La pandemia e il distanziamento sociale possono provocare conseguenze psicologiche. Situazioni differenti interessano bambini, ragazzi e adulti in quarantena, operatori sanitari impegnati nelle zone del contagio o altri lavoratori. Le ricerche in ambito psicologico individuano differenti strategie per fronteggiare lo stress e la scienza prevede interventi preventivi e terapeutici per contenere paure e preoccupazioni. AFFIANCATO AL TITOLO, CON LA DICITURA "RICERCA BY UniCa" GLI APPROFONDIMENTI PRESENTATI, STUDIATI E MATURATI IN ATENEO
Psichiatria, psicologia e pedagogia
Cristina Cabras
Rifiuto, passività e ansia durante una pandemia (RICERCA BY UniCa)
Come gestire lo stress ai tempi del Coronavirus
24 marzo 2020 - In questi giorni di pandemia, quando l’ambiente in cui viviamo ci chiede di rispondere a stimoli che percepiamo come troppo elevati rispetto alle risorse che possiamo mettere in campo è molto probabile che ci si trovi in una situazione di di-stress (Lazarus & Folkman, 1994), cioè un tipo di risposta alle richieste dell’ambiente che può causare rifiuto, passività, fuga dalla realtà. I primi segnali come ansia e insicurezza possono accompagnarsi a tachicardia, insonnia, disturbi alimentari. Le ricerche in ambito psicologico individuano differenti strategie per fronteggiare lo stress: evitamento, emozioni e quella orientata alla soluzione del problema. Se durante queste giornate avete cantato sul balcone, cucinato, ascoltato musica avete reagito allo stress evitando di prendere contatto con la sua fonte. Se vi siete rattristate/i, arrabbiate/i per la situazione, se avete pianto siete orientate/i all’uso della strategia emotiva. Infine, se avete pianificato gli acquisti al supermercato per le prossime settimane e cercato modelli matematici di previsione dell’andamento del contagio avete fronteggiato lo stress con una modalità di orientamento al compito.
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Bernardo Carpiniello
Un aiuto professionale per la comparsa e il peggioramento di disturbi psichici
Le conseguenze della pandemia da Covid-19 sulla salute mentale e le implicazioni per la pratica clinica
5 aprile 2020 - La pandemia in atto non riguarda soltanto la salute fisica ma anche quella mentale. Presto aumenterà il numero di coloro che avranno bisogno di un aiuto professionale per la comparsa, il peggioramento o la ricomparsa di disturbi di varia natura. La nuova pandemia viene considerata come una nuova forma di stressor o di “trauma psichico”, solo in parte paragonabile a quello di altri disastri naturali come terremoti o tsunami, i quali interessano aree limitate della terra, riguardano dimensioni temporali contenute e consentono talora alle popolazioni vie di fuga. Nel caso dei conflitti bellici invece le popolazioni hanno almeno la possibilità di individuare, riconoscere il nemico. Nella pandemia purtoppo da Covid-19 è difficile allontanarsi e controllare la minaccia, che è invisibile e può essere dovunque, perché “portata” anche dalla persona amica, quella che ti ama e vive con te. Tutto questo cambia il modo in cui lo stress viene percepito e affrontato e anche le popolazioni a rischio: a) i contagiati; b) i più vulnerabili (soprattutto coloro che già soffrono o hanno sofferto di disturbi mentali); c) le professioni sanitarie; d) alcuni gruppi, attraverso l’effetto potenzialmente stressante della comunicazione mediatica e delle misure quali il confinamento domestico e/o la solitudine) e gli effetti psicopatogeni, della crisi economica e della disoccupazione.
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https://doi.org/10.1192/j.eurpsy.2020.35
Gian Pietro Carrogu
Il Covid-19 e gli impatti negativi sulla salute delle persone
Le città per tutti: le diseguaglianze sociali e risposte alle pandemie
1 giugno 2020 - L’emergenza del Covid-19 ha amplificato gli impatti negativi sulla salute delle persone con disabilità. Secondo un recente studio (Pineda & Corburn, 2020), per le persone residenti negli ambienti cittadini gli impatti sarebbero maggiori a causa delle politiche urbane e della loro pianificazione. Secondo gli autori per limitare i rischi e rendere le città più accessibili in emergenze come quelle del Covid-19 si dovrebbe agire in alcune direzioni: diffondendo le informazioni in formati accessibili; coinvolgendo le organizzazioni di persone con disabilità e le stesse nella programmazione politica del territorio; garantendo che anche nei lockdown le persone con disabilità abbiano accesso ai servizi essenziali, come l'assistenza sanitaria e gli assistenti personali; garantendo la disponibilità di supporti economici, in quanto i servizi vitali essenziali subiscono un incremento di costi e infine con una maggiore attenzione verso le discriminazioni di ogni genere, in quanto queste possono influire sull’accesso alle cure, all'occupazione e ad altri supporti vitali.
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https://link.springer.com/article/10.1007/s11524-020-00437-7
Necessario il supporto psicosociale per gli anziani
L’inversione di priorità nella pandemia
8 giugno 2020 - Per limitare il contagio del Covid-19 molti Stati hanno scelto di attuare, in assenza di un vaccino o terapia, strategie non farmacologiche come il distanziamento spaziale o sociale, strategia che però non è immune da conseguenze psicologiche, isolamento di popolazioni fragili, incremento di ansia e tensione. Sarebbe utile parlare di distanziamento spaziale, poiché quello sociale è una conseguenza del primo. Gli anziani che sono la principale popolazione ad alto rischio di complicanze, necessitano di un supporto psicosociale, in quanto l’ansia influenza il sistema immunitario incrementando il rischio di contrarre la malattia. Secondo gli autori, sarebbe importante aggiornarsi sulla situazione attuale non più di due volte al giorno e di fare affidamento solo su fonti certificate, le trasmissioni di notizie dovrebbero essere più inclusive possibile, con linguaggio chiaro e semplice. I sistemi sanitari sperimentano la telemedicina per ridurre lo stress e garantire la sicurezza degli operatori che dovrebbero essere formati per sviluppare strategie comunicative per le popolazioni più isolate, fragili e svantaggiate.
