Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 July 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
«Ricerca, l'Isola all'avanguardia»
Profumo: con la spending review nessun taglio all'Università
Nessun taglio all'Università e, anzi, nuovi stanziamenti per la ricerca sulla quale «la Sardegna è in prima linea». Garanzie che arrivano dalle parole del ministro dell'Istruzione Francesco Profumo, ieri a Cagliari per un incontro promosso dalla Regione sul bando “Smart cities - Le città intelligenti”.
UNIVERSITÀ: NESSUN TAGLIO Il numero uno all'Istruzione non si sottrae alle domande su spending review, tagli e crisi economica: «Non chiamatela spending review, ma revisione della spesa pubblica», ammonisce l'accademico di Savona: «Tagli all'Università? Nella manovra - puntualizza - non ce ne sono stati. Gli atenei stanno facendo un'ottima progettazione sull'offerta formativa e voglio rassicurare studenti e personale». Sulle pagelle al governo tecnico di Monti, il ministro non dà voti: «È troppo presto. Ci siamo da novembre e sette mesi sono pochi per promuovere o bocciare. Stiamo lavorando responsabilmente con riforme strutturali per dare ossigeno al sistema paese».
UNIVERSITÀ: NESSUN TAGLIO Profumo paragona la crisi che attanaglia l'Italia a una tavola imbandita a cui siedono troppi commensali: «Il Paese ha vissuto al di sopra delle sue possibilità: la quantità di cibo in tavola è sempre la stessa, ma è aumentato il numero dei commensali». Alle decine di persone che stavano manifestando davanti all'hotel Mediterraneo di Cagliari (che ha ospitato l'incontro), il ministro non ha poi negato una risposta : «Sono partite le abilitazioni nazionali per i professori di prima e seconda fascia. Prima della fine del mese ci sarà il bando per i candidati».
CAPPELLACCI CANDIDA L'ISOLA Sul cloud computing (le tecnologie che permettono di memorizzare, archiviare o elaborare dati) - che, con sicurezza del territorio, tecnologia, domotica e giustizia è uno dei temi inseriti nel decreto del ministero dell'Istruzione con l'avviso per la presentazione di idee progettuali per “Smart cities” - il governatore sardo Ugo Cappellacci lancia la sua sfida: «Candidiamo la Sardegna al ruolo di pilota in questo campo. Un ruolo chiave che proponiamo con la consapevolezza di aver avviato un percorso per la realizzazione della scuola digitale (“scuola del domani”) e anche perché la nostra regione è la prima a livello nazionale per la diffusione della banda larga».
RICERCA Capitolo ricerca: per la realizzazione dei progetti sono a disposizione 655,5 milioni di euro, 170 per contributi spesa e 485,5 nella forma del credito agevolato: «In prima fila c'è la Sardegna - assicura il ministro Profumo -. L'obiettivo è sostenere interventi legati all'innovazione mettendo insieme amministrazioni, sistema pubblico della ricerca e imprese, anche piccole». Anche perché, gli fa eco il Cappellacci, «siamo tra le regioni che stanziano più fondi per la ricerca e l'innovazione». «Con la legge regionale 7/2007 - ha evidenziato il presidente - la Sardegna finanzia la ricerca fondamentale e di base, mentre con le linee di attività del Por si promuovono le iniziative sull'innovazione tecnologica». E snocciola le cifre: «Nonostante la crisi abbiamo confermato gli stanziamenti annuali per finanziare le attività previste dalla legge ed il budget previsionale per il 2009-2013 è pari a 200 milioni di euro con stanziamenti annuali della Regione di 34 milioni di euro».
ZEDDA All'incontro su “Le città intelligenti” era presente il sindaco di Cagliari Massimo Zedda: «Chiedo alla Regione di dar corpo al riconoscimento dell'area metropolitana». «Innovare» è la parola d'ordine per Ketty Corona, presidente di Sardegna Ricerche: «Bisogna valorizzare al meglio settori come l'energia rinnovabile, l'agroalimentare e la biotecnologia».
Roberta Floris
 
 
 
