Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
26 June 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 24 - Edizione CA)
Senza qualità non si va avanti
L'ateneo coinvolto per promuovere una crescita guidata
Il professor Vincenzo Solinas guida i programmi di formazione e autovalutazione
 
Si ha un bel criticare, spesso giustamente, la corposa macchina dell'ateneo cagliaritano ma bisogna anche riconoscere gli sforzi che produce per migliorarsi, per arrivare a un livello di trasparenza e qualità che la renda competitiva e soprattutto possa dialogare più facilmente con gli studenti, gli enti, le istituzioni e il mondo del lavoro.
IL CENTRO Qualità è appunto la parola - molto abusata e poco rispettata - che ricorre nei propositi, nei desiderata, negli obbiettivi, tanto che a partire dal 2000 (concretamente dal dicembre 2009) si è deciso di passare ai fatti: così è nato il Centro per la Qualità dell'Ateneo, un sistema un po' burocratico ma che - applicato con rigore e continuità - dà buoni frutti. E permette all'università cagliaritana di capire se la strada intrapresa - nella didattica, nella ricerca, nella funzione delle strutture amministrative - sia giusta o vada modificata attraverso programmi di formazione e la valorizzazione dei risultati conquistati.
GLI OBIETTIVI Tutto questo significa, molto banalmente, che se la “cultura della qualità” diventa il motore di ogni iniziativa e se ogni ingranaggio dell'ateneo lavora con la consapevolezza di aiutare la produttività interna, l'università non solo scala la classifica della premialità e prende più soldi dal Ministero ma migliora l'offerta, cresce, acquista prestigio, credibilità e affidabilità.
Sembra l'uovo di Colombo, anzi lo è; la difficoltà stava solo nell'iniziare a cambiare la mentalità delle risorse umane che lavoravano in ordine sparso, tra progetti autoreferenziali, chiusi nei fortini baronali, bacati dall'invidia. Il Centro, voluto dal Rettore (prima Mistretta, poi istituito da Melis), nasce con la finalità opposte, cancellare vecchie logiche per svolgere «attività di formazione per tutte le figure interne dell'Ateneo coinvolte nella gestione della qualità» come si legge nel pieghevole informativo. Oltre al Rettore ne fanno parte, cinque professori esperti di sistemi di gestione della qualità, il presidente del Nucleo di valutazione d'ateneo, il direttore amministrativo e uno studente. Poi c'è il direttore che è mente e braccio operativo: carica che ricopre il professor Vincenzo Solinas, ex docente di Chimica Industriale, ora in pensione ma con entusiasmo ancora dentro l'università a dare il contributo di esperienza e capacità.
L'AUTOVALUTAZIONE Il segreto per puntare alla qualità è «mettere in discussione l'organizzazione interna, ascoltare le esigenze di tutti e rispondere alle richieste attraverso sperimentati meccanismi di analisi. E riconoscere che non deve essere una attività di volontariato ma una missione dell'ateneo», spiega Solinas. Il primo passo è la capacità di autovalutazione: «consente di interrogarsi sulle attività programmate, sui modi in cui vengono svolte e in cui possono migliorare». Un esempio? L'ateneo cagliaritano (come tutti gli altri italiani) soffre del problema della dispersione: la cifra di abbandono studentesco è intorno al 35%, serve capire le ragioni e indagare per trattenere i fuggitivi che sono peraltro i “clienti prioritari” dell'università: pagano le tasse ed esigono un servizio. Ecco dunque che il Centro per la Qualità si mette al lavoro: sa che entro il 2020, secondo l'indicatore europeo, la dispersione deve essere contenuta al 10%, quindi in 8 anni si deve recuperare una consistente fetta del 25%. Spiega Solinas: «Bisogna verificare chi sono queste matricole, come fanno le prove di accesso, garantirgli un corso di sostegno per dargli una seconda possibilità». Insomma organizzare una rete di servizi e assistenza in grado di stimolare la cultura della qualità.
PREMI E SANZIONI Finora solo 7 università italiane, e Cagliari è fra queste, hanno istituito il Centro che ha già dato confortanti risultati: i corsi di studio che hanno consegnato il Rav (il Rapporto di autovalutazione) sono 74 su 82, una media dunque del 90%. Vuol dire che pur nella fatica di dover produrre un “libro” di un centinaio di pagine, seguendo una precisa analisi analitica, i docenti hanno capito l'importanza del sistema. Oltretutto scatta il criterio del premio, una cifra simbolica da investire nella didattica, che va però di pari passo con eventuali sanzioni per chi non sta alle regole.
La strada è solo all'inizio anche perché dopo la prima autovalutazione scatta quella esterna, entrando in un dedalo di sigle tra Anvur, Civr, Civit, Caf, Iso 9000 che saranno utilizzati dal Miur e dal Governo come criterio per ripartire le risorse in base a efficacia ed efficienza.
SPERIMENTAZIONE Cagliari sta cercando di guardare più avanti con la sperimentazione di un modello di didattica universitaria, in collaborazione con altre università, basato sull'apprendimento delle conoscenze e competenze da parte degli studenti. E con un recente corso di formazione a cui hanno partecipato enti, associazioni, industrie sarde, per creare un collegamento fra università e territorio. Tutto serve per dare qualità all'ateneo cagliaritano visto che nella classifica italiana stilata dal Sole 24 ore viaggia, per ora, al 42° posto (su 58).
Sergio Naitza
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 26 - Edizione OL)
Sassari
Sei milioni per l'Università
 