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Smart working, nuove modalità di comunicazione, meno barriere di accessibilità
Progettare un team a prova di pandemia
8 giugno 2020 - La pandemia di Covid-19 ha dimostrato che è possibile affrontare le attività quotidiane, per alcuni spesso seminate di barriere limitanti l’accessibilità, attraverso la rete internet e le consegne a domicilio e la telemedicina. Risulta importante non dimenticare queste esperienze, gli sforzi fatti e i compromessi accettati quando terminerà questa fase, in quanto nelle fasi successive gli impatti saranno più evidenti nelle persone vulnerabili della società. La ricercatrice A. Shew spiega come i suoi sforzi precedenti orientati a superare le barriere disabilitanti attraverso canali telematici e modalità flessibili, abbiano consentito in passato di superare situazioni critiche e oggi questo sistema si è dimostrato a prova di pandemia. Nelle interviste ai suoi collaboratori con disabilità ha rilevato che è importante imparare a perdonare noi stessi per non aver sempre soddisfatto i parametri convenzionali di produttività e che il tempo dovrebbe piegarsi ai nostri corpi, non viceversa. Il Covid-19 ha dimostrato che esiste la possibilità di lavorare da casa con orari flessibili e valutando la produzione di materiali didattici multi-modali, adatti a persone con condizioni fisiche e modi diversi di leggere e comunicare, condividere e contribuire.
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Nuove prassi didattiche e formative in emergenza
A distanza nella pandemia di Covid-19
23 giugno 2020 - Durante la pandemia di Covid-19 molte università hanno scelto di affrontare l’emergenza modificando le proprie prassi didattiche ed utilizzando in maniera diffusa la modalità e-learning per gestire i processi formativi. Una recente ricerca svoltasi presso una università araba ha iniziato ad indagare gli effetti di questa scelta sia attraverso l’analisi della letteratura sia mediante uno studio empirico (che ha coinvolto 30 studenti e 31 esperti del settore) allo scopo di analizzare punti di forza e criticità. Lo studio parte dall’assunto che nel contesto del sistema di e-learning, l'accettazione della metodologia offerta da parte degli studenti sia da considerarsi uno dei criteri principali per il successo del sistema. I dati raccolti con gli intervistati individuano in fattori tecnologici (la qualità del sistema e-learning), i fattori culturali, la fiducia verso il mezzo, il sentimento di auto-efficacia (autoregolazione nell’uso dello strumento telematico, piacere nel suo utilizzo o ansia da questo) punti cruciali che possono influenzare in senso positivo o negativo gli effetti della metodologia. Le problematicità rilevate hanno a che fare con la flessibilità del mezzo e i costi.
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https://link.springer.com/article/10.1007/s10639-020-10219-y
Roberta Fadda
Prevenire lo stress di bambini e ragazzi essendo genitori flessibili, aperti e sinceri
Essere genitori al tempo del Covid-19 - Le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità
3 aprile 2020 - L’Oms ha pubblicato una serie di indicazioni per i genitori, affinché possano promuovere il benessere psicologico dei figli e delle figlie in questa insolita condizione di isolamento sociale e di restrizione delle attività. É cruciale il ruolo dei genitori nello scandire le attività della giornata dei figli e delle figlie, introducendo nuove routine e coinvolgendoli in compiti di responsabilità affinché mantengano un buon orientamento temporale e un adeguato senso di autoefficacia. Mai come in questo momento è fondamentale che i genitori siano in grado di ascoltare, di dedicare del tempo da trascorrere insieme, di rassicurare e fornire un sostegno per affrontare i cambiamenti emotivi legati all’incertezza e alla perdita di abitudini consolidate (la scuola, gli incontri fuori casa con gli amici, la visita ai nonni). I bambini più piccoli, più grandi e gli adolescenti potrebbero reagire con dei comportamenti problema, che possono essere destabilizzanti. É fondamentale che i genitori siano flessibili e sappiano gestire lo stress proponendo delle alternative e modificando sia gli antecedenti, sia le conseguenze dei comportamenti problema. Nel parlare del COVID-19 è importante essere aperti e sinceri con i bambini e i ragazzi, tenendo a mente le loro età e ciò che possono comprendere o meno.
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www.who.int/emergencies/diseases/novel-coronavirus-2019/advice-for-public/healthy-parenting
Maura Galletta
Professioni infermieristiche, rischi e criticità
Il trauma vicario da pandemia Covid-19, non dovrebbe essere sottovalutato per gli infermieri
10 aprile 2020 - Il trauma vicario deriva dal coinvolgimento empatico ed emotivo degli operatori coinvolti con le esperienze traumatiche altrui. Questo può portare il lavoratore a provare emozioni forti che possono portare a disagi fisici e psicologici fino alla depressione. L’articolo descrive l’importanza di considerare questo fenomeno e intervenire preventivamente per ridurre il rischio di conseguenze avverse. Lo studio è stato realizzato in Cina su professionisti infermieri impegnati nell’emergenza Covid-19 nella città di Wuhan e nella provincia di Hubei. I risultati hanno evidenziato che gli infermieri in prima linea sono esposti al trauma vicario sia per via dello stretto contatto con i pazienti affetti dal virus, sia per l’esposizione diretta alle sofferenze fisiche e psicologiche di questi. Ciò che sorprende dei risultati dello studio è che confrontando i punteggi tra infermieri in prima linea e non si osserva che la gravità del trauma vicario in questi ultimi è significativamente più alta, suggerendo che gli infermieri in prima linea hanno probabilmente sviluppato resistenze psicologiche più forti. Inoltre, l’origine del trauma vicario per gli infermieri in prima linea deriva specialmente dalla compassione per i pazienti con Covid-19, mentre gli infermieri non in prima linea non solo provano compassione per i pazienti con il virus, ma nutrono anche preoccupazione e compassione per i colleghi che operano in prima linea. Infine, gli infermieri in prima linea sono tendenzialmente più informati sull’epidemia ed è probabile che questo contribuisca a ridurne la loro vulnerabilità psicologica. Lo studio evidenzia l’importanza di una comunicazione trasparente delle informazioni sull’epidemia per migliorare la risposta psicologica dei professionisti.
