Giovedì 8 marzo 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
08 marzo 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Commenti (Pagina 13 - Edizione CA)
Tablets e touch screen a scuola
INSEGNARE E APPRENDERE ANCHE SENZA TECNOLOGIA
di Giaime Marongiu, Docente di Chimica Università di Cagliari
Un recente articolo del New York Times allegato a La Repubblica richiamava l’attenzione dei lettori sull’uso delle tecnologie nelle scuole.
Tra le citazioni riportate nell’articolo, una è attribuita a una conversazione tra Walter Isaacson (il biografo di Jobs) e lo stesso Steve Jobs e Bill Gates. I due “concordano che il computer sinora ha sorprendentemente avuto scarso impatto sulle scuole”.
Paul Thomas, professore associato della Furnam University, asserisce: “La tecnologia è una distrazione quando si richiedono conoscenze letterarie, matematiche e capacità critiche”. Rudy Crew, “Chancellor” ovvero sovraintendente alle scuole di New York, afferma: “Certamente vi sono opportunità che possono essere acquisite con la tecnologia, ma al centro del processo educativo va messo il rapporto docente-studente”.
Il senso generale dello scritto è piuttosto critico sull’eccessivo uso di strumenti tecnologici nella didattica di ogni ordine di scuole, argomento spesso oggetto di discussione negli Stati Uniti.
La mia esperienza di molti decenni di insegnamento universitario di discipline chimiche, iniziato con i tradizionali lavagna e gesso, passato poi alla proiezione di diapositive sostituite dalla lavagna luminosa e nell’ultimo decennio da power-point e proiettore, mi permette di affermare che l’uso “corretto” di strumenti audiovisivi migliora la qualità dell’esposizione se utilizzati con competenza.
Il vantaggio di poter rappresentare con immagini e simulazioni fenomeni chimico-fisici si scontra spesso con i tempi con i quali si fanno scorrere i testi. I tempi devono essere adeguati alle capacità dello studente di seguire: paradossalmente questi sono quelli di gesso e lavagna. Inoltre non si può dare per scontato che una “perfetta” rappresentazione di un processo porti alla comprensione e apprendimento dello stesso, e soprattutto alla capacità di saperlo eseguire sperimentalmente (sapere e saper fare). Sfido chiunque non abbia mai trafficato tra i fornelli, come il sottoscritto, a ottenere risultati soddisfacenti dopo aver seguito, registrato e rivisto una lezione di cucina svolta in televisione dal più autorevole dei cuochi.
Ma tralasciando la discussione su quanto un uso diffuso degli strumenti tecnologici possa portare a un deciso miglioramento delle capacità didattiche dei docenti e conseguentemente al progresso delle conoscenze dei discenti, la domanda che mi pongo e che pongo all’attenzione dei lettori è se un investimento in Sardegna di 30 (trenta) milioni di euro per dotare le aule scolastiche di lavagne touch screen e gli studenti di tablets sia prioritario.
La notizia della approvazione di questo progetto, apparsa nelle pagine dell’Unione Sarda di qualche settimana fa, coincideva casualmente con una indagine realizzata sul sistema scolastico italiano apparso sul quotidiano La Repubblica dove, tra l’altro, veniva messo in evidenza il contributo finanziario delle famiglie (oltre le tasse) per il funzionamento di due prestigiosi licei cittadini.
Pertanto in una scuola carente di docenti di ruolo e di sostegno (peraltro spesso retribuiti in ritardo e con nessuna incentivazione all’aggiornamento), con edifici spesso non a norma, dove manca il gesso per le lavagne e la carta igienica nei bagni, un investimento della portata annunciata, dopo il fallimento di un recente massiccio intervento nei mezzi informatici, richiama alla mente le valutazioni di Maria Antonietta sulle manifestazioni dei cittadini francesi a Versailles. Grosso modo suonavano così: «Quale è il problema? Se manca il pane vengano distribuite brioches».
Fu l’inizio della rivoluzione francese...
