Lunedì 3 settembre 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
03 settembre 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
«Senza aiuti, carbone antieconomico»
L'ESPERTO. Mura, consulente per il piano energetico: le tecnologie non abbassano i costi
 
Il carbone sardo è davvero poco conveniente: non è una favola. E comunque non c'è lieto fine, se non si compensa il gap economico. Paolo Giuseppe Mura, docente di Fisica tecnica ed energetica alla facoltà di Ingegneria di Cagliari, la pensa così: e lui la storia del carbone del Sulcis la conosce bene. È stato consulente per il piano energetico regionale per l'assessore all'Industria Giorgio La Spisa (con Mauro Pili presidente) e poi per la Giunta di Renato Soru. «Sul carbone il Signore è stato un po' avaro», sorride Mura, cattolico praticante: «Ce l'ha dato, ma svantaggiato».
Per l'alto tasso di zolfo.
«Sì, nell'ordine del 6-8%. Quello polacco o russo si aggira sull'1 per mille».
Secondo Assocarboni, le nuove tecnologie consentono di usare il carbone sardo senza problemi.
«Senza problemi, secondo me, no. Quel tasso di zolfo mette in crisi qualsiasi impianto di desolforazione. E poi la miniera è geologicamente complessa, con molte faglie: si estrae molta pietra. Per avere un milione di tonnellate annue di carbone lavato, bruciabile, bisogna estrarre due milioni di tonnellate. Questo è un fattore di diseconomia decisivo».
Allora qualsiasi progetto per la Carbosulcis è inutile?
«Non dico questo. È un'emergenza socioeconomica. Le tecnologie consentono di risolvere i nodi tecnici; eppure nel 2000 le banche, temendo perdite, non finanziarono il progetto che dava, a chi rilevava la miniera, gli aiuti Cip6 (incentivi per l'energia da determinate fonti, ndr ) e la certezza di vendere la produzione».
Più di recente è andata deserta la gara internazionale.
«Perché tutti capirono che l'Ue avrebbe sollevato il tema degli aiuti di Stato. Il nostro prodotto è così svantaggiato che, senza aiuti, nessuno verrà a estrarlo. Ci vorrebbe la forza di dire all'Ue che quel che non concede, ce lo rimetterà comprando carbone dall'estero o gas naturale. È un problema di autonomia energetica».
E pure di prezzi del petrolio e del gas, o no?
«Certo, estrarre il carbone serve a calmierarli. Insomma, quello sardo è un carbonaccio, però è carbone, l'unico che ha l'Italia. L'Ue è schizofrenica: per le fonti rinnovabili ammette gli incentivi. Serve una classe politica capace di farsi rispettare, in Italia e in Europa».
Invece rimodulare il progetto integrato non serve?
«Dirlo è utile per scongiurare gesti estremi. Ma temo che, quando si vedrà che non ci sono aiuti, i privati si tireranno indietro».
Il ministro Clini ha dubbi sulla fattibilità della cattura di CO2. Condivide?
«Non sono un geofisico. Certo per separarla serve un impianto ulteriore, che a sua volta consuma energia. Poi la si deve stoccare nel sottosuolo senza sapere, come ha detto Rubbia, quando ne uscirà. Ci sarebbe da chiedere a Clini su quali elementi basa le sue riflessioni».
Che fine ha fatto il piano energetico?
«È stato aggiornato con la valutazione ambientale e consegnato, nell'autunno 2009, alla Giunta Cappellacci. Da allora è fermo in un cassetto, e mi spiace: c'è un gruppo di lavoro che è stato pagato (benché male) con i soldi dei contribuenti, e non per produrre carta inutile».
Giuseppe Meloni
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cultura – pagina 35
All’Università di Cagliari si apre oggi la Scuola Estiva Internazionale di Architettura
 
Oggi alle 10, nell’Aula Magna della Scuola di Architettura dell’Università, in via Corte d’Appello 87, si apre la prima Scuola Estiva Internazionale di Architettura dell’Università di Cagliari. La Scuola vuole rispondere alla domanda diffusa di trasformazione dei territori attraverso un’esperienza di progetto e ricerca che coinvolge giovani progettisti, laureandi e studenti interessati a confrontarsi, teoricamente e praticamente, con le principali questioni poste dalla progettazione architettonica e paesaggistica. Un confronto tra diversi modi di lavorare che coinvolge più università (Accademia di Architettura di Mendrisio, Ecole Nationale Supérieure d’Architecture de Marseille, ETH Eidgenössische Technische Hochschule, Zürich, Scuola di Architettura di Cagliari, School of Architecture University of Waterloo,Cambridge,TU Technische Universität,Wien) ed eminenti personalità della cultura, dell’arte e dell’architettura. Il luogo scelto come tema di studio è il Sulcis-Iglesiente.Tra i docenti,Walter Angonese, Nicola Di Battista,Vittorio Magnago Lampugnani,Andras Palffy, Lorenzo Pignatti, Jacques Sbriglio. Interventi di André Dubuc, Georg Franck, Mimmo Jodice, Hans Kollhoff, Jannis Kounellis, Joao Nunes,Alfredo Pirri, Eduardo Souto De Moura.
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca Italiana (Pagina 6 - Edizione CA)
Studenti sui banchi per i test
Da oggi via alle selezioni per l'ammissione alle facoltà a numero chiuso
UNIVERSITÀ. Ultimi ad affrontare gli esami l'11 settembre gli aspiranti a professioni sanitarie
 