2 - L’Unione Sarda / Provincia Medio Camp (Pagina 26 - Edizione CA)
Gonnosfanadiga
Borse di studio pagate dalla parrocchia
Affrontare le spese universitarie per tanti giovani diplomati rappresenta un ostacolo insormontabile, al punto che tanti poi la rinunciano agli studi. Per questo, la parrocchia Sacro Cuore di Gonnosfanadiga , su idea del parroco don Marco Statzu, ha fatto partire una macchina della solidarietà che si affiancherà all'Ersu nella concessione delle borse di studio per ragazzi meritevoli, ma con un basso reddito familiare. In pratica, gli studenti iscritti al primo anno dell'università esclusi dalla graduatoria Ersu, potranno presentare domanda alla parrocchia per avere un'altra possibilità per proseguire gli studi. È già stato pubblicato il bando ispirato agli stessi criteri dell'Ersu, con l'unica differenza che la borsa sarà concessa ai residenti nel Comune di Gonnosfanadiga. L'importo di circa 3 mila euro sarà raccolto dalle offerte dei benefattori. Se i gonnesi risponderanno con grande generosità, si potrà accontentare più di uno studente bisognoso. (s. p.)
 
 
 
3 - L’Unione Sarda / Provincia di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
MONSERRATO. Week-end
Lavori conclusi, nessun divieto sulla statale 554

Finiti i lavori sulla statale 554, questo weekend probabilmente non scatterà alcun divieto. Ce l'ha fatta in 56 ore piuttosto che in 168, come previsto, la ditta "Fabiani" che esegue gli interventi per il collegamento della metro con la cittadella universitaria. È riuscita in un lungo weekend a impostare la costruzione per far passare le rotaie sulla statale. Un intervento che doveva essere fatto in assoluta sicurezza. Questo significa che la 554, con tutta probabilità - non ci sono ancora notizie ufficiali - non sarà chiusa questo weekend dalle 22 di venerdì e sino alle 6 di lunedì mattina, come preannunciato. Se fosse così, sarebbe un vero record. Insomma, le lamentele partite lo scorso fine settimana da cittadini, gestori di attività commerciali e automobilisti inferociti contro la deviazione che portava alle stradine cittadine, potrebbero rimanere un ricordo. Anche se né l'azienda dei trasporti, né l'Anas e neanche il Comune confermano la fine delle chiusure della statale. Oggi un vertice tra gli enti interessati dai lavori, dovrebbe ufficializzare il proseguo del cantiere quindi l'eventuale non chiusura al traffico di questo fine settimana. Intanto l'Anas, in previsione della chiusura della statale, ieri mattina ha negato al Comune la possibilità di usare la viabilità alternativa. In sostanza, lo sbocco sulla statale previsto tramite via XXI Aprile non è consentito “in quanto l'innesto della strada è abusivo e pericoloso per la circolazione stradale”, scrive l'Anas. Intanto, l'azienda dei trasporti che si era impegnata ad asfaltare due strade che costeggiano la statale (via XXI aprile e via Casula) per poterle utilizzare al posto della 554, concluderà i lavori cominciati la settimana scorsa per renderle percorribili. Le notizie ufficiali sullo stato dei lavori per la metro, e il relativo stop alle chiusura al traffico della statale, arriveranno stamattina. In tempo per evitare agli automobilisti in fuga verso il mare nel weekend a non doversi inventare altri percorsi pur di non incorrere negli attesi lavori sulla 554.
Serena Sequi
  
 