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Marco Guicciardi
Consultazione on line? Buona alternativa per l'assistenza psicologica
Si accomodi pure!
31 marzo 2020 - La consultazione online tramite videochiamata può rappresentare un’alternativa fattibile per fornire assistenza psicologica e terapia, al fine di fronteggiare il distanziamento sociale e la quarantena dovuta alla pandemia da Coronavirus. E’ quanto sostiene la Federazione europea delle associazioni di psicologi (Efpa). L’intervento online produce risultati sovrapponibili a quelli della cura convenzionale e risulta particolarmente efficace per il trattamento dell’ansia, della depressione e dello stress post-traumatico. Nella terapia con i bambini si possono utilizzare specifiche applicazioni per il gioco e il disegno, mentre con gli adolescenti risultano indicati gli incontri di gruppo. Ulteriori studi sono necessari per valutare i benefici a lungo termine e per comprendere come alcuni elementi chiave della comunicazione non verbale, come gli sguardi, la gestualità, la postura o il silenzio, possano essere gestiti a distanza. Il consenso informato, la tutela della riservatezza e la sicurezza dei dati rappresentano ulteriori spunti di riflessione che gli organismi scientifici e professionali stanno da tempo promuovendo tramite la diffusione di linee-guida e la condivisione di buone prassi.
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www.apa.org/practice/guidelines/telepsychology
https://d66rp9rxjwtwy.cloudfront.net/wp-content/uploads/2015/04/Atti-Tipici_DEF_interno-LR-1.pdf
Psicologia della salute, gesti consueti da abolire
Cambiare le abitudini: facile a dirsi, difficile a farsi
19 aprile 2020 - La rivista Science ha pubblicato un breve report in cui sottolinea che, se si intende contrastare il coronavirus, occorre interrompere le abitudini di una vita. A partire da quella inconsapevole, ma assai frequente, di portarci le mani al viso per toccare di volta in volta gli occhi, il naso o la bocca. Abitudini quanto mai dannose dal momento che il virus infetta le persone attraverso le mucose che rivestono il naso e le vie respiratorie. Come ben sanno gli psicologi della salute è più semplice fare acquisire nuove abitudini (es. indossare una mascherina) che non modificare quelle già apprese. Per interrompere delle prassi automatizzate, talvolta innescate da stimoli ambientali, lo sforzo di volontà non sempre è sufficiente. Alcuni ritengono che piccole spintarelle gentili “nudges” possano facilitare questo sforzo. Ad esempio, disegnando per terra negli uffici pubblici delle linee parallele a distanza di due metri l’una dall’altra per favorire il distanziamento sociale. Oppure, predisponendo applicazioni mobili che ci segnalino ogni nostro gesto inconsapevole di avvicinamento delle mani al viso. Tali stratagemmi dovrebbero aiutarci a mantenere i comportamenti salutistici appresi sino a renderli nuove abitudini, prima che la stanchezza derivante dall’isolamento sociale ci porti a ricuperare alcune abitudini vecchie ma oramai dannose.
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Il rinvio delle Olimpiadi di Tokio, tra risposte da stress e supporti psicologici costruttivi
Superare le avversità
24 aprile 2020 - Può essere istruttivo sapere come stanno affrontando l’attuale situazione gli atleti olimpionici, che per loro natura sono abituati ad essere forgiati dalle avversità. Nell’editoriale scritto a più mani da sei psicologi dello sport provenienti da Asia, Europa e Nord America e pubblicato nei giorni scorsi sull’organo ufficiale della Società mondiale di psicologia dello sport (Issp), sono state considerate tre fasi: a) prima che le Olimpiadi del 2020 fossero posticipate; (b) subito dopo; c) il percorso che si sta attualmente impostando verso Tokyo, 2021. Nella prima fase gli atleti hanno dovuto affrontare le incertezze relative alla preparazione già programmata e le preoccupazioni che le qualificazioni già ottenute potessero “scadere” in caso di rinvio protratto. Nella seconda fase, gli atleti hanno fatto fronte, insieme allo staff tecnico e sanitario, alle problematiche psicologiche derivanti dall’inattività e dalla mancanza di direzione. Occorre infatti considerare che un atleta olimpionico si focalizza per un periodo quadriennale e talvolta anche superiore su un obiettivo di elevatissima prestazione: senza una guida e un supporto costruttivo può soffrire di sostanziali stress psicologici e potenziali problemi di salute mentale. Nella attuale terza fase, la pausa obbligata sollecita l’opportunità di riflettere, rivalutare e riformulare i piani già programmati e sperimentare nuove soluzioni per intraprendere percorsi più tortuosi ma vitali.
