Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
14 July 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA
 

1 - L’Unione Sarda / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
Giovani medici, tre milioni
La Giunta regionale ha stanziato tre milioni per finanziare borse di studio per la frequenza di Scuole di specializzazione e contratti di formazione specialistica nelle due Università della Sardegna da parte dei giovani medici e veterinari.
 
 
2 - L’Unione Sarda / Provincia di Cagliari (Pagina 26 - Edizione CA)
MONSERRATO. Ridisegnati i vecchi confini dell’area occupata dal polo universitario
Puc, nuovo voto del Consiglio
Il Comune cede altri dieci ettari, no di socialisti e Rossomori
Il Piano urbanistico comunale (Puc) torna di nuovo in Aula per un errore materiale dell’Università. Dopo anni di attese e a quasi 10 anni dalla prima approvazione del Consiglio, oggi l’Aula ha ridetto sì all’atto. Nulla è cambiato, il Puc non è entrato in vigore, - ancora attende che l’Ufficio del Piano lo adatti al Piano paesaggistico regionale e quindi lo rispedisca alla Regione per un sì definitivo - la città ha "perso" soltanto terreno. Perché, quando negli anni Settanta si delimitò l’area della zona universitaria, prevedendo anche la costruzione di tutti i dipartimenti che devono ancora sorgere, l’area era di circa 400 ettari. Peccato però che di questi, "per un errore materiale" il Comune ne abbia considerato suoi dieci ettari. Proprio in una zona nella quale dovrebbe sorgere un nuovo edificio.
In conclusione: il Puc era da riadottare per restringere i confini che altrimenti non permetterebbero la costruzione della nuova area universitaria. E il Consiglio comunale, ieri mattina, ha approvato la delibera senza il voto di Socialisti, Rossomori e della minoranza, escluso il Pdl che ha espresso voto favorevole. Ritirato, invece - sembra per un parere negativo di maggioranza e tecnici - l’emendamento presentato dai consiglieri del centrosinistra Efisio Sanna e Franco Tinti, che prevedeva, nell’occasione, di fare coincidere il perimetro del centro storico con quello del centro di antica e prima formazione, il cosidetto "centro matrice", eliminando la anomalia di un centro storico molto più ampio della zona classificata antica. (s.se.)
 
 
3 - L’Unione Sarda / Provincia di Cagliari (Pagina 26 - Edizione CA)
MONSERRATO. Da ieri notte Statale chiusa: sono iniziati i lavori per la metro
Stop al traffico sulla 554
Nuovi percorsi alternativi fino alle 6 di lunedì
Oggi la prima giornata di stop al traffico sulla Statale per i lavori della metro. È scattato ieri alle 22 il divieto di transito sulla 554 nel tratto compreso tra l’Università e la strada per Dolianova in entrambi i sensi di marcia. Soltanto lunedì mattina si potrà percorrere liberamente la Statale senza deviazioni. Intanto da oggi l’esodo verso le coste del sud dell’Isola sarà bloccato dai lavori per la metropolitana. L’Arst, grazie a 56 ore consecutive di divieto al traffico, potrà cominciare ad ergere il sovrappasso che collegherà la linea della metropolitana con l’Università. Dopo un mese di battaglie, il percorso alternativo allo stop sulla Statale, sarà ospitato dalla città ma con delle variazioni.
IL PERCORSO Da ieri alle 22 e sino alle 6 di lunedì, tutto il traffico sarà deviato dentro la città, dal prossimo fine settimana si utilizzerà un percorso creato apposta dall’Arst.
VERSO QUARTU Da ieri e sino a lunedì mattina, i veicoli che arrivano da Cagliari o dalla strada per Sestu e l’Università, e che sono diretti verso Quartu, dovranno svoltare nello svincolo di via San Fulgenzio e quindi girare a sinistra in via Argentina, proseguire dritti per via San Gavino e via Sant’Angelo e girare a sinistra su via Giulio Cesare e rimettersi sulla Statale dallo svincolo del Cimitero.
VERSO CAGLIARI Chi invece arriva da Quartu o dalla strada per Dolianova ed è diretto verso Cagliari o verso Sestu, dovrà svoltare nello svincolo del cimitero della città, quindi percorrere via Palau, entrare in via Argentina e immettersi sulla Statale dallo svincolo di via San Fulgenzio.
METÀ LUGLIO Un percorso alternativo che vale solo per questo weekend. Dal prossimo, quello che inizia dalle 22 del 20 luglio e che prosegue sino alle 6 del lunedì 23, sarà creato in questi giorni dall’Arst. Ovvero: i veicoli diretti a Cagliari, gireranno in via Giulio Cesare per poi svoltare a destra su via Casula, quindi entrare in via San Gavino, percorrere via Argentina e rientrare sulla Statale da via San Fulgenzio. Percorso inverso, in parte, per il traffico diretto verso Quartu. I veicoli entreranno in via San Fulgenzio, percorreranno via Argentina ed entreranno in via XXI Aprile per immettersi sulla Statale dal cimitero.
I LAVORI Traffico a parte, i lavori per la metropolitana sono fondamentali per la viabilità dell’hinterland. Collegheranno Cagliari, Pirri e Monserrato e quindi tutti i centri vicini, con la cittadella universitaria tramite un binario che passerà sopra la Statale. Il sovrappasso è uno dei più lunghi d’Italia: arriverà ai cinquanta metri. Un vero salto verso il futuro e la prossima espansione anche di Monserrato.
I TEMPI Grazie alle due chiusure al traffico di 56 ore ognuna durante il weekend, i lavori saranno conclusi entro agosto, un mese di arrivi e partenze che non può far a meno della strada di collegamento con tutto il Cagliaritano.
Serena Sequi
 