 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
4 - La Nuova Sardegna / Pagina 19 - Cagliari
UNIVERSITA’» LA RIFORMA DELLO STATUTO 
NEL CDA DELL’ATENEO UNA GIOVANE DONNA DÀ VOCE ALLE IMPRESE 
E’ Valentina Argiolas delle cantine omonime, l’altro esterno Gianluca Cadeddu direttore del centro di Programmazione 
CAGLIARI Il nuovo consiglio di amministrazione dell’università di Cagliari ha molte anime. Con i quattro rappresentanti delle facoltà dovrebbe aver accontentato sia le aree dove si fa soprattutto didattica, sia quelle che debbono puntare tutto o quasi sulla ricerca e quindi sui miglioramenti tecnologici, poi ci sono gli studenti eletti dagli studenti, il rappresentante del personale dipendente perché senza gli amministrativi e i tecnici l’università chiude bottega, ma sono i due “esterni” che danno il segno dei tempi e restituiscono un’immagine nuova del fare alta formazione.Gianluca Cadeddu e Valentina Argiolas sono il direttore del centro di programmazione della Regione e la responsabile marketing e comunicazione delle cantine omonime di Dolianova, c’erano altri due candidati, due manager, un po’ più avanti negli anni, «di grandi capacità ed esperienza, che ringraziamo per essersi resi disponibili», dice il rettore Giovanni Melis, «ma abbiamo scelto due giovani tecnici, con i quali ci aspettiamo di riuscire a ottenere un maggiore collegamento col territorio». Cadeddu «conosce a fondo le politiche della Regione con cui collaboriamo - dice il rettore - siamo fortemente interessati a stare in sintonia con la programmazione regionale». Argiolas «conosce i problemi delle imprese e anche con la sua azione possiamo realizzare la terza missione della nostra università che è quella di sostenere il difficile processo di crescita delle imprese sarde. E ci tengo a dire che Cagliari ha rispettato appieno la necessità di dare forza alla rappresentanza femminile». Nel cda dell’ateneo ci sono infatti Ernestina Giudici, già preside della facoltà di Economia e Maura Monduzzi ordinario di Chimica fisica. L’ex preside di Medicina, Mario Piga e Gianfranco Tore, associato di Storia moderna completano la presenza universitaria. Enrico Gioffrè è il rappresentante del personale tecnico-amministrativo, Margherita Lecis Cocco Ortu è studentessa a Lettere e Filosofia, Tarrab Mohammad Alì studia Medicina. «Il consiglio di amministrazione è stato eletto sulla base delle indicazioni del nuovo statuto – spiega ancora il rettore – , è l’organo esecutivo degli indirizzi dati dal Senato accaddemico, per mettere in moto la macchina universitaria riformata serve il direttore generale che verrà nominato nella prima riunione del cda». Martedì prossimo si procederà a ratificare l’indicazione del Senato che ha espresso parere favorevole sul nome di un manager sardo di 54 anni che ha trascorso gli ultimi 25 in aziende tra l’Italia e l’estero «che serve per compiere quel salto verso una migliore organizzazione dell’ateneo che in tempi di crisi è indispensabile per razionalizzare ogni momento della vita universitaria e quindi impiegare al meglio le risorse». Il nuovo cda comincerà dal programma triennale che l’ateneo si è dato, «dobbiamo rivederlo», dice il rettore. «Con la nomina del cda la riforma dell’università è completa – spiega ancora Melis – ci sono tutti gli organi che devono far funzionare l’ateneo e che devono rendere possibile quello che si è immaginato quando le facoltà sono state ripensate in sei strutture di raccordo in cui sono state accorpate le vecchie facoltà». Due le sfide cui l’ateneo non può sottrarsi: far crescere il livello della formazione che è la grande carta da giocare nei tempi di crisi profonda come la nostra; tenere continuamente d’occhio la gestione delle risorse che non sono destinate a crescere di pari passo con le esisgenze del sistema formativo regionale.



5 - La Nuova Sardegna / Pagina 8 - Sardegna
Profumo: tecnologie, isola competitiva 
Convegno sul progetto Smart Cities, il ministro contestato da Cgil e insegnanti precari: «Tagli finiti, ora via alle abilitazioni» 
di Filippo Peretti
CAGLIARI Francesco Profumo è arrivato ieri mattina a Cagliari per illustrare assieme al presidente Ugo Cappellacci il progetto Smart Cities e ha scoperto che nel campo delle tecnologie informatiche la Sardegna è all’avanguardia tra le Regioni italiane. Un motivo in più, ha detto il ministro della pubblica istruzione, dell’università e della ricerca, per rafforzare questa eccellenza che rende l’isola particolarmente competitiva e che potrà garantire ai sardi una buona prospettiva economica. Davanti all’hotel Mediterraneo il ministro è stato accolto da una manifestazione di protesta organizzata dal segretario regionale di Flc-Cgil, Peppino Loddo, contro il piano di dimensionamento scolastico e i tagli agli organici nelle scuole superiori e nelle università. Profumo, entrato da un ingresso secondario, ha però risposto conversando con i giornalisti: «Non sono previsti altri tagli e ora stiamo avviando le abilitazioni nazionali». Nella sala sono stati Cappellacci (che ha illustrato i progetti realizzati dalla Sardegna, quali la banda larga in quasi tutti i Comuni e le dotazioni alla pubblica amministrazione e il sostegno alle scuole e alle università) e il sindaco Massimo Zedda («la cultura e le nuove tecnologie sono il futuro di quest’isola») a fare gli onori di casa. Quindi è stato illustrato il bando Smart Cities and Communities. Ha uno stanziamento di 655,5 ed è stato pubblicato ai primi di luglio per finanziare idee innovative. Le domande dovranno essere presentate entro il 7 dicembre. Ogni Regione dovrà indicare una priorità assoluta. «Per la Sardegna, forte anche dei suoi centri di ricerca, è una «grande opportunità», ha detto Profumo. Il quale ha ipotizzato una «nuova economia basata su aziende piccole o piccolissime, altamente tecnologiche in stretta connessione con i centri di ricerca e le università e radicata nel territorio». Il bando ministeriale finanzierà progetti innovativi in materia di sicurezza, invecchiamento, tecnologie welfare e inclusione, domotica, giustizia, scuola, waste management, tecnologie del mare, salute, trasporti e mobilità terrestre, logistica last-mile,gestione integrata delle energie rinnovabili, architettura sostenibile, cultural heritage, gestione risorse idriche, progetti di e-government.
 