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Donatella Rita Petretto
Chiusi in casa tra rabbia, affaticamento, difficoltà di concentrazione
Le conseguenze psicologiche della quarantena
24 marzo 2020 - Una recente sintesi della letteratura pubblicata nella rivista Lancet ci consente di riflettere sulle conseguenze possibili della “Quarantena”, basandosi su una analisi compiuta su 3.166 studi, svolti negli anni scorsi durante epidemie della Sars (Severe Acute Respiratory Syndrome) e dell’Ebola. In questa analisi ciascuno di noi riconosce elementi come affaticamento, rabbia, difficoltà di concentrazione e confusione, che nel complesso descrivono sintomi legati allo stress. Paura del contagio e preoccupazioni economiche immediate e future sono tra i principali motivi di stress. Per i sanitari, fortemente impegnati in quotidianità lavorative particolarmente impegnative, un motivo di stress è la paura dello stigma in caso di contagio. Quali variabili predicono un minor effetto negativo psicologico? La disponibilità di cibo e farmaci, la disponibilità di informazioni e di dispositivi di protezione individuale, la possibilità di dare all’esperienza un significato altruistico (piuttosto che considerarla come una imposizione che restringe la propria libertà). Un aspetto interessante che stimola la nostra attenzione è rappresentato dal ruolo negativo della noia e in positivo dalla disponibilità delle moderne tecnologie che consentono di comunicare anche a distanza.
Link all’articolo:
- Brooks et al., The psychological impact of quarantine and how to reduce it: rapid review of the evidence, Lancet, February 26, 2020 https://doi.org/10.1016/ S0140-6736(20)30460-8
www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)30460-8/fulltext
Distanziamento sociale e conseguenze per i bambini
Stare a casa e la scuola a distanza al tempo del Covid-19
25 marzo 2020 - Una recente “Letter to Editor” pubblicata su Lancet descrive le conseguenze psicologiche, psicosociali e fisiche, in particolare nei bambini, in seguito alla sospensione delle attività scolastiche e l’implementazione di forme di didattica a distanza. Partendo dall’esperienza recente della Cina, evidenziano alcuni rischi del confinamento a casa e del distanziamento sociale per i bambini, legati al cambiamento degli stili di vita ed alla diffusione di fattori di stress. Tra i fattori di stress: la durata della quarantena, la paura del contagio, la noia e la frustrazione, la perdita del contatto con i pari, l’assenza di spazi personali nell’abitazione. Per quanto concerne i cambiamenti negli stili di vita: la riduzione della attività motoria, il rischio di modificare la dieta in maniera non salutare, la modifica del pattern di sonno, con il conseguente peggioramento dello stato fisico. Gli autori suggeriscono di informare e coinvolgere la scuola, la famiglia e la comunità e tenere conto di questi rischi nell’organizzazione delle attività didattiche a distanza, per esempio moduli formativi specifici sulla promozione del benessere fisico e psichico degli studenti e la promozione di stili di vita salutari anche nella propria abitazione e rendendo disponibili servizi di counseling e supporto psicologico.
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www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)30547-X/fulltext
Quarantena, una forte pressione fisica e psicologica
Le conseguenze psicologiche della Pandemia: il carico degli operatori sanitari
30 marzo 2020 - L’importanza di tener in considerazione gli effetti psicologici della gestione complessa della Pandemia da Covid-19 negli operatori sanitari è il tema di una recente “Letter to Editor” pubblicata nella rivista Lancet da un gruppo di ricercatori cinesi. Questo articolo si focalizza sugli effetti della forte pressione fisica e psicologica che vi può essere in questi operatori, in tutte le fasi della pandemia: nelle fasi più acute della pandemia per l’aumento del numero di pazienti, per la gravità delle situazioni ed in tutte le fasi per l’intensità e la durata del carico assistenziale. Gli autori descrivono un piano di intervento psicologico che prevede tre ambiti: supporto psicologico, supervisione ed attività di gruppo per la riduzione dello stress. Inoltre, descrivono l’importanza dell’ascolto diretto dei diretti interessati per l’organizzazione di interventi utili per contenere stress, le paure e le preoccupazioni, tra cui in particolare il non voler interrompere il proprio lavoro per un grande senso di responsabilità e la paura di trasmettere il contagio ai propri familiari.
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www.thelancet.com/pdfs/journals/lanpsy/PIIS2215-0366(20)30078-X.pdf
www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)30460-8/fulltext
L'importanza del supporto psicologico per i sanitari e non solo
Le conseguenze psicologiche della pandemia: il trauma vicario negli operatori in prima linea
6 aprile 2020 - Ancora un'altra riflessione sulle conseguenze psicologiche, stavolta negli operatori che si trovano in prima linea nella gestione della drammatica situazione attuale, sia essi infermieri, medici, operatori di pubblica sicurezza. Parliamo del “trauma vicario”, un costrutto psicologico descritto per la prima volta nel 1996 da Saakvitne e Pearlman in riferimento ad alcune conseguenze sugli operatori del venire a contatto con persone che vivono eventi traumatici a livello individuale e di comunità. Per una forte empatia con la vittima, nelle situazioni in cui la drammaticità supera la tolleranza emotiva e psicologica, si manifesta nell’operatore un forte distress fisico e mentale con sintomi quali perdita dell’appetito, affaticamento, disturbi del sonno, problemi di attenzione, irritabilità, paura, disperazione ed intorpidimento. In un recentissimo articolo, alcuni autori cinesi analizzano questi aspetti nei medici, negli infermieri ed altri operatori sanitari che svolgono un ruolo di primo intervento nell’ambito della epidemia di Covid-19 e nella popolazione generale. Un altro spunto di riflessione sull’importanza del supporto psicologico.