 
 
2 - L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 46 - Edizione CA)
Domattina a Monserrato
IN CITTADELLA CON GLI STUDENTI SI FA SCIENZA
Venti regioni d’Italia unite dalla scienza: è il titolo di una grande iniziativa educativa nata in sordina tre anni fa e oggi sempre più importante: coinvolge venti atenei italiani, uno per regione, e circa novemila studenti dei Licei e degli Istituti Tecnici. Coordinata da una delle più importanti ricercatrici italiane, Elena Cattaneo, direttore del centro di ricerca sulle cellule staminali, UniStem di Milano, si svolgerà domattina in contemporanea su tutto il territorio nazionale. A livello locale l’iniziativa si terrà dalle 9.30 alle 13 nell’Aula Magna della Cittadella Universitaria di Monserrato. A organizzarla è Micaela Morelli, farmacologa dell’Università di Cagliari, con le colleghe Aide Esu, Nelly Marongiu, Alessandra Pani, Iole Tomassini Barbarossa e Roberta Vanni.
L’evento, che sarà aperto dai saluti del Rettore, e da un messaggio del presidente Giorgio Napolitano, è un’occasione davvero speciale per diffondere la cultura scientifica e i valori della ricerca tra i giovani delle scuole superiori. Tema dell’incontro, i progressi raggiunti dalla ricerca sulle cellule staminali e le loro applicazioni terapeutiche presenti e future. La giornata vedrà la presenza degli specialisti Chiara Carrozza, Valeria Sogos, Fabio Marongiu, Carlo Carcassi, Maria Del Zompo e di sportivi (la squadra maschile di rugby di Capoterra e la squadra femmminile di basket Cus Cagliari), a riprova del fatto che con l’attività fisica aumentano le cellule staminali nel cervello e che lo sport fa bene alla mente.
Ma che cosa è una cellula staminale? Si immagini di essere gravemente malati, e di potere guarire senza farmaci, senza operazioni chirurgiche, ma grazie a cellule che in tutti gli organismi vengono prodotte continuamente per sostituire le vecchie o malate. Una possibilità reale, che nel futuro potrebbe trovare vasta applicazione grazie alla ricerca sulle cellule staminali. In tessuti come il sangue e la pelle, questo processo di ricambio è quotidiano, con cellule giovani che sostituiscono continuamente le vecchie. In organi come il cervello, al contrario, è di dimensioni molto ridotte. Le cellule staminali sono cellule in grado di moltiplicarsi all’infinito mantenendo la capacità di specializzarsi nelle diverse tipologie degli organi in cui si trovano, e permettendo all’organismo di mantenersi in vita. Sono presenti nelle primissime fasi dello sviluppo dell’uovo fecondato (cellule staminali embrionali) così come in certi tessuti adulti. Tuttavia mentre le embrionali hanno capacità riproduttive straordinarie e possono trasformarsi in qualunque tipo di cellula, quelle dei tessuti adulti, ad eccezione del sangue e della epidermide, hanno proprietà molto limitate. Utilizzate di già per la terapia delle leucemie o nei trapianti di tessuto cutaneo e di cornea, le cellule staminali aprono prospettive per la cura di Parkinson o diabete. Le cellule staminali, quindi, come eccezionale strumento della ricerca per comprendere la vita e la morte.
 
 
3 - L’Unione Sarda / Nuoro e Provincia (Pagina 19 - Edizione NU)
LA SVOLTA. La biblioteca avrà 400 mila euro in tre anni, all’università privata 400 mila euro
SÌ AI FONDI PER LA SATTA E L’AILUN
Il dietrofront del Consiglio regionale è arrivato in extremis
A sorpresa, il consiglio regionale fa dietrofront e restituisce i fondi e la dignità negati prima alla biblioteca Satta e all’Ailun. È il premio più bello alla mobilitazione in atto nel Nuorese, esplosa su Facebook col gruppo “Difendiamo la biblioteca” e diffusa ovunque. Il consiglio regionale approva un emendamento che assicura alla biblioteca 200 mila euro per quest’anno, 100 mila per il 2013 e altrettanti per il 2014 e 400 mila euro per l’Ailun.
