La chirurgia mini-invasiva in gravidanza nell'era del Coronavirus
La laparoscopia ai tempi del Covid-19
16 maggio 2020 - La chirurgia mini-invasiva e la laparoscopia in particolare, rappresentano l'approccio convenzionale alla maggior parte della chirurgia addominale e pelvica. Attualmente la sindrome respiratoria acuta da Coronavirus-2 (Sars-Cov-2) sta modificando l'attività della nostra sala operatoria. Sono state espresse preoccupazioni sul fatto che la chirurgia mini-invasiva potrebbe essere una procedura che comporta il rischio di diffusione del virus in sala operatoria. Il problema maggior della contaminazione delle sale operatorie sarebbe particolarmente correlato all'evacuazione del pneumoperitoneo durante la chirurgia laparoscopica. Alcuni casi in letteratura riportano il possibile rischio per il team chirurgico di inalazione di virus durante gli interventi laparoscopici. I virus dell'epatite B e del papillomavirus umano sono stati rilevati nel fumo chirurgico, sebbene non esistano dati certi sulla contaminazione del personale di sala. Anche se non è ancora noto se il Sars-Cov-2 possa condividere le proprietà di altri virus che sono stati trovati nella Co2 durante gli interventi laparoscopici, molte società scientifiche hanno pubblicato le loro raccomandazioni sulla laparoscopia durante questa pandemia. La situazione ideale sarebbe quella di sottoporre a screening tutti i pazienti prima dell'intervento chirurgico. Se ciò non fosse possibile, è necessario utilizzare i dispostivi di protezione individuale e seguire tutte le strategie per ridurre la diffusione dell'aerosol in sala operatoria. E’ raccomandabile utilizzare un sistema a circuito chiuso per mantenere il pneumoperitoneo e per facilitare l'evacuazione e la filtrazione dei fumi chirurgici. Un altro possibile suggerimento è di utilizzare pressioni molto basse di Co2. Questo risultato può anche essere ottenuto utilizzando un blocco neuromuscolare profondo anestesiologico per ottimizzare lo spazio chirurgico. Queste strategie aumenterebbero i costi degli interventi ma potrebbero migliorarne la sicurezza per pazienti ed operatori sanitari.