 
 
6 - La Nuova Sardegna / Pagina 20 - Ed. Nazionale
elezioni del cda, la risposta al rettore
Che la strada per le donne sia sempre più in salita che per gli uomini, è cosa nota. Soprattutto in un Paese come l'Italia dove, a parole, se ne sottolinea il valore, ma nella quotidianità e quando si tratta di occupare posti di governo, non si fa altro che praticare immotivate forme di esclusione. In merito la letteratura è ricca, ma non varca quasi mai la soglia del genere femminile, come se il problema dell'esclusione delle donne dagli organi di governo (di qualunque ente e ordine) sia, per l'appunto, una questione di donne e, tutt'al più, di comitati pari opportunità, e non invece una grave questione di deficit democratico. Il caso del Consiglio di Amministrazione dell'Università di Sassari è emblematico per diverse ragioni ed è solo l'ultimo atto - in ordine cronologico - di "disattenzione" verso le donne, che merita una riflessione che vada oltre le polemiche. In primo luogo, va ricordato che il Cda, insieme al Rettore, è l'organo più importante di governo delle università e ha funzioni di indirizzo strategico in termini sia politici di programmazione sia finanziari. Il loro operato segnerà il futuro dell'università ben oltre la naturale scadenza del 2014. E ciò riguarda tutti. In secondo luogo, nel caso di Sassari, vanno segnalati due problemi di pari importanza: 1. un problema di trasparenza, ovvero, non si conoscono le motivazioni che hanno portato il Senato accademico a scegliere taluni e non altre/i, attraverso un sistema di votazione che ha assegnato a ogni senatore 5 preferenze per 5 designazioni; 2. un problema di non rispetto della legge 240/2010 che, all'art. 2, comma 1, lettera L, recita «previsione, nella nomina dei componenti il consiglio di amministrazione, del rispetto, da parte di ciascuna componente, del principio costituzionale delle pari opportunità tra uomini e donne nell'accesso agli uffici pubblici». Lo Statuto dell'Ateneo avrebbe dovuto esplicitare le modalità (ad es. stabilendo una soglia minima di presenza maschile/femminile) con cui applicare il principio di pari opportunità, ma rinviando genericamente alla norma e al principio stesso, di fatto, li ha disattesi. È evidente che vi è stata una disattenzione generale sia durante la predisposizione dello statuto sia successivamente nella sua applicazione, in primis da parte degli organi di governo dell'ateneo. Sottolineo, altresì, che l'applicazione del principio di pari opportunità è stata rivendicata in tutte le riunioni tra i direttori di dipartimento da chi scrive ed è stato segnalato come deficit con due missive al Senato accademico dalla presidente del Comitato unico di Garanzia, che ora comprende anche il Comitato Pari Opportunità. Inoltre, è stato segnalato con mozioni votate all'unanimità da due consigli di dipartimento: Agraria e Scienze politiche, Scienze della comunicazione e Ingegneria dell'informazione. Il rettore sostiene che siamo arrivati in ritardo, ma mi permetto di dire che, una volta segnalato l'indubbio deficit di democrazia, nessuno (tranne i pochi interessati) si sarebbe lamentato se avesse posto rimedio a questa disattenzione, invece di rinviarlo sine die a un auspicato cambiamento dello statuto, «se gli organi accademici lo riterranno». In terzo luogo, è vero l'attuale rettore ha manifestato intelligenza nel scegliere donne in giunta e come delegate, ma sommessamente ricordo che il principio pari opportunità non è un atto di sensibilità o di benevolenza del governatore di turno, ma è un principio che va tutelato in ogni sede anche a discapito di altri principi. Concludo con una nota personale. Sono stata delegata alle pari opportunità durante il rettorato Maida dal 1998/99 al 2004/05, ora l'attuale rettore mi rimprovera di non essermi attivata per sensibilizzare le colleghe. Avrà forse ragione, ma che cosa si dovrebbe rimproverare a un rettore a cui è sfuggito il problema durante la redazione dello Statuto e la composizione del Consiglio di amministrazione?
Antonietta Mazzette
docente dell’Università di Sassari
 