IL RISULTATO «I consiglieri regionali del Nuorese, di maggioranza e di opposizione, hanno unitamente richiesto e ottenuto dalla Giunta la previsione in bilancio degli stanziamenti necessari. È il frutto della coesione di tutti i consiglieri, nell’interesse del territorio». Così l’annuncio di Pietro Pittalis, Giuseppe Luigi Cucca, Paolo Maninchedda, Francesca Barracciu, Franco Mula, Lina Lunesu, Roberto Capelli e Giannetto Mariani quando alle 13.45 il pacchetto di modifiche supera l’ultimo scoglio.
IN AULA Dopo il brutto scivolone di martedì sull’Ailun, preceduto da quello sulla Satta, il pressing dei consiglieri regionali nuoresi, interpreti della rivolta in atto per la smobilitazione di istituzioni culturali storiche, è molto intenso, soprattutto sull’assessore al Bilancio Giorgio La Spisa. Ieri all’atto finale della Finanziaria, quando c’è chi - come Cucca del Pd che si è visto bocciato l’emendamento sulla Satta - medita su come rimediare e chi - come Pittalis, vice capogruppo Pdl - minaccia di non votare una legge senza correttivi per il Nuorese, l’occasione si presenta con un emendamento del consigliere Luciano Uras sul parco di Molentargius. La giunta, che fino a quel momento professa la linea del no su ogni proposta, concede un sì. Maninchedda intuisce il momento propizio e coglie la palla al balzo. «Sembra che la città di Cagliari sia in grado di far cambiare idea alla giunta», dice stizzito annunciando il voto contrario del Psd’az su Molentargius e rilanciando il caso-Nuoro. Capelli chiede subito la sospensione della seduta. Segue un faccia a faccia tra consiglieri nuoresi, capigruppo e il presidente della commissione Sanjust. E si trova il modo di rimediare alla figuraccia rimodulando le spese, senza aumentarle. «Un’operazione di buon senso», la definisce Capelli.
IN BIBLIOTECA La notizia suscita vasti consensi. «Apprezziamo la solidarietà di cittadini e associazioni, la mobilitazione del popolo di facebook. Chiediamo di sospendere eventuali iniziative perché l’appello del Consorzio, sostenuto da consiglieri regionali, amministratori locali e associazioni, è stato accolto». Parole del commissario della Satta, Vannina Mulas, dopo la svolta e l’orgoglio ritrovato.
Marilena Orunesu


4 - L’Unione Sarda / Nuoro e Provincia (Pagina 19 - Edizione NU)
UN’ESPERIENZA ALL’AILUN
L’orgoglio di studiare in casa
Maria Grazia Luciano
Quando, nel 1998, mi laureai in Economia e commercio entro i quattro anni accademici e con un 110 e lode, mi trovavo in posizione favorevole per fare domanda a qualunque istituto per studi post laurea. Quelli più titolati si trovavano tra Roma e Torino: avevano programmi interessanti ma costi proibitivi. Quando decisi di presentare la domanda all’Ailun mi colpì il “cast” di docenti internazionale e l’approccio multidisciplinare, combinazione rara in Italia e unica in Sardegna. Meraviglia doppia per una realtà nata a Nuoro, la mia città. La selezione fu accurata e meritocratica. Oltre all’opportunità di parlare la lingua inglese a livello accademico, due aspetti importanti mi diedero una consapevolezza nuova. Le lezioni interattive erano formate da un gruppo di 15-17 allievi disposti a tavola rotonda, docente compreso. A rendere l’interazione interessante era l’approccio all’apprendimento. Fummo invitati sin dall’inizio dagli stessi docenti e sollecitati ad avere un atteggiamento critico, purché costruttivo. Dovevamo challenge cioè mettere alla prova le nozioni che ci venivano insegnate e cercare di applicarle a vari contesti lavorativi e non, provando a proporre nuove idee.