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https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0889159120303093?via%3Dihub
Nuovi poveri e aumento delle forme di maltrattamento domestico
Ridefinizione continua della “vulnerabilità” sociale nell’era del Covid-19
6 aprile 2020 - Un interessante editoriale pubblicato su Lancet apre la discussione sul tema della vulnerabilità sociale, economica oltre che sanitaria che accompagna l’epidemia da Covid-19 e la malattia correlata, con un’ottica internazionale. Secondo gli autori, l’appartenenza a gruppi vulnerabili è e sarà un elemento fortemente dinamico nel corso dell’era del Covid-19, anche in funzione delle singole scelte politiche per il contenimento del contagio. Fasce di popolazioni che in precedenza non lo erano potrebbero ora entrarne a far parte (si pensi ad esempio a tutti coloro che in precedenza avevano delle situazioni economiche precarie ed ora non hanno alcun reddito, se non quelli erogati da sistemi di welfare emergenziali oppure coloro che vivono in condizioni abitative ed economico-sanitarie particolarmente precarie). Gli autori evidenziano in particolare gli effetti che questa pandemia potrà avere sui paesi in via di sviluppo e discutono i possibili effetti delle misure di contenimento. Un’attenzione particolare per esempio viene rivolta alla sospensione delle attività scolastiche in quei paesi in cui la frequenza della scuola consentiva di garantire prevedibilità e sicurezza del cibo. Ed ancora agli effetti che il confinamento a casa potrebbe avere sull’aumento di forme di maltrattamento ed abuso in ambito domestico, già rilevate in epidemie precedenti quali quella dell’Ebola.
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https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)30757-1/fulltext
Una piccola grande rivoluzione
La salute psichica dei bambini durante le emergenze
14 aprile 2020 - Nella pandemia da Covid-19, la vita dei bambini è stata profondamente modificata nel corso delle ultime settimane. Confinamento a casa, isolamento sociale, sospensione della frequenza scolastica, apprendimento e contatto sociale a distanza e mediati dalle tecnologie, sono alcuni degli elementi che hanno modificato la loro vita. Si confrontano inoltre con l’esperienza di ricevere continue informazioni dai media e percepire le preoccupazioni dei loro adulti più vicini. Ecco allora ancora qualche spunto per l’intervento. 1) Autenticità della comunicazione da parte di genitori ed altri caregivers (anch’essi profondamente influenzati dalla situazione), ascolto attivo delle emozioni dei bambini, anche quanto lo stress elevato le trasforma e le proietta sul corpo. 2) Attenzione agli indicatori di elevato disagio e l’emergere o l’esacerbarsi di quadri psicopatologici. Ultimo, ma non meno importante, l’importanza di utilizzare questa esperienza dirompente per l’organizzazione di piani di prevenzione focalizzati sul benessere psicologico dei bambini per, purtroppo non impossibili, quadri emergenziali futuri.
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https://www.thelancet.com/action/showPdf?pii=S2352-4642%2820%2930097-3
La pandemia e lo sviluppo di situazioni complesse a danno dei minori
a salute psichica dei bambini durante le emergenze: pianificazione in “peace time” ed intervento nelle diverse fasi
15 aprile 2020 - Ancora un focus sugli interventi utili per promuovere la salute psichica dei bambini durante l’emergenza che ne illustra la centralità nella redazione di Piani di gestione delleemergenze (necessari per pianificare risorse ed interventi con lo scopo di prevenire, ridurre, controllare e mitigare gli effetti dell’emergenza). Si tratta di Piani, da sviluppare in “Peace time” che prevedono diverse fasi e si basano su interventi evidence-based: dalla fase critica, alla predisposizione di strumenti di monitoraggio e di intervento nel breve (“first-aid approach”), medio (prevenzione e contenimento del trauma) e lungo termine (prevenzione e contenimento di forme più strutturate di quadri psicopatologici). Il tutto con la consapevolezza che emergenze come quella attuale colpiscono le famiglie e la collettività nel loro complesso e spesso privano di fatto i bambini del supporto dei familiari, dei nonni (anch’essi spesso particolarmente provati dalla situazione) e di altri elementi sociali che potrebbero facilitare la resilienza anche in situazioni complesse.
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Condizioni di vulnerabilità e diseguaglianza sociale nei minori
Bambini e Covid-19: costi e benefici della chiusura prolungata delle scuole
21 aprile 2020 - Con il prolungamento della chiusura delle scuole sia in Italia sia all’estero (sono ben 107 i paesi che in questa fase hanno optato per questa scelta), l’attenzione dei ricercatori è sempre più focalizzata sull’influenza di questa misura sul rischio di contagio nei bambini e nelle altre fasce d’età e, in un’analisi costi e benefici, sugli effetti che questa misura può avere sulla vita e sul benessere psicologico dei bambini. Compito non semplice, che viene ben approfondito sia in una “rapid review” di Viner e colleghi che propone una disanima degli effetti positivi e negativi, a livello individuale e sociale, sia nella Lettera su Lancet di Armitage e Nellums che ne evidenzia i rischi in termini di esacerbazione delle condizioni di vulnerabilità, delle diseguaglianze sociali, economiche e nell’accesso alle conoscenze. Si pensi per esempio al rapporto tra “digital divide” e apprendimento a distanza e tramite piattaforme online. Oppure ancora al rischio di maltrattamenti ed abusi familiari. O a quelle situazioni nelle quali il pasto scolastico rappresenta l’unica possibilità di potersi cibare nel corso della giornata. Sono quindi tanti gli aspetti da prendere in considerazione sia nella progettazione della cosiddetta Fase 2 sia nella definizione di futuri Piani di gestione delle emergenze.