L'Università si è aggiudicata un finanziamento di 6 milioni e 763mila euro, nell'ambito del Programma operativo regionale, grazie a un progetto che porterà un forte impulso all'innovazione in alcuni settori strategici per il sistema della ricerca in Sardegna: Information Communication Technology, nanotecnologie, biotecnologie, ambiente, energia e sviluppo sostenibile, agroalimentare. Le risorse consentiranno entro l'estate la pubblicazione di bandi per 29 ricercatori a tempo determinato (21 si dedicheranno a progetti dell'area scientifica e sanitaria, 8 a proposte dell'area umanistica e delle scienze sociali) e 34 assegnisti (14 si occuperanno di conservazione e restauro dei beni culturali, 20 saranno impegnati in progetti multidisciplinari, in forma associata e partenariale, con centri di ricerca e imprese del territorio).
 

LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Ed_Cagliari
NEUROSCIENZE
Aggressività, si può controllare
Ricerca cagliaritana sul prestigioso Journal of Neuroscience
 
CAGLIARI C'è lo zampino di un gruppo di ricercatori sardi dietro l'importante studio, pubblicato dal prestigioso Journal of Neuroscience, sulle possibilità di arrestare l'aggressività patologica in alcuni topi. La ricerca nasce dalla collaborazione fra Marco Bortolato, Research Assistant Professor della University of Southern California, e alcuni ricercatori della sezione di Neuroscienze del Dipartimento di Scienze Biomediche: i giovani assegnisti Roberto Frau e Angelo Casu, e gli “strutturati” Miriam Melis, Paola Castelli, Giovanna Flore e Paola Devoto. Alcuni di questi hanno ormai una consolidata e fruttuosa tradizione di collaborazione con Bortolato e un bell’elenco di lavori condotti con successo. E’ la dimostrazione di quanto siano validi gli scambi fra l'ateneo cagliaritano e i laboratori all’estero. E non è la prima volta: lo stesso team aveva ottenuto importanti riconoscimenti per gli studi sulla sindrome di Tourette. Una ricerca, quest'ultima sui topi, che suggerisce possibili vie farmacologiche trasferibili anche all'uomo. Si è dimostrato che la aggressività patologica presente in alcuni roditori puó essere arrestata agendo su un particolare recettore cerebrale. Ci sono situazioni- questa la spiegazione dei risultati dello studio- che fanno emergere un lato oscuro del temperamento, l’aggressività, che può sfociare nella patologia se la reazione si manifesta in modo eccessivo, con improvvisa violenza, scoppi d’ira ed esagerate reazioni ostili. È stata individuata una specifica predisposizione genetica all’aggressività patologica: sia gli esseri umani di sesso maschile sia i topi con deficit congenito dell’enzima monoamino-ossidasi A (Mao A), reagiscono con la violenza a situazioni stressanti.
Stefano Ambu
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Ed_Cagliari
Sassari
Università, arrivano i bandi per assumere 29 ricercatori
 