Il secondo aspetto, a me più caro, è stato il confronto con docenti così importanti. Mi colpì la loro disponibilità e modestia, l’approccio semplice e aperto: trattavano gli studenti con cordialità e alla pari, con il tipico atteggiamento degli accademici anglosassoni, a differenza del modo di fare riverenziale purtroppo più frequente in Italia. Fu il mio primo approccio col mondo universitario anglosassone (in trasferta a Nuoro!) che poi ritrovai quando mi recai a fare il dottorato di ricerca in Gran Bretagna, dove con piacere ritrovai quella familiarità scoperta per la prima volta all’Ailun. Almeno in parte la decisione di decidere di partire per Londra per il dottorato di ricerca in Economia viene da quella esperienza nuorese. Al Birbeck College (University of London) che ha tra i più alti rating per la ricerca a livello internazionale, incontrai un professore nominato sui testi dei corsi di economia: mi accolse proprio con la cordialità già sperimentata nei docenti americani dell’Ailun. Così iniziò il percorso accademico inglese che passò attraverso un lavoro di ricerca empirica per diversi mesi in India e conclusosi con una cerimonia dove il rettore ha consegnato i titoli di laurea in una sala gremita da centinaia di studenti in toga nera. A conseguire il dottorato eravamo in sei, fu un’emozione indescrivibile vedere il rettore investire noi dottori, con toga rossa, del più alto riconoscimento accademico e darci il benvenuto tra gli scholars ora nostri pari.
Oggi, tornata a Londra, mi occupo di consulenza ambientale per il ministero dei Trasporti inglese. Grazie anche all’Ailun che non può e non deve morire.
 
 
5 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
FIERA
Orientamento universitario: tre giorni di incontri
Per la prima volta, sbarca in Sardegna la “Fiera dell’orientamento universitario e professionale”, promossa dall’associazione Aster. L’appuntamento è fissato per il 13, 14 e 15 marzo alla Fiera, in viale Diaz. La tre giorni sarà dedicata agli studenti sardi delle ultime classi delle scuole superiori e consentirà ai ragazzi di entrare in contatto con i principali atenei italiani, con prestigiose realtà di formazione superiore e professionale, con scuole di specializzazione nazionali e internazionali e con importanti istituzioni legate della formazione. Da dieci anni un’analoga manifestazione si svolge a Palermo, a beneficio degli studenti siciliani. L’ultima edizione, a novembre, ha registrato oltre 35 mila presenze.
Le scolaresche saranno guidate in un excursus stimolante tra numerose proposte: studi classici e moderni, moda e design, arti e comunicazione. Negli stand saranno presentati corsi e attività, fornendo agli studenti informazioni utili per il loro futuro formativo e professionale. Tutti i dettagli saranno illustrati martedì alle 11 nella sala conferenze della Fiera. (p. l.)
  


 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
1 - La Nuova Sardegna / Pagina 18 - Sassari
UNIVERSITÀ 
Concorso per docenti 
SASSARI. Dovranno pervenire entro il prossimo 6 aprile le candidature per la nomina di cinque docenti di ruolo e di un componente del personale tecnico amministrativo dell’Università di Sassari e di due membri esterni, finalizzata alla composizione del nuovo Consiglio di Amministrazione. I candidati dovranno presentare un curriculum che documenti la propria comprovata esperienza e competenza in campo gestionale, con qualifiche di alto livello.
 L’avviso è stato pubblicato sul sito internet dell’Università di Sassari (www.uniss.it). L’Amministrazione si riserva di convocare i candidati per un colloquio informale. La nomina dei membri del Consiglio di Amministrazione avverrà con decreto del Rettore. L’incarico ha una durata di quattro anni e può essere conferito una seconda volta soltanto.
 Gli interessati dovranno far pervenire entro la scadenza stabilita il proprio curriculum in busta chiusa, contenente l’indicazione del proprio recapito e di un indirizzo di posta elettronica, indicando l’avviso per il quale si esplicita la candidatura, al seguente indirizzo: Professor Attilio Mastino, Rettore dell’Università degli Studi di Sassari - Piazza Università 21 - 07100 Sassari.
 Per eventuali maggiori informazioni si può prendere contatto con l’Ufficio Affari Generali, tel. 079-228842; fax 229963, e-mail ma.delogu@uniss.it.
