Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
26 August 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 45 - Edizione CA)
Sanità
Approvato il piano dell’Azienda sanitaria
 
A cinque anni dalla sua creazione l’Azienda ospedaliero universitaria sassarese ha approvato il suo Atto aziendale. Lo strumento di programmazione di una parte importante della Sanità del nord Sardegna arriverà finalmente sul tavolo della Giunta regionale, che dovrà dare il via libera definitivo, in conformità con le linee guida dell’Assessorato. Nei giorni scorsi il documento ha ottenuto il benestare del Rettore dell’Università Attilio Mastino, che in passato aveva sollecitato più volte in questo senso, i vertici dell’Aou. Positivo anche il parere espresso dalla Commissione Sanità della Provincia. L’Atto aziendale ha ottenuto anche l’approvazione dei sindacati, interessati soprattutto alla parte che riguarda le gravi carenze negli organici. ( fr. fer. )
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 45 - Edizione CA)
Chimica verde, ma quanto?
SASSARI. I dubbi degli ambientalisti sul progetto Matrìca
 
Dubbi, considerazioni sul passato e paura per il futuro. E’ quanto emerso venerdì sera dall’incontro ai giardini pubblici di Sassari, inserito all’interno del festival Figiurà, che ha coinvolto cittadini e associazioni. Ospite della serata Paolo Rabitti, uno dei consulenti tecnici più importanti in Italia e coinvolto nei più grandi processi su disastri ambientali e inquinamento, che ha presentato "Diossina. La verità nascosta" (Feltrinelli, 2012), il libro che parla del disastro di Seveso. Un tema caldo che venerdì ha aperto il dibattito sul progetto della Chimica Verde a Porto Torres e della centrale a biomasse. Si è discusso su quanto "verde" possa essere questo progetto, soprattutto in termini di salute e ambiente. Ugo Azzena, professore di chimica dell’Università di Sassari, ha spiegato la necessità di rigorosi controlli per la realizzazione di un progetto che potrebbe funzionare se si tenesse conto della salvaguardia del territorio. E considerati i precedenti, anche di carattere nazionale, c’è il timore che possa creare problemi. Nell’incontro, coordinato dalla giornalista Chiara Maria Pinna, è intervenuto il dottor Vincenzo Migaleddu, dell’Isde e dell’Ordine dei medici che ha valutato le ricadute sul territorio: "Sassari è un capoluogo di Provincia inserito nel SIN, Sito di Bonifica di interesse nazionale. È una città inserita in un perimetro in cui la presenza di inquinanti è fuori norma". Secondo Migaleddu, per l’alimentazione della centrale a biomasse "servirebbe per una parte l’utilizzo del FOK, le cui emissioni sono inquinanti". Il progetto della Chimica verde è appena agli inizi e rappresenta per la società Matrìca l’unica possibilità di riconversione di impianti ormai vecchi e obsoleti.
Da tempo però l’Isde, chiede un maggiore confronto con il territorio, che ha già subito l’inquinamento. Alla fine della serata sono intervenuti i rappresentanti delle associazioni e numerosi cittadini.
Michele Cocchiarella
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Ogliastra (Pagina 33 - Edizione CA)
«Il Dna non si commercia»
I sindaci: «Tutelare il nostro patrimonio genetico»
PERDASDEFOGU. Genos custodisce 400 mila campioni di 14 mila persone
 