 
 
7 - La Nuova Sardegna / Pagina 1 - Ed. Nazionale
LE ILLUSIONI DEI NUOVI MIGRANTI
di ALBERTO M. DELOGU
Sono sempre più numerosi e sempre più impauriti. Alcuni sono diplomati, altri laureati, altri specializzati, maestrizzati o dottorati. Alcuni sono freschi freschi d'università, altri esercitano mestieri e professioni da svariati anni. Non soltanto "cervelli": ci sono anche braccia, mani, spalle o semplici teste pensanti: camerieri, medici, cuochi, architetti, geometri, insegnanti e artisti. In genere sono affaticati e disillusi, bruciano però ancora un'ultima riserva di fiducia e speranza. Hanno sentito dire che esistono degli altrove migliori.
 
Pagina 17 - Cultura-Spettacoli
Le illusioni dei nuovi migranti: serve una lezione di umiltà 
di ALBERTO MARIO DELOGU 
segue dalla prima 
Everso questi altrove hanno puntato la prua, o almeno l'ago della bussola. Nell'era di Internet, per orientarsi ricorrono al più antico dei metodi: il contatto diretto col simile, la solidarietà etnica e di terra madre. Ed è perciò che il loro viaggio spesso comincia con una lettera alle associazioni dei sardi all'estero. Il numero di lettere di aspiranti migranti provenienti dalla Sardegna, negli ultimi due anni, è cresciuto vertiginosamente. Con l'Europa in piena crisi economica, aumentano le richieste per il Nordamerica, il Nord Europa e l'Australia. Per il solo Canada ormai si è superata la soglia del centinaio di lettere all'anno, più o meno due alla settimana. I toni sono ancora quelli deferenti del "se posso permettermi", i Lei maiuscoli, i saluti distinti, le richieste d'informazioni ancora elementari, quesiti facili facili che un pomeriggio su internet basterebbe a risolvere. Certo, servirebbe l'inglese, e non quello scolastico da terza superiore. (Dal Paese che ha inventato il baby parking e il no tax day, e che non prende più un aperitivo nel dopolavoro ma un drink nell'happy hour, è lecito attendersi di più).La sensazione è quella di avere di fronte ottimi ragazzi, intelligenti e coraggiosi, già intristiti e storditi da una società gerontocratica e codina, che nel rivolgersi al conterraneo all'estero replicano la stessa apprensiva cerimonialità cui sono stati addestrati in patria. Prima lezione: qui il motto è «it's not who you know, but what you know»: non vale chi conosci, ma che cosa sai fare. Le regole d'ingresso sono ferree, chiare per tutti e senza sconti. Non c'è santo in ministero che tenga, e la deportazione è sempre dietro l'angolo. Ebbene sì, anche se siamo italiani. Qui, parafrasando Gian Antonio Stella, gli albanesi siamo noi. Col tempo anche le risposte alle lettere diventano standard: ecco qui i siti Internet del ministero dell'immigrazione; non affidatevi a consulenti senza scrupoli; inutile cercare lavoro prima di avere la residenza; inutile cercare lavoro col visto turistico; questo non è un paese in cui "fare un'esperienza" ma è una scelta di vita permanente; qui si ricomincia da zero, e anche qui il mercato erge barriere in difesa della professionalità locale. Quest'ultima è un'antifona che a pochi piace sentire. Un medico sardo aspirante emigrante, "stimato professionista", tiene a precisare, s'indigna alla notizia che per esercitare in Canada sia necessario riprendere gli studi, riconvertire il corso di laurea, integrare gli esami mancanti, insomma rimettersi a studiare. «Non devo dimostrare quanto valgo a quattro medici canadesi!», s'indispettisce l'aspirante cervello in fuga.Ed è un vero peccato. Perché dimostrare quanto si vale è il pane quotidiano dell'emigrato, e perché il morire in un luogo per resuscitare in un altro, senza famiglia né storia né diritti di culla, è l'essenza stessa dell'esperienza migratoria. Che porta con sé l'esperienza dell'umiltà, quella bistrattata virtù che milioni d'italiani espatriati nell'ultimo secolo hanno esercitato e milioni d'altri che entrano in Italia esercitano giornalmente. Annebbiati dalla retorica dei "cervelli in fuga" e dei "manager con la valigia", non di rado sinistramente etnocentrica, molti giovani sardi cedono all’illusione che l'espatrio possa spianare d'incanto i dossi della vita e liberarli dalla fatica della lotta. Sarà lotta pari e non impari; equa e non iniqua; a viso aperto e non sottobanco né sottotraccia. Ma sempre di lotta si tratterà. Nella solitudine dei numeri ultimi, in un un mondo che non ci conosce, senza il calore di una famiglia, di un gruppo di amici, di un luogo noto. Varrà la pena pensarci bene e a lungo, prima di mettere il dito sul mappamondo. E nel farlo, rivolgere un pensiero solidale all'immigrato che ci abita accanto.
  