 
 
2 - La Nuova Sardegna / Pagina 0 - Nuoro
Colpo di scena in Regione: salvi l’Ailun e la Satta 
Nuoro, blitz in aula dei consiglieri del territorio: stanziati in Finanziaria 800mila euro 
La super-mobilitazione di stampa, web e autorità ottiene una grande vittoria 
NUORO. L’Ailun e la biblioteca Satta sono salve. Merito di un blitz d’aula da antologia, dove il muso duro, i contatti personali, le piccole aperture e le decise chiusure si sono sapientemente miscelate. E sono state caricate dalla forza di un territorio, per una volta davvero unito, che ha fatto sentire fino a Cagliari la sua voce. Risultato: in Finanziaria sono rientrati 400mila euro per la libera università nuorese, e 400mila per la Satta (200mila per il 2012 e 100mila all’anno per 2013 e 2014). E il popolo del web festeggia: una gran vittoria. Ma conferma la mobilitazione.
 
Pagina 34 - Nazionale
Blitz dei consiglieri regionali barbaricini: stanziati 800mila euro 
FINANZIARIA, SALVI L’AILUN E LA SATTA 
La reazione su stampa e web mette le ali ai piedi dei rappresentanti locali e fa capitolare la giunta 
GIOVANNI BUA 
Nuoro. L’Ailun e la biblioteca Satta sono salve. Merito di un blitz d’aula da antologia, preparato da decine di faccia a faccia di «ammorbidimento», dove il muso duro, i contatti personali, le piccole aperture e le decise chiusure si sono sapientemente miscelate. E sono state caricate dalla forza di un territorio, per una volta davvero unito, che ha fatto sentire fino a Cagliari la sua voce.
 Risultato: in Finanziaria sono rientrati 400mila euro per la libera università nuorese, e 400mila per la Satta (200mila per il 2012 e 100mila all’anno per 2013 e 2014).
 Tutto succede poco prima dell’ora di pranzo. Nell’aula del consiglio regionale si discutono gli ultimi passaggi per l’approvazione defintiva della legge finanziaria. Il gruppo di consiglieri del territorio è sul piede di guerra, e coeso come mai. Già martedì aveva provato tre volte a salvare il «pacchetto cultura» nuorese. E per tre volte la giunta prima e l’aula poi avevano risposto picche.
 Nel mentre però a Nuoro è scoppiata la rivoluzione. Una reazione corale e decisa, che i consiglieri «sbattono in faccia» a chi, in giunta e in maggioranza, aveva calato con troppa leggerezza la mannaia su parti vitali del sistema culturale e sociale di tutto il Nuorese.
 Le speranze ormai sono poche, ma il treno passa sotto forma di un emendamento per Molentargius: 200mila euro per i quali (una delle poche volte) la giunta dà parere favorevole. La reazione scatta immediata. Ad aprire le danze è Paolo Maninchedda, che alza (ad arte) i toni dell’intervento. Seguito a ruota da tutti i consiglieri della provincia in aula. Una bagarre infernale, con Roberto Capelli che (altrettanto ad arte) chiede una sospensione. È il momento della trattativa. L’assessore La Spisa è già abbondantemente ammorbidito dai colloqui del giorno prima, nei quali i consiglieri di maggioranza erano arrivati a minacciare un voto contrario a tutta la finanziaria. Si tratta di inventarsi strumento tecnico e copertura finanziaria, ma la parola d’ordine è chiara: bisogna trovare i soldi per Ailun e biblioteca Satta.
 Il modo si trova: bisogna intervenire sulle unità previsionali di base del bilancio, il cuore dello strumento contabile. Aggiungere spese in questa fase è impossibile, e dunque i fondi vanno rimodulati. Per Nuoro servono 800mila euro. Ma si cerca di allargare l’emendamento per guadagnare ancor più consenso in aula. Entra anche il Verdi di Alghero (ieri erano stati tagliati 80mila euro) a cui vanno 60mila euro per tre anni. E poi la società di mutuo soccorso, le associazioni degli immigrati, le scuole civiche di musica. La copertura di trova dal milione stanziato per Sardegna speaks english (che ha oltre un milione e mezzo di giacenze non spese) e dal fondo per i “Visit professor” delle università di Cagliari e Sassari. Tutto entra in un emendamento di sintesi della giunta. Alle 13.30 si torna in aula. E l’emendamento è approvato.