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https://www.thelancet.com/action/showPdf?pii=S2214-109X%2820%2930116-9
https://www.thelancet.com/action/showPdf?pii=S2352-4642%2820%2930095-X
Inclusione e promozione delle diversità, lotta alle barriere durante la pandemia
I diritti delle persone con disabilità nell’era del Covid-19
21 aprile 2020 - Il riconoscimento delle necessità delle persone con disabilità, la promozione della loro inclusione e partecipazione in tutte le fasi della pandemia da Covid-19 è al centro del lavoro di Armitage e Nellums e di alcuni documenti dell’Oms. Secondo gli autori vi sono diverse tipologie di barriere che le persone con disabilità possono incontrare durante le diverse fasi della pandemia: il mancato accesso alle informazioni, alla comunicazione, il diritto all’autonomia ed alla mobilità, l’accesso ai servizi sanitari e, non meno importante, un eventuale maggior rischio di sviluppare quadri più gravi, in caso di contagio, a causa di pregresse comorbidità. Si pensi ad esempio che l’utilizzo di mascherine e di altri dispositivi di protezione individuale ed il distanziamento sociale possono inibire le possibilità comunicative, soprattutto in coloro che presentano limitazioni sensoriali (visive e uditive). L’utilizzo di guanti può inibire le possibilità comunicative (lettura e scrittura braille) e di esplorazione dell’ambiente per chi abbia limitazioni della vista. Quarantena, confinamento a casa e distanziamento sociale possono ridurre la possibilità di avvalersi di assistenti alle autonomie e per lo svolgimento delle attività di vita quotidiana di base e strumentali. Ancora una volta, sono tanti gli aspetti da tenere in considerazione nell’organizzazione di ciascuna fase affinchè vi sia un reale approccio inclusivo.
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https://www.thelancet.com/action/showPdf?pii=S2468-2667%2820%2930076-1
https://www.who.int/who-documents-detail/disability-considerations-during-the-covid-19-outbreak
L’importanza di un approccio multidisciplinare nella definizione di priorità nella ricerca sulla pandemia da Covid-19
Sullo studio delle conseguenze a breve e lungo termine e nella definizione di futuri piani di intervento per emergenze
13 maggio 2020 - Nel Position Paper di Holmes e colleghi (2020) torna il tema dell’importanza di apprendere dall’esperienza attuale della pandemia da Covid-19 per organizzare Piani di intervento per la gestione di future forme di emergenza, soprattutto in riferimento agli effetti psicologici, in senso lato. Gli autori evidenziano diverse priorità da affrontare nella ricerca attuale e futura. In particolare, enfatizzano l’importanza di un approccio multidisciplinare che tenga conto che la malattia da Covid-19 ha una serie di ripercussioni dirette e dirette sulla salute delle persone, anche in riferimento a possibili e, per ora non sufficientemente noti, effetti neuropsicologici e sul funzionamento cerebrale, conseguenti alle problematiche respiratorie e immunitarie ad essa associate. Per cui è auspicata la collaborazione tra le diverse discipline che si occupano della salute psichica, tra cui la psicologia, la psichiatria e diverse branche della medicina, le neuroscienze, nonché l’ascolto delle esperienze dirette di coloro che si sono ammalati, affinchè si possano trovano modalità di lavoro multidisciplinare che consentano di raccogliere dati di qualità in tutte le fasi della pandemia e consentano, nelle fasi successive, di organizzare interventi specifici e efficaci.
Link:
https://www.thelancet.com/action/showPdf?pii=S2215-0366%2820%2930168-1
Pandemia, Goal 3 e Agenda dell'Onu
Emergenza sanitaria ed effetti diretti e indiretti del Covid-19: scenari possibili sulla mortalità materna ed infantile nei paesi in via di sviluppo
3 giugno 2020 - Ancora una riflessione sugli effetti indiretti a livello mondiale della attuale emergenza sanitaria sulla salute e sul benessere della popolazione, a causa degli effetti che questa potrebbe avere sui sistemi sanitari deboli. Focalizzandosi quindi sul primo target del Goal 3 della Agenda per lo sviluppo sostenibile dell’Onu, la riduzione della mortalità infantile e materna e della malnutrizione, Robertson e colleghi (2020) propongono tre possibili scenari, con crescente rischio di effetti negativi. Tenendo conto di quanto già emerso in precedenti emergenze sanitarie e della fragilità di alcuni sistemi sanitari, gli autori ipotizzano un intreccio negativo tra sovraccarico dei servizi sanitari e minor accesso alla sanità nei paesi in via di sviluppo, insieme con di farmaci e presidi per la prevenzione di condizioni di rischio pre, peri, post natali e nei primi anni di vita. Evidenziano anche il ruolo di una minore disponibilità di cibo ed il peggioramento di condizioni igienico sanitarie, altre condizioni di rischio per la salute materna e infantile. Un’attenta analisi delle diverse variabili sanitarie, psicosociali e socio-economiche nella gestione delle emergenze sanitarie è quindi l’auspicio degli autori.
Link:
https://www.thelancet.com/journals/langlo/article/PIIS2214-109X(20)30229-1/fulltext
All'opera per il benessere dei più piccoli
A “wake-up call” per la promozione della salute nei bambini nell’era del Covid-19: il futuro non è automatico
5 giugno 2020 - Il dibattito internazionale si focalizza sempre più sugli effetti indiretti della pandemia da Covid-19 sulla salute e sul benessere dei bambini, la cui vita è stata particolarmente influenzata negli ultimi mesi. Circa l’80 per cento dei bambini in età scolare, per esempio, ha sperimentato la chiusura delle scuole, il confinamento a casa, il distanziamento sociale e altre misure restrittive volte a contenere il rischio di contagio e posporre il picco epidemiologico. Naturalmente il tutto è avvenuto in luoghi diversi ed in condizioni economiche, sociali e culturali differenti. Con un approccio globale e con l’attenzione rivolta al futuro e basata sullo “Sviluppo sostenibile”, il lavoro di Fore (2020) individua sei aree di intervento su cui focalizzarsi per promuovere la salute dei bambini, con particolare enfasi sul ruolo dell’apprendimento, delle relazioni sociali, della prevenzione del disagio psicologico, ma senza dimenticare l’importanza di garantire la disponibilità di cibo, farmaci, servizi essenziali e adeguate condizioni igienico sanitarie. Particolarmente significativa la frase “The future isnotautomatic”. Nell’ambito del nuovo modello concettuale dell’Unicef che si focalizza sulla promozione del benessere e della salute dei bambini, garantendone la sopravvivenza (riducendo i rischi di mortalità) ma anche promuovendo lo sviluppo delle loro potenzialità, l’autrice enfatizza l’importanza di “considerare le nuove opportunità che questa crisi può dare alle comunità per costruire sistemi più forti ed orientare i servizi affinchè possano raggiungere tutte le persone, indipendentemente dalle loro condizioni economiche” in maniera “globale, equa e sostenibile”.