 
4 - L’Unione Sarda / Oristano e Planargia (Pagina 20 - Edizione OR)
BOSA. Vertice a Cagliari con la Regione, mercoledì previsto il tavolo tecnico
La diga c’è, cadono i vincoli
Fasce fluviali, a breve il collaudo di Monte Crispu 
La diga ora esiste ufficialmente anche per l’Autorità di bacino, un invaso in grado di laminare le piene del fiume Temo. Un riconoscimento importante per la revisione dei vincoli del Piano Stralcio delle Fasce Fluviali. Se ne parlerà nell’incontro tecnico fra la stessa Adis, l’Enas, l’Università di Cagliari, Regione e Comune.
IL VERTICE Mercoledì a Cagliari, il sindaco Piero Casula e l’assessore comunale all’Urbanistica Sergio Rosa si sono incontratri con il rappresentante dell’Ateneo cagliaritano, dell’Enas, dell’Autorità di bacino e i tecnici regionali e comunali. A seguire i lavori il capo di gabinetto del presidente Cappellacci, Ada Lai. Al centro della riunione, la richiesta di una svolta sulla diga di Monte Crispu che consentisse di rivedere il quadro dei vincoli imposti dal Piano di assetto idrogeologico e dal Piano stralcio delle fasce fluviali sul territorio di Bosa e sulle zone di golena del fiume Temo. Vincoli che hanno paralizzato l’edilizia nella vallata del fiume e che non tengono in alcun conto dell’esistenza della diga di Monte Crispu, interessata da anni da massicci lavori di potenziamento e dotazione infrastrutturale ma non ancora dotata del collaudo statuto. Motivo per cui l’Autorità di bacino finora non l’aveva considerata.
IL COLLAUDO Eppure lo sbarramento è in grado di laminare le piene del fiume Temo, in una qualche rilevante misura. Al termine dell’animato incontro, Bosa incassa due importanti risulti: per quanto riguarda il collaudo della diga, l’Enas ha comunicato di aver richiesto all’assessorato regionale ai Lavori Pubblici un finanziamento ulteriore di 350 mila euro che consentiranno di eliminare alcune problematiche emerse a seguito di un invaso sperimentale fatto nello scorso autunno: tutto avverrà con la supervisione dell’Ufficio dighe e della Commissione di collaudo. L’Autorità d’ambito, dal canto suo, ha preso atto che la diga di Monte Crispu c’è, esiste, ed è già in grado di svolgere un ruolo importante nella laminazione delle piene del fiume. Per questo l’Adis ha dato la propria disponibilità ad aprire un tavolo tecnico per confrontare i metodi ed i sistemi utilizzati per calcolare le portate di piena con i diversi tempi di ritorno (50-100-200-500 anni).
IL COMUNE Per l’amministrazione comunale si tratta di un risultato positivo che prelude la revisione dei vincoli fissati dal Piano delle fasce fluviali, ed annuncia quindi un proprio segnale di buona volontà: «Se ottenessimo quella giusta attenzione che chiediamo sulla nostra diga e sul suo ruolo a salvaguardia della città - commenta il sindaco Piero Casula - non avremmo alcuna difficoltà a valutare il ritiro del ricorso che abbiamo presentato al Tar contro il Piano stralcio delle fasce fluviali». Ora la parola passa al tavolo tecnico.
Antonio Naìtana