 «Si tratta di un risultato frutto della coesione manifestata da tutti i consiglieri del territorio», recita una nota firmata da Pittalis, Cucca, Maninchedda, Barracciu e Mula, Lunesu, Cappelli e Mariani. Poche parole che trasudano soddisfazione da ogni lettera: «Dobbiamo imparare a chiedere tutti insieme il rispetto dei nostri diritti - sottolinea Roberto Capelli -. Il sostegno degli amministratori locali, della stampa, del popolo della rete, di tutta la popolazione, è stato determinate. Impariamo una volta per tutte che la dignità del silenzio non aiuta. E diamo anche messaggi forti, “ripulendo” la gestione dei nostri gioielli di famiglia. E dando un chiaro messaggio di sobrietà». «Uniti si fanno grandi cose - conferma Pietro Pittalis - e io spero che questa forza rimanga per tutte le altre vertenze che dobbiamo portare avanti. La battaglia di tutti i consiglieri del territorio è stata dura, difficile, determinata. Ma abbiamo dimostrato che insieme si vince».
 
 
3 - La Nuova Sardegna / Pagina 3 - Gallura
La nuova economia? Università a Boston e cattedra in Brasile 
La bella avventura di Giuseppe Fiori tra studio e saudade 
ALESSANDRO PIRINA 
Olbia. Mare, saudade, samba. I motivi che spingono gli italiani verso il Brasile sono innumerevoli. Ma la scelta di Giuseppe Fiori ha tutt’altra origine. Il giovane economista olbiese, 32 anni da compiere a luglio, da metà 2010 ha una cattedra all’università di San Paolo, dove è arrivato dopo 5 anni trascorsi a Boston. E sempre negli Usa tornerà a partire da agosto quando comincerà a insegnare in un ateneo del North Carolina. Il suo futuro, insomma, è sempre oltreoceano. Eppure le sue origini sono sarde che più sarde non si può. Nato a Sassari nel 1980, mamma originaria di Bonnannaro e papà di Torralba, Fiori ha un cursus honorum tutto olbiese: dalle elementari fino al liceo classico. Poi, l’università Bocconi di Milano, dove ha preso la laurea in Economia. Un 110 e lode che gli ha aperto le porte del Boston College. «Dopo la laurea - racconta - sono rimasto qualche mese a Milano in qualità di assistente di ricerca. Nel frattempo, però, ho mandato una serie di domande negli Stati Uniti. Quando è èarrivata la risposta da Boston non ho perso tempo e sono volato in America». Nella città Usa Fiori è rimasto 5 anni. Il tempo necessario per conseguire il dottorato in Economia. «I primi 2 anni ho frequentato i corsi, mentre negli altri tre ho alternato il lavoro per la tesi con la didattica. E’ stata un’esperienza molto intensa. Ma anche molto diversa da quella vissuta a Milano. La differenza tra l’università italiana e quella americana è abissale. Il mio punto di riferimento è la Bocconi, non conosco gli altri atenei, ma sicuramente negli Usa il livello è molto più basso. In Italia l’approccio all’università è, per lo più, didascalico: l’ateneo mette a disposizione tutti gli strumenti e spetta poi ai laureati impararli e usarli nel mondo del lavoro. Negli Usa, invece, la preparazione di uno studente mediamente bravo è più bassa, ma poi ha la fortuna di trovare subito un’occupazione, anche con uno stipendio da 100mila dollari all’anno. In America avere una laurea in una buona università ti apre le porte del mercato. Cosa che non accade in Italia, dove ci sono pochi lavori per laureati, anche perché mancano le grosse imprese». Ottenuto il dottorato, Fiori ha lasciato gli Usa ed è rientrato in Italia. Questa volta, però, a Roma, come ricercatore della Banca d’Italia. Ma dopo un anno ha preso nuovamente il volo con destinazione Brasile, dove era stato pochi mesi prima per un seminario. Un’esperienza da cui è scaturita l’offerta di insegnare macroeconomia all’università di San Paolo. «Il Brasile è una terra stupenda, indubbiamente - dice Fiori -, ma convivere ogni giorno con la disuguaglianza sociale non è affatto facile. E’ una cosa che mi disturba tanto, anche perché sai che la situazione non cambierà mai. Chi fa un determinato lavoro oggi sa che anche il figlio sarà