.

Prosegue inoltre l’attività di ricerca incentrata sullo studio delle relazioni intertestuali e del sostrato culturale e letterario sul quale si innesta il tessuto narrativo di testi allegorici come La mule sans frein che, nonostante la sua apparente fedeltà ai clichés più triti del romanzo arturiano, rinvia invece a quella realtà, tutta spirituale e trascendente, che il roman cerca di riflettere attraverso l’uso, non poetico e arbitrario, ma significativo e rivelatorio dell’allegoresi, intesa non come mera tecnica compositiva, ma come scoperta del linguaggio divino sotteso alle cose. Se lo studio già condotto su Le chevalier à l’épée ha rilevato un ampio uso del gioco allusivo e dell’aequivocatio, i successivi approfondimenti hanno dimostrato che La Mule, testo finora collocato dalla critica all’interno di un quadro interpretativo generalizzante, rinvia invece alla tipologia del viaggio oltremondano, configurandosi come percorso allegorico che innesta, su un tessuto narrativo già consolidato dalla tradizione precedente, una riflessione sull’iter che conduce l’anima a Dio, attraverso la commistione di elementi desunti dalla tradizione mitica e stimoli provenienti dalla coeva riflessione cristiana sui temi del peccato e della salvazione delle anime.
Proprio da tali stimoli è scaturita la presentazione di un progetto di ricerca (in collaborazione con Duilio Caocci e Rita Fresu, docenti della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Cagliari) intitolato Viaggio allegorico e psicomachia tra Francia e Italia: tradizioni formali e modelli culturali, i cui risultati sono confluiti nella  pubblicazione di un volume (La Parola utile. Saggi sul discorso morale nel medioevo, Roma, Carocci, 2012) nel quale si analizzano, in una prospettiva interdisciplinare, le differenti declinazioni della scrittura utile nell’ambito della produzione testuale del Medioevo. L’ampio saggio contenuto nel volume, Il viaggio allegorico tra visioni dell’Aldilà e romanzo arturiano nella letteratura medioevale francese, esamina preliminarmente le declinazioni della parola “morale” nel genere medioevale delle Visioni di matrice monastica, (Visio Alberici e Vision de Tondale) per evidenziare poi l’influenza esercitata da tali scritture anche sul romanzo arturiano, che non rinuncia in tal modo alla propria originaria funzione didattica ed educativa. Dalla Mule sans Frein al Tornoiemenz Antecrit di Huon de Méry si disegna un percorso di ripresa, in chiave allegorica, della tradizione arturiana, risignificata mediante l’istituzione di più livelli di lettura (letterale, metaretorico, allegorico-spirituale) che guidano i fruitori alla comprensione delle complesse stratificazioni semantiche sottese alla costruzione testuale. Il capitolo finale, Autonomia e autoreferenzialità della parola, è incentrato invece su alcune scritture che rovesciano parodicamente, almeno secondo la più diffusa prospettiva critica, la struttura narrativa del viaggio allegorico per la salvezza dell’anima. Il Songe d’Enfer di Raoul de Houdenc, nonostante la sua apparente trasgressività, si rivela tuttavia strettamente connesso a moduli di rovesciamento parodico non solo ben radicati nella cultura medioevale, ma saldamente ancorati ad un tessuto di scritture di matrice ecclesiastica in cui l’istanza moralizzatrice si esprime attraverso le metafore del rovesciamento e della fagocitazione – appunto il banchetto antropofagico del Songe – dei peccatori.
Dalla esplicita declinazione del paradigma morale-religioso nelle visioni dell’aldilà (Visio Alberici, Vision de Tondale) in cui viene esemplarmente additato l’itinerario che guida alla salvezza dell’anima, fino al variabile innesto di tale paradigma sulla tipica struttura di quête del romanzo arturiano (Tornoiemenz Antecrit, Mule sans frein), o fino al suo, almeno apparente, rovesciamento parodico (Songe d’Enfer, Salut d’Enfer), si delinea dunque un percorso che rivela il carattere esemplare e la funzione pedagogica della parola nel Medioevo.

Altro filone di indagine è quello relativo alle riscritture di Chrétien de Troyes, che ha condotto all’organizzazione di un Convegno internazionale (Récrire Chrétien de Troyes : principes, indices, Cagliari, 6-8 octobre 2011) volto ad approfondire lo studio della dimensione intertestuale, e non semplicemente interdiegetica, della letteratura medioevale. Il contributo proposto (P. Serra, “Pour ce que mors est Crestïens”: la nascita dell’aventure novele nel Tornoiemenz Antecrit di Huon de Méry, in Chrétien de Troyes et la tradition du roman arthurien en vers, éd. par Patrizia Serra, Annie Combes, Richard Trachsler & Maurizio Virdis, Paris, Garnier, in corso di stampa) è incentrato sull’analisi dei rapporti intertestuali che il Tornoiemenz Antecrit di Huon de Méry intrattiene non soltanto con le proprie fonti esplicitamente dichiarate – Chrétien de Troyes e Raoul de Houdenc – ma soprattutto con i Sermones in Cantica Canticorum di San Bernardo di Chiaravalle, che si leggono in filigrana. L’apparente ripresa della topica del romanzo arturiano, attraverso un percorso allegorico costruito sulla risignificazione di immagini tradizionali, costituisce un espediente per condurre il lettore sul terreno di una scrittura che veicola verità spirituali e propone l’itinerarium ad Deum del peccatore mediante la parabola “autobiografica” dell’autore-protagonista.
Lo studio dei rapporti esistenti, nella produzione letteraria, tra immagine/simbolo e significato, (nell’ambito del progetto dal titolo Forme di conoscenza, strategie e procedimenti allegorici nei testi letterari) è proseguito attraverso l’esame di una serie di testi in francese antico in cui viene utilizzato il procedimento allegorico. I saggi pubblicati riguardano il problema della definizione dell’allegoria nella cultura medioevale e le differenti dinamiche che, in prospettiva diacronica, hanno presieduto alla sovrapposizione di nuove valenze simbolico-allegoriche alla topica ricorrente nell’ambito della narrazione romanzesca in versi.