La collezione di codici genetici cela l’elisir di lunga vita, un tesoro vegliato da tecnici e biologi del Cnr, custodito nel parco Genos di Perdasdefogu in migliaia di provette allineate dentro incubatrici a temperatura controllata. Questo arsenale di 400 mila campioni, identificati da codici e sigle, racconta la storia di quattordici mila vite. Costruisce un tempio biologico in cui in silenzio, da dieci anni, si disegnano i segreti del Dna. Un patrimonio che sindaci e amministratori temono possa essere venduto ad estranei, complici le indagini su SharDna.
INDAGINI E TIMORI L’ultimo blitz della Guardia di Finanza nella sede cagliaritana di SharDna, alla ricerca dei bilanci 2007 e 2008, ha risvegliato le domande dei sindaci. Mentre gli investigatori del nucleo di polizia Tributaria di Cagliari indagano per falso in bilancio, gli amministratori si chiedono se tutto il patrimonio genetico conservato nella biobanca rischi di essere monetizzato. Il sindaco di Perdasdefogu Mariano Carta parla chiaro. «Chiediamo di conoscere quale sia l’effettiva proprietà dei campioni, sapere dove sono i risultati delle ricerche fatte sul nostro territorio e quale sia il futuro della ricerca». Il paese in questi giorni ha festeggiato il guinness dei primati per la famiglia più longeva al mondo. «La ricerca deve continuare dove i cittadini hanno dimostrato una partecipazione straordinaria al progetto e dove sussistono le condizioni per indagare su persone con caratteristiche uniche». Preoccupazione anche a Urzulei. «Da tempo non abbiamo più notizie dei dati sensibili contenuti nella ricerca - dice l’ex sindaco Giuseppe Mesina - a breve vorremmo quotarci per trovare una forma di protezione del nostro patrimonio genetico e rassicurare i cittadini che hanno collaborato alla ricerca. Credevamo e crediamo in questo progetto ma siamo molto confusi e preoccupati e vogliamo spiegazioni».
PATRIMONIO PERSONALE Al parco Genos Debora Parracciani tecnico di laboratorio del Cnr Custode, insieme alla biologa Simona Vaccargiu, custodisce il corredo genetico. Nonostante le notizie sconfortanti, per le due scienziate il valore dei dodici anni spesi per questo progetto è immenso. Le dodici pubblicazioni nelle riviste specializzate dovrebbero sospendere tutte le previsioni nefaste sul futuro della ricerca: «I campioni sono fonte d’informazione preziosa abbiamo lavorato alle analisi chimico cliniche, per cercare geni delle malattie multifattoriali. I campioni sono di proprietà esclusiva dei cittadini che hanno firmato un consenso informato prima di partecipare alla ricerca. Sono il loro patrimonio genetico personale e pertanto invendibile».
Daniela Usai
 

LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Sardegna
SCOPERTE
Ricercatori sardi nel team per la cura anti Parkinson
 
CAGLIARI Ci sono anche i ricercatori dell’Università di Cagliari nel team che ha scoperto C-Rel, una proteina che gli studiosi ritengono essere una «sentinella del Parkinson», in grado di allontanare l’insorgere della malattia neurodegenerativa. Micaela Morelli, Annalisa Pinna, Lucia Frau e Maria Antonietta De Luca del Dipartimento di Scienze biomediche dell’ateneo cagliaritano, hanno partecipato all’elaborazione dello studio che rivela le proprietà di C-Rel pubblicato sulla rivista internazionale Brain. Un traguardo che giunge a poche settimane dal finanziamento da parte della Michael J. Fox Foundation di uno studio condotto, sul tema della cura del Parkinson, dalla stessa Morelli, docente ordinario di Farmacologia a Cagliari, in collaborazione con un altro ricercatore cagliaritano, Manolo Carta. Alla proteina di cui parla la ricerca pubblicata su Brain è attribuito il ruolo di «difesa» dei mitocondri, le «centrali energetiche» della cellula.
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Ed_Cagliari
Parkinson, ricerca con accento sardo
Scienziati dell’ateneo cagliaritano nel team che ha scoperto una proteina “sentinella”
 