    

 
SARDEGNA QUOTIDIANO 
 
8 - Sardegna Quotidiano / Pagina 15 - Cagliari
Università IL CDA ORA BRINDA CON ARGIOLAS
ATENEO Nel nuovo Consiglio entra la giovane imprenditrice delle cantine di famiglia designata dal rettore Melis
Dalle cantine di famiglia al mondo dell’università. Valentina Argiolas, trentacinque anni, entra come soggetto esterno nel consiglio di amministrazione dell’Ateneo. È la responsabile dell’area marketing e comunicazione delle cantine Argiolas. In tasca ha una laurea in Economia e Commercio, per l’azienda di famiglia si occupa di far conoscere le tante varietà di vini. Il suo nome è stato fatto dal Rettore, Giovanni Melis, che l’ha proposto al Senato accademico, realtà che deve dare il via libera per queste scelte. Per i prossimi tre anni occuperà una delle dieci sedie del Cda in via Università. La scelta di garantire una figura legata al mondo imprenditoriale all’interno dell’organo decisionale dell’Università è dettato dall’ultima riforma Gelmini. Prima, i soggetti esterni erano rappresentanti di enti finanziatori dell’Ateneo, come il Banco di Sardegna oppure la Regione. Sempre a proposito della Regione, l’altra figura è quella di Gianluca Cadeddu, direttore del Centro regionale di programmazione fin dall’era di Renato Soru. Anche lui per i prossimi tre anni farà la spola tra il suo posto di lavoro di via Cesare Battisti e il consiglio di amministrazione universitario.
È un cda più che dimezzato, quello nominato ieri dal Senato accademico. Da ventidue a dieci posti, anche qui grazie alla longa manus dell’ex ministro. Cinque docenti universitari – Ernestina Giudici, docente di Economia, Maura Monduzzi di Chimica, Mario Piga, ex preside di Medicina e un docente associato di Storia moderna, Gianfranco Tore. Una sola la sedia per il personale tecnico amministrativo, dove si accomoda Enrico Gioffrè. Oltre a Cadeddu e Argiolas, il quadro si completa con i due rappresentanti degli studenti, entrambi in quota Unica 2.0, eletti nell’ultima tornata. Margherita Lecis Cocco Ortu di Lettere e Filosofia e Tarrab Mohammad Alì di Medicina e Chirurgia.
La sedia numero dieci, da sempre, è occupata dal Magnifico. Con il nuovo Statuto, l’organo «è chiamato ad attuare l’indirizzo strategico dell’Ateneo mediante la programmazione e il controllo dell’attività amministrativa, finanziaria, economia e patrimoniale». In altre parole, qualunque decisione che riguarda il vasto e complesso mondo universitario cagliaritano deve essere presa, con voto unanime o a maggioranza, dal Consiglio di amministrazione. Una realtà che non è previsto si riunisca molto spesso, almeno curiosando nello storico degli anni passati. La media è di una volta al mese, ma non è raro che l’assemblea si riunisca addirittura una volta ogni novanta giorni. Questo perché le decisioni da prendere sono tante, solitamente si preferisce avere un certo numero di punti da discutere prima di far partire la convocazione. La prima del nuovo corso del Cda è convocata per martedì prossimo.
Paolo Rapeanu
 
numeri 35 - Gli anni di Valentina Argiolas. 3 - Per tre anni la Argiolas avrà posto nel Cda dell’ateneo. 10 - Il numero dei componenti del Cda deciso dal Senato accademico.
info IL CONSIGLIO RINNOVATO La prima riunione del nuovo Cda è fissata lunedì
 
 
 
