UniCa UniCa News Rassegna stampa Venerdì 10 febbraio 2012

Venerdì 10 febbraio 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
10 febbraio 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Sulcis Iglesiente (Pagina 25 - Edizione PC)
CARLOFORTE. Il Forte San Vittorio concesso al Comune dal Demanio
La Stazione astronomica diventa un Museo delle stelle
Il vecchio telescopio ha smesso già da qualche anno di scrutare le stelle. Per dare la caccia ad astri e pianeti è stato soppiantato da nuovi e più potenti strumenti governati da sofisticati sistemi informatici. L'osservatorio astronomico di Carloforte, però, non verrà smantellato per essere riciclato magari in una rustica casa-vacanze. Diventerà un museo dedicato all'astronomia e il vecchio telescopio, rimesso a nuovo e tirato a lucido, ne costituirà il pezzo forte e, in qualche occasione, verrà ancora utilizzato per consentire ai visitatori di scrutare suggestivi scorci di cielo.
L'OSSERVATORIO A “salvare” le tre torri di pietra del Fortino San Vittorio dove è ospitata la stazione astronomica dell'Università di Cagliari è stata l'amministrazione comunale di Carloforte. «Quando abbiamo saputo che l'Osservatorio aveva smesso di operare - racconta il sindaco Agostino Stefanelli - abbiamo deciso di salvarlo dallo smantellamento: abbiamo pensato che sarebbe potuto benissimo diventare un Museo dell'Astronomia».
C'è voluto qualche tempo per avviare e perfezionare la pratica di acquisizione del Fortino San Vittorio. La Stazione astronomica dismessa dall'Università, infatti, era finita nella disponibilità dell'Agenzia del Demanio. Dopo quasi due anni la lunga trafila è stata completata e avant'ieri un rappresentante dell'Agenzia e uno del Comune hanno sottoscritto il verbale di consegna dell'Osservatorio.
NASCE IL MUSEO Ora il Fortino San Vittorio con i quasi ottocento metri quadrati di superficie coperta, su un terreno di oltre tremila metri quadrati è a tutti gli effetti nella disponibilità del Comune. Dentro ci sono tutte le attrezzature (a incominciare del telescopio) ed altre ne verranno richieste all'Università di Cagliari per attrezzare quello che dovrà diventare il Museo dell'Astronomia di Carloforte che potrebbe già aprire la prossima estate.
Il Comune, ovviamente, dovrà pagare l'affitto all'Agenzia del Demaio. Ma, considerata l'alta valenza sociale e culturale delle destinazione per la quale è stata chiesta la concessione, ha ottenuto di beneficiare di un canone di tutto favore: pagherà poco più di seimila euro all'anno. Ovviamente, dovrà occuparsi anche dei lavori di adattamento e manutenzione dell'edificio e anche della gestione del museo. (s. m.)


2 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 26 - Edizione OL)
Appuntamenti
Cooperazione e sviluppo
"Quale ruolo delle università nella cooperazione per lo sviluppo? Esperienze a confronto". È il tema del seminario che si terrà oggi, alle 10, nell'aula Eleonora d'Arborea in piazza Università. L'incontro è organizzato dal centro interdipartimentale dell'Ateneo, Nucleo di ricerca sulla desertificazione. Aprirà i lavori Giuseppe Enne, presidente del comitato scientifico Nrd. L'incontro sarà moderato da Luciano Gutierrez, ideatore dell'iniziativa. (a.br.)
 
 
3 - L’Unione Sarda / Cronaca di Oristano (Pagina 20 - Edizione OR)
Istar
Mele resta il direttore scientifico dell'Istituto
Giampaolo Mele è stato riconfermato nel ruolo di direttore scientifico dell'Istituto storico Arborense Ricerca (Istar) dal Comune.
Professore associato di Storia della musica Medioevale e Rinascimentale all'Università di Sassari, Giampaolo Mele, nato nel 1960 a Santu Lussurgiu dove risiede, è il padre nobile dell'Istar dove è in carica dal 1996 come direttore. E per conto dell'Istituto ha promosso e organizzato studi, ricerche, pubblicazioni scientifiche, convegni, seminari, mostre e ogni altra attività culturale volta a contribuire in maniera sistematica alla conoscenza della civiltà del giudicato d'Arborea e del Marchesato di Oristano. Non solo però appuntamenti rivolti a studiosi visto che ad esempio ogni anno vengono coinvolte le scuole cittadine sul concorso del Giudicato.
Tra le ultime iniziative dell'Istar la firma di un protocollo d'intesa con il ministero spagnolo della Cultura per l'acquisizione di documenti sulla storia sarda e la pubblicazione della edizione critica (con traduzione in italiano) della Carta de Logu a cura di Giovanni Lupinu.
  


 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
4 - La Nuova Sardegna / Pagina 17 - Fatto del giorno
I GIOVANI SARDI E IL LAVORO 
Con il laptop nel trolley ma pur sempre emigrati 
Il posto di lavoro vicino a mammà ce lo dobbiamo proprio dimenticare. L’offensiva del governo Salva-Italia contro le tranquillizzanti certezze che hanno anestetizzato il Bel Paese dello scorso millennio, segna un altro passo avanti. Non solo «il posto fisso è noioso» (ha aperto le danze il premier Monti due settimane fa) ma anche «i giovani sono fermi al lavoro sicuro nella stessa città dei genitori» (Anna Maria Cancellieri, ministro degli Interni) cui ha fatto subito eco Elsa Fornero dalla lacrima facile. La ministro del wellfare a Torino ha sostenuto che «bisogna spalmare le tutele su tutti, ormai il lavoro a vita è un’illusione». Notare la variante posto fisso-lavoro a vita, ma il concetto non cambia.
La cortina fumogena del governo dei professori è solo tattica: il segnale è per chi giovane non è più e si crogiola nella inossidabile certezza (fino a prova contraria) del posto sicuro. Il messaggio è chiaro: attenti, potrebbe capitare anche a voi. L’articolo 18 insegna.
I destinatari reali del messaggio non sono di sicuro i giovani meridionali che sulla loro pelle - temprata dalla crisi che giù al Sud morde ben prima del crac dello spread - hanno ben capito che sono candidati al precariato, al lavoro a contratto, alla mobilità, all’incertezza e all’emigrazione.
Forse l’offensiva mediatica interessa maggiormente quelli lassù al Nord dove le cose non girano più bene. Ma hanno il vantaggio di lavorare (magari per 900 euro) stando loro sì a casa di mammà. E l’affitto, che pesa più del loro salario, non è un problema.
Ma l’Italia non è tutta uguale: se al Settentrione la meglio gioventù ha sempre trovato lavoro vicino a mamma e papà, se non addirittura nell’azienda di famiglia, nel Mezzogiorno l’emigrazione è sempre stata una costante. Si partiva già nel dopo guerra per lavorare nelle industrie e nei cantieri edili; e si partiva anche da molto prima, da quando l’ascensore sociale dell’università ha fornito i quadri all’Italia prima della rivoluzione industriale e poi del miracolo economico.
A scorrere i nomi della cronaca, l’Italia è piena di magistrati, funzionari pubblici, avvocati, medici e professori universitari dai cognomi inconfondibilmente sardi.
Oggi i giovani sardi (e del Mezzogiorno in genere) partono come i loro babbi e nonni. Emigrano in cerca del lavoro che nell’isola non viene creato. Non valigie di cartone ma laptop nel trolley. Portano le loro competenze fuori e ancora una volta impoveriscono la Sardegna che continua ad avere una quantità infima di laureati impiegati.
I nostri giovani saranno forse mammoni e anche candidati a quel mal di Sardegna che è un sottile spleen che tormenta gli emigrati; togliamogli anche le illusioni superflue, ma non il futuro; pungoliamoli se sono davvero sfigati, però rispettiamo il loro coraggio. Ce ne vuole a restare. Sia in Sardegna, sia in Italia.
 
 
5 - La Nuova Sardegna / Pagina 13 - Gallura
L’arte per parlare di disabilità, studenti galluresi in concorso 
TEMPIO. Scrittura, fotografia, disegno, video o musica. Sono alcuni dei linguaggi che i giovani delle quinte classi delle scuole superiori possono utilizzare per descrivere la “disabilità”. Scadono il 29 febbraio i termini per presentare i lavori al concorso che l’Università di Sassari bandisce per sensibilizzare i giovani sui temi della diversa abilità. Vi possono partecipare per la prima volta anche gli studenti galluresi. In palio ci sono quattro premi da mille euro ciascuno; il tema è libero. «L’anno scorso, il premio è stato assegnato ad un gruppo di studenti che ha presentato una canzone rap - dice Giovanni Battista Sechi, uno dei referenti del progetto -. Purché il messaggio arrivi, si può partecipare con qualsiasi forma di comunicazione espressiva». Nella sala del centro orientamento dell’Università di Sassari sono esposti alcuni dipinti e sculture, premiati nelle precedenti edizioni del concorso. «Quest’anno - spiega Sechi - il numero dei premi è passato da 2 a 4, e possono partecipare anche gli studenti della Gallura. Negli anni scorsi l’iniziativa era limitata alle scuole superiori del Sassarese». (b.ca.)
 
 
6 - La Nuova Sardegna / Pagina 6 - Oristano
Giampaolo Mele ancora alla guida dell’Istar 
ORISTANO. Giampaolo Mele è stato riconfermato nel ruolo di direttore scientifico dell’Istituto storico arborense ricerca (Istar) dal Comune di Oristano. Professore associato di Storia della Musica Medioevale e Rinascimentale presso l’Università di Sassari, Mele è in carica dal 1996 e per conto di Istar ha promosso e organizzato studi, ricerche, pubblicazioni scientifiche, convegni, seminari, mostre e ogni altra attività culturale volta a contribuire in maniera sistematica alla conoscenza della civiltà del giudicato d’Arborea e del Marchesato di Oristano.
Maggiori informazioni sul profilo del professor Mele si possono trovare all’indirizzo www.giampaolomele.it.
 
 
7 - La Nuova Sardegna / Pagina 8 - Oristano
Scavi archeologici finanziati dal Banco 
MACOMER. Gli scavi archeologici nell’area, dove si ritiene sorgesse un edificio fortificato che secondo diversi autori sarebbe il castello di Macomer, proseguiranno grazie a un contributo della Fondazione Banco di Sardegna. Nei giorni scorsi la giunta comunale ha approvato il progetto dei lavori. L’elaborato tecnico è stato predisposto dall’associazione Castra Sardiniae di Sassari, che aveva elaborato anche il progetto per la precedente campagna di scavi portata avanti la scorsa primavera. La Fondazione Banco di Sardegna ha erogato un contributo di 35mila euro. Il Comune farà la sua parte contribuendo alla realizzazione del progetto. Si spera che nel frattempo intervenga anche la Regione.
La prima campagna di scavi ha consentito di riportare alla luce un muro che si ritiene facesse parte di un edificio fortificato. Nel corso della campagna, realizzata anche con la collaborazione dell’Università di Sassari, sono stati riportati alla luce altri reperti che si ritiene siano di grande interesse. Per poter capire se veramente in quel punto sorgeva un castello è però necessario andare avanti con l’esplorazione del sottosuolo che può essere possibile solo con una nuova campagna di scavi. (t.g.t.)
 
  

QUOTIDIANI NAZIONALI
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