CAGLIARI Università di Cagliari ancora alla ribalta nel campo della ricerca scientifica. Questa volta la scoperta riguarda il Parkinson, la seconda malattia neurodegenerativa più diffusa dopo l’Alzheimer. C’è anche un gruppo di ricercatori dell’ateneo del capoluogo nel team che ha individuato C-Rel, una proteina che gli studiosi ritengono essere una “sentinella del Parkinson”, in grado di allontanare l’insorgere della malattia neurodegenerativa, il disordine nella produzione da parte del cervello di dopamina. Micaela Morelli, Annalisa Pinna, Lucia Frau e Maria Antonietta De Luca – del Dipartimento di Scienze biomediche dell’Ateneo cagliaritano – hanno partecipato all’elaborazione dello studio che rivela le proprietà di C-Rel pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Brain, coordinato da Marina Pizzi e PierFranco Spano dell’Istituto nazionale di neuroscienze (Inn). Un traguardo che giunge a poche settimane dalla notizia del finanziamento da parte della Michael J. Fox Foundation di uno studio condotto, sempre sul tema della cura della malattia di Parkinson, dalla stessa Morelli, docente ordinario di Farmacologia all’Università di Cagliari, in collaborazione con un altro ricercatore cagliaritano, Manolo Carta. Alla proteina di cui parla la ricerca pubblicata su Brain – in particolare – è attribuito il ruolo di “difesa” dei mitocondri, le “centrali energetiche” della cellula. Con l’invecchiamento, c-Rel diminuisce e questo potrebbe essere uno dei fattori che dà campo libero alla malattia che provoca tremore, problemi di movimento, di coordinazione e difficoltà a stare in piedi. «La produzione di radicali liberi aumenta nelle situazioni di maggior dispendio energetico – ha spiegato Pizzi – il nostro organismo è sempre impegnato a bilanciare i danni a carico delle strutture più esposte ricorrendo all’attivazione di meccanismi protettivi». I ricercatori hanno portato avanti la loro ricerca sui topi di 18 mesi, che corrispondono a 60 anni umani. Nei roditori il blocco della produzione di c-Rel ha provocato la perdita dei neuroni della "substantia nigra”, una zona del sistema nervoso centrale che è deputata alla produzione di dopamina. Non è la prima volta che i ricercatori dell’Università di Cagliari sono protagonisti di importanti passi avanti in campo scientifico. Con scoperte e pubblicazioni di livello internazionale.(st.am.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Attualita
LA SCUOLA IN SARDEGNA»NUOVO CONCORSO
Precari e neolaureati, in vista 600 posti
Alle speranze si alternano le proteste di sindacati e insegnanti, per ora solo tendenziali i calcoli su scala regionale
di Pier Giorgio Pinna
 