9 - Sardegna Quotidiano / Pagina 3 - Sardegna
IL MINISTRO
Profumo: l’innovazione?
Un’opportunità per i sardi
Innovazione, ricerca e tecnologia avanzata. Sono queste le tre parole chiave del bando per “Smart Cities and communities and social innovation”. Voluto dal governo centrale, nel quadro dell’Agenda Digitale italiana, mette a correre 655,5 milioni di euro per accelerare l’utilizzo delle nuove tecnologie da parte di cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni. «Una grande opportunità», afferma deciso il ministro della Pubblica istruzione Francesco Profumo arrivato a Cagliari per presentare l’ambizioso programma, «ciascuna regione avrà una o due priorità. Lo sviluppo del progetto prevede una parte strutturale che rimane nel territorio e una parte soft che diventa progetto paese ». «Poco e niente per le imprese sarde», risponde invece Luca Murgianu di Confartigianato in rappresentanza delle migliaia di aziende isolane, «parole come innovazione e ricerca sono poesia per le nostre orecchie ma se il bando rimane così la maggior parte delle attività nostrane saranno escluse». In pratica i 655,5 milioni di euro, di cui 170 come contributo spesa e il restante sotto forma di credito agevolato, saranno dirottati su progetti presentati da un massimo di otto partner in grado di dare risposte altamente innovative ai problemi delle grandi aree urbane: si va dalla sanità fino ai trasporti passando per la scuola, giustizia e sicurezza del territorio. Tra questi ci deve essere almeno una piccola media impresa, università o centri di ricerca nazionali insieme ad una o più pubbliche amministrazioni dei territori interessati. Costo per ogni idea: da un minimo di 12 milioni fino ad un massimo di 22, il 50% dovrà essere a carico della “componente industriale ”, il 10% di questa fetta dovrà essere sborsato da una piccola o media impresa. Calcolatrice alla mano, se un’attività piccola vuole partecipare dovrà mettere sul piatto 1,2 milioni o 2,2. «Nessuna delle nostre aziende ha oggi questa possibilità neanche se uniamo le nostre forze», ribadisce Murgianu, «tant’è che abbiamo chiesto al presidente Cappellacci di prendere in mano la cabina di regia per coinvolgere maggiormente le nostre imprese». Obiezione che è stata presentata anche al ministro Profumo durante il convegno. La risposta è stata immediata: «Le piccole medio imprese possono anche consorziarsi e creare un’Ati (associazione temporanea d’imprese)», spiega il ministro, «la micro partecipazione avrebbe fatto aumentare i costi». Ribadisce il concetto Mario Calderini, consigliere di Profumo che ha lavorato personalmente alla stesura del bando: «Sono progetti grandi e riservati a pochi: l’obiettivo è quello di creare convergenze con le diverse regioni ed indirizzare competenze specifiche su precisi settori d’azione». La Regione prende la palla al balzo e si candida capofila per il “cloud computing”, tecnologia nata ad hoc per condividere in rete i dati delle pubbliche amministrazioni: «Le eccellenze presenti nella nostra Regione», ha rilevato il governatore Cappellacci, «consentono di candidarci al ruolo di pilota e modello di eccellenza in questo campo. Facendo gioco di squadra con il Ministero, gli enti locali, l’Università, le forze sociali e gli altri attori del sistema, la Sardegna può cogliere le opportunità offerte dal bando». E oltre alla “nuvola digitale” ci sono anche la scuola digitale, green economy e biotecnologie: «Campi applicativi nei quali la Sardegna già vanta importanti casi di eccellenza», dice ancora il presidente, «che possono contribuire a creare le nuove filiere della nostra economia, idonee a portare nuovo sviluppo e occupazione». E le imprese sarde sperano di far parte della scommessa.
Francesca Ortalli
 
 
 