condannato a fare lo stesso. E’ come se ci fossero ancora le caste. E’ vero, le cose stanno migliorando, con Lula e la Rousseff il paese è cresciuto molto, ma i numeri del Pil sono un po’ drogati. Basta pensare che solo adesso il Brasile ha superato l’Italia, ma ha un numero di abitanti tre volte superiore. Al di là di questo, non possiamo non riconoscere i passi avanti che sono stati fatti nel campo dell’istruzione. Oggi l’università brasiliana sta vivendo un momento di grande transizione, con molti suoi docenti, che, dopo aver studiato all’estero, in particolare negli Usa, hanno deciso di tornare nel loro paese». San Paolo, dove Fiori vive dal settembre 2010, è la prima città del Brasile con i suoi 20 milioni di abitanti, di cui almeno un terzo è di origine italiana. «La nostra cultura qui è molto presente. La domenica è la giornata del cinema, ma anche della pizza. Gli italiani piacciono ai brasiliani. Sanno tutto di Berlusconi, fanno battute sulle sue tante frequentazioni femminili. Sono ben informati su Battisti: la maggior parte è quasi affascinata da lui, ma quando spiego che non si tratta affatto di un eroe, rimangono stupiti che il Brasile non lo abbia voluto estradare». Ad agosto Fiori lascerà San Paolo per fare ritorno negli Usa, a Raleigh, cittadina del North Carolina: ha firmato un contratto di 7 anni, al termine dei quali l’università deciderà se confermargli la cattedra. Questa volta l’economista olbiese avrebbe preferito avvicinarsi a casa, spostarsi in Europa - è stato anche a un passo da Parigi -, mentre per ora l’Italia non rientra nei suoi programmi. E ancora meno la Sardegna. «Io ci tornerei volentieri, stare a casa mia e con i miei amici sarebbe il mio sogno, ma fare carriera accademica in Italia, eccetto Bocconi, Luiss e poche altre, significa rassegnarsi a fare beneficenza. Mi duole dirlo, ma l’Italia non la vedo bene. Nulla contro Monti, figuriamoci, ma sembra che il solo problema del paese sia che non ci sono abbastanza taxi o che le farmacie debbano rimanere aperte un po’ di più. Ma se l’Italia è ferma - conclude - la Sardegna è proprio immobile. Un esempio è dato dai trasporti. Una volta ho deciso di venire con un amico di fuori. Volare su Olbia gli sarebbe costato 400 euro, allora abbiamo optato per il Campino-Alghero. All’andata ci sono venuti a prendere a Fertilia, ma al ritorno ho dovuto prendere i mezzi pubblici: ci è servito un giorno per fare 120 km tra treni saltati e orari assurdi. Insomma, se la Sardegna è difficile da girare per un sardo, figuriamoci per chi non la conosce».

LA STORIA 
Le scuole in città poi la «Bocconi» 
OLBIA. Figlio unico di Antonio Fiori, maresciallo della aeronautica in pensione, e Chiara Scanu, commessa in un supermercato cittadino, Giuseppe Fiori è nato a Sassari il 19 luglio 1980. Nonostante i suoi genitori non siano galluresi - il papà è di Torralba, la mamma di Bonnannaro - il futuro economista ha fatto tutti gli studi a Olbia. Dalle elementari alla media «Pais», fino al liceo classico «Gramsci», dove ha superato l’esame di Stato nel 1999. Gli studi umanistici non hanno fermato la sua predisposizione per le materie scientifiche e così si è iscritto a Milano, all’università Bocconi, dove a 23 anni si è laureato con 110 e lode con una tesi di politica fiscale sul Trattato di Maastricht. Dopo qualche mese a Milano, è volato negli Usa per frequentare il dottorato in Economia al Boston College, che ha ottenuto nel 2009 con una tesi sulle riforme del mercato del lavoro e dei prodotti. Rientrato in Italia, a Roma, per un anno ha lavorato come ricercatore alla Banca d’Italia, ma poi nell’estate 2010 ha accettato l’offerta dell’università di San Paolo del Brasile per insegnare macroeconomia in un corso postlaurea. Ad agosto si trasferirà a Raleigh, cittadina degli Usa, per insegnare alla North Carolina State University, con cui ha firmato un contratto di 7 anni. Al termine sarà l’università a decidere se affidargli definitivamente la cattedra. (al.pi.)