SASSARI Il nuovo concorso? Forse nella scuola sarda garantirà lavoro ad altri 600-650 docenti. Ma per i numeri definitivi è ancora presto. E mentre su questo punto resta la massima incertezza, sono invece sicure le proteste che fioccano da sindacati e comitati dei precari per i metodi e le scelte del governo. Lamentele, comunque, accompagnate da segnali d’apprezzamento. Dice il segretario regionale della Cisl Scuola, Enrico Frau: «Come sindacato chiedevamo da tempo un provvedimento del genere e sapevamo sin da gennaio che il governo intendeva dare il via al nuovo concorso. Per l’isola si parla solo di dati tendenziali, approssimativi: credo si potrà contare su poco più di 600 posti nel prossimo biennio. Ma penso che questa mossa, più in generale, rappresenti un aiuto contro il precariato storico». «Perché da un lato quest’intervento apre le porte a chi da anni attende un’immissione in ruolo e dall’altro lato tende una mano ai laureati più giovani – afferma ancora Frau – Proprio per salvaguardare entrambe le categorie, come Cisl, abbiamo sollecitato e ottenuto che per i candidati al concorso non ci fossero limiti d’età». «Certo, resta da vedere l’attuazione dell’intero sistema alla prova dei fatti, magari partendo dall’analisi di quanti insegnanti andranno effettivamente in pensione a partire dal 2013». Il concorso prevede a livello nazionale la copertura di 12mila cattedre. Altrettante andranno ai precari abilitati, secondo le graduatorie esistenti. E ciò a fronte di 250mila insegnanti non di ruolo alla disperata ricerca di lavoro. A ogni modo, alle prove potranno partecipare tutti, non solo i neolaureati. «Nelle notizie che giungono da Roma c’è un unico dato che può essere valutato in modo positivo – spiega per la Flc Cgil Peppino Loddo – Se si pensa che attendevamo il concorso dal 1999, è chiaro che il governo deve aver pensato: “Basta tagli, facciamo almeno ripartire la scuola”». «Per il resto tuttavia siamo al disastro organizzativo – accusa, senza mezzi termini, il segretario regionale – Prendiamo il caso dei precari: sino a qualche anno fa nell’isola erano 8-9mila, ora si sono quasi dimezzati perché molti hanno dovuto puntare verso altre attività. I neolaureati, poi, sono altre migliaia. Quante volete che siano allora le cattedre assorbibili nell’isola? Se andrà bene, toccheremo le 620 unità». «In realtà la scuola è diventato il settore della massima precarizzazione e le politiche di questo governo, al di là dei proclami mediatiaci, non fanno differenza rispetto ai precedenti nel volerlo considerare tale – tuona ancora Peppino Loddo – Mi spiego con un altro esempio. Anche in Sardegna molti insegnanti anziani dovevano andare in pensione, ma la riforma voluta dal ministro Fornero li ha bloccati. Ecco, le cattedre disponibili per il futuro cosi diminuiranno. E che prospettive effettive, reali, si possono creare per i giovani e per i precari con queste premesse basate solo sui tagli?» Parla di annuncio a effetto e del pericolo di false illusioni Maristella Curreli, sino a pochi mesi fa responsabile nazionale del Cip, il Comitato insegnanti precari. Lei, dopo 20 anni senza mai poter contare su una cattedra stabile, è appena passata di ruolo, in Lingue (inglese). Curreli, che è nata a Laconi e da tempo vive a Cagliari, ha così consegnato il testimone della lotta alla collega di Taranto Elena La Gioia. «In queste ore ci siamo sentite per una prima valutazione e ci siamo ritrovate d’accordo nel giudicare il nuovo concorso un provvedimento che svia l’attenzione senza risolvere i problemi – prosegue – Perché lanciare altri bandi quando si sarebbe potuto attingere già dalle graduatorie esistenti? Che bisogno c’era di queste altre prove? I giovani laureati sarebbero stati salvaguardati comunque».
 
Fabio Madau: «Si rischia un’altra presa in giro»
Precario da 14 anni, a 50 appena compiuti il docente sassarese Fabio Madau finalmente quest’anno riuscirà ad avere un posto fisso. «Ma questo concorso, nonostante per fortuna non mi riguardi più direttamente, mi pare una nuova presa in giro», spiega il professore, che insegna flauto traverso nei corsi musicali e probabilmente sarà destinato in un centro a diverse decine di km da Sassari. Perché questa diffidenza di fronte a quella che sembra un’apertura da parte del governo? «Parlo di un pericolo e nel frattempo aspetto di capire meglio dai dati analitici che mi auguro il ministero prima o poi fornirà», replica Madau, che in questi anni ha combattuto defatiganti battaglie con i suoi compagni perché le migliaia di precari sardi riuscissero ad avere una cattedra permanente. «In realtà – prosegue – non vorrei che si facesse un giochino per illudere soprattutto i giovani e che l’annuncio fatto in queste ore a Roma si risolvesse in uno specchietto per le allodole». «Ho paura infatti che in Sardegna non ci sia più un numero sufficiente di posti da coprire rispetto alle esigenze dei non stabilizzati e dei neolaureati – denuncia ancora Madau – Se tutto è così semplice come viene descritto, per quale ragione il governo non dà numeri precisi e proiezioni esatte suddivise regione per regione?». (pgp)
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Sassari
Aou, il rettore dice sì al Piano aziendale
Difficile l’accordo: gli universitari gestiranno le strutture complesse mentre gli ospedalieri dirigeranno le unità semplici
 