SASSARI L’Università di Sassari si è aggiudicata un finanziamento di sei milioni e 763 mila euro, nell’ambito del Programma operativo regionale (Por-Fse) 2007-2013, grazie a un progetto che porterà un impulso all’innovazione in alcuni settori strategici per il sistema della ricerca della Sardegna: Information Communication Technology (Ict), nanotecnologie, biotecnologie, ambiente, energia e sviluppo sostenibile, agroalimentare. Le risorse consentiranno entro l’estate la pubblicazione di bandi per 29 ricercatori a tempo determinato (21 per area scientifica e sanitaria, 8 area umanistica e scienze sociali) e 34 assegnisti (14 conservazione e restauro dei beni culturali, 20 progetti multidisciplinari). «I fondi Por in arrivo sono una boccata d’ossigeno per la ricerca universitaria del nostro Ateneo e restituiscono un pò di fiducia ai nostri giovani più preparati - ha detto il rettore Attilio Mastino - ancora una volta l’aiuto della Regione risulta fondamentale, così come si è rivelata preziosa la collaborazione con l’Università di Cagliari».
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Ed_Cagliari
l’analisi
L’indipendenza è la scelta giusta
Francesco Pigliaru ha dipinto l’indipendentismo sardo come una forza anti europeista: è falso E’ vero invece che noi vogliamo un’altra Europa
di PAOLO MANINCHEDDA
 
Francesco Pigliaru, su questo giornale, ha sviluppato un ragionamento sulla convenienza dell'indipendenza della Sardegna a partire dal presupposto, non dimostrato né dimostrabile, che l'indipendentismo sardo sia isolazionismo, separatismo e anti-europeismo. Egli invece sa benissimo che l'indipendentismo sardo è europeista, federalista e solidarista, cioè è l'esatto contrario di quanto da lui presupposto. Non c'è un solo indipendentista che pensi a una Sardegna fuori dall'Europa. Non ve n'è uno che non abbia ragionato a lungo sull'Europa come luogo in cui anche le nazioni senza Stato possano trovare finalmente riconosciuto il loro diritto a darsi un proprio e distinto assetto istituzionale. Il problema di noi indipendentisti non è l'Europa, ma l'Italia, alla quale contestiamo i difetti ben noti di centralismo, di tirannide fiscale, di corruzione endemica, di marciume diffuso, di inefficienza, di burocratismo gratuito, di lassismo, di fatalismo, di moralismo, di ipocrisia sociale, di autoritarismo di stato ecc. I sardi sono stati infettati da queste profonde malattie morali dell'Italia e Pigliaru lo sa, come sa che non è assolutamente vero che l'unico veicolo capace di tenere la Sardegna in Europa sia l'Italia. I sardi potrebbero tranquillamente veicolarsi da soli nel sistema europeo, se fossero uno Stato. Vi è poi, nel suo ragionamento, un seme anglo-americano (cioè una radice che va dalla Regina Vittoria al Dollaro) degno di “C'era una volta in America” di Sergio Leone. La filosofia che lui descrive è la seguente: «Il mercato delle monete è un mercato per duri. O hai un fratello maggiore che ti protegge o prendi colpi. Se vuoi vivere, devi cedere potere al fratello maggiore che, in cambio, ti offre protezione». Questa pedagogia economica conferma che per capire i mercati finanziari basta guardare un certo numero di film di mafia, dai quali però si impara (ma c'è anche chi lo ha imparato per strada) che è vero che il fratello maggiore a cui cedi sovranità ti protegge dagli altri fratelli maggiori, ma è anche vero che progressivamente ti tiranneggia, ti limita, ti opprime, fino ad annichilirti. Quindi, chi è nato libero ed è stato educato alla libertà, sa bene che non deve cedere un bel niente a nessuno; deve semmai negoziare, fare accordi, appunto federarsi, cioè delegare un'istituzione superiore a rappresentare un complesso di interessi, ma mantenendo saldamente il potere di controllare e di poter sanzionare un eventuale abuso della delega. Oggi è sotto gli occhi di tutti che in Europa si sta consumando una battaglia di potere non sulla partecipazione degli stati membri al governo dell'euro, ma sull'egemonia della politica monetaria. La Germania, il fratello maggiore di turno, sta dicendo ai fratelli minori che devono accettare le sue condizioni, e cioè che lei detti le regole, faccia i controlli, commini le sanzioni ecc. Non siamo in un contesto federalista, ma neo-centralista, col centro non più a Roma, ma sull'asse Berlino-Bruxelles. Perché ci siamo arrivati? Perché questo è l'esito inevitabile della teoria del fratello maggiore che non risponde a una logica federalista, ma è solo una versione evoluta della subordinazione clientelare. Gli indipendentisti sardi lavorano per una moneta europea fondata su un patto equilibrato, su un'idea di sviluppo compatibile con la sopravvivenza dell'umanità e del pianeta, su una cultura della libertà individuale e dell'ordine sociale, su una nuova efficienza delle strutture amministrative; insomma, l'indipendentismo sardo è più articolato e meno banale di quel che si vuole continuare a pensare per esorcizzarne la presenza crescente nella società sarda.
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Ed_Cagliari
cinema
Notorius film festival al cine-teatro Nanny Loy
 