10 - Sardegna Quotidiano / Pagina 4 - Opinioni
COSE DI SARDEGNA
ECCO “LA BASE” PER DIRIGERE LA REGIONE
di FRANCESCO CASULA
Parte da Nuoro verso Cagliari la marcia de “La Base”. Per governare la Regione, non per conquistare il potere. Lo ha chiarito il fondatore e leader del movimento, Efisio Arbau: l’avvocato-pastore, già sindaco di Ollolai nonché consigliere provinciale. nei giorni scorsi, nel suggestivo monte Ortobene di Nuoro rilancia le sue proposte «draconiane» - le ha definite - in realtà in sintonia col comune sentire della gente sarda. Ad iniziare dalla guerra alla casta e ai suoi privilegi: per i consiglieri regionali si propone uno stipendio massimo di tre mila euro; ma anche allo Stato inadempiente: come primo atto concreto la class action per il recupero del credito di un miliardo e mezzo di euro delle quote di entrate fiscali mai avute dalla Sardegna. Quindi il nuovo ruolo dei comuni (la Sardegna esiste grazie alle sue comunità. I 377 comuni dell’Isola sono i luoghi dove si deve esercitare la sovranità nella nostra terra); dell’università (bisogna partire dal sistema universitario unico della Sardegna, con un’unica offerta formativa tra gli attuali atenei); della scuola (con il superamento delle scuole dell'isolamento e l’avvio dell'organizzazione a campus - case della cultura - intercomunali). E ancora: un reddito ai giovani (la nuova generazione deve essere messa in condizioni di poter provare a rimanere nella nostra isola. Un reddito minimo garantito per tutti i giovani dai diciotto ai trent’anni per formarsi, istruirsi, avviare un’impresa, trovarsi un lavoro autonomo e persino creare una famiglia). Interessanti e largamente condivisibili sono gli scampoli di programma economico - identitari con la sovranità alimentare: «mangio quello produco e vendo quello che non consumo». Decidono i sardi - scrive La Base – cosa produrre e cosa mangiare. I prodotti sardi devono avere l’etichetta con il logo della nostra Isola. Ogni piccola attività commerciale avrà un credito di imposta per garantire uno scaffale ai nostri prodotti. Le mense scolastiche dovranno avere i prodotti sardi gratuitamente, attraverso contratti di sponsorizzazione e somministrazione sottoscritti dalla Regione. Il latte ovino ad un euro: attraverso un accordo promosso dalla Regione con associazioni agricole, movimenti dei pastori, industriali caseari e cooperative. Infine un avvertimento: tutti a casa quelli che hanno fallito e non rispettano i sardi.
 
 
 
11 - Sardegna Quotidiano / Pagina 14 - Cagliari
Il lutto VESCOVO DEGLI ULTIMI
ADDIO A MONSIGNOR ALBERTI
CHIESA Guida della Diocesi cagliaritana dal 1987 al 2003, si è spento a 84 anni a Nuoro, sua città natale. Combattè per i rom e le suore di Madre Teresa. Misteri irrisolti durante l’episcopio
OTTORINO PIETRO ALBERTI Ex arcivescovo di Cagliari, è morto nella sua casa di Nuoro a 84 anni
È morto a Nuoro, la sua città natale: Ottorino Pietro Alberti ha concluso la sua vita di Monsignore a 84 anni
nella sua terra d’origine, in Barbagia. Per sedici anni, dal 1987 al 2003, ha guidato la diocesi cagliaritana, un lungo episcopato concluso solo per il raggiungimento del limite di età. Era stato ordinato sacerdote nel 1956 e consacrato vescovo nel 1973, quando era stato chiamato a reggere la curia di Spoleto-Norcia prima di arrivare in città. «Prima di iniziare saluto una persona cara noi tutti», ha detto il presidente della Regione, Ugo Cappellacci prendendo la parola durante l’incontro col ministro Profumo. C’era anche il sindaco Massimo Zedda, che ha ricordato di essere stato cresimato da Alberti, «una persona alla quale ero legato», ha aggiunto il primo cittadino. Sedici anni di guida alla chiesa cagliaritana. «Quando c’era Alberti sì che andava bene», ha detto qualche giorno fa Saltana Ahmetòvic, portavoce della comunità rom, poco dopo lo sgombero del campo sulla 554. Era un ragazzo, Saltana, quando monsignor Alberti si prodigò per dare una sistemazione ai rom in via San Paolo, piazzale nel quale sorse il primo insediamento zingaro di Cagliari. Il monsignore fece asse con Anna Ruggiu: un accordo laico-cattolico per garantire la permanenza civile dei rom. E fu sempre Alberti a trattare, senza mai esporsi in prima fila, l’operazione che portò le suore di Madre Teresa in via Porcell. Le pie donne erano destinate all’ex albergo del povero di viale Fra’ Ignazio ma si mise di traverso la facoltà di Giurisprudenza. Così Alberti gestì la partita con l’allora rettore, Pasquale Mistretta, che chiuse l’accordo col Comune: cedette gli spazi universitari di via Porcell e in cambio il muncipio incassò la palazzina di via della Pineta che adesso ospita case popolari. Arcivescovo vicino agli ultimi: così viene ricordato Ottorino Pietro Alberti. Ma il suo lungo periodo cagliaritano fu segnato anche da alcuni episodi misteriosi. Andò a fuoco la biblioteca dell’episcopio: corto circuito, la versione ufficiale. Rogo doloso pr far sparire documenti, quella delle male lingue. Qualcuno poi fece sparire il tesoro della Cattedrale: mistero tuttora irrisolto. Ma adesso c’è spazio solo per il ricordo, coe quello della presidente del consiglio regionale Claudia Lombardo: «Con la sua scomparsa la Sardegna perde una delle figure religiose e civili più autorevoli e nobili».
 

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