SASSARI Il Piano aziendale dell’Aou è vicinissimo alla meta. Il documento ieri ha incassato il sì del rettore Attilio Mastino e anche le sigle sindacali (tutte tranne una), hanno condiviso il nuovo assetto che l’azienda Mista si darà per i prossimi anni. «Cinque anni di attesa per un atto aziendale di fondamentale importanza – dice il direttore generale Sandro Cattani – la sua approvazione era tra gli obiettivi del mandato, e ora siamo davvero a un passo dal traguardo». Infatti domani stesso il Piano verrà inviato in Regione per l’approvazione definitiva. Non è stato semplice trovare l’accordo sul riassetto organizzativo della struttura universitaria-ospedaliera. Nelle cliniche di San Pietro si svolge attività di ricerca, didattica, ma anche la componente assistenziale riveste una grossa importanza. Il personale comprende sia i medici che dipendono dall’Ateneo, sia quelli inseriti nell’organico dell’Asl. Ecco, trovare un equilibrio nella ridistribuzione delle posizioni di comando all’interno dei vari dipartimenti si è rivelata un’impresa più ardua del previsto. «Che la componente didattica e di ricerca dovesse prevalere – spiega il direttore sanitario Francesco Tanda – era scontato: abbiamo in tutto 553 posti letto, un numero basso, e questo fa capire che l’attività della Aou non ha come priorità assoluta l’assitenza». Gli universitari e i loro sindacati di riferimento non volevano arretrare di un millimetro: le strutture complesse (cioè quelle più grandi, ovvero i vecchi primariati) restano appannaggio degli universitari. Su 33 strutture complesse, ben 30 vengono dirette dai professori. Le uniche che passano di mano sono Neonatologia (il direttore andrà in pensione a novembre e prenderà il suo posto un ospedaliero), poi Chirurgia pediatrica e infine Direzione Medica. Nella fase preliminare, quando la bozza dell’accordo era al vaglio delle organizzazioni sindacali e del personale medico, questo strapotere da parte degli universitari aveva suscitato grossi malumori. La bocciatura sembrava nell’aria. L’accordo invece è arrivato grazie alla compensazione delle strutture semplici. Si tratta di comparti più piccoli rispetto alle unità complesse, e il timone in questo caso sarà per la maggior parte dei casi nelle mani degli ospedalieri. Ad esempio per quanto riguarda le 26 strutture semplici dipartimentali, che svolgono attività autonoma, settoriale e specifica (ad esempio Radioterapia), 19 sono state affidate agli ospedalieri, mentre 7 vengono guidate dagli universitari. Ma la componente Asl è prevalente anche tra le strutture semplici non dipartimentali, cioè quei comparti più piccoli che restano legati all’attività delle strutture complesse. «Per venire incontro alle esigenze degli ospedalieri – dice Tanda – l’atto aziendale individua 16 strutture semplici in più rispetto al passato». L’Atto aziendale, inoltre, ribadisce l’impostazione dipartimentale dell’Azienda mista. Individua 6 dipartimenti assistenziali integrati: Chirurgia, Medicina, Malattie neurologiche, Materno infantile, Diagnostica per immagini e Diagnostica di laboratorio. Poi ci sono due dipartimenti amministrativo-gestionali, che lavorano a supporto della direzione generale. Per quanto riguarda invece le esigenze di razionalizzazione dei costi, in sintonia con le indicazioni della Regione, vengono accorpati alcuni doppioni, e scompaiono quattro strutture complesse. Per quanto concerne le due Ginecologie ne sopravvive una, quella diretta dagli universitari. Si fondono Pediatria e Clinica pediatrica. Le chirurgie generali da tre si riducono a due. Infine Diabetologia da struttura complessa viene trasformata in struttura semplice. Stesso destino per Medicina del lavoro. Ora la palla passa agli uffici della Regione, che da lunedì avranno il compito di verificare la validità dell’Atto aziendale. E’ un assetto che potrebbe guidare l’Azienda Mista per diversi anni, ma potrebbe rivelarsi anche una riorganizzazione del tutto provvisoria. Se infatti nel futuro della sanità sassarese dovesse concretizzarsi anche la fusione dell’ospedale Santissima Annunziata con le Cliniche di San Pietro, allora il quadro sarà tutto da ridisegnare.
 

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