ROMA Finita l'estate, si riparte con l'università, ma non tutti gli studenti che, avendo completato il ciclo delle scuole superiori, aspirano a frequentare un corso di laurea, ci riusciranno. Per le facoltà a numero programmato questa settimana partono infatti i test di ammissione: si comincia con Medicina e Odontoiatria, e solo un aspirante su otto ce la farà. Le associazioni studentesche preannunciano che continueranno la loro battaglia contro il numero chiuso.
Oltre a Medicina e chirurgia e ad Odontoiatria e protesi dentaria, i corsi di laurea a numero programmato in Italia sono Medicina veterinaria, Architettura e Professioni sanitarie (che comprendono 22 profili professionali che vanno dagli infermieri agli ostetrici, ai logopedisti, ai fisioterapisti).
I primi ad affrontare il pacchetto di domande (un'ottantina di quesiti di cultura generale) saranno martedì gli aspiranti medici e odontoiatri che intendono seguire le lezioni in lingua italiana. Mercoledì 5 settembre sosterranno la stessa prova coloro che vorranno invece seguire un corso di laurea in Medicina e Odontoiatria, ma in lingua inglese; si potrà sostenere il test oltre che in Italia in altri paesi: Germania, Gran Bretagna, India, Polonia e Stati Uniti. I posti disponibili sono 10.173 per Medicina e circa 900 per Odontoiatria: a contenderseli saranno in 77 mila, dunque solo un concorrente su 8 riuscirà a occupare i posti messi a disposizione.
Oltre a questi posti, altre 15.000 domande sono confluite alle tre Università non statali di Milano San Raffaele, Roma Campus Biomedico e Roma Cattolica; le prime due hanno espletato l'esame nei giorni scorsi, mentre la Cattolica li ha svolti in aprile.
Nel totale le domande presentate su tutte le 41 Università sono circa 97 mila, poco meno dei 98 mila dello scorso anno (-0.9%). Da quest'anno il Miur ha esteso a tutti gli Atenei la graduatoria unica di merito per aggregazione su base geografica. Dopo i «camici bianchi» toccherà il 6 settembre agli studenti che aspirano a diventare architetti (8.720 posti). Il 10 settembre toccherà ai futuri veterinari (918) e l'11 si chiude con gli studenti interessati alle professioni sanitarie (circa 27.000 posti).
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Tempo d'Estate (Pagina 39 - Edizione CA)
Villaverde, Usellus e Ales
A scuola di archeologia nel verde del Monte Arci
 
Il villaggio nuragico di Brunk' e S'Omu di Villaverde, il ponte romano di Usellus e il castello di Barumele di Ales. «È importante studiarli e coinvolgere la popolazione per rafforzare il senso di appartenenza al territorio». Simonetta Zedda, sindaco di Ales, ha così presentato la Scuola estiva internazionale di archeologia, che da oggi al 14 settembre si terrà nei tre paesi del Monte Arci. Un progetto sostenuto dalla Regione, organizzato assieme all'Università di Cagliari e coordinato da Carlo Lugliè. Tra studio archeologico e territoriale, ricerche in archivio, visite nei siti, per due settimane alla summer school parteciperanno specializzandi, laureandi, laureati e studenti dei corsi di laurea in beni culturali ed archeologia e storia dell'arte dell'Università di Cagliari e di Sassari. (an.pin.)
 

LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 13 - Ed_Cagliari
Università, test d’ingresso 77mila gli aspiranti medici
Domani si comincia con Medicina e Odontoiatria: ce la farà uno studente su otto Mercoledì sarà la volta di Architettura e Veterinaria. Proteste in tutti gli atenei
 
ROMA Finite le vacanze, si riparte con l’università, ma non tutti gli studenti che, avendo completato il ciclo delle superiori, aspirano a frequentare un corso di laurea, ci riusciranno. Per le facoltà a numero programmato questa settimana partono i test di ammissione. Si comincia domani con Medicina e Odontoiatria dove solo un aspirante su otto ce la farà. Poi, il 6 toccherà ai test di Architettura; il 10 Veterinaria mentre l’11 settembre si chiude con gli studenti interessati a diventare infermieri, ostetrici, logopedisti, fisioterapisti (22 infermieri professionali). Si comincia da Medicina. Domani gli aspiranti medici affronteranno il pacchetto di domande: un’ottantina di quesiti di cultura generale. Mercoledì invece sosterranno la stessa prova gli studenti che vorranno invece seguire un corso di laurea in Medicina e Odontoiatria, ma in lingua inglese. Si potrà sostenere il test oltre che in Italia in altri paesi: Germania, Gran Bretagna, India, Polonia e Stati Uniti. I posti disponibili sono 10.173 per Medicina e circa 900 per Odontoiatria: a contenderseli saranno in 77 mila. Dunque, solo un concorrente su 8 riuscirà ad occupare i posti a disposizione. Oltre a questi posti, altre 15.000 domande sono confluite alle tre Università non statali di Milano S. Raffaele, Roma Campus Biomedico e Roma Cattolica. Le prime due hanno espletato l’esame nei giorni scorsi, mentre la Cattolica li ha svolti in aprile. Per le private la concorrenza è notevolmente più alta, con un vincitore su 30, e le rette più costose. Per questo, molti studenti faranno anche l’esame per accedere alle università pubbliche. Graduatoria unica. In totale, le domande presentate su tutte le 41 Università sono circa 97 mila, poco meno dei 98 mila dello scorso anno (-0.9%). Da quest’anno il Miur ha esteso a tutti gli Atenei la graduatoria unica di merito per aggregazione su base geografica, che lo scorso anno riguardò solo Udine e Trieste. Architetti, professioni sanitarie e veterinari. Dopo i «camici bianchi» toccherà il 6 settembre agli 8.720 studenti che aspirano a diventare architetti. Il 10 settembre ai futuri veterinari (918) e l’11 si chiude con gli studenti interessati alle professioni sanitarie. I posti sono 27.000. Test per i corsi universitari locali. Oltre ai corsi di laurea a numero programmato a livello nazionale, sono in aumento i corsi universitari con programmazione locale che prevedono lo sbarramento dei test. Mille sono i candidati per i 50 posti alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Sempre nell’ateneo toscano sono circa 9mila le aspiranti matricole che si sono iscritte ai corsi a numero programmato con la novità dei test di accesso introdotti sia per i corsi di Lingue e letterature straniere sia per Scienze naturali e ambientali. Le proteste. Ostacoli che non piacciono alle associazioni studentesche. La Rete della conoscenza punta il dito contro test di ammissione che «si sono trasformati negli anni sempre di più in un grande business economico. «Nella maggior parte delle università italiane - dicono gli studenti - i costi per i test per le facoltà tanto a numero chiuso quanto in quelle in cui il test è solo orientativo si attestano sulla media di 50 euro per studente. Per non parlare del business del materiale didattico di preparazione al test: i kit completi degli Alphatest costano tra i 66,90 e i 135,60 euro». Intanto, l’Unione degli Universitari aspetta la sentenza della Corte Costituzionale che potrebbe definire incostituzionale il numero chiuso alle facoltà.
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 13 - Ed_Cagliari
ricerca del boston college
I prof italiani tra i più ricchi del mondo
 
I professori universitari italiani sono tra i più ricchi del mondo. Solo i colleghi canadesi hanno una basta-paga più pesante dei nostri docenti ordinari. E’ quanto emerge da una ricerca condotta su 28 paesi da un professore del Boston College, Philp Altbach. Secondo i dati raccolti dal ricercatore e dalla sua équipe internazionale, non sono gli Stati Uniti l’eldorado delle retribuzioni come si potrebbe pensare. Il saggio, pubblicato nei mesi scorsi dal titolo «Paying the professoriate. A global comparison and contracts», ha avuto un iter complicato. Non è stato facile per gli specialisti superare reticenze, diversità di sistemi di pagamento e tassazione, difficoltà nel comparare le cifre per la diversità del potere d’acquisto. Tutti parametri di cui i ricercatori hanno dovuto rendere conto per tracciare un quadro comparativo attendibile. Secondo il professor Altbach dunque lo stipendio lordo dei professori italiani, che lavorano in un’università che va a pezzi, è subito dopo il Canada tra i più alti del mondo. Eppure, il professore bostoniano è convinto che la busta-paga dei docenti universitari sia una spia per capire le politiche reali dei vari paesi. Qualcuno ha però obiettato che in materia educativa sarebbero più rilevanti altre domande.

Questionario e social

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