5 - L’Unione Sarda / Cronaca di Alghero (Pagina 22 - Edizione OL)
Il caso Architettura, gli studenti chiedono tolleranza
«Non vogliamo disturbare, ma chiediamo un po’ di tolleranza per la nostra piccola comunità di studenti». I futuri architetti rispondono alle lamentele dei vicini di facoltà che avevano protestato contro la musica ad alto volume in occasione di una festa. «È difficile essere studenti di Architettura ad Alghero», spiegano gli iscritti, che si dicono frustrati nel vedere «un’opinione pubblica così dura nei giudizi e nelle critiche e, allo stesso modo, così indifferente verso i problemi reali che questo Dipartimento cerca di affrontare». Poi un invito. «Vorremmo che tutti i cittadini fossero coinvolti nelle iniziative organizzate dal Dipartimento». Il 27 luglio, per esempio, c’e la consegna dei diplomi. ( c. fi. )
  
 

 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
6 - La Nuova Sardegna / Pagina 32 - Ed. Nazionale
Una vita a indagare i misteri del cervello
di Roberto Paracchini
CAGLIARI «Ogni tanto mi assale un pensiero molesto e mi vedo “di là” con un signor San Pietro che mi offre un buon caffè vicino a una bella ragazza bionda che mi sorride. E allora mi dico: beh, non è poi così male...», Gian Luigi Gessa neuroscienziato di fama internazionale, ieri ha compiuto ottant’anni e sdrammatizza sull’età. Un grande avvenire dietro le spalle, si potrebbe dire parafrasando il titolo di una biografia di Vittorio Gassman. In questi giorni il professore che ha fondato una delle scuole di neuro farmacologia internazionalmente più autorevoli, lo trovi al dipartimento di Neuroscienze. La sua vita è l’esempio vivente di quello che hanno scoperto i suoi colleghi e che lui ricorda spesso: che il cervello è come un muscolo, se lo eserciti si irrobustisce, creando reticoli sempre più fitti di sinapsi tra i vari neuroni. Poi, però, riguardo al paradiso, Gessa precisa «che è meglio di no, che non ci pensi troppo, anche perché avrei il grande timore di incontraci don Baget Bozzo, mentre io grazie a Dio sono ateo». E, quasi pentito: «Beh, non bisogna mai perdere la speranza: ora vogliono far diventare credente persino Gramsci. Personalmente preferirei essere salvato da Padre Pio, ovunque ti giri vi trovi qualche devoto». Ma grazie «alla marijuana naturale, endogena, che ognuno di noi ha dentro la sua testa, questi pensieri molesti vengono cancellati e ridivento tranquillo». Nel dicembre del 1980, però, il professor Gessa se la vide proprio brutta. Come sempre, quando poteva, se n’era andato a Geremeas armato del suo windsurf. «Per stare un po’ tranquillo». Lui e il mare, soltanto. Ma un’onda l’aveva scaraventato in mare e lui era rimasto aggrappato alla tavola. Il mare sembrava molto adirato, da “forza Gessa” come dicevano i suoi allievi che conoscevano le sue abitudini: vento fortissimo per praticare il suo sport preferito. A tarda sera l’hanno ritrovato. Le sfide sono sempre piaciute a Gian Luigi Gessa, come quella volta, quasi dieci anni prima, quando nel 1971 Bernard Brodie (il direttore del laboratorio di neurofarmacologia del National Institute di Bethesta), gli disse «You must be sick», tu devi essere proprio matto. Poco prima Gessa gli aveva comunicato di voler lasciare il più prestigioso laboratorio degli Usa per questo tipo di studi. E tutto per rientrare in Sardegna, a Cagliari, per