Tra Juchitán e Oaxaca, sotto gli auspici di Dante
Maria Cristina Secci
2021-01-01
Abstract
L’ispirazione dantesca conduce a opere – editoriali, ma anche plastiche – che il Messico accoglie e fa prosperare: così i libri arrivano in ogni remoto angolo del Paese, si rielaborano miti indigeni e si illustra una zoologia regionale con potenti incisioni. Primi protagonisti sono gli anonimi librai che distribuiscono, in provincia come nella capitale, i classici della letteratura mondiale. Libri, come la Divina Commedia, che rimarranno impressi nella memoria di grandi esponenti della cultura messicana e che faranno da staffetta a successivi capolavori, frutto congiunto d’estro e tecnica. Le personalità che chiameremo in causa, riunendo alcuni fili sparsi delle loro biografie – che per nascita o adozione corrispondono a Juchitán e Oaxaca – si sono lasciati ispirare, o meglio, deslumbrar o asombrar da Dante. Si tratta di Andrés Henestrosa, Francisco Toledo e José Vasconcelos che, anche grazie a quella primaria ispirazione, hanno perato al servizio di un patrimonio collettivo in Messico. Con ancora il ricordo dell’effetto suscitato dalla lettura della Divina Commedia – tra stupore, fascino e illuminazione – hanno ondato case editrici e biblioteche, e così moltiplicato libri. Per arrivare fino a loro useremo elementi cari allo scenario dantesco e attraverseremo un’enorme porta, accanto alla quale troveremo ritratto un fiume.File | Size | Format | |
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