Ultimamente, le ricerche sul romanzo in versi hanno seguito le più recenti prospettive d’indagine relative alla definizione del “lessico delle emozioni” e all’individuazione delle strategie poste in atto dagli autori medioevali per orientare le reazioni del proprio pubblico nei confronti delle situazioni emotive evocate. L’analisi condotta, i cui risultati sono in corso di stampa, ha interessato il Meraugis de Portlesguez.

Nell’ambito degli studi sulla lingua sarda e sulle sue prime attestazioni, Patrizia Serra ha curato l’edizione critica del Condaxi Cabrevadu, importante documento datato 1533, proveniente dal Convento di San Martino di Oristano, con fisionomia linguistica propria dell’area arborense; l’edizione è corredata da un glossario, dagli indici toponomastico e onomastico, e preceduta da un’introduzione storico-linguistica. L’indagine filologica e linguistica condotta su alcuni diplomi di epoca giudicale contenuti nel Condaghe ha inoltre permesso di dimostrare, attraverso l’individuazione di una serie di anacronismi lessicali e storici, l’inautenticità di tali documenti, redatti sicuramente in epoca successiva.

L’analisi di alcune delle prime scritture in volgare sardo ? in particolare i Condaghi di Santa Maria di Bonarcado, di San Pietro in Silki e di San Nicola di Trullas, e il più tardo Libellus Judicum Turritanorum, prima fonte cronachistica isolana ? con il conseguente ampliamento del campo di indagine, ha permesso, in una fase ulteriore, l’individuazione delle strutture che caratterizzano sia le sezioni narrative, sia gli inserti dialogici che compaiono in tali documenti, mettendo in luce non soltanto i rapporti con la produzione orale e con le strutture della narrativa “naturale”, ma soprattutto gli influssi di scritture di matrice colta. Tale filone d’indagine, confluito nelle più recenti pubblicazioni, ha infatti condotto, nella sua fase iniziale, all’individuazione del forte influsso esercitato, in alcune schede del Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, dal modello costituito dalle Sacre Scritture. In questa fase di passaggio dall’oralità alla scrittura, vengono mantenute le modalità narrative proprie di una cultura prevalentemente orale, filtrate e rielaborate tuttavia attraverso moduli stilistici desunti dal patrimonio culturale di scriptores monastici non certo illetterati, che sono appunto in grado di riplasmare la lingua dell’oralità, il volgare sardo, sul modello retorico e stilistico costituito dalla Vulgata. I risultati di tale indagine hanno costituito il punto di avvio per un’analisi approfondita di alcune schede del Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, in cui si ravvisa la volontà di imporre una gestione politico-religiosa mediante un percorso narrativo-dialogico, le cui strutture risultino da un lato familiari al “lettore”, ma al contempo provviste di quell’aura di autorità che può procedere solo dalla ripresa del modello biblico.
Assai evidente si è poi rivelato l’influsso dei moduli narrativi agiografici nel Libellus Judicum Turritanorum, che traccia la storia della dinastia giudicale logudorese: a partire dall’origine “felice” del potere, che risiede in un passato ormai remoto, si mostrano le alterne vicende che ne hanno segnato l’esistenza, inserite in un quadro in cui la conservazione della memoria storica è spesso affidata al ricordo di una tradizione orale che si identifica con la memoria collettiva della comunità. Il riferimento ad elementi trasmessi dalla tradizione o l’importanza attribuita al discorso, diretto e indiretto, segnalano ancora una volta l’ingresso della dimensione orale, mezzo di trasmissione delle informazioni e della memoria storica, all’interno di un processo di scrittura che ha accolto, più che gli stimoli provenienti dall’ambito cronachistico, i moduli dell’esemplarità, dell’agiografia e della moralità religiosa e monastica.
Lo studio dei rapporti tra lingua dell’oralità e primi documenti del sardo è proseguito nell’ambito del PRIN (2010/2011) Rappresentazioni linguistiche dell’identità. Modelli sociolinguistici e linguistica storica (Coordinatore nazionale: Prof. ssa Piera Molinelli (Bergamo). Coordinatore UR Cagliari: Prof. Ignazio E. Putzu), ed ha condotto alla pubblicazione di contributi riguardanti, da un lato, la “Carta di Nicita” (primo documento del volgare sardo) e, dall’altro, le due redazioni del Libellus Judicum Turritanorum di cui sono stati analizzati alcuni significativi fenomeni morfologici, le strutture sintattiche e il lessico.

 

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