Sulla riforma del diritto di abitazione del coniuge e la conservazione dei rapporti affettivi
Cicero, C.
2021-01-01
Abstract
Va valorizzata l’effettività della residenza familiare, correttamente considerata alla stregua di un presupposto oggettivo al fine di riconoscere in capo al coniuge i diritti disciplinati dall’art. 540, comma 2, c.c. Ciò, in un quadro evolutivo caratterizzato dalla frantumazione del modello unitario di famiglia, e dalla proliferazione di molteplici tipologie di famiglie , in cui i soggetti svolgono la propria personalità. Riecheggia oggi sempre più forte, indicandoci la strada da seguire, l’insegnamento che ci ammoniva che la stessa nozione di famiglia vede, oggi, mutare i propri confini concettuali: comunità familiare non è soltanto quella legittima, quella nucleare, quella naturale ma qualunque gruppo fondato sul consenso che costituisca un continuum ideale di vita, di valori, di affetti e di convivenza, all’interno del quale il singolo componente è libero di sviluppare in modo pieno la propria personalità, di formarsi e di affermarsi.File | Size | Format | |
---|---|---|---|
Cicero, Sulla riforma del diritto di abitazione del coniuge.pdf Solo gestori archivio
Type: versione post-print
Size 110.26 kB
Format Adobe PDF
|
110.26 kB | Adobe PDF | & nbsp; View / Open Request a copy |
Items in DSpace are protected by copyright, with all rights reserved, unless otherwise indicated.