dirigere un istituto di farmacologia dove non c’era niente. Quei primi mesi di lavoro nel capoluogo dell’isola sono stati avventurosi. Mancavano persino le cavie degli esperimenti (conigli e ratti). Tanto che per procurarseli , i conigli, bisognava mettersi a fare i bracconieri, girando attorno a Pula e Santadi (come Gessa faceva con la sua Lambretta), «ma ci si doveva arrangiare». A Bethesda, invece, bastava una telefonata e le cavie arrivavano tutte dello stesso peso, sesso e colore, «come le volevi e senza limitazioni di numero». A Cagliari, invece, tutto costava sempre di più di quello che l’istituto poteva spendere. Negli Usa, dove Gessa era rimasto complessivamente cinque anni, aveva «imparato un mestiere, quello del neurofarmacologo». E conosciuto gli scienziati appartenenti al ghota della ricerca internazionale. Tutte persone che viste da vicino, racconta oggi il professore, non sembravano più intelligenti di alcuni suoi colleghi di allora dell’università di Cagliari. «Quelli, però, gli illustri scienziati, avevano avuto una scuola, gli altri - i miei colleghi - no: nessuno gli aveva mai insegnato il mestiere dello scienziato e, di conseguenza, mostrato quanto valessero». Da qui il montare di un pensiero fisso: creare una scuola e farlo in Sardegna. E così è stato. Oggi quella “scuola”, inizialmente formata da Gessa e da un usciere, è diventata un autorevolissimo centro di ricerca, che ha “colonizzato” con ottimi docenti una quindicina di atenei nazionali e che vanta centinaia di pubblicazioni sulle più autorevoli riviste scientifiche, da “Scienze” a “Nature”. Inoltre ha anche contribuito a tracciare una strada considerata molto feconda per l’esplorazione del cervello: lo studio degli effetti delle sostanze “da abuso”: dall’eroina alla coca, dalla marijana all’alcol, dal cioccolato al caffè. Per fare questo sono state studiate quelle sostanze chimiche (i neurotrasmettitori) presenti nel cervello che controllano l’appetito, il sonno, l’aggressività, l’attività sessuale, il consumo di droghe, l’ansia e persino quel fenomeno che viene chiamato “noia”. Nello stesso tempo si è chiarito che quasi tutte le sostanze “da abuso” esistono già nel nostro cervello. «Quindi anche nella mia testa - sottolinea Gessa che, sornione, racconta - la mattina, quando mi sveglio, io preferisco che il mio organismo si “faccia” di dopamina, il suo omologo esterno è la cocaina. E’ importante quando si vuole desiderare e consumare». Ma la sostanza endogena (che sta dentro di noi) che il professore preferisce è «quella che somiglia alla marijuana, l’anandamide che, in sanscrito, significa “felicità”: fa dimenticare le cose spiacevoli. Per la mia età è la sostanza endogena migliore perché mi fa censurare tutto quello che avrei potuto essere ma non fui. Ma io mi ritengo fortunato: sono come una farmacia vivente ricco di bellissimi neurotrasmettitori. Quindi non ho bisogno di alcuna sostanza esterna». Un desiderio? Sornione risponde: «Una strada a me dedicata, ma da vivo. Altrimenti un aeroporto. Pensi: Elmas-Gessa. E consideri che Elmas significa “il più grande”». Poi più serio: «Un consiglio ai giovani? Leggete “I demoni” di Dostoevskij e “Don Chisciotte” di Cervantes. Splendidi». 
  
     

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionnaire and social

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