 
 
4 - La Nuova Sardegna / Pagina 37 - Cultura e Spettacoli
Stefano Accorsi con gli studenti: «Orlando è fragile, mi fa tenerezza» 
«NOI ATTORI BIODEGRADABILI» 
Al Verdi martedì e ieri la pièce teatrale tratta da Ludovico Ariosto Gli interpreti ne parlano col pubblico 
SILVANA PORCU 
Sassari. «Orlando è un eroe fragile. Mi fa tenerezza, anche se non giustifico alcune delle sue azioni». Stefano Accorsi mostra di accettare la complessità del personaggio di Ludovico Ariosto che sta interpretando in «Furioso Orlando». Lo spettacolo, con la regia di Marco Baliani, è andato in scena sia martedì sia mercoledì al Teatro Verdi di Sassari, dopo un prima passaggio a Cagliari la scorsa settimana.
 Insieme con la protagonista femminile Nina Savary, Accorsi è stato ospite di uno degli incontri più attesi di «Backstage», la serie voluta dall’Ersu, dal dipartimento di Scienze umanistiche e sociali dell’Università di Sassari e dall’Accademia di Belle Arti. Tanto che le duecento poltroncine della sala conferenze di via Coppino, inaugurata proprio ieri sera, hanno contenuto a stento la folla (quasi interamente femminile).
 La complessità dell’esistenza umana è al cuore di tutta la vicenda, come sottolinea Monica Farnetti nell’introduzione: «In questa opera non è chiaro come si dividano uomini e donne, amici e nemici, cristiani e musulmani, sani e pazzi. E mostra come tante distinzioni siano falsamente nette». Forse è proprio qui che si riflette tutta la modernità di questo testo, ed è su questo che il regista ha puntato: «Baliani - dice Stefano Accorsi - ha fatto un enorme lavoro di riscrittura. Il nostro spettacolo non è esattamente in chiave moderna. È fuori dal presente: i versi, la musica, persino gli abiti ci riportano lontano dalla contemporaneità». C’è qualcosa di «artigianale» - per dirlo con le parole di Nina Savary, attrice e musicista francese - che ritorna sia nelle musiche sia in tutto l’allestimento. E non ha tanto a che vedere con i tempi strettissimi con cui «Furioso Orlando» è stato messo in scena (solo 23 giorni di prove) quanto con una scelta di fedeltà al testo e alla sua storia. «Come due attori di giro - le fa eco Accorsi - andiamo di piazza in piazza a rievocare una storia». Il testo è cambiato soprattutto nel corso delle prove: interi riferimenti ad altre opere sono spariti, così come grosse fette della narrazione. Queste trasformazioni hanno innescato un meccanismo che ha avvicinato ancora di più protagonisti e tecnici. Due di loro, chiamati a parlare dalla moderatrice Chiara Demelio, hanno raccontato (e trasmesso) la vitalità di un lavoro che cambia ogni giorno. E che a volte scatena reazioni inaspettate: Sassari, come fa notare Accorsi, è stata l’unica città in cui è scattato un applauso a una battuta sull’abuso del corpo delle donne. Ma è la stessa Savary a dirlo ancora meglio: «A differenza del cinema, che è per l’eternità, il teatro è biodegradabile. Dura un solo giorno. Appartiene soltanto a chi era presente quella sera. Per questo è un rituale speciale».
    

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie