Domenica 5 febbraio 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
05 febbraio 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
SANITÀ. Azienda mista
Anche l’Isola avrà il Centro sui farmaci

«Anche la Sardegna avrà un suo Centro di farmacovigilanza». La buona notizia è arrivata ieri, a margine del convegno “Sviluppo della rete di farmacovigilanza”, organizzato all’hotel Regina Margherita dal Reparto di Farmacologia clinica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria (Aou). «I tempi sono maturi», ha commentato soddisfatta Maria Del Zompo, direttore dell’Unità complessa di Farmacologia dell’Aou e responsabile scientifico del meeting, «in teoria ogni regione dovrebbe dotarsi di un proprio Centro di farmacovigilanza. Dieci lo hanno già fatto e molto presto anche l’Isola taglierà il traguardo con fondi messi a disposizione della Regione dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Dall’Assessorato regionale alla Sanità sono arrivati segnali di apertura e di grande disponibilità, per cui siamo fiduciosi».
Il Centro si occuperà, tra le altre cose, di segnalare gli effetti indesiderati, dannosi e inattesi prodotte dai farmaci. Il percorso che porterà all’inaugurazione della nuova struttura e di una grande Rete locale del farmaco (coinvolgendo medici, farmacisti e le Asl) è cominciato ufficialmente con il convegno di ieri, cui hanno preso parte anche numerosi studenti di Medicina.
«Nel 2001 la Sardegna era al terzo posto in Italia per numero di segnalazioni di reazioni avverse da farmaco», ricorda Del Zompo, «ora è penultima. La costituzione della Rete e del Centro ci consentirà di recuperare in fretta». Info: www.farmaci-fc.it. (p. l.)
 
 
2 - L’Unione Sarda / Provincia di Cagliari (Pagina 27 - Edizione CA)
Monserrato
Patto tra Comune e Università
Dopo 9 anni la firma al nuovo protocollo d’intesa tra Comune e Università. Era il 27 febbraio del 2003 quando Comune, Università degli Studi di Cagliari, Pro Loco, associazione Croce Bianca, Pallavolo di Monserrato e Cantina sociale di Monserrato, siglarono un accordo per la collaborazione. Una firma che però, sino ad oggi, non ha mai avuto un risvolto pratico. Così il Consiglio comunale, dopo gli interventi del Rettore Giovanni Melis e del direttore generale Ennio Filigheddu, ha approvato una delibera. L’ateneo cagliaritano, insediato da tempo nel territorio ma fuori dal centro abitato, entrerà in città. Proprio l’Azienda universitaria, infatti, sta completando i lavori nell’ex Cries - l’edificio al confine con Selargius - per trasformarlo in Clinica odontoiatrica universitaria. Una promessa lunga più di dieci anni. (s.se.)
 
 
3 - L’Unione Sarda /Provincia di Sassari (Pagina 50 - Edizione CA)
SASSARI. Un’intesa tra ateneo, Camera di Commercio, Comune e Provincia
Una fiera per la tecnologia
L’idea nata dall’accordo tra Università e imprese
Un centro tecnologico di servizi integrato alle imprese per rilanciare l’economia del nord dell’isola. È il progetto avviato a Sassari, con la firma di un accordo tra l’università, la camera di commercio, il comune e la provincia. Sarà avanzata alla regione la richiesta di finanziamento di dieci milioni di euro, per l’attivazione del centro che sorgerà nell’area industriale, in un complesso di proprietà della camera di commercio.
L’IDEA Il progetto è stato presentato nei giorni scorsi durante il forum su “Etica, innovazione tecnologica e sviluppo”, organizzato da Promocamera. All’incontro sono intervenuti il rettore Attilio Mastino, il presidente della Camera di commercio Gavino Sini, il sindaco Gianfranco Ganau e la presidente della Provincia Alessandra Giudici. L’intesa ha sancito l’impegno da parte dei rappresentanti istituzionali per la realizzazione del progetto. Al forum hanno partecipato il presidente e il direttore del Censis, Giuseppe Roma e Giuseppe De Rita, l’economista Innocenzo Cipolletta, che hanno lavorato sul tema “Scenari e prospettive del Nord Sardegna”.
L’UNIVERSITÀ «La nostra università è una risorsa che può dare un contributo straordinario allo sviluppo sociale ed economico di questo territorio - ha detto Mastino - l’alta formazione, la ricerca e il trasferimento tecnologico costituiscono delle leve fondamentali per fornire un forte impulso al sistema imprenditoriale, accrescendone la competitività».
COOPERAZIONE La collaborazione renderà possibile creare un ambiente favorevole allo scambio di conoscenze. Tra i servizi più importanti, l’incubatore di consorzi e l’osservatorio dei fabbisogni di innovazione, la valorizzazione dei prodotti dell’agroindustria e dell’artigianato locale. È prevista la nascita di un’accademia della formazione per il sistema delle imprese e di un centro fieristico per le energie alternative e tecnologiche di avanguardia.
Antonio Brundu
 
 
4 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 50 - Edizione CA)
Commento
Conoscenza al servizio delle imprese in difficoltà
L’impressione è che qualcosa stia cambiando in questo territorio paludato, quasi troppo pieno di sé e poco propenso a mettersi in discussione. L’accordo tra Università, Camera di Commercio, Comune e Provincia apre però uno spiraglio alla novità. Altrove, questo è sicuro, sorriderebbero per una iniziativa che punta al sostegno delle imprese attraverso le conoscenze scientifiche locali. Qui, invece, considerando quasi un’eccezione l’accordo c’è da sperare che il progetto si realizzi e che non resti isolato. È vero che oggi, da queste parti e non solo, servirebbe di tutto pur di evitare la rassegnazione e, quindi, il peggio. Ma le aziende, mai come oggi, hanno bisogno di ottimismo e “know how intellettuale”. (a. br.)
 
 
5 - L’Unione Sarda / I nostri soldi (Pagina 31 - Edizione CA)
Cosa cambia con la Forneno al welfare
Quel tenativo agostano che la Cgil definì un golpe
I periodi di tempo trascorsi nell’espletamento degli obblighi di leva e per conseguire una laurea entrano a far parte, alle condizioni previste dalla legge, dell’anzianità contributiva necessaria per maturare il diritto a pensione. Con una differenza sostanziale: il servizio militare è coperto da contribuzione figurativa, gratuita per il soggetto interessato (gli oneri sono a carico del sistema); gli anni di laurea, nei limiti di quelli in corso, possono essere riscattati in modo oneroso.
Nell’agosto scorso, la proposta del Governo Berlusconi di non considerare più utili, per il riconoscimento della pensione di anzianità, sia la contribuzione figurativa per il servizio di leva, sia quella riscattata per gli anni di laurea, sollevò un pandemonio, tanto che l’esecutivo fece marcia indietro nel giro di poche ore. Susanna Camusso paragonò quel tentativo ad un «golpe». Ma i fatti hanno la testa dura.
Così, volendo modificare quanto previsto dalla sua riforma nel caso di pensionamento anticipato (con 42/41 anni di versamenti, a seconda del genere) prima dei 62 anni di età, il ministro Fornero, in sede di conversione del decreto «mille proroghe», ha escluso, per la fase di transizione, dalla prevista “penalizzazione economica” coloro che raggiungono il requisito contributivo, prima di quello anagrafico, in conseguenza di una prestazione effettivamente prestata. Nel computo dell’anzianità, a fianco della contribuzione figurativa per cig ordinaria, infortunio, malattia è entrata anche quella per la «naja» e la maternità per le donne. Non la contribuzione da riscatto.
Così, gli anni di laurea continuano ad essere compresi sul versante dell’anzianità contributiva necessaria per la pensione anticipata a condizione che gli interessati abbiano 62 anni (anch’essi agganciati automaticamente all’evoluzione dell’attesa di vita). Solo così si evita la “penalizzazione”.
Le differenze tra questa soluzione e quella ipotizzata ad agosto sono evidenti; non tali, però, da giustificare, a fronte del silenzio assordante di adesso, l’eccessivo clamore di prima.
Giuliano Cazzola, Vice presidente Commissione Lavoro della Camera

Aver servito la patria sarà utile ai fini pensionistici: l’anno di leva sarà accreditato dall’Inps
Militari, così la naja si mette in salvo
Attenti. Il contrordine è arrivato: quell’anno in divisa non sarà buttato al vento. Chi ha fatto il servizio militare potrà vedersi riconosciuto il periodo trascorso sotto le armi ai fini pensionistici. Così era e così sarà. L’eco della rivolta scoppiata quest’estate, quando il Governo aveva osato dire il contrario («naja e università non conteranno più»), non si è spenta del tutto e a qualcuno è rimasto più di un dubbio. Ma come stanno realmente le cose? C’è sfuggito qualcosa nel tiramolla di proposte e controproposte, modifiche e aggiustamenti apportati di qua e di là, fra una manovra e l’altra? Tranquilli, tutto è tornato come prima, prima cioè di quel vertice di Arcore che aveva partorito la novità maldigerita dai lavoratori interessati. Tutti quelli che, a ridosso dei 40 anni di servizio, contavano di andare in pensione grazie anche all’anno del militare.
IL PUNTO Il periodo della naja (o il servizio civile sostitutivo) tornerà dunque utile ai fini del conteggio di anzianità a chiunque abbia servito la patria, in modo obbligatorio (fino al 2005, anno della sua abolizione) o volontario, nelle Forze armate italiane (compresa l’Arma dei carabinieri). Le regole, fissate per i lavoratori privati dell’Inps, sono consultabili sul sito dello stesso istituto (www.inps.it, sotto la voce contributi lavoro) e, naturalmente, sono diverse da quelle dei liberi professionisti alcuni dei quali tenuti a riscattare (pagandolo) l’anno di leva secondo la procedura stabilita dalla propria cassa di previdenza. In particolare la legge prevede (forse non tutti lo sanno) che, solo dietro richiesta dell’interessato, vengano accreditati in suo favore i contributi figurativi, come sono appunto quelli riconosciuti nei periodi del servizio militare.
INPS SARDEGNA Per agevolare i sardi la sede regionale dell’Inps ha siglato una convenzione con i distretti militari per far sì che siano loro a trasmettere il foglio matricolare direttamente alla sede Inps competente. L’incombenza del cittadino è quella di rivolgersi al distretto per farne richiesta. Poi la pratica parte in automatico, a una condizione: per ottenere l’accredito è necessario almeno un contributo obbligatorio versato anche dopo il servizio militare. Non è mai troppo tardi per richiedere l’accredito: non c’è infatti alcun termine di prescrizione e la domanda può essere inoltrata in ogni momento della vita lavorativa o anche all’atto della pensione (nei moduli c’è un quesito apposito). Ogni dubbio potrà essere chiarito dagli esperti dell’Inps, anche telefonando al numero verde (803164) o tramite quesito scritto se si è in possesso della Pec o comunque sul web, dietro richiesta di un Pin.
Carla Raggio
 
Il pagamento dei contributi sugli anni universitari per anticipare l’uscita dal lavoro
Laurea, sì al riscatto ma subito
Il costo è più elevato quanto più vicina è la pensione Conviene riscattare la laurea? La riforma Fornero-Monti, con il generalizzato allungamento degli anni di permanenza al lavoro, ha riacceso il dibattito sulla convenienza del recupero degli anni di studi per anticipare l’età del riposo.
«Si tratta di pagare di tasca propria i contributi per la pensione degli anni universitari», spiega Domenico Comegna, ex dirigente dell’Inps ed esperto in materia previdenziale. Quali allora le ragioni per riscattare? «Le motivazioni sono due», aggiunge Comegna, «puntare a ricevere una pensione più elevata e anticipare i tempi del pensionamento».
IL SIGNIFICATO DEL RISCATTO Con il riscatto è possibile valorizzare i periodi della vita per i quali non c’è stato alcun versamento di contributi utili alla pensione. Per esempio periodi di studio, di formazione, di congedo dal lavoro per maternità e paternità, anni di lavoro svolto all’estero. Per tutti questi periodi, i lavoratori hanno la possibilità di acquistare, con il riscatto, il diritto ad essere conteggiati per intero sia ai fini del calcolo dei requisiti per andare in pensione che per la sua misura.
CHI PUÒ CHIEDERLO Il riscatto è un’opportunità offerta alla generalità dei lavoratori; infatti possono richiederlo i dipendenti; gli autonomi quali artigiani, commercianti, coltivatori diretti; i lavoratori iscritti ai fondi speciali; ed anche i cosiddetti “precari”, cioè gli iscritti alla gestione separata Inps, quali sono per esempio co.co.co. e lavoratori a progetto.
L’ESPERTO SUL COSTO Quando conviene chiedere il riscatto? «Può essere richiesto in qualsiasi momento», spiega ancora Comegna, «tuttavia il costo, che è a totale carico di chi lo chiede, cresce quanto più vicina è la data per la pensione. Il che suggerisce di accelerare la valutazione dell’opportunità di usufruirne e di non aspettare il tempo troppo vicino alla pensione».
COSÌ IL CALCOLO Non è possibile avere un indice generale di costo perché varia in base all’epoca cui si riferiscono gli anni da riscattare. La base matematica è costituita da speciali tabelle costruite su fattori demografici, previdenziali e con la “riserva matematica”, ossia la quantità di denaro necessaria a coprire l’impegno finanziario che l’Inps dovrà sostenere per liquidare la maggior pensione da riscatto.
A CHI CONVIENE DI PIÙ Un’agevolazione c’è per il versamento dei contributi da riscatto: la somma dovuta, infatti, può essere pagata in unica soluzione (come è stato fino al 31 dicembre 2007) o dilazionato fino a 120 rate senza applicazione di interessi. Va aggiunto, inoltre, che i contributi pagati sono deducibili dal reddito del richiedente (il che significa uno sconto di misura pari all’aliquota marginale, cioè la massima aliquota Irpef pagata per il proprio reddito). E qualora il richiedente non abbia reddito (ora il riscatto possono richiederlo anche i giovani in attesa di occupazione), i contributi diventano detraibili dall’Irpef nella misura standard del 19% per il soggetto su cui risulta fiscalmente a carico.
I buoni motivi per avvalersi del riscatto sono diversi. Resta il dubbio, però, se il costo sopportato ritorni o meno a beneficio del lavoratore. «Dal punto di vista finanziario», conclude Comegna, «le simulazioni hanno dimostrato che, considerando anche l’agevolazione fiscale, si incassa una pensione maggiorata di una somma superiore alla spesa sostenuta».
Daniele Cirioli
 
 
6 - L’Unione Sarda / Cronaca di Olbia (Pagina 53 - Edizione CA)
All’aeroporto
Un convegno sul turismo sostenibile
Prenderanno il via alle 10,30 i lavori del convegno “Il turismo sostenibile in Sardegna: il laboratorio Gallura”, realizzato dal Centro internazionale Itinera con l’Università di Sassari. L’incontro si svolgerà domani nella sala Lodovici, al primo piano dell’aeroporto. Partecipano l’assessore regionale Luigi Crisponi, il professor Francesco Morandi e i ricercatori coinvolti nel progetto “Gallura’s sustainable tourism - Gst”. Nel corso del convegno verranno discussi i risultati dell’indagine condotta in questi mesi. ( c. in. )
 


 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
7 - La Nuova Sardegna / Pagina 2 - Cagliari 
Nuovi lavori nella Cittadella universitaria 
Sì al centro ricerca 
CAGLIARI. Passo avanti per la Cittadella universitaria di Monserrato. Il consiglio di amministrazione dell’ateneo ha approvato ieri mattina l’avvio dell’iter che porterà alla realizzazione della nuova spina dipartimentale della Cittadella. I locali ospiteranno il Centro servizi di Ateneo per la ricerca (Cesar) e i laboratori medico scientifici che attualmente si trovano ancora in alcuni punti della città. «Si tratta di un progetto - ha spiegato il rettore Giovanni Melis - cofinanziato dal piano per il sud. Contiamo che le risorse previste arrivino, altrimenti si procederà a lotti funzionali. Con questi interventi siamo in linea col piano della campagna elettorale: si razionalizzano così le strutture didattiche e di ricerca superando l’attuale dispersione in numerosi edifici».
 
 
8 - La Nuova Sardegna / Pagina 2 - Cagliari
Un simposio promosso da Università e Regione 
Come vigilare sull’uso scorretto dei farmaci 
CAGLIARI. Quasi in ogni famiglia esiste un cassetto dedicato alle medicine, di cui spesso si fa uso senza consultare il medico ma con conseguenze negative per l’organismo. In più: vi sono anche medici che, per un motivo o per un altro, prescrivono in modo non attendo certi farmaci (dagli ansiolitici agli antibiotici). Da qui l’esigenza di discutere scientificamente il modo corretto di utilizzare le medicine, anche perché oltre alla salute, si arriva spesso a un eccesso (e spreco) di spesa. «Farmacovigilanza e buon uso del farmaco: attualità e prospettive» è il titolo del simposio che si è svolto ieri all’hotel Regina Margherita promosso dall’unità complessa di Farmacologia clinica dell’università di Cagliari, diretta da Maria Del Zompo, e dalla Regione. Durante l’incontro sono state anche presentate le prospettive della farmaco genetica-genomica.
 
 
9 - La Nuova Sardegna / Pagina 1 - Gallura
Domani un convegno all’università 
Turismo sostenibile, chance di sviluppo anche per la Gallura 
OLBIA. «Sei disponibile a spendere di più per una vacanza ecosostenibile?». Di questo tema discuteranno domani l’assessore regionale al Turismo Luigi Crisponi, il preside del polo universitario olbiese, Francesco Morandi, gli operatori del turismo insieme ai ricercatori che hanno realizzato l’indagine sul campo nell’ambito del progetto Gallura’s sustainable tourism. «Il settore turistico - spiegano gli organizzatori del convegno - rappresenta oggi un mercato in continua evoluzione. Gli operatori sono chiamati a confrontarsi costantemente con le mutevoli esigenze di una clientela eterogenea, caratterizzata dal bisogno di vivere una vacanza attiva, in stretta relazione con il paesaggio e l’ambiente naturale. L’industria delle vacanze deve pertanto essere in grado di proporre nuovi prodotti, studiati per attrarre e coinvolgere il viaggiatore in un’esperienza unica, da ricordare e raccontare. Tra i nuovi prodotti, i turisti riconoscono un valore importante alle esperienze ecosostenibili, nell’ambito delle quali il cliente diventa protagonista della conservazione dell’ambiente insieme agli operatori della filiera».
L’appuntamento è per domani mattina, a partire dalle 10.30, nella sala Lodovici del polo universitario, nel terminal dell’aeroporto Olbia-Costa Smeralda.(al.pi.)
 
 
10 - La Nuova Sardegna / Pagina 2 - Oristano
Servizi universitari o teatro dialettale? Contesa sul San Martino 
Tarantini: Lo avevamo già chiesto alla Nonnis Quei locali sarebbero uno spazio ideale per il Consorzio Uno 
ORISTANO. Il nuovo teatro San Martino non è ancora completato e nessuno ha la certezza di quando aprirà. In tanti però se lo contendono. Gli attori dialettali, ad esempio, che da sempre lamentano la mancanza di una struttura che possa assicurare il mantenimento del teatro in limba, una delle tradizioni peculiari di Oristano. Ci sono anche istituzioni che lo correbbero gestire. A candidarsi, da tempo, c’è anche il Consorzio Uno che lo vorrebbe per trasformarlo in una delle sedi universitarie.
Lo dice Pupa Tarantini, la presidente del Consorzio: «La richiesta di poter utilizzare, magari attraverso l’affidamento della gestione, del teatro era già stata avanzata dai miei predecessori verso la giunta Nonnis, altrettanto farò io - annuncia -, perchè quei locali per l’università sarebbero l’ideale». L’università oristanese non dispone di un’aula che possa accogliere più di cento alunni («le nostre al massimo, ne possono ospitare 60», spiega Tarantini); dunque il San Martino potrebbe trasformarsi in quell’aula magna che ogni università che si rispetti, possiede. «Al momento per l’Università non è facile trovare spazi idonei per organizzare convegni o anche una normalissima cerimonia di consegna di laurea», dice Pupa Tarantini: «Ovviamente, al Comune avevamo prospettato la possibilità di un affidamento in gestione del teatro, non per uso esclusivo dell’Università, piuttosto, per aprirlo al territorio». La presidente del Consorzio sembra decisa a riproporre la richiesta al Commissario straordinario: «La carenza di locali per noi è un problema non certo secondario e poi - aggiunge - lasciare una struttura come quella inutilizzata e senza una gestione sarebbe veramente un errore». Per gli artisti locali, invece, il San Martino dovrebbe ritornare ad essere ciò che era in origine: un teatro, appunto. «Un atto dovuto - dice Antonio Marchi, artista e custode della tradizione di Antonio Garau essere un altro -: «Su quel palcoscenico esordì (come comparsa) persino Antonio Garau. Erano gli anni Venti e il cartellone proponeva una commedia brillante “Il fotografo nell’imbarazzo”. L’episodio - dice ancora l’artista - è riportato da Sergio Bullegas nel suo volume sull’opera del Garau - con il giovane commediografo costretto a lasciare il palco a “furor di pubblico” che non aveva gradito il suo fare, troppo imbarazzato per chi deve stare sulla scena».
Prosegue Marchi: «A parte gli aspetti che potrebbero apparire in qualche modo nostalgici, resta il fatto che una città con ben sei compagnie di teatro dialettale non ha un palcoscenico dedicato a questo tipo di rappresentazioni. Non c’è neppure una sala prove pubblica, che secondo il mio parere non solo faciliterebbe le compagnie teatrali a sopravvivere e continuare a diffondere una cultura e una tradizione popolare ma non per questo da considerarsi meno degna di attenzioni». E rilancia un progetto mai realizzato: «Creare, a Oristano, una accademia del teatro sardo, magari con un master di laurea in limba. Del resto, la Sardegna spende tante risorse per dare dignità alla lingua sarda, che viene insegnata nelle scuole, utilizzata nei documenti ufficiali. E Oristano, che è al centro della Sardegna, se utilizzasse in questo senso il suo antico teatro, darebbe un servizio alla cultura del Mediterraneo».
 
 
11 - La Nuova Sardegna / Pagina 17 - Fatto del giorno
Cari professori, la politica è anche controllo delle parole 
Monti ormai va in televisione quasi quanto Berlusconi e i suoi ministri quando parlano causano disastri 
Cominciamo da quello che ha fatto più scandalo, il giovine Michel Martone, che ha battezzato «sfigato» chi non si laurea prima di 28 anni. (Fortunato, avrebbe dovuto aggiungere, chi come me a 29 anni è già professore ordinario). C’è stato un urlo universale di protesta: la gente ha capito che era una specie di insulto. Ma nessuno si è chiesto che cosa voleva dire veramente il professore con quell’aggettivo. Sfigato - dice il più accreditato dizionario italiano, il Battaglia - vuol dire sfortunato, iellato, colpito frequentemente dalla malasorte. Se fosse stato davvero così, c’era il tanto da offendersi? Forse Martone voleva dire qualcosa come perdigiorno, sfaticato, fannullone, destinato a diventare bamboccione entro i trent’anni, e così lo ha capito la gente. Se è così, nell’italiano - soprattutto nel gergo giovanile da cui, dice sempre Battaglia, viene questo termine, rozzo ma efficace - è in atto un mutamento semantico (in altri termini, un cambiamento del significato delle parole) di cui gli italofoni andranno almeno avvisati.
 Per conto suo, anche ieri la signora Fornero continuava a dire, a proposito di articolo 18, che per lei licenziamento vuol dire flessibilità in uscita. Un tempo si rispondeva: «Se non è zuppa è pan bagnato». I sindacati lo hanno capito e, tabù o non tabù, sanno che cosa non deve dire l’articolo 18, casomai dovesse cambiare.
 Su che cosa vuol dire il professor Monti quando dice monotonia si sono già scritti dei trattati, e anche lui va dappertutto in televisione (sino alla settimana scorsa, dicono gli osservatori specializzati, Berlusconi c’era due volte più di lui) a spiegare che cosa voleva dire: del resto le prime versioni della frase, riferiti dalle news, era «sai che noia!», espressione vagamente salottiera che magari ti saresti aspettato dalla Santanchè. Più difficile spiegare che cosa vuol dire posto fisso, e più ancora perché dovrebbe generare noia, o monotonia. Monotono sarà per chi ce l’ha, dice bene Bersani, pensando ai milioni che non ce l’hanno né fisso né mobile e agli altri milioni che non sembrano potere sperare di avercelo.
 Presidente, il posto fisso può essere monotono se tu non hai affetto al tuo lavoro. E su questo credo concordi anche Lei, che almeno quando era soltanto professore a Trento, a Torino o alla Bocconi il posto fisso ce lo aveva. Quanta gente c’è, in Italia, che ha il posto fisso, se lo tiene caro e perfino gli piace starci, perché ci si diverte? Anche a studiare o a stare ogni giorno in ufficio, perfino in uno sportello, può capitare di divertirsi. Certo, cambiare è bello, anche all’interno della stessa professione o dello stesso impiego: l’insegnante si può sentire prigioniero, come il professor Aristogitone, fra quelle quattro mura (cito da «Alto gradimento», un classico), e l’impiegato assordato dal rumore dei timbri (altro classico, Totò che impazzisce allo sportello, afferra un timbro e timbra tutto quello che gli viene sotto mano). Ma il presidente, mentre si scusa su quella «monotonia», insiste a incoraggiare i giovani ad andare all’estero: senza neanche pregarli di tornare, alla moda del nostro «Master & Back» di soriana memoria.
 C’è una morale, in tutto questo? Ce ne sono tante. La prima è che Monti e il suo governo non sono quella gran sterzata a sinistra che la gente si è immaginata solo perché per far posto a loro si era dovuto alzare Berlusconi (c’è un sottosegretario che lo vuole presidente della Repubblica, e ha il coraggio di dirlo). La seconda è che qualunque mestiere si sia fatto, e lo si sia fatto nella maniera onorevolissima in cui l’ha fatto non soltanto Monti ma anche la maggioranza dei suoi ministri, la politica - che non è soltanto governo delle cose, ma anche controllo delle parole con cui se ne parla alla gente - è più difficile, più delicata e perfino più pericolosa. La terza è che - come hanno sempre detto i manuali dello stare in tv - il sedere troppo davanti alla telecamera logora chi ci va. La quarta, e stupisce che non lo sappia questa accolta di professori chiamati alle armi per salvarci la pelle a tutti, è che la televisione fa male.
  

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionario e social

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