La ricerca multicentrica ha coinvolto 28 tra i maggiori centri di endocrinochirurgia italiani, e ha avuto come scopo la valutazione dell'attività chirurgica per tumori maligni tiroidei durante i primi 6 mesi della pandemia di COVID-19 in Italia
Sergio Nuvoli
Cagliari, 8 marzo 2021 - E’ stato pubblicato sulla prestigiosa rivista British Journal of Surgery lo studio Thyroid surgery during COVID-19 pandemic in Italy (THYCOVIT), promosso da Pietro Giorgio Calò e da Fabio Medas, rispettivamente ordinario e ricercatore di Chirurgia generale.del Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell'Università di Cagliari.
Si tratta di una ricerca multicentrica, che ha coinvolto 28 tra i maggiori centri di endocrinochirurgia italiani, e ha avuto come scopo la valutazione dell'attività chirurgica per tumori maligni tiroidei durante i primi 6 mesi della pandemia di COVID-19 in Italia. Tra gli autori dell’articolo, con Calò e Medas figurano numerosi big della chirurgia italiana.
“La pandemia da COVID-19 ha rappresentato un grave onere per la salute pubblica – si legge nell’articolo - L'Italia è stata pesantemente colpita, con quasi 2 milioni di casi confermati e quasi 70mila decessi. A livello globale, le autorità sanitarie hanno limitato l'assistenza medica alle procedure di emergenza, rinviando l'attività chirurgica elettiva”.
Il lavoro promosso dai due specialisti dell’Università di Cagliari ha incluso in tutto 1570 pazienti affetti da carcinoma tiroideo, e ha messo in evidenza una riduzione degli interventi chirurgici per questa patologia di circa il 30%
Il lavoro promosso dai due specialisti dell’Università di Cagliari ha incluso in tutto 1570 pazienti affetti da carcinoma tiroideo, e ha messo in evidenza una riduzione degli interventi chirurgici per questa patologia di circa il 30% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
“Dallo studio è emerso inoltre che, durante i primi mesi della pandemia, le risorse sono state concentrate dalle unità operative per non ritardare gli interventi dei tumori maggiormente aggressivi”, spiega Calò, che è anche direttore del Dipartimento di Scienze chirurgiche dell’Ateneo cagliaritano.
“Il nostro studio sottolinea la necessità di proseguire adeguate attività di screening, chirurgiche e di follow-up per le neoplasie tiroidee – rimarca Medas - perchè un rallentamento di queste attività potrebbe portare nel breve futuro ad un incremento dell'incidenza di tumori con caratteristiche aggressive e prognosi peggiore”.
Gli autori raccomandano di non ritardare i programmi di screening e le visite programmate, che potrebbero essere spostate in contesti non ospedalieri.
RASSEGNA STAMPA
L'UNIONE SARDA del 9 marzo 2021
Cagliari - pagina 18
Pubblicato il risultato dello studio di due ricercatori cagliaritani
Tumori alla tiroide, interventi ridotti del 30%
Alberto Mantovani, l'oncologo e immunologo italiano più citato nel mondo, lo ha detto in un'intervista rilasciata all' Unione nei giorni scorsi: nel Sud Italia, e anche nell'Isola: i ritardi nelle campagne di screening e i rinvii delle visite generati dalla pandemia in corso produrranno effetti pesantissimi sui tumori.
A confermarlo c'è una ricerca promossa da Pietro Giorgio Calò e da Fabio Medas, rispettivamente ordinario e ricercatore di Chirurgia generale del Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell'Università, che ha messo in evidenza una riduzione degli interventi chirurgici per tumori maligni tiroidei di circa il 30% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Coinvolti 1.570 pazienti
Lo studio, effettuato su 1.570 pazienti, è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista British Journal of Surgery lo studio Thyroid surgery during Covid-19 pandemic in Italy. «La pandemia da Covid-19 ha rappresentato un grave onere per la salute pubblica», si legge nell'articolo. «L'Italia è stata pesantemente colpita, con quasi 2 milioni di casi confermati e quasi 70mila decessi. Durante i primi mesi della pandemia, le risorse sono state concentrate dalle unità operative per non ritardare gli interventi dei tumori maggiormente aggressivi», spiega Calò, che è anche direttore del Dipartimento di Scienze chirurgiche dell'Ateneo cagliaritano. «Il nostro studio sottolinea la necessità di proseguire adeguate attività di screening, chirurgiche e di follow-up per le neoplasie tiroidee», rimarca Medas, «perché un rallentamento di queste attività potrebbe portare nel breve futuro ad un incremento dell'incidenza di tumori con caratteristiche aggressive e prognosi peggiore».
Riprendere gli screening
Gli autori raccomandano, dunque, alle autorità sanitarie di non ritardare i programmi di screening e le visite programmate, che potrebbero essere spostate in contesti non ospedalieri.
LA NUOVA SARDEGNA del 10 marzo 2021
Primo piano - pagina 5
Allarme da Cagliari: "Non trascurate i tumori"
Uno studio di due docenti universitari riaccende i riflettori sul tema dei carcinomi tiroidei
CAGLIARI. È stato pubblicato sulla prestigiosa rivista British Journal of Surgery lo studio "Thyroid surgery during Covid-19 pandemic in Italy" promosso da Pietro Giorgio Calò e da Fabio Medas, rispettivamente ordinario e ricercatore di Chirurgia generale del Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell'Università di Cagliari. Si tratta di una ricerca multicentrica, che ha coinvolto 28 tra i maggiori centri di endocrinochirurgia italiani, e ha avuto come scopo la valutazione dell'attività chirurgica per tumori maligni tiroidei durante i primi 6 mesi della pandemia di Covid-19 in Italia. Tra gli autori dell'articolo, con Calò e Medas, figurano numerosi big della chirurgia italiana.«La pandemia da Covid-19 ha rappresentato un grave onere per la salute pubblica - si legge nell'articolo -. L'Italia è stata pesantemente colpita, con quasi 2 milioni di casi confermati e quasi 70mila decessi. A livello globale, le autorità sanitarie hanno limitato l'assistenza medica alle procedure di emergenza, rinviando l'attività chirurgica elettiva».Il lavoro promosso dai due specialisti dell'Università di Cagliari ha incluso in tutto 1570 pazienti affetti da carcinoma tiroideo, e ha messo in evidenza una riduzione degli interventi chirurgici per questa patologia di circa il 30% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. «Dallo studio è emerso inoltre che, durante i primi mesi della pandemia, le risorse sono state concentrate dalle unità operative per non ritardare gli interventi dei tumori maggiormente aggressivi» spiega Calò. «Il nostro studio sottolinea la necessità di proseguire adeguate attività di screening, chirurgiche e di follow-up per le neoplasie tiroidee - spiega Medas - perchè un rallentamento di queste attività potrebbe portare nel breve futuro ad un incremento dell'incidenza di tumori con caratteristiche aggressive e prognosi peggiore».
Luigi Soriga
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