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https://www.thelancet.com/journals/langlo/article/PIIS2214-109X(20)30238-2/fulltext
Federica Pinna, Mirko Manchia, Bernardo Carpiniello
Pandemia, benessere psicologico a rischio per medici, infermieri e Oss
Promuovere la salute mentale negli operatori sanitari. Abbattiamo lo stigma!
22 aprile 2020 - L’emergenza da Covid-19 sta avendo un rilevante impatto sul benessere psicologico degli operatori sanitari. L’elevato livello di stress derivante dal rischio di infezione, dall’inadeguatezza dei dispositivi di protezione, dall’isolamento, dal timore e dalla percezione di rappresentare una fonte di contagio, può mettere a serio rischio la salute mentale di questi soggetti, comprometterne la capacità decisionale ed esporli ad un maggiore rischio di disturbi mentali. Allo stesso tempo, l’improvvisa inversione di ruolo nel passaggio da prestatore di cure a paziente, quando un operatore sanitario s’infetta, può portare a sentirsi frustrati, fragili e indifesi. Ciò nonostante, la maggior parte dei professionisti della salute spesso non ricerca o non riceve cure sistematiche per la salute mentale. Tale aspetto desta forte preoccupazione e deve indurre a mettere in atto interventi che tengano conto dei potenziali fattori di ostacolo all’accesso alle cure in psichiatria, tra cui lo stigma. Negli operatori sanitari, il timore di essere stigmatizzati può ostacolare la richiesta di un sostegno psicologico e psicofarmacologico per le problematiche di salute mentale, con conseguenze potenzialmente drammatiche nel breve e nel lungo termine, soprattutto nelle categorie considerate a maggiore rischio, tra cui le donne, gli infermieri e gli operatori sanitari impegnati in prima linea.
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https://doi.org/10.1016/S2215-0366(20)30046-8
Distanziamento sociale, solitudine e rischio suicidario
Supporto costante e riorganizzazione dell’assistenza per mantenere uno stato di benessere individuale e sociale
27 aprile 2020 - Il suicidio è un fenomeno multifattoriale e complesso laddove è fondamentale individuare delle possibili strategie di prevenzione. Diversi aspetti caratterizzanti l’emergenza pandemica attuale portano a ipotizzare un impatto in termini di incremento del rischio suicidario nella popolazione generale e in alcune specifiche categorie di soggetti. I vissuti angoscianti di solitudine e l’isolamento sociale sono tra i fattori associati al suicidio e il distanziamento sociale attualmente imposto ha un notevole impatto in tal senso. Ulteriori fattori di rischio sono la maggiore esposizione a vissuti d’ansia, depressione, rabbia, insonnia e sintomi post-traumatici da stress, un maggiore consumo di alcol e un’esacerbazione dei conflitti intra-familiari, frequenti fattori scatenanti gli agiti suicidari. Gli interventi devono basarsi su una valutazione globale dei fattori di rischio, inclusa una storia di malattia mentale, eventi di perdita, separazione dalla famiglia, basso reddito familiare, disoccupazione, crisi economica ed età avanzata, avendo l’anziano un maggiore rischio di complicanze da Covid-19, un maggiore rischio di isolamento sociale e di suicidio e un minore supporto fruibile con la telemedicina. Siamo pertanto tenuti a programmare un'intensificazione delle misure di supporto e prevenzione del suicidio, attraverso strategie che non devono limitarsi alla fase attuale ma che devono tener conto degli ffetti a lungo termine della pandemia, tra cui i sintomi post-traumatici da stress e la crisi economica.
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http://www.psychiatrist.com/JCP/article/Pages/2020/v81/20com13370.aspx
Fabrizio Sanna
Supporto psicologico dedicato per gli operatori sanitari impegnati nelle zone del contagio
Covid-19: quali sono le categorie di operatori sanitari a maggiore rischio di burnout?
2 aprile 2020 - Di questo argomento si è occupata una ricerca condotta di recente e pubblicata sulla rivista scientifica Jama che ha preso in esame 1.257 operatori sanitari di 34 ospedali coinvolti nell’assistenza a pazienti affetti da Covid-19 in diverse regioni della Cina, tra cui la regione di Hubei con la città di Wuhan, epicentro dell’epidemia. I risultati di questa ricerca hanno messo in evidenza non solo come una considerevole proporzione di operatori sanitari (medici, infermieri e altre figure professionali coinvolte a vario titolo) riportava di sperimentare sintomi di depressione, ansia, insonnia e distress ma anche quali siano le categorie di soggetti maggiormente colpiti da questi sintomi. I soggetti più vulnerabili erano quelli di sesso femminile, il personale infermieristico, ed in particolare gli operatori impegnati nella città di Wuhan. Inoltre, sembravano essere maggiormente colpiti tutti gli operatori direttamente coinvolti in prima linea nella diagnosi, trattamento ed assistenza sanitaria ai pazienti con sospetto o confermato Covid-19. I risultati ottenuti suggeriscono non solo la necessità di implementare servizi di assistenza psicologica per gli operatori sanitari dei presidi ospedalieri impegnati nella lotta al Covid-19 ma anche che alcune categorie di soggetti particolarmente vulnerabili a sviluppare esiti psichici negativi necessitano in modo particolare di supporto e di un intervento psicologico dedicato.
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Laura Vismara
I neo genitori alle prese con lo stress da pandemia
La salute mentale perinatale: le nascite ai tempi del Covid-19
8 aprile 2020 - La salute mentale perinatale si occupa del benessere psicologico dei genitori dalla gravidanza alla fine del primo anno di vita del neonato. Fino al 20 per cento delle neomamme può manifestare sintomi depressivi e/o ansiosi e, più recentemente, è stato dimostrato che anche i neopapà sono a rischio di problemi psicologici nella perinatalità. Nel corso della pandemia Covid-19, in Cina, Wu et al. (2020) evidenziano un incremento significativo della depressione materna perinatale. Sebbene preliminare, questo dato dimostra un distress psicologico aggiuntivo nella situazione attuale di emergenza, rischio di malattia e perdita, e distanziamento sociale. Per questo i Servizi Sanitari, anche in Italia, stanno rispondendo con l’attento monitoraggio sia delle donne gravide positive o sospette al Coronavirus, sia dei genitori in attesa, fornendo corsi di preparazione al parto e consulenza psicologica “a distanza”, per sostenerli con competenze tecniche e scientifiche in questa fase così delicata e complessa del ciclo di vita.
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https://obgyn.onlinelibrary.wiley.com/doi/pdf/10.1002/ijgo.13146
Alessandro Zuddas
Deficit d'attenzione e iperattività, le avvertenze dei neuropsichiatri (RICERCA BY UniCa)
Raccomandazioni per la gestione clinica a distanza dei disturbi del neurosviluppo (Adhd in particolare)
20 aprile 2020 - I soggetti con disturbi del neuro-sviluppo, in particolare con Deficit d’attenzione e iperattività (Adhd), sono particolarmente vulnerabili allo stress causato dalla pandemia Covid-19 ed alle misure di distanziamento sociale, con aumento dei problemi comportamentali, inclusa la tendenza a violare, le misure di prevenzione quali l’isolamento sociale. Tali soggetti costituiscono pertanto una popolazione particolarmente a rischio di infezione/trasmissione virale. La necessità del distanziamento fisico comporta peraltro una significativa riduzione delle attività assistenziali in presenza, una quasi completa cessazione delle attività extra-domiciliari, quali la scuola, con interruzione di routine consolidate, perdita di contatto diretto con i pari e convivenza forzata con familiari, talvolta a loro volta con difficoltà educative: ciò comporta spesso difficoltà di gestione delle situazioni stressanti e, più in generale, aggravamento della psicopatologia. Lancet Child & Adolescent Health ha appena pubblicato una serie di raccomandazioni per la valutazione e la gestione clinica di minori ed adulti con Adhd sviluppate dall’European Adhd Guidelines Group (Eagg, di cui i docenti e ricercatori della Clinica di Neuropsichiatria dell’Infanzia e Adolescenza fanno parte), basate sull’uso sistematico di video tecnologie on line per le attività di tele-medicina in linea con le correnti raccomandazioni internazionali, finalizzate all’implementazione di adeguate strategie psico-educative, psicoterapiche e di gestione delle terapie farmacologiche.
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https://www.thelancet.com/journals/lanchi/article/PIIS2352-4642(20)30110-3/fulltext
https://eunethydis.eu/eunethydis-initiatives/european-adhd-guideline-group/
Programmi di intervento post pandemia (RICERCA BY UniCa)
Rapporto dell’Istituto superiore di sanità (Iss): Covid-19
15 giugno 2020 - Come indicato in molti contributi apparsi in queste pagine, l’emergenza Covid-19 non riguarda esclusivamente la gestione degli aspetti più critici della malattia che possono portare alla morte, ma anche quella dei risvolti psichiatrici. Un interessante documento dell’Iss (firmato anche dal sottoscritto) fornisce delle indicazioni importanti per programmi di intervento nell’emergenza e post-emergenza Covid-19, sia specifici per popolazioni a rischio quali bambini e ragazzi in situazione di vulnerabilità e/o con bisogni di protezione e tutela, inclusi i bambini e ragazzi con disturbi neuropsichici dell’età evolutiva, che per popolazione generale di minori, indicando modialità e risorse per la gestione dell’ansia e della depressione perinatale, del supporto emotivo e consapevolezza, della ricostruzione di abitudini ed attività, per garantire le attività educative e didattiche e le attività fisiche e sportive , promuovendo l’integrazione e l’interdisciolinarietà Il rapporto: 'Indicazioni ad interim per un appropriato sostegno della salute mentale nei minori di età durante la pandemia Covid-19' evidenzia che la necessità di adottare misure di contenimento del contagio (limitazioni di movimento e distanziamento interpersonale), può influire negativamente sia sulla salute delle donne nel periodo perinatale, che dei bambini ed adolescenti fino al raggiungimento della maggiore età, aumentando il rischio di comparsa di alcuni disturbi mentali, come depressione e ansia. I Servizi che si occupano della salute dei bambini e degli adolescenti e della donna in gravidanza dovrebbero quindi riorganizzare le procedure per far fronte a questa emergenza, con l’obiettivo di continuare a fornire un’assistenza di qualità volto ad individuare tempestivamente i minori e le donne a rischio e fornire loro un trattamento basato su prove di efficacia garantendo, al contempo, la sicurezza di utenti e operatori.
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