CAGLIARI Il Notorius Film Festival, è un iniziativa ideata e promossa dal Circolo Universitario Cinematografico Notorius in collaborazione con il Celcam con il patrocinio del Corso di laurea in Scienze della Comunicazione di Cagliari. Il 26 e 27 giugno, al cine-teatro Nanny Loy a Cagliari a partire dalle ore 19,30 si terrà la proiezione delle 29 opere selezionate (7 documentari e 22 cortometraggi) e a seguire un buffet per il pubblico. Il concorso - alla prima edizione - seppur realizzato con le risorse minime dei soli fondi Ersu e le strutture dell’Università, ha riscosso un incredibile successo, 80 infatti le opere che hanno partecipato, dirette da giovani registi di diverse nazionalità. Un buon risultato che, sottolinea il direttore artistico: «Pone in evidenza il grande fermento che si sviluppa intorno al cinema tra le nuove generazioni , e allo stesso tempo segnala la necessità di trovare spazi e contesti adeguati che possano diventare luogo di incontro e confronto soprattutto per i giovani».
Michele Ciampi
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 39 - Ed_Cagliari
Mario Torelli: «I Giganti per ora restino a Sassari
L’antichista interviene sul futuro delle statue:
di Fabio Canessa
 
SASSARI «Non si smembrano i contesti archeologici». La questione riguardante la collocazione dei giganti di Mont'e Prama fa parlare anche fuori dalla Sardegna. Il punto di vista di Mario Torelli, romano, antichista di fama mondiale, è chiaro: «Lo smembramento va contro una delle leggi dell'archeologia, una regola che dovrebbe valere come un comandamento». Allievo di Bianchi Bandinelli, accademico dei Lincei, considerato il più grande etruscologo vivente, Torelli è uno dei firmatari dell'appello contro la divisione delle statue rinvenute a Mont'e Prama e attualmente ospitate nel Centro regionale restauri di Li Punti a Sassari. Un appello divulgato via internet e ripreso anche dalla "Nuova Sardegna" qualche giorno fa in cui gli studiosi promotori prendono posizione contro l'idea di separare il gruppo in più nuclei. I firmatari si appellano ai cittadini e alle istituzioni - si legge nella petizione - «affinché il complesso di Monte Prama non venga diviso; il complesso di Monti Prama risieda nel territorio di Cabras, in una sede museale dedicata e adeguata a natura e importanza del ritrovamento; tale allocazione sia da interfaccia alla ripresa delle ricerche nel sito, peraltro prevista; in attesa che tali condizioni si realizzino, venga mantenuta l'unitarietà del gruppo». «Questo non vuol dire - spiega Torelli - che un pezzo non si possa spostare per una mostra, ma la divisione no. E c'è un altro punto molto importante da considerare, un problema di conoscenza. Il museo non è una boutique dove si espone la merce, è il risultato finale di una ricerca scientifica. Prima di pensare al museo è quindi necessario il completamento della ricerca sul terreno, scavi, una comprensione migliore. La questione museo viene dopo. Le statue di Mont'e Prama sono dei monumenti straordinari, un fatto unico in tutta la Sardegna. Una delle leggi dell'archeologia dice che il mondo dell'antichità si basa sulla serialità; il fatto è che qua ci troviamo di fronte a una cosa unica e la dobbiamo capire». Molto legato alla Sardegna, Torelli all'inizio degli anni Settanta ha anche insegnato all'università di Cagliari: « Anni indimenticabili - ricorda - tra i più belli della mia vita». L'archeologo però non vede quella del capoluogo come una soluzione, almeno non nell'immediato: «Cagliari al momento è impensabile - sottolinea Torelli - a meno che non si costruisca un nuovo museo. Ma ripeto, prima pubblichiamo, finiamo gli scavi per poter aprire un vero dibattito. Queste sono fughe in avanti». Cosa fare intanto dei Giganti? «Al centro restauri di Li Punti - evidenzia l'antichista - è vero che sono sacrificati. Statue di quelle dimensioni richiedono spazi immensi per una giusta visibilità e valorizzazione. Ma sono comunque esposti in maniera accettabile. Per il momento va bene. Mi sembra che sul risultato finale ci sia un'ansia di fare del soprintendente Minoja. Per ora lasciamoli lì». In risposta all'appello - diffuso sul sito www.petizionionline.it - Marco Minoja, soprintendente per i Beni archeologici per le province di Cagliari e Oristano, chiarisce alcuni punti del progetto riguardante un sistema museale per Mont'e Prama e fa sapere, tramite un comunicato, «che il progetto non intende mettere alcune statue di qua, alcune statue di là, come è stato raccontato; ma intende realizzare un nuovo soggetto museale, unitario nella progettazione, plurale nelle sedi espositive» E di questo progetto Minoja parlerà oggi, dalle 10, al centro di conservazione e restauro di Li Punti, nel corso di un convegno al quale parteciperanno anche il sindaco di Sassari Gianfranco Ganau, l’assessore alla cultura Maria Dolores Lai, il direttore regionale per i beni culturali e paesaggisti Maria Assunta Lorrai e la responsabile del progetto, Paola Loi.

 
8 – SardegnaQuotidiano
Cagliari – pagina 14
Università Ricerca cagliaritana negli Usa
 
La ricerca cagliaritana finisce sul Journal of Neuroscience. Si tratta di un lavoro fatto dai ricercatori di Neuroscienze dell’Università di Cagliari e dalla University of Southern California per una ricerca sulla aggressività patologica che dimostra che agendo su un particolare recettore cerebrale, l’aggressività patologica presente in alcuni topi può essere bloccata, suggerendo possibili vie farmacologiche trasferibili all’uomo. La ricerca pubblicata dal “Journal of Neuroscience ” nasce dalla collaborazione fra Marco Bortolato, Research assistant Professor della University of Southern California, e alcuni ricercatori della sezione di Neuroscienze del Dipartimento di Scienze Biomediche: i giovani assegnisti Roberto Frau e Angelo Casu, e gli “strut - turati ” Miriam Melis, Paola Castelli, Giovanna Flore e